eugenio98
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venerdì 21 agosto 2015
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un'incredibile squadra di spionaggio
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Quando vari capi di stato europei vengono minacciati da un’associazione terroristica, Ethan si mette al lavoro per sventare il diabolico piano di questi assassini.
Supportato dalla regia e sceneggiatura di Christopher McQuarrie, il quinto capitolo della saga di Mission Impossible (precisamente Mission: Impossible - Rogue Nation) è un’adrenalinica esperienza che sfiora le vette dell’entusiasmo facendo divertire lo spettatore. Tom Cruise interpreta ancora Ethan Hunt, agente dell’IMF, deciso a braccare i terroristi. Col supporto dei suoi amici, Ethan viaggerà in varie parti del mondo e, tra inseguimenti e sparatorie, condurrà a termine la propria missione.
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Quando vari capi di stato europei vengono minacciati da un’associazione terroristica, Ethan si mette al lavoro per sventare il diabolico piano di questi assassini.
Supportato dalla regia e sceneggiatura di Christopher McQuarrie, il quinto capitolo della saga di Mission Impossible (precisamente Mission: Impossible - Rogue Nation) è un’adrenalinica esperienza che sfiora le vette dell’entusiasmo facendo divertire lo spettatore. Tom Cruise interpreta ancora Ethan Hunt, agente dell’IMF, deciso a braccare i terroristi. Col supporto dei suoi amici, Ethan viaggerà in varie parti del mondo e, tra inseguimenti e sparatorie, condurrà a termine la propria missione. Nella sua vita entrerà Ilsa, una femme fatale che lo aiuterà a sgominare l’organizzazione. Diversamente da I soliti sospetti, film cerebrale, McQuarrie cerca di realizzare un lavoro basato sull’azione, decisamente più vicino a Jack Reacher: se, nel primo, lo sceneggiatore allestisce una ramificata rete di idee ed eventi fino a raggiungere l’enigmatico finale, nel secondo, come anche in Mission Impossible, il medesimo sceneggiatore fa uso dell’ironia e della spettacolarità per costruire un incredibile intrattenimento che lascia senza parole e attesta la sua padronanza di vari stili cinematografici.
Gradevole e consigliato per gli amanti del genere.
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[+] godibile quinto episodio di “mission: impossible”
(di antonio montefalcone)
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j kudo
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martedì 1 settembre 2015
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"Missione:Impossible - Rogue Nation" segna il ritorno al cinema del sempreverde Tom Cruise nel nuovo capitolo della saga action che non tradisce mai le attese. Il film ha tutti gli ingredienti giusti per essere un spettacolo pirotecnico per lo spettatore. Dalla prima scena , quella dell'aereo, sino alla conclusione è un susseguirsi adrenalinico di fughe , combattimenti e molto altro . Il ritmo del film non è mai calante e sempre coinvolgente con quel tocco di ironia che invita a non prenderlo troppo sul serio. La trama ben elaborata porta i decaduti membri della IMF con a capo l'intramontabile Ethan Hunt a vedersela contro il sindacato,una organizzazione segreta, girando mezzo mondo , con azioni sempre più estreme e spettacolari.
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"Missione:Impossible - Rogue Nation" segna il ritorno al cinema del sempreverde Tom Cruise nel nuovo capitolo della saga action che non tradisce mai le attese. Il film ha tutti gli ingredienti giusti per essere un spettacolo pirotecnico per lo spettatore. Dalla prima scena , quella dell'aereo, sino alla conclusione è un susseguirsi adrenalinico di fughe , combattimenti e molto altro . Il ritmo del film non è mai calante e sempre coinvolgente con quel tocco di ironia che invita a non prenderlo troppo sul serio. La trama ben elaborata porta i decaduti membri della IMF con a capo l'intramontabile Ethan Hunt a vedersela contro il sindacato,una organizzazione segreta, girando mezzo mondo , con azioni sempre più estreme e spettacolari. Tom Cruise, in gran forma, si conferma la roccia di questa saga ma è anche coadiuvato da ottimi interpreti , come Simon Pegg, Jeremy Renner e dalla superlativa action-girl Rebecca Ferguson. Entusiasta del film , consiglio la visione.
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daniele fanin
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venerdì 4 settembre 2015
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m:i v rogue nation - l'ultimo ed il migliore
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Qualcuno si sarà mai avventurato, in una scuola di cinema o un’università, in una dissertazione comparativa fra Hunt e Bond? In attesa di un’improbabile o “impossible” incontro fra i due super agenti speciali, magari condito da una comparsata di Jason Bourne, accontentiamoci di goderci il quinto, eccellente, capitolo della saga di Mission Impossible, Rogue Nation, che ad oggi appare il migliore della serie.
E’ possibile, come sostiene qualche critico attento, che la scelta di affidare a registi sempre diversi i film, oltre ad allungare i tempi di gestazione dei film (in media uno ogni 46 mesi, contro i 30 medi per rivedere 007), fornisca nuova linfa al personaggio a cui Cruise ha ormai legato gran parte della sua recente attività di attore e produttore.
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Qualcuno si sarà mai avventurato, in una scuola di cinema o un’università, in una dissertazione comparativa fra Hunt e Bond? In attesa di un’improbabile o “impossible” incontro fra i due super agenti speciali, magari condito da una comparsata di Jason Bourne, accontentiamoci di goderci il quinto, eccellente, capitolo della saga di Mission Impossible, Rogue Nation, che ad oggi appare il migliore della serie.
E’ possibile, come sostiene qualche critico attento, che la scelta di affidare a registi sempre diversi i film, oltre ad allungare i tempi di gestazione dei film (in media uno ogni 46 mesi, contro i 30 medi per rivedere 007), fornisca nuova linfa al personaggio a cui Cruise ha ormai legato gran parte della sua recente attività di attore e produttore. Senz’altro, il primo “blockbuster” dopo la prova generale, sempre con Tom Cruise, di Jack Reacher (2012) , del regista Christopher McQuarrie, indimenticato Oscar per la sceneggiatura del sofisticato The Usual Suspects, ha contribuito alla prismatica sfaccettatura di alcuni personaggi ed alla struttura “a specchio” di parte della narrazione, immediatamente evidente sin dall’inizio del film nelle scene nel negozio di dischi londinese, che spezza con buona innovazione la linearità delle aspettative dello spettatore, ponendo le basi per i numerosi doppi-giochi sparsi nel film, strumentali a mantenere l’attenzione incollata a Ethan ed al suo gruppo nei loro spostamenti per sventare i piani criminali di un misterioso “Sindacato”, machiavellica e sofisticatissima organizzazione criminale sfuggita di mano e dai radar dei servizi segreti sia inglesi che statunitensi.
I canoni di genere rimangono, necessari per fidelizzare il pubblico e bilanciare le novità fornite dagli effetti speciali, e Rogue Nation assomiglia perfino troppo sia ai precedenti che ad alcuni 007, ma, enfatizzando sempre di più il legame fra l’eroe Ethan Hunt e la sua squadra, riesce a creare un proprio carattere ben definito e lascia molto spazio agli altri membri di IMF. Ogni volta che Benji (Simon Plegg, a tratti irresistibile) o Luther (Rhames “ruba” ogni scena in cui appare) appaiono, il film ne beneficia, così come Renner (presente anche in due Bourne film), nel ruolo sicuramente più difficile da tratteggiare, migliora il proprio impatto cinematografico sulla dinamica della storia. Infine il personaggio di Ilsa, ben interpretato da Rebecca Ferguson, assume un ruolo sempre più centrale nel corso del film, candidandosi forse, come già avvenuto in Ghost Protocol per Renner, ad un ritorno nel prossimo episodio.
Le banalità, come alcuni dialoghi di Baldwin, e le scorciatoie narrative sul Sindacato e l’attività di IMF inevitabilmente non mancano in film di questo genere, ma l’ottimo ritmo, già dei precedenti episodi, risulta qui impreziosito da un coerente sviluppo dei caratteri sia di Ethan Hunt che degli altri membri di IMF e, soprattutto, da un approfondimento delle loro azioni e reazioni come “gruppo”, caratteristica, forse davvero l’unica, che separa sempre di più l’eroe di Mission Impossible, radicato all’interno di IMF e fortemente sensibile al valore dell’amicizia, dal suo collega che sorseggia Vodka Martini, che rimane più “cavaliere solitario”.
In attesa, fra qualche anno, del sesto episodio, Rogue Nation conquista i voti più alti della serie ed offre un prevedibile ma gustosissimo intrattenimento che soddisferà sia gli amanti del genere che coloro che guardano con maggiori pregiudizi questa tipologia di film.
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filippo catani
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domenica 23 agosto 2015
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un altro buon episodio
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Il direttore della CIA ha tutte le intenzioni di far chiudere la sezione di Hunt che però si mette sulle tracce del cosiddetto Sindacato una associazione criminale formata da ex agenti dati per morti e invece dediti al terrorismo.
Diciamoci la verità; effettivamente quando sono ben fatti gli episodi di Mission Impossible sono davvero godibili. Ovviamente la trama non è troppo sofisticata ma non è quello che si cerca in questi film. Troviamo infatti intrattenimento, azione e scene spettacolari tra inseguimenti e missioni subacque. Il tutto capitanato da un Tom Cruise per il quale il tempo sembra non passare mai e che, come spesso gli accade, ha girato buona parte delle scene più dure e pericolose.
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Il direttore della CIA ha tutte le intenzioni di far chiudere la sezione di Hunt che però si mette sulle tracce del cosiddetto Sindacato una associazione criminale formata da ex agenti dati per morti e invece dediti al terrorismo.
Diciamoci la verità; effettivamente quando sono ben fatti gli episodi di Mission Impossible sono davvero godibili. Ovviamente la trama non è troppo sofisticata ma non è quello che si cerca in questi film. Troviamo infatti intrattenimento, azione e scene spettacolari tra inseguimenti e missioni subacque. Il tutto capitanato da un Tom Cruise per il quale il tempo sembra non passare mai e che, come spesso gli accade, ha girato buona parte delle scene più dure e pericolose. Insomma due ore di intrattenimento per evadere un pochino dalla realtà e farsi anche qualche risata; da Mission Impossible non è lecito aspettarsi altro per cui quando le premesse sono rispettate va tutto bene. In chiusura va sottolineata la notevole colonna sonora guidata dal Vincerò della Turandot le cui note ci accompagnano per tutta la durata del film.
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no_data
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domenica 13 settembre 2015
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esagerazione improbabile (e ironia? mah)
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Ho visto il film con attenzione e non solo per puro divertimento, cosa peraltro innegabile. Non sono d'accordo con la recensione di Cappi, che pare voglia giustificare tutte le scelte improbabili con la frase "un discorso sopra le righe che permea il film di sana ironia". Aggrapparsi a mani nude a un aereo, gli inseguimenti che fanno a pugni con la fisica (ancora la quantistica non spiega bene le curve in moto e altro), il direttore CIA Baldwin è improbabile e l'espressività legnosa di Cruise non sono elementi qualificanti al 101%. Certo, la suspence, la complicazione della trama (talvolta inutilmente contorta) fanno di "Mission Impossible" un film godibile, ma non si può spiegare tutto con la "sana ironia".
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Ho visto il film con attenzione e non solo per puro divertimento, cosa peraltro innegabile. Non sono d'accordo con la recensione di Cappi, che pare voglia giustificare tutte le scelte improbabili con la frase "un discorso sopra le righe che permea il film di sana ironia". Aggrapparsi a mani nude a un aereo, gli inseguimenti che fanno a pugni con la fisica (ancora la quantistica non spiega bene le curve in moto e altro), il direttore CIA Baldwin è improbabile e l'espressività legnosa di Cruise non sono elementi qualificanti al 101%. Certo, la suspence, la complicazione della trama (talvolta inutilmente contorta) fanno di "Mission Impossible" un film godibile, ma non si può spiegare tutto con la "sana ironia". Qui gli sceneggiatori hanno certamente letto bene 'La Talpa' di Le Carré, rendono bene l'idea che in certi ambienti mai nulla è come appare, così come bisogna sempre "pesare" le informazioni che si hanno a disposizione per poi potere decidere.
Un'ultima notazione da maschietto: splendidi gli svolazzi di Rebecca Ferguson e i suoi abiti: qui il rimando alle 'Bond-girl' è spudorato...
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dhany coraucci
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lunedì 7 settembre 2015
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la vera sorpresa è la versione femminile di faust
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Lo so, il grande protagonista è sempre lui, l'ultra atletico, aitante, irriducibile Ethan Hunt ma questa volta la star è un'altra e ha un cognome che è tutto un programma; un cognome quanto mai altisonante e che richiama nientemeno che ottocentesche memorie legate al più celebre patto col diavolo della storia della letteratura: Faust, il capolavoro di Goethe. Si chiama, infatti, Ilsa Faust (Rebecca Ferguson) la bellissima spia che incontriamo nell'ultimo capitolo della serie “impossibile”, una donna quanto meno fuori dal comune, dotata di una spietatezza sovrumana e di capacità a dir poco soprannaturali, ma non nei confronti del nostro eroe, verso il quale si dimostra (se possibile) amorevole, dolce e quasi.
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Lo so, il grande protagonista è sempre lui, l'ultra atletico, aitante, irriducibile Ethan Hunt ma questa volta la star è un'altra e ha un cognome che è tutto un programma; un cognome quanto mai altisonante e che richiama nientemeno che ottocentesche memorie legate al più celebre patto col diavolo della storia della letteratura: Faust, il capolavoro di Goethe. Si chiama, infatti, Ilsa Faust (Rebecca Ferguson) la bellissima spia che incontriamo nell'ultimo capitolo della serie “impossibile”, una donna quanto meno fuori dal comune, dotata di una spietatezza sovrumana e di capacità a dir poco soprannaturali, ma non nei confronti del nostro eroe, verso il quale si dimostra (se possibile) amorevole, dolce e quasi.... materna! E' lei che lo salva ripetutamente da tutti i pasticci, un angelo-demonio di grande fascino, misteriosa e ambigua quanto basta ma che rivela poi il suo lato più fragile e, perché no, spaurito. Ed è lei la vera sorpresa di questo film, posto che ormai l'affezionato pubblico è abituato a essere sorpreso dalle gesta sempre più improbabili della IMF. La trama ha un buon ritmo pur rimanendo nei canoni classici adrenalinici e sufficientemente inverosimili di questo genere di spy stories e, se devo dire la verità, Tom Cruise ha spesso un'espressione imbambolata, non soltanto perché si risveglia da un'apnea quasi mortale, del resto non è abituato a fare i conti con un agente femmina che è molto più in gamba di lui e ci credo che rimanga basito. Da sottolineare l'inseguimento in moto che è davvero magnifico, grossa cilindrata... altro che gara di MotoGP!
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elgatoloco
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domenica 29 maggio 2016
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spettacolare, quasi un bond potenziato
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Che la regia di Christopher Mc QUarrie, anche sceneggiatore, sia ottima-diremmo al fulmicotone, con colpi di scena continui, è indubbio, che Tom Cruise, di per sé-si sarebbe detto fino a non molti anni fa-"troppo vecchio"per il ruolo sia ancora in piena forma o almeno come tale appaia anche, che Rebecca Ferguson sia splendida anche, che Jeremy Renner(nomen omen-in tedesco vuol dire"corridore", come dire"podista veloce")sia il competitor adatto anche, ma il tutto risulta prevedibile e il"sindacato"mitico o mitizzato(come dire la"Spectre"bondian-fleminghiana all'ennesima potenza)anche, ma non c'è moltissimo di nuovo rispetto alle altre"Missions impossibles".
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Che la regia di Christopher Mc QUarrie, anche sceneggiatore, sia ottima-diremmo al fulmicotone, con colpi di scena continui, è indubbio, che Tom Cruise, di per sé-si sarebbe detto fino a non molti anni fa-"troppo vecchio"per il ruolo sia ancora in piena forma o almeno come tale appaia anche, che Rebecca Ferguson sia splendida anche, che Jeremy Renner(nomen omen-in tedesco vuol dire"corridore", come dire"podista veloce")sia il competitor adatto anche, ma il tutto risulta prevedibile e il"sindacato"mitico o mitizzato(come dire la"Spectre"bondian-fleminghiana all'ennesima potenza)anche, ma non c'è moltissimo di nuovo rispetto alle altre"Missions impossibles". Non dico che si riproponga sempre lo stesso film, ma quasi o almeno a tratti così sembra...Quasi sempre la stessa musica, vien da dire, dove anche questo(ma si tratta propriamente del jingle "necessario"al riconoscimento del"marchio di fabbrica")è vero... Cruise , forse, dovrebbe seriamente riconsiderare l'idea, scegliendo qualcos'altro...ossia film di maggiore spessore, quelli che interpretava un tempo, El Gato
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renatoc.
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martedì 3 luglio 2018
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buon quinto capitolo!
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Azione tremenda, tale da saziare completamente gli affamati di films d'azione all' adrenalina! Ma anche l'intreccio della trama non è affatto male: la CIA che vuole il monopolio assoluto di spionaggio e controspionaggio! L'agenzia di Ethan Hunt, dovrebbe essere chiusa nonostante i passati successi, Hunt che decide di agire privatamente con l'aiuto dei suoi ex-colleghi, ed una splendida Rebecca Ferguson che prima non si capisce bene da che parte stia, ma poi è sicuro che sia "dei nostri"! Non c'è un happy-end tra Tom Cruise e Rebecca ed il finale sembra proprio un addio, però alla fine ella dice:"Quando vuoi sai dove trovarmi!" e questo lascia aperto uno spiraglio! Al quinto appuntamento non c'è niente che po
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Azione tremenda, tale da saziare completamente gli affamati di films d'azione all' adrenalina! Ma anche l'intreccio della trama non è affatto male: la CIA che vuole il monopolio assoluto di spionaggio e controspionaggio! L'agenzia di Ethan Hunt, dovrebbe essere chiusa nonostante i passati successi, Hunt che decide di agire privatamente con l'aiuto dei suoi ex-colleghi, ed una splendida Rebecca Ferguson che prima non si capisce bene da che parte stia, ma poi è sicuro che sia "dei nostri"! Non c'è un happy-end tra Tom Cruise e Rebecca ed il finale sembra proprio un addio, però alla fine ella dice:"Quando vuoi sai dove trovarmi!" e questo lascia aperto uno spiraglio! Al quinto appuntamento non c'è niente che possa annoiare, anzi io trovo che ci siano dei miglioramenti!
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felicity
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martedì 11 dicembre 2018
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cruise è la vera star dei nostri tempi
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Rogue Nation dimostra come si possa portare avanti il franchise nel solco della tradizione, pur non eccedendo nel riproporre fino alla noia le solite caratteristiche della saga -caratteristiche che sono limitate a gustosi riferimenti o a momenti iconici - ma portando piuttosto sullo schermo davvero tanti momenti adrenalinici molto ben girati.
Ma attenzione qui è Cruise l'unica e vera stella, una stella che si ripete in loop, perché di lui non ci si stanca mai, ne vogliamo ancora e ancora.
Alla fine, in un’opera così minuziosamente archeologica per stile e genere, manca solo la passione, o almeno il bacio romantico tra l’eroe e l’eroina, ma questo non è un limite, è il marchio di fabbrica.
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Rogue Nation dimostra come si possa portare avanti il franchise nel solco della tradizione, pur non eccedendo nel riproporre fino alla noia le solite caratteristiche della saga -caratteristiche che sono limitate a gustosi riferimenti o a momenti iconici - ma portando piuttosto sullo schermo davvero tanti momenti adrenalinici molto ben girati.
Ma attenzione qui è Cruise l'unica e vera stella, una stella che si ripete in loop, perché di lui non ci si stanca mai, ne vogliamo ancora e ancora.
Alla fine, in un’opera così minuziosamente archeologica per stile e genere, manca solo la passione, o almeno il bacio romantico tra l’eroe e l’eroina, ma questo non è un limite, è il marchio di fabbrica.
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annarita_86
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martedì 25 agosto 2015
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il binomio cruise/hunt non tradisce mai!
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Ethan Hunt come James Bond. Sempre d'azione ma sempre più immerso nel cervellotico mondo dello spionaggio internazionale. Ogni volta c'è da superare un ostacolo che sembrerebbe insormontabile, un limite all'apparenza invalicabile, eppure ogni volta Tom Cruise e la sua fidatissima squadra riescono a superare loro stessi e a compiere la "missione impossibile". Ma quel che conta non è in realtà l'esito di quest'ultima - naturalmente positivo - ma come si riesca ad arrivare a tale esito, e in questo bisogna riconoscere che la saga offre sempre nuovi spunti, non mancando oltremodo di arricchirsi - col trascorrere dei film - di una certa dose di ironia.
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Ethan Hunt come James Bond. Sempre d'azione ma sempre più immerso nel cervellotico mondo dello spionaggio internazionale. Ogni volta c'è da superare un ostacolo che sembrerebbe insormontabile, un limite all'apparenza invalicabile, eppure ogni volta Tom Cruise e la sua fidatissima squadra riescono a superare loro stessi e a compiere la "missione impossibile". Ma quel che conta non è in realtà l'esito di quest'ultima - naturalmente positivo - ma come si riesca ad arrivare a tale esito, e in questo bisogna riconoscere che la saga offre sempre nuovi spunti, non mancando oltremodo di arricchirsi - col trascorrere dei film - di una certa dose di ironia. Tom Cruise non appare minimamente stanco del suo personaggio, nonostante la scia quasi ventennale della saga (e nonostante le prime rughe comincino a segnare il suo volto non più giovanissimo), e questa è merce più unica che rara nel cinema di oggi. Seppur al quinto capitolo della saga, c'è ancora tanto da scoprire e per cui far scintillare gli occhi... Ad esempio la co-protagonista: una Rebecca Ferguson in forma smagliante, che non sfigura minimamente al fianco del più blasonato protagonista ma che brilla anzi di luce propria! Davvero una scelta azzeccata!!!
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