Il caso Freddy Heineken |
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Un film di Daniel Alfredson.
Con Jim Sturgess, Sam Worthington, Ryan Kwanten, Anthony Hopkins.
continua»
Titolo originale Kidnapping Freddy Heineken.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 95 min.
- Belgio, Gran Bretagna 2015.
- Koch Media
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Cronache di un sequestro.di ashtray_blissFeedback: 29534 | altri commenti e recensioni di ashtray_bliss |
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mercoledì 6 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Primo lungometraggio in lingua inglese del regista scandinavo, che abbiamo conosciuto grazie ai due ultimi capitoli della trilogia Millenium da lui firmati, che questa volta decide di andare sul sicuro optando per una storia vera, appoggiato tra l'altro da uno script che si basa su un libro e un precedente film tv dal quale ha saputo cogliere qualche elemento. La storia, il soggetto, è un fatto di cronaca molto conosciuto e si tratta del rapimento del magnate dell'impero della birra omonima, il sign. Heineken, nel 1983, da parte di un gruppo di insospettabili ragazzi precari di Amsterdam. Il caso divenne un caso di cronaca, il più noto a livello nazionale, ma anche fuori dal piccolo paese nordico se ne parlò in quanto la somma pagata per il riscatto dell'ostaggio è tutt'oggi la più alta mai versata per una persona di pubblico interesse, 50 mln di dollari (circa 35 mln di corone danesi).
Questo però non la rende una pellicola di poco spessore, nè tantomeno un prodotto trascurabile. In primis grazie alla location e l'atmosfera che riesce ad evocare; Fedele dunque la trasposizione della storia nella Amsterdam cupa e incerta degli anni '80 accentuata da un buon uso della fotografia che mantiene quasi sempre una tonalità seppia e grigiastra, quasi a farci credere che assistiamo ad una vera e propria pellicola uscita dagli anni ottanta. Ma si accenna anche d'una capitale frastagliata da persone proletarie che devono assicurarsi di arrivare a fine mese e sbarcare il lunario, e dall'altra magnati di imprese come appunto Freddy Heineken -simbolo del potere e della ricchezza- che diventa il bersaglio di un gruppo di cinque amici i quali sono decisi a migliorare le loro vite e dare una svolta radicale alla loro esistenza.
Non è particolarmente curata nè approffondita nemmeno la caratterizzazione dei protagonisti principali, eccezion' fatta per Cor e Willeim che appaiono come gli orchestratori del rapimento nonchè grandi amici. Manca dunque qualcosa, perlomeno in termini di emotività, spessore del profiling psicologico ed introspettivo ma per il resto il film corre via fuido e senza particolari intoppi e con una sceneggiatura che non brilla di originalità e pathos ma riesce comunque a gelleggiare in modo più che dignitoso.
Una grossa fetta del merito va senz'altro addebitata alla presenza dell'insuperabile Anthony Hopkins che nonostante il breve tempo di apparizione riesce giustamente ad imporsi e rubare la scena ai suoi giovani co-protagonisti ed affermarsi un grande attore che non ha bisogno di alcuna presentazione. Bravi a reggere i propri ruoli anche l'australiano Sam Worthington e Jim Sturgess i quali offrono un'interpretazione moderata ma convincente, senza eccessi. Il secondo merito è da attribuirsi alla sceneggiatura che offre comunque un intrattenimento in chiave documentaristica di buon livello, senza troppi colpi di scena o inseguimenti ecclatanti, dunque senza riuscire a racchiudere all'interno momenti di vera tensione e suspence che possano restare impressi. Molto buona, come sottolineato prima, è invece l'uso della fotografia votata ai colori cupi e smorti come l'Amsterdam invernale e fredda dentro al quale si muove il nucleo di protagonisti improvvisati sequestratori. Da notare che il film introduce anche momenti alquanto imbarazzanti o esilaranti -dipende dai punti di vista- i quali cercano di spargere nella pellicola qualche nota umoristica o comunque cercare di creare un paradosso notevole, focalizzando sulle gaffe clamorose nelle quali inciampa la banda di sequestratori-fai-da-te in almeno due momenti diversi. Per il resto il film ovviamente non contiene nulla di comico e una dose molto equilibrata di drammaticità, compreso un filino di suspence che dato che si tratta di una storia vera di cui si conosce l'esito, è certamente ridotto all'osso.
In definitiva direi che si tratta di un prodotto discreto ma sopra la media, che può essere visto comodamente senza aspettarsi particolari scene memorabili o la visione di un film cult.Si tratta di una pellicola più che dignitosa che immancabilmente si appresta ai fan del mitico Hopkins i quali potranno gustare una performance piccola ma non di certo discreta; e da chiunque abbia voglia di conoscere un fatto di cronaca vero. Consigliato.
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