flavio1234
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sabato 25 marzo 2017
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un alien in salsa moderna
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Niente di nuovo, ma Life è un film accettabile nel suo genere capace di creare tensione nello spettatore per la forte claustrofobia che emana. Non è alien, ma si presenta come un vero e proprio remake. Un prodotto onesto e ben confezionato con un finale ironico nella sua apparente tragicità.
[+] un modesto intrattenimento realistico
(di antonio montefalcone)
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cristian
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domenica 2 aprile 2017
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un'altra aggiunta al minestrone.
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Life - Non oltrepassare il limite di Daniel Espinosa (Safe House - Nessuno è al sicuro; Child 44 - Il bambino numero 44) è un film puramente convenzionale che nulla aggiunge o toglie al genere sci-fi, andando così a ficcarsi in una massa di pellicole ugualmente mediocri e dimenticabili. La sceneggiatura di Rhett Reese e Paul Wernick (Benvenuti a Zombieland; G.I Joe - La vendetta; Deadpool) è fiacca e i momenti di tensione, fatta qualche eccezione, non sono palpabili perché troppo prevedibili. Fotografia di Seamus McGarvey (… e alla fine arriva Polly; World Trade Center; Nowhere Boy; The Avengers; Animali notturni; The Accountant).
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Life - Non oltrepassare il limite di Daniel Espinosa (Safe House - Nessuno è al sicuro; Child 44 - Il bambino numero 44) è un film puramente convenzionale che nulla aggiunge o toglie al genere sci-fi, andando così a ficcarsi in una massa di pellicole ugualmente mediocri e dimenticabili. La sceneggiatura di Rhett Reese e Paul Wernick (Benvenuti a Zombieland; G.I Joe - La vendetta; Deadpool) è fiacca e i momenti di tensione, fatta qualche eccezione, non sono palpabili perché troppo prevedibili. Fotografia di Seamus McGarvey (… e alla fine arriva Polly; World Trade Center; Nowhere Boy; The Avengers; Animali notturni; The Accountant). Musiche di Jon Ekstrand (Child 44 - Il bambino numero 44). L’ottimo cast, in cui eccelle Jake Gyllenhall, non serve ad elevare il livello di un prodotto scarso in partenza. Tra gli altri protagonisti Ryan Reynolds e Rebecca Ferguson.
Gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale riescono a recuperare una sonda proveniente da Marte, la quale ha prelevato dal pianeta rosso un elemento organico il cui studio potrebbe finalmente spalancare le porte della conoscenza umana ai misteri della vita. Il team di studiosi è composto dall’ufficiale Miranda North (Rebecca Ferguson), il dottor David Jordan (Jake Gyllenhall), il biologo Hugh Derry (Ariyon Bakare), il comandante Katerina Golovkina (Olga Dihovichnaya), il tecnico Sho Murakami (Hiroyuki Sanada) e l’ingegnere Roy Adams (Ryan Reynolds). Nel laboratorio della stazione orbitante l’organismo microscopico marziano (a cui viene dato il nome di Calvin) viene sottoposto a stimoli che lo risvegliano e lo portano ad agire seguendo il proprio istinto naturale di predatore. Da questo momento sarà caccia spietata all’equipaggio.
Il nuovo capitolo di Alien … no, scusate, ricomincio. Il nuovo film di Daniel Espinosa, Life - Non oltrepassare il limite, è un semplice esercizio cinematografico, il compitino che la maestra ci assegnava per il giorno dopo. Il regista svedese utilizza tutti i cliché del genere per confezionare un prodotto scarso e privo di mordente e carattere. Dall’inizio alla fine si avverte una certa piattezza che galleggia continuamente e si insinua tra i protagonisti, le cui buone interpretazioni si rivelano inutili allo scopo di migliorare un contenuto che non c’è. A dire la verità, già il trailer non faceva presagire nulla di originale e alla prova del nove la debolezza della pellicola è stata confermata. L’organismo alieno, che rappresenta le conseguenze dell’ingordigia di conoscenza insita nell’essere umano, quell’inconoscibile che deve restare tale, è immancabilmente cattivissimo e pronto a invertire le abitudini dell’uomo predatore che finisce per diventare preda. Wow!!! Ci può anche stare, per carità, ma è stucchevole assistere ad uno spettacolo così scialbo e privo della voglia di voler stupire e stimolare l’osservatore a cui invece si chiede di essere mentalmente inattivo. Dialoghi e riflessioni insipide arricchiscono il minestrone creato da Espinosa e soci. Si sa, purtroppo, come andrà la storia, chi morirà e chi avrà qualche possibilità di salvarsi. La caccia al topo intrapresa dalla forma aliena prosegue senza intoppi, con classici momenti di tensione dall’immaginabile conclusione. A parte la prestazione degli attori quello che c’è di salvabile in questo film è che è fatto apposta per essere dimenticato il giorno dopo. Espinosa, forse sperando di salvare la barca che affonda, si lancia in un quasi-credibile colpo di scena finale godibile soltanto per chi è a corto o è vergine del genere. La morfologia della creatura, il suo carattere di violento predatore adoratore della carne, nonché tutto il resto raffazzonato al fine di sembrare altro, ricordano palesemente Alien. In definitiva, Life entra di diritto nella classifica dei film da popcorn e bibite da guardare con gli amici durante una serata di pioggia. A distanza di qualche mese dal deludente Passengers e dopo la meravigliosa sorpresa rappresentata da Arrival, Life ci fa tornare con i piedi per terra e ci tiene a ricordarci di tenere a bada gli entusiasmi e che di cose brutte il genere sci-fi ce ne regalerà ancora a bizzeffe nei prossimi anni. Che qualsiasi dio in cui crediate possa aver pietà di noi e dei nostri occhi!
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doggerx
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martedì 11 luglio 2017
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mediocre
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Mediocre. Questo il termine che descrive in toto Life. Mediocre dal punto di vista scientifico e narrativo. L'unico aspetto positivo sono gli effetti speciali. Vorrei vedere è un film di fantascienza! Se astronavi e alieni non risultassero credibili non potremmo gustarci la pellicola a dovere! Purtroppo però gli effetti non sempre salvano un film (quasi mai) e questo è il caso. Ci sono delle imprecisazioni clamorose. Esempio. Possibile che gli astronauti non siano mai al loro posto quando serve. Nel laboratorio mentre avviene la fase di studio dell'alieno, tutti i membri dell'equipaggio stanno dietro il vetro a guardare. Ovviamente quando succede il patatrac ci mettono mezz'ora ad arrivare dove avrebbero già dovuto essere.
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Mediocre. Questo il termine che descrive in toto Life. Mediocre dal punto di vista scientifico e narrativo. L'unico aspetto positivo sono gli effetti speciali. Vorrei vedere è un film di fantascienza! Se astronavi e alieni non risultassero credibili non potremmo gustarci la pellicola a dovere! Purtroppo però gli effetti non sempre salvano un film (quasi mai) e questo è il caso. Ci sono delle imprecisazioni clamorose. Esempio. Possibile che gli astronauti non siano mai al loro posto quando serve. Nel laboratorio mentre avviene la fase di studio dell'alieno, tutti i membri dell'equipaggio stanno dietro il vetro a guardare. Ovviamente quando succede il patatrac ci mettono mezz'ora ad arrivare dove avrebbero già dovuto essere. Sarebbe bastato poco ad evitare la catastrofe. Bastava chiudere gli ugelli anti incendio in tempo. Capisco la licenza poetica ma questo è un insulto all'intelligenza. Sembra che nessuno in questo film abbia mai avuto un minimo di addestramento militare; la maggior parte del tempo assomigliano a una classe in gita. Alien, di contro, aveva una struttura narrativa studiata molto più "ansiogena", ma paradossalmente, più credibile! La sceneggiatura di Life sembra scritta in 20 minuti da un ragazzino delle medie. La prima mezz'ora di film è anche godibile. I personaggi vengono descritti bene e sono caratterizzati a sufficienza... il resto del film purtroppo scade, non solo nel solito "già visto", ma soprattutto in una narrazione poco probabile e decisamente non convincente. Anche il finale, che idealmente sarebbe interessante, risulta raccontato in modo banale e scontato. Che dire grandi potenzialità ma messa in opera raffazzonata. Conclusione: grande delusione :(
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stramonio70
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martedì 15 agosto 2017
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una variante di alien ma fatta bene...
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Dalla mia frase di lancio si capisce già che questo film di fantascienza non brilla certo per l'originalità. Tuttavia però la regia offre ottime inquadrature in assenza gravità che danno quasi la sensazione allo spettatore di fluttuare all'interno della stazione spaziale. Ottime anche le scenografie, davvero molto curate, e gli effetti speciali (dite quello che volete ma a me quella specie di polpo alieno che entra in bocca e distrugge gli organi dall'interno ha fatto un certo effetto!). La prova degli attori è un po' sottotono e qualcuno di loro (Ryan Reynolds) esce di scena fin troppo presto. Gli altri aspetti negativi sono rappresentati dai personaggi: tutti poco approfonditi (ad eccezione forse di quello di Jake Gillenhaal) e per i quali è difficile empatizzare.
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Dalla mia frase di lancio si capisce già che questo film di fantascienza non brilla certo per l'originalità. Tuttavia però la regia offre ottime inquadrature in assenza gravità che danno quasi la sensazione allo spettatore di fluttuare all'interno della stazione spaziale. Ottime anche le scenografie, davvero molto curate, e gli effetti speciali (dite quello che volete ma a me quella specie di polpo alieno che entra in bocca e distrugge gli organi dall'interno ha fatto un certo effetto!). La prova degli attori è un po' sottotono e qualcuno di loro (Ryan Reynolds) esce di scena fin troppo presto. Gli altri aspetti negativi sono rappresentati dai personaggi: tutti poco approfonditi (ad eccezione forse di quello di Jake Gillenhaal) e per i quali è difficile empatizzare. Buono invece il colpo di scena finale che fa guadagnare qualche punto in più al film. In conclusione se amate la fantascienza derivata da Alien apprezzerete, se invece vi piace quella derivata da Star Wars lasciate perdere...
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matteo_moscarda
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domenica 12 marzo 2023
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dai 16 in su ma non oltre i 17
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Quando parliamo di opere di ingegno, ma soprattutto quando parliamo di film, dobbiamo sdoppiarci: da un lato esprimere un parere basato su ciò che già conosciamo e sui nostri gusti, dall'altro immaginare come possa arrivare un'opera a chi fruisce qualcosa di simile per la prima volta. In questo senso, probabilmente "Life" risulterà di buon intrattenimento a chiunque non abbia mai guardato nessun film con alieni assetati di sangue all'interno di una stazione orbitante o altri contesti chiusi (bisognerebbe fare un elenco).
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Quando parliamo di opere di ingegno, ma soprattutto quando parliamo di film, dobbiamo sdoppiarci: da un lato esprimere un parere basato su ciò che già conosciamo e sui nostri gusti, dall'altro immaginare come possa arrivare un'opera a chi fruisce qualcosa di simile per la prima volta. In questo senso, probabilmente "Life" risulterà di buon intrattenimento a chiunque non abbia mai guardato nessun film con alieni assetati di sangue all'interno di una stazione orbitante o altri contesti chiusi (bisognerebbe fare un elenco). Chi invece ne ha già guardati un po', potrà forse comunque godere degli effetti speciali (che inevitabilmente migliorano di anno in anno, purché ci sia un budget cospicuo come in questo caso) e della simpatia umana degli attori (più difficilmente dei loro personaggi, piuttosto vuoti). Diventa invece difficile immaginare in che modo gli affezionati della fantascienza possano apprezzare un film che riesce nell'impresa di non proporre nemmeno per errore un frammento di novità. Se già tutti i film di questo filone successivi ad "Alien" sono stati in qualche misura debitori ad "Alien", qui ci si illude che sia possibile un reboot dell'immaginario collettivo. A dire il vero il film parte benino, sembra serio, almeno finché l'organismo marziano non dimostra un'intenzionalità eccessiva e antropomorfica più che animale. Da lì in poi è un delirio di prevedibilità. Nessun tentativo di scostarsi dagli archetipi, dall'intrattenimento videoludico. L'approccio iniziale apparentemente scientifico cede il passo a mostro intelligentissimo e crudele da b-movie: il problema è che i b-movie erano bellissimi, non per una questione nostalgica, ma perché non si prendevano sul serio. In questo caso secondo alcuni basterebbe una canzone allegra sui titoli di coda a consegnarci un film comunque ironico, ma così non è, perché per tutta la sua durata "Life" insegue disperatamente e inutilmente un coinvolgimento emotivo nei confronti di personaggi del tutto cavi (si noti che per ogni personaggio è stato inventato un espediente con questo scopo: l'invalidità, la paternità, l'amore, e così via). È al contrario facile immaginare l'imbarazzo di Jake Gyllenhaal o Ryan Reynolds nel riguardarsi (probabilmente hanno evitato): non ha caso Reynolds, memore dell'esperienza di "Lanterna verde", ha chiesto di morire entro i primi quindici minuti.
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gianleo67
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mercoledì 17 maggio 2017
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poliponi protestanti alla conquista della terra
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Una missione orbitante della ISS aggancia un satellite fuori controllo che trasporta dei campioni biologici provenienti dal pianeta Marte. Lo scopo è quello di studiare nello spazio eventuali forme di vita, costituendo una barriera di sicurezza contro eventuali contaminazioni dell'ambiente terrestre. Dopo gli iniziali entusiasmi però, qualcosa sembra andare storto e per i sei componenti dell'equipaggio inizierà una strenua ed angosciante lotta per la sopravvivenza. Compendiare i molteplici luoghi comuni e l'armamentario citazionista dell'horror fantascientifico nella claustrofobica ristrettezza di un avamposto orbitante, esponeva sin dall'inizio questo film dello svedese di origine cilena Daniel Espinosa (Safe House, Child 44) al pubblico ludibrio di risibili scimmiottamenti cinematografici o quantomeno al legittimo pregiudizio degli spettatori più sgamati.
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Una missione orbitante della ISS aggancia un satellite fuori controllo che trasporta dei campioni biologici provenienti dal pianeta Marte. Lo scopo è quello di studiare nello spazio eventuali forme di vita, costituendo una barriera di sicurezza contro eventuali contaminazioni dell'ambiente terrestre. Dopo gli iniziali entusiasmi però, qualcosa sembra andare storto e per i sei componenti dell'equipaggio inizierà una strenua ed angosciante lotta per la sopravvivenza. Compendiare i molteplici luoghi comuni e l'armamentario citazionista dell'horror fantascientifico nella claustrofobica ristrettezza di un avamposto orbitante, esponeva sin dall'inizio questo film dello svedese di origine cilena Daniel Espinosa (Safe House, Child 44) al pubblico ludibrio di risibili scimmiottamenti cinematografici o quantomeno al legittimo pregiudizio degli spettatori più sgamati. Per la verità l'esordio di una parte iniziale all'insegna del glamour di un equipaggio multiculturale di aitanti giovanotti yankee e bellone con responsabilità di comando, piuttosto che le solite smanie promozionali targate NASA con tanto di consultazione pubblica a mezzo social (Approaching the Unknown), avevano fatto temere il peggio. Il film però pare rimettersi subito in carreggiata, buttandola tanto sul piano di una sottovalutazione del rischio fondata sul dualismo tra il miracolo della vita indifesa (quella aliena al 'vetrino', ma anche quella del bebè nipponico in streaming) e le irriducibili risorse che questa mette in campo per preservare sè stessa, quanto su quello prettamente cinematografico di un'azione drammatica che si sviluppa efficacemente negli spazi stretti e nell'alternaza tra il dinamismo della lotta e le riflessioni della strategia. Storia di 'sei piccoli indiani' nel gioco ad eliminazione diretta con annesse clausole vessatorie di un contratto governativo di cui essere all'oscuro (Alien, Atmosfera zero, 2001 A Space Odissey) o imprevedibile polimorfismo di uno sviluppo embrionale che integra i foglietti germinativi in una muscolare e tentacolare macchina di morte (The Thing from Another World), è un film che sviluppa adeguatamente la tensione lungo la inesorabile strategia di una intelligenza istintiva e brutale che tolga di mezzo l'avversario, superi le barriere e si fiondi a bomba verso l'unico ambiente ossidante che gli garantisca la vita: le rive bagnate di un mondo azzurro su cui replicare il miracolo di una colonizzazione biologica che comporti l'inevitabile estinzione della presuntuosa specie bipede che lo abita da qualche milione di anni (Gravity). Insomma se non tutti i mali, almeno non tutti i compendi vengono per nuocere, tanto meno questo film ingiustamente bistrattato che pure pecca sul piano di banali caratterizzazioni (lo scienziato di colore distrofico che ridà la vita ad un organismo muscolare, il pilota sbruffone che fa subito una brutta fine, il medico melanconico in preda al mal di spazio, la bella capitana russa cresciuta a pane e KGB) e di qualche momento di retorica melodrammatica che, soprattutto nel finale, riduce la carica eversiva ed escatologica di una sconfitta evolutiva di proporzioni interplanetarie. Se volete, l'Anti-Arrival di Denis Villeneuve: in cui le forme di comunicazione non verbale stanno a zero e dove non tutti i poliponi Protestanti vengono in pace.
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tmpsvita
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venerdì 31 marzo 2017
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inutile brutta copia di alien
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Life è un thriller fantascientifico, con sfumature horror, che strizza troppo l'occhio ad Alien. Ed i paragoni ad esso sono impossibili da non fare. Ma, il film, non riesce neanche lontanamente a raggiungere i suoi livelli , risultando, così, solo un'inutile e soporifera brutta copia che manca di sostanza e di originalità.
I personaggi sono caratterizzati in maniera superficiale e troppo "canonica", rendendoli piatti, scialbi, e poco credibili. In questo modo lo spettatore si trova impossibilitato a provare una qualche empatia o affezione a nessuno dei personaggi. Anche lo stesso alieno è poco spaventoso e troppo macchinoso tanto da sembrare ridicolo, merito anche di una cgi non sempre all'altezza.
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Life è un thriller fantascientifico, con sfumature horror, che strizza troppo l'occhio ad Alien. Ed i paragoni ad esso sono impossibili da non fare. Ma, il film, non riesce neanche lontanamente a raggiungere i suoi livelli , risultando, così, solo un'inutile e soporifera brutta copia che manca di sostanza e di originalità.
I personaggi sono caratterizzati in maniera superficiale e troppo "canonica", rendendoli piatti, scialbi, e poco credibili. In questo modo lo spettatore si trova impossibilitato a provare una qualche empatia o affezione a nessuno dei personaggi. Anche lo stesso alieno è poco spaventoso e troppo macchinoso tanto da sembrare ridicolo, merito anche di una cgi non sempre all'altezza.
I dialoghi sono scritti in maniera sbrigativa, così come tutto il film, e alle volte sono imbarazzanti. La regia inciampa più e più volte cercando di creare dei buoni movimenti di macchina in spazzi troppo angusti, creando un po' di nausea. Inoltre le interpretazioni sono molto sotto tono, soprattutto per quanto riguarda uno sprecatissimo Ryan Reynolds.
Ma il problema più grande è che, questa pellicola non trasmette nessuna emozione: non diverte, non spaventa, non intrattiene e non coinvolge (apparte poche sequenze assistite da un'eccellente colonna sonora).
L'unica cosa buona è il finale che regala qualche sorpresa ma che non impedisce allo spettatore di rimanere, dopo i titoli di coda, seduto sulla poltrona del cinema con un enorme punto interrogativo in testa:... Perché?
Ce n'era davvero bisogno di un altro film che fa il verso ad Alien?
VOTO: 4.5/10.
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liuk!
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mercoledì 7 giugno 2017
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sceneggiatura sbagliata
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Life parte come descrizione dell'analisi di campioni provenienti da Marte con un discreto taglio pseudoscientifico, il tutto condito da un buon cast ed effetti speciali di buon livello. I primi venti-trenta minuti sono di buona fattura. Poi la trama vira su lidi già visti e stravisti, andando a copiare mostri sacri, Alien in primis, senza apportare nulla di nuovo ed anzi svilendo l'essere alieno in una blanda forma di polipo-farfalla tra il tragicomico ed il pietoso. La regia di Espinosa scema sempre più con lo scorrere dei minuti fino ad arrivare ad un finale prevedibile e veramente di bassa categoria. Peccato per il budget sprecato in una sceneggiatura così insulsa, si poteva, e doveva, fare di molto meglio.
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Life parte come descrizione dell'analisi di campioni provenienti da Marte con un discreto taglio pseudoscientifico, il tutto condito da un buon cast ed effetti speciali di buon livello. I primi venti-trenta minuti sono di buona fattura. Poi la trama vira su lidi già visti e stravisti, andando a copiare mostri sacri, Alien in primis, senza apportare nulla di nuovo ed anzi svilendo l'essere alieno in una blanda forma di polipo-farfalla tra il tragicomico ed il pietoso. La regia di Espinosa scema sempre più con lo scorrere dei minuti fino ad arrivare ad un finale prevedibile e veramente di bassa categoria. Peccato per il budget sprecato in una sceneggiatura così insulsa, si poteva, e doveva, fare di molto meglio.
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hurricane2
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lunedì 25 settembre 2017
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chi ha visto film sci-fi degli 80 trito e ritrito
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Beh che il film risulti prevedibile è dire poca cosa per chi ha un pò di cinema del genere fantascienza "sulle spalle". Tutto quello che si immagina succede puntualmente nella maniera più prevedibile e ovvia. Certo non si può negare che la fotografia, la scenorafia/ambientazioni e VFX siano curati, ma con un tale cast ed il budget a disposizione mi sembrava il minimo da garantire ad una sceneggiatura davvero debole anzi fragile. Quello che mi lascia veramente perplesso è come si possa investire su un' idea tanto poco originale che si sviluppa in maniera prevedibile e finisce in maniera ancora più scontata. I personaggi poco empatici perchè trattati superficialmente, almeno questo aspetto avrebbe potuto aiutare se curato a dovere.
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Beh che il film risulti prevedibile è dire poca cosa per chi ha un pò di cinema del genere fantascienza "sulle spalle". Tutto quello che si immagina succede puntualmente nella maniera più prevedibile e ovvia. Certo non si può negare che la fotografia, la scenorafia/ambientazioni e VFX siano curati, ma con un tale cast ed il budget a disposizione mi sembrava il minimo da garantire ad una sceneggiatura davvero debole anzi fragile. Quello che mi lascia veramente perplesso è come si possa investire su un' idea tanto poco originale che si sviluppa in maniera prevedibile e finisce in maniera ancora più scontata. I personaggi poco empatici perchè trattati superficialmente, almeno questo aspetto avrebbe potuto aiutare se curato a dovere.. Sembra fatto per un sequel, ma....
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giulio andreetta
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mercoledì 5 agosto 2020
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grandi mezzi per un buon film d''intrattenimento
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Uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni, ovviamente molto al di sotto di quel grande affresco che è Interstellar di Christopher Nolan, ma comunque un buon prodotto di un cinema indubbiamente professionale, che con ingenti mezzi e risorse di produzione riesce a creare una pellicola appetibile per le masse, ma comunque interessante da vedere anche per un pubblico di intenditori. La trama ricalca un poco quella di Alien di Ridley Scott, e sebbene la sceneggiatura sotto questo profilo non sia originalissima, c'è da dire che la realizzazione, con questo alieno a tratti impressionante e veramente orribile, riesce ad incutere nello spettatore probabilmente un sussulto emotivo.
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Uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni, ovviamente molto al di sotto di quel grande affresco che è Interstellar di Christopher Nolan, ma comunque un buon prodotto di un cinema indubbiamente professionale, che con ingenti mezzi e risorse di produzione riesce a creare una pellicola appetibile per le masse, ma comunque interessante da vedere anche per un pubblico di intenditori. La trama ricalca un poco quella di Alien di Ridley Scott, e sebbene la sceneggiatura sotto questo profilo non sia originalissima, c'è da dire che la realizzazione, con questo alieno a tratti impressionante e veramente orribile, riesce ad incutere nello spettatore probabilmente un sussulto emotivo. Bravi, molto bravi gli attori che navigano in una recitazione estremamente realista, composta e misurata, che non concede nulla alla caratterizzazione eccessiva del personaggio. Ottima la regia, e veramente superlativi gli effetti speciali, che passano inosservati dal momento che il realismo della pellicola è strabiliante. In ogni caso, secondo me, un film da vedere anche per capire come si sta evolvendo la tecnica cinematografica negli ultimi anni, e c'è da dire che il film comunque risulterà gradito a tutti gli appassionati di film fantascientifici, o di avventura.
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