ashtray_bliss
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giovedì 23 ottobre 2014
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uomo versus macchina. eterna sfida.
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Particolare, interessante, notevole, sostenuto da un buon ritmo e da un sempre attuale spunto narrativo. Queste sono le prime conclusioni che mi venerro in mente alla fine della visione di Transcendence. Un film non per tutti, forse, almeno se non lo si guarda con una certa predisposizione ad un racconto fantascientifico (ovvero irrale) che tenta di unificare e contrappore scienza e coscienza, uomo e macchina, materialismo e spiritualita', sentimenti e logica.
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Particolare, interessante, notevole, sostenuto da un buon ritmo e da un sempre attuale spunto narrativo. Queste sono le prime conclusioni che mi venerro in mente alla fine della visione di Transcendence. Un film non per tutti, forse, almeno se non lo si guarda con una certa predisposizione ad un racconto fantascientifico (ovvero irrale) che tenta di unificare e contrappore scienza e coscienza, uomo e macchina, materialismo e spiritualita', sentimenti e logica. Questo dualismo e' sempre presente nella pellicola di Pfister, ed e' un elemento che ho particolarmente apprezato. Non e' un film originalissimo per via dei contenuti, ma bisogna ammetere che parte con un piano in mente ben preciso, che non perde mai di mira durante la produzione e snodamento della trama, e tratta gli argomenti proposti con caparbia e serieta', senza mai scadere nella superficialita' od ovvieta'. Si prende qualche licenza romantica in piu' e ovviamente condisce il tutto in una salsa tipicamente hollywoodiana, fatta di effetti speciali mozzafiato ed un grafica 3D HD ma che non sono di gran intralcio per l'apprezzamento totale del film.
La tematica riesce a intrattenere ed appassionare lo spettatore, senza annoiarlo, anche grazie ai temi -non semplici e quotidiani- proposti che coinvolgono e inducono ad una riflessione piu' profonda: Cosa accadrebbe se ottenessimo un livello tecnologico talmente avanzato che la macchina riusciesse ad avere coscienza di se'? Le persone accoglierebbero questo cambiamento e progresso volentieri o piuttosto cercherebbero di fermarlo? La tecnologia e il progresso scientifico-tecnologico va' percepito come una minaccia per l'umanita' o una cura, un mezzo per salvaguardarla? Tutti spunti alquanto interessanti, anche se gia' riproposti in diverse pellicole sci-fi. La macchina, una volta presa coscienza di se, sarebbe una persona o una divinita' dal potere illimitato? Questo e' quesito principale attorno al quale ruotano tutti gli altri elementi della pellicola.
Ovviamente le risposte non possono e non devono essere assolute, ma come ben noto in medio stat virtus. Una parte della popolazione reagirebbe in modo radicale, fanatico cercherebbe di destabilizzare e distruggere il progresso tanto sperato perche' come piu' volte ribadiscono nel film stesso, le persone hanno paura di cio' che non conoscono e non comprendono fino in fondo. L'ignoranza genera paura, intolleranza, fanatismo, chiusura mentale. Le persone che hanno poco o affatto contatto con la realta' della nanotecnologia, dell'Intelligenza Artificiale, della Ingegneria Chimica e Biologica facilmente escluderebbero a priori la possibilita' di una tecnologia superiore che sia in grado di "guariire" il pianeta, considerandola una vera minaccia per l'umanita', probabilmente denigrandola come una sorta di "fine dell'umanita' come la conosciamo".
Ma la storia non si ferma, il progresso messo in moto dalla rivoluzione industriale in poi e' inarrestabile e anche i piu' scettici dovranno accettare la realta' di un mondo che cambia, correndo verso due direzioni opposte: La distruzione e la salvezza del pianeta.
Simbolismi, metafore, didascalismo, filosofia, dibattiti di origine storico-umanistica-religiosa. Queste sono le tematiche chiave proposte in Transcendensce, e sono il motivo per cui la pellicola in questione non e' indifferente o superficiale.
La regia e la scenografia sono attenti ai minimi dettagli e sanno confezionare una storia che travolge e trascina con se lo spettatore intrattenendolo in modo colto e intelligente, sapendo come distribuire abilmente le dosi di sentimentalismo, didascalia, sensazionalismo attravverso le ottime grafiche e special fx.
Probabilmente un po' sottotono Johnny Depp che ripocre il ruolo di un protagonista "invisibile", sempre ottima la Hall e decisamente sprecati attori del calibro di Freeman, Murphy e anche Mara (Kate) non ricoprendo alcun ruolo di rilievo o degno di nota per tutto il film e che potevano benissimo essere sostituiti da attori emergenti ai quali, forse, si avrebbe potuto dare una chance. Ma cosi' non e' stato e ci limitiamo a dispiacerci di vedere nomi importanti dello star system ricoprire ruoli secondari e terziari.
Bella la fotografia e scenografia, meno incisivi i dialoghi dei protagonisti (uno dei motivi che il film non si puo' aggiudicare le quattro stelline da parte mia) che trovo personalmente banali e poco curati in alcuni passaggi. Sottotono anche gli attori (come precisato sopra) dei quali mi sento solo di promuovere a pieni voti la Hall e Bettany, per gli altri avrei voluto veder piu' impegno, pathos e una maggiore immedesimazione.
In definitiva, trattandosi di un soggetto che mi sta particolarmente a cuore, consiglio vivamente la visione del film che sono sicura non deludera' gli spettatori piu' senzienti anche se ammetto che dato il soggetto poteva uscirne un lavoro decisamente superiore.
Consigliato comunque.
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alexia altieri
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sabato 19 aprile 2014
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l'uomo ha paura di ciò che non conosce
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Wally Pfister esordisce alla regia con Transcendence, con il quale ci mette di fronte al quesito che l'intera umanità si pone dalla nascita di Internet in poi: Fino a dove può arrivare la tecnologia? Quali meravigliose rivoluzioni può compiere?
In questo film, che ha del metafisico, Evelyn Caster, poco prima della dipartita del marito Will, ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale, riesce a trasporne il cervello in un computer attraverso il cosiddetto metodo della trascendenza, consentendogli di sopravvivere ed espandersi.
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Wally Pfister esordisce alla regia con Transcendence, con il quale ci mette di fronte al quesito che l'intera umanità si pone dalla nascita di Internet in poi: Fino a dove può arrivare la tecnologia? Quali meravigliose rivoluzioni può compiere?
In questo film, che ha del metafisico, Evelyn Caster, poco prima della dipartita del marito Will, ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale, riesce a trasporne il cervello in un computer attraverso il cosiddetto metodo della trascendenza, consentendogli di sopravvivere ed espandersi.
Se da una parte, mediante l'uso delle tanto contestate cellule staminali, l'intelligenza artificiale del dottor Caster compie numerose scoperte che, attraverso la nano-tecnologia, portano ad una vera e propria rivoluzione, nel campo della medicina e della salvaguardia dell'intero ecosistema.
Ma c'è chi vuole sabotare il sistema, spaventato dall'ipotesi che la razza umana possa essere soppiantata da cyborg efficientissimi quanto privi di sentimento. In realtà, il dottor Caster, si pone fin dall'inizio l'obiettivo di realizzare un'intelligenza artificiale che contenga l'intera gamma delle emozioni umane. Pertanto, Caster si propone come una sorta di rinnovato uomo bicentenario (L'uomo bicentenario, Chris Columbus, 1999) che, una volta privato della propria umanità, poiché il suo corpo, l'involucro che conteneva la sua anima, viene separato da quest'ultima, raggiunge la massima espansione delle proprie facoltà, mantenendo anche i propri sentimenti e la propria coscienza. E' proprio la possibilità di conservare coscienza di sé, ciò su cui s'interroga Joseph Tagger (Morgan Freeman) e l'intera umanità.
"L'uomo ha paura di ciò che non conosce" e, aggiungerei, soprattutto teme la perfezione. Non a caso, durante l'udienza in cui il Dott. Caster parla delle proprie scoperte, uno degli ascoltatori gli domanda se fosse sua intenzione ricreare un Dio.
Del resto, l'uomo non ha forse la presunzione di considerarsi l'ultimo stadio dell'evoluzione?
In questo film squisitamente fantascientifico, troviamo un Johnny Depp molto maturato, il quale si era già cimentato con il genere, nel thriller fantascientifico - ed insapore - The Astronaut's Wife (La moglie dell'astronauta, Rand Ravich, 1999). Sicuramente, in Trascendence, l'attore convince molto di più, dando anche ulteriore prova del proprio eclettismo, in risposta a chi lo giudica un attore monotematico.
Ottimo esordio di regia per Pfister, che si destreggia tra dettagli (restituendoci quel sapore di nano-tecnologia) e campi lunghissimi (che si fanno sinonimo di espansione, evoluzione).
Transcendence s'interroga su alcuni importanti - ed estremamente contemporanei - quesiti dell'umanità. Il film di Pfister ci appare come un ibrido, mescola fantascienza, adrenalina e dramma, non tralasciando, però, anche la parte sentimentale della vicenda. Un film completo che, sicuramente, vale la pena vedere.
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lgiulianini
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lunedì 15 maggio 2017
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tra trascendenza e sciocchezza pura.
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Mi chiedo a volte se gli autori di fantascienza (siano essi scrittori o filmakers), si domandino se quello che è alla base del loro lavoro sia verisimile e possibile in un futuro anche lontanissimo, ovvero se esso sia una semplice e madornale sciocchezza, già qui, già ora.
Me lo sono domandato spesso guardando Trascendence. In questo film, la mente del professor Will Caster, un genio nella progettazione di intelligenza artificiale, viene “pluggata” dalla moglie Rebecca e dall'amico e collega Max, in un computer quantistico di progettazione del Professore stesso, il PINN, dopo la morte dello stesso avvenuta per mano di un gruppo terroristico neoluddista, contrario agli sviluppi della tecnologia, in quanto angosciato dagli effetti degli stessi sulla sopravvivenza della specie umana.
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Mi chiedo a volte se gli autori di fantascienza (siano essi scrittori o filmakers), si domandino se quello che è alla base del loro lavoro sia verisimile e possibile in un futuro anche lontanissimo, ovvero se esso sia una semplice e madornale sciocchezza, già qui, già ora.
Me lo sono domandato spesso guardando Trascendence. In questo film, la mente del professor Will Caster, un genio nella progettazione di intelligenza artificiale, viene “pluggata” dalla moglie Rebecca e dall'amico e collega Max, in un computer quantistico di progettazione del Professore stesso, il PINN, dopo la morte dello stesso avvenuta per mano di un gruppo terroristico neoluddista, contrario agli sviluppi della tecnologia, in quanto angosciato dagli effetti degli stessi sulla sopravvivenza della specie umana.
Ne viene fuori una supermacchina dai poteri divini, in grado di rigenerare e rigenerarsi, alterando ogni legge fisica, e divenendo di fatto simile a Dio.
Questo formidabile effetto verrebbe ottenuto perché, collegandosi la macchina in rete (sob!) essa assorbirebbe tutta la capacità di calcolo globale, il che unito alla mente del professore già di suo molto brillante, creerebbe gli effetti descritti nel film, guarigioni simultanee...generazione di superuomini e via così...,con conseguente tentativo da parte dell'esercito, visto e considerato il rischio ( mai visto l'esercito yankee così malridotto!), e di qualche collega illuminato dell'ormai impazzito professore, di distruggere la supermacchina, cosa ottenuta infettando con un virus il software della macchina e spegnendo tutte le centrali elettriche del pianeta (risob!), per dealimentare la macchina e porre fine all'incubo.
Ora mi domando: ma sanno questi signori cos'è un computer quantistico? Su quali principi si basa? Credo francamente di no. I computer quantistici, la cui sperimentazione è veramente agli inizi, ma progredirà nel tempo perché nasce da uno studio geniale realizzato da Richard Feynman nel 1982, che ha scatenato un terremoto nel campo della fisica sia teorica che sperimentale, pari se non superiore a quanto suscitato da Albert Einstein a suo tempo, si basa su due constatazioni di base: l'infinità di “stati quantici” cui è possibile portare una particella elementare o un quark secondo il principio di Pauli disponendo di un acceleratore adeguato, ed il fenomeno dell'entanglement, attraverso cui si è visto e largamente sperimentato che quark o pacchetti di quark “entangled”, letteralmente “aggrovigliati”, scaturiti nello stesso processo e mantenuti non contaminati, cambiano stato in direzione uguale e contraria indipendentemente dalla distanza. L'infinità di stati quantici bypasserebbe il limite del sistema binario imposto dal transistor, la risposta simultanea derivante dall'entanglment, azzererebbe i tempi di calcolo ed eliminerebbe la necessità di alcun collegamento tra le particelle impiegate, perchè in condizione “entangled” un quark inverte il suo stato simultaneamente al mutare del proprio quark partner anche se esso si trovasse su Saturno, in misura verificabile misurabile e dimostrata già sperimentalmente, senza alcuna connessione, né wired, né wireless.
Si comprendono ora forse le potenzialità di queste scoperte, che utilizzano gli stati della materiae della energia più profondi, e che hanno un sapore (paradossalmente uno degli stati quantici! Eh eh), quasi divino per le capacità che la specie umana dimostra nella comprensione dell'infinitamente piccolo.
Ora a cosa assistiamo in questo film? Ad un computer quantistico che si impadronisce della rete internet (sob sob sob) diventando una copia di Dio. Primo: UN COMPUTER QUANTISTICO NON PUÒ COMUNICARE IN NESSUNA FORMA SE NON CON UN ALTRO COMPUTER QUANTISTICO, affinché quanto postulato nel film possa accadere occorrerebbe che anche la casalinga che copia ricette di cucina dal suo laptop, avesse in mano una bomba quantistica a positroni, e non una macchinetta elettrica a circuiti integrati. Già questo demolisce il film sotto ogni aspetto di seppur blanda e remotissima verosimiglianza. Ma poi mi domando e dico, accettando per assurdo che la supermacchina fosse elettronica “normale” e volesse potenziare la sua capacità di calcolo impadronendosi della rete, non bastava oscurare i providers per qualche ora? La rete internet sarebbe silenziata del tutto, perché è abbastanza noto che i computer non comunicano tra loro, ma tramite i providers (il famoso ed universalmente noto protocollo TCP/IP), che sono numerosissimi anche per ragioni commerciali a livello globale, i quali assicurano protezione e sicurezza e potenze necessarie, altrimenti si tornerebbe ad una intranet, pc vs pc singolo (mah!), il che eliminerebbe in nuce il concetto di rete, e per di più globale, tornando per l'elettronica alla sua preistoria. Insomma per silenziare una macchina che sfrutta la rete internet, perché devo ridurmi al buio totale, tornando indietro di qualche secolo ? Mah..non è logico né necessario. Insomma regista e sceneggiatore bocciati su tutta la linea in matematica, fisica scienze e logica, la fantascienza deve essere un minimo verosimile, altrimenti diventa favola stupida, ed il genere favolistico ha anche comunque le sue regole ed i suoi canoni da rispettare.
Tre stelle di cui una per la fotografia, comunque valida, e due perchè ho un debole personale per Rebecca Hall, anche se la prestazione degli attori è tutta complessivamente valida: da Johnny Depp ( che quando non fa il giullare dimostra di essere ancora un attore), a Paul Bettany a Morgan Freeman, tutti comunque ben al di sopra della paccottiglia che hanno fatto loro mettere in scena.
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alex ptrainer
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domenica 20 aprile 2014
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bello, con finale sbrigativo...
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In questo film vengono toccati diversi aspetti dei quali si ha solo l'imbarazzo della scelta:
Intelligenza artificiale, cioè dato che il cervello umano è in grado di elaborare tot pacchetti d'informazione al secondo... è chiaro che le macchine ci supereranno presto se non lo hanno già fatto, quindi effettivamente stiamo creando qualcosa che ci può obiettivamente trascendere.
Dov'è l'anima e cos'è?
Il miglioramento dell'uomo e la possibilità di creare una nuova razza più evoluta.
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In questo film vengono toccati diversi aspetti dei quali si ha solo l'imbarazzo della scelta:
Intelligenza artificiale, cioè dato che il cervello umano è in grado di elaborare tot pacchetti d'informazione al secondo... è chiaro che le macchine ci supereranno presto se non lo hanno già fatto, quindi effettivamente stiamo creando qualcosa che ci può obiettivamente trascendere.
Dov'è l'anima e cos'è?
Il miglioramento dell'uomo e la possibilità di creare una nuova razza più evoluta...
Il nostro legame indissolubile con la tecnologia, la paura di quello che non conosciamo, le nanotecnologie e le placche piezoelettriche che consentono di connettere in wifi il cervello umano.
Sottili riferimenti alle scie chimiche e nanotubi velati dal compromesso di avere forza fisica smisurata con guarigione e autoriparazione da qualsiasi malattia o attacco in cambio di una connessione con un unità centrale che ci governa...
Etica scientifica, terrorismo e ideali, limiti da superare o da proteggere?
Richiami ambientalisti, riflessioni sulla logica, ecc. ecc.
PS. non racconto la trama e non do pareri sulle interpretazioni del cast di prim'ordine di questo film, per questo vi basterà leggere le recensioni ufficiali ;)
Frase del film: "non li puoi combattere! - non li combatteremo, li trascenderemo..."
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(di marcello giappichelli)
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parieaa
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mercoledì 30 aprile 2014
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buone basi e idee, ma mal sviluppate
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Questo è il classico film che mi fa girare un po' le scatole: pieno zeppo di buone e molto suggestive idee, ma buttate lì così, senza stile o nuove trovate. E' uno di quelli che spreca opportunità su opprtunità, senza essere incisivo...è un vero peccato, perchè la tematica della mente artificiale è molto affascinante e presto sarà anche attuale. Capisco che fosse un film a medio budget, ma la regia è assente, la sceneggiatura piena di buchi anche un po' imbarazzanti ( come ad esempio: il governo americano viene a conoscenza di una forza che può sovvertire l'ordine mondiale, e manda 2 obici,una decina di soldati, 4 Jeep scassate, uno sfigatello dell'FBI e un oscuro e senza nome Ufficiale.
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Questo è il classico film che mi fa girare un po' le scatole: pieno zeppo di buone e molto suggestive idee, ma buttate lì così, senza stile o nuove trovate. E' uno di quelli che spreca opportunità su opprtunità, senza essere incisivo...è un vero peccato, perchè la tematica della mente artificiale è molto affascinante e presto sarà anche attuale. Capisco che fosse un film a medio budget, ma la regia è assente, la sceneggiatura piena di buchi anche un po' imbarazzanti ( come ad esempio: il governo americano viene a conoscenza di una forza che può sovvertire l'ordine mondiale, e manda 2 obici,una decina di soldati, 4 Jeep scassate, uno sfigatello dell'FBI e un oscuro e senza nome Ufficiale...bah). Il cast si comporta abbastanza bene, escluso un Freeman che non ho ben capito cosa sia servito nello sviluppo del film. Non c'è colonna sonora ed effetti speciali un po' scadenti. Però bisogna dire che alla fine la macchina rimane veramente umana, ed era realmente mossa da buone intenzioni, e che i cattivi diventano quelli che, guidati dalla paura, la distruggono, perchè non la capiscono. Questo è un po' il tema ricorrente del film: è la paura di quello che non si capisce che ci impedisce di esprimere al massimo le nostre potenzialità, e che ci costringe spesso a distruggere o perlomeno rallentare ciò che ci avrebbe in realtà solo giovato. Certo poi anche a questo discorso si possono fare molte obiezioni...è solo per questo interrogativo che mi ha fatto nascere che ho dato tre stelle, perchè il film in sè non le vale.
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themaster
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sabato 18 ottobre 2014
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se non brutto,decisamente mediocre
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Wally Pfister è un ottimo direttore della fotografia,ha curato il comparto fotografico di molti film diretti da Christopher Nolan,e con questa pellicola,sua opera prima cerca di imitare lo stile del "maestro" non riuscendoci,tuttavia non si può dire di questo Trascendence che sia totalmente da buttare in quanto il lato tecnico,(ovvero fotografia
e visual effects) è più che buono,la regia è di mestiere,ma non la si ricorda,se questa è l'idea registica di questo regista probabilmente finirà a dirigere l ennesimo seguito di qualche mediocrissima saga di blockbuster quali Fast & Furious,Underworld o Die Hard. Il comparto registico,tranne che per alcune belle trovate risulta fin troppo canonico,sin dalle prime immagini,tuttavia non è la regia a fare il film giusto?
Gli interpreti non sono male,Johnny Depp per quel poco che ha dovuto fare è stato bravino anche se non al pieno delle sue potenzialità,Rebecca Hall (che qui è identica a Scarlett Johansson) è stata bravissima,Morgan Freeman inutile,Cillian Murphy bravo e Kate Mara stranamente in parte.
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Wally Pfister è un ottimo direttore della fotografia,ha curato il comparto fotografico di molti film diretti da Christopher Nolan,e con questa pellicola,sua opera prima cerca di imitare lo stile del "maestro" non riuscendoci,tuttavia non si può dire di questo Trascendence che sia totalmente da buttare in quanto il lato tecnico,(ovvero fotografia
e visual effects) è più che buono,la regia è di mestiere,ma non la si ricorda,se questa è l'idea registica di questo regista probabilmente finirà a dirigere l ennesimo seguito di qualche mediocrissima saga di blockbuster quali Fast & Furious,Underworld o Die Hard. Il comparto registico,tranne che per alcune belle trovate risulta fin troppo canonico,sin dalle prime immagini,tuttavia non è la regia a fare il film giusto?
Gli interpreti non sono male,Johnny Depp per quel poco che ha dovuto fare è stato bravino anche se non al pieno delle sue potenzialità,Rebecca Hall (che qui è identica a Scarlett Johansson) è stata bravissima,Morgan Freeman inutile,Cillian Murphy bravo e Kate Mara stranamente in parte.
Chiarito che il lato tecnico è buono e che gli attori sono buoni cosa c'è che non funziona in Transcendence? Semplice,la sceneggiatura,i dialoghi,tutto ciò che ha a che fare con lo script non è reso al meglio,Transcendence è un film che zoppica scena dopo scena,fino a cadere in un finale di un buonismo e di una banalità devastanti,che non fanno altro che distruggere tutto ciò che è stato costruito durante un'ora e quaranta di pellicola.
I tempi innanzitutto sono gestiti malissimo,durante tutto il film si ha l'idea che regista e sceneggiatori avessero fretta di finire i lavori e andare a casa a fare all'amore,non ci si immedesima nella relazione tra i due protagonisti prima della catastrofe,non ci si immedesima dopo la catastrofe e non si ha ben chiaro quanto tempo passi da una scena all'altra,come si sia arrivati a un certo punto,questo è uno dei tanti problemi della scrittura,aggiungiamo poi dei dialoghi banali,scontati e pomposi,delle forzature a livello logico immense e delle reazioni umane sbagliate alla base e si ha un crollo totale del tutto come un castello di carte,questo è il film in cui internet smette di funzionare,compresi i cellulari e sono tutti tranquilli a ciondolare per la strada come zombie,nella realtà,se succedesse una cosa del genere ci sarebbe il caos più totale,cerchiamo di renderci conto,se noi si fosse rimandati all'età della pietra dopo secoli di industria e di evoluzione,non staremmo tutti a ciondolare per la strada in tranquillità,sarebbe la fine del mondo,invece qui no,e questo NON lo posso assolutamente accettare,nemmeno in un film di fantascienza.
In sintesi,un film che vorrebbe dipingere l uomo come il vero nemico,che non comprende ciò che non conosce e cerca di distruggerlo,ci sta l'idea di umanizzare la macchina e di deumanizzare l essere umano,ci stanno le interpretazioni,ci sta il lato tecnico,Transcendence è un film che si perde in una scrittura fin troppo semplicistica della sceneggiatura,in banalità fastidiose e in un irrealismo che per un film di fantascienza che pretende di rimanere ancorato alla realtà non rendono affatto e vanno a distruggerlo. Probabilmente uno dei peggiori film dell anno.
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gianleo67
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venerdì 22 agosto 2014
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piccoli turing crescono
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Brillante programmatore ed esperto di intelligenza artificiale si accinge a concludere un rivoluzionario progetto di emulazione informatica di una rete neurale, quando rimane vittima di un avvelenamento da polonio per mano di una associazione antagonista radicale preoccupata delle pericolose ricadute dello studio sulla sicurezza mondiale. Con poche settimane ancora da vivere e accudito dalla sua compagna e collega di studi, accetta di effettuare l'upload della sua personalità psichica nell'hardware quantistico di un potentissimo supercomputer. Da quel momento una inquietante ed onniscente entità positronica inizierà a rivelare i suoi megalomani progetti di dominio e conquista del pianeta e dell'intero genere umano.
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Brillante programmatore ed esperto di intelligenza artificiale si accinge a concludere un rivoluzionario progetto di emulazione informatica di una rete neurale, quando rimane vittima di un avvelenamento da polonio per mano di una associazione antagonista radicale preoccupata delle pericolose ricadute dello studio sulla sicurezza mondiale. Con poche settimane ancora da vivere e accudito dalla sua compagna e collega di studi, accetta di effettuare l'upload della sua personalità psichica nell'hardware quantistico di un potentissimo supercomputer. Da quel momento una inquietante ed onniscente entità positronica inizierà a rivelare i suoi megalomani progetti di dominio e conquista del pianeta e dell'intero genere umano.
Ambizioso almeno quanto la molteplicità dei temi trattati e conformemente alle regole abusate della sci-fi apocalittica made in USA, il progetto dell'esordiente (almeno alla regia) Wally Pfister appare tanto megalomane da aver giustamente attratto interessi e investimenti che ne hanno decretato gli esiti quale imperdibile blockbuster commerciale e irresistibile centro di attrazione gravitazionale per un nutrito cast di stelle del firmamento hollywoodiano, oltre che quello di una pletorico e affollato team di produttori (tra cui lo stesso Nolan con cui l'autore collabora da sempre come direttore della fotografia). Riprendendo tematiche fanta-filosofiche già ispiratrici del cinema americano da almeno un trentennio ('Brainstorm' - Douglas Trumbull - 1983 e 'Tron' Steven Lisberger - 1982) e riaggiornadole ai tempi della manipolazione 'elettronica' della realtà ('Matrix' - Lana e Andy Wachowski - 1999), il film di Pfister ribalta il concetto applicando gli esiti del futuribile sviluppo di una intelligenza artificiale emula di una 'umanissima' personalità dominatrice (AL9000 in '2001- A Space Odissey' - Stanley Kubrick -1968), alla manipolazione 'trascendentale' della struttura fisica della stessa realtà, combinando a piacere lo sviluppo di reti neurali, computer quantistici e nanotecnologie non senza aver prima consultato gli espertoni del MIT o della Berkeley. Il risultato prevedibile di tanta potenza di calcolo è nientepopodimenno che l'aggiornamento in chiave postmoderna del classico mito ottocentesco e positivista di un novello Dottor Frankenstein ('Frankenstein; or, the modern Prometheus' - Mary Shelley -1818) in versione 'virtuale' e sexy (hai visto mai J.Depp sfigurasse!) nel suo slancio incompreso verso un futuro ecologista e filantropico, con tanto di riforestazione a tappeto e l'interminabile coda di una questua di infermi nello sperduto 'santuario' hi-tech nel deserto del Nuovo Messico. Francamente troppo anche per i più inveterati appassioni del citazionismo cinefilo (non mancano persino orde di automi semiorganici alla stregua di decerebrati replicanti alla 'Blade runner') che tuttavia potranno godere di un comparto figurativo di alto livello (tra effetti speciali e panoramiche mozzafiato) e della solita retorica relativista della drammaturgia yahnkee dove ai sottotesti pseudo-filosofici di promesse trascendenze terrene (l'idea di clonare l'intero globo terracqueo non sarebbe poi così peregrina) si affianca la sottotrama sentimentale di una pericolosa condiscendenza amorosa. Lontano mille miglia dall'approccio filosofico della fantascienta dell'ex blocco antagonista (da 'Stalker' di Tarkovsky a 'Target' di Zeldovich), la scrittura americaneggiante di Paglen contamina il sensazionalismo della confezione con le solite incongruenze di una narrazione che spesso sfiora il ridicolo (il governo americano che bombarda un semidio positronico a colpi di mortaio!). Manie 'New Age' di un panteismo ecologista con finale e ambientazione in salsa Western comprese nel prezzo del biglietto. Piccoli Turing crescono.
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orion84
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martedì 7 marzo 2017
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fantascienza allo stato puro
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A cosa serve la fantascienza? Serve ad immaginare le implicazioni delle nostre scelte evolutive, ad immaginare quello che può essere se l’uomo sceglie una via anziché un’altra.
Trascendence è un vero film di fantascienza.
Partendo da un’idea tutto sommato “banale” per il giorno d’oggi (scaricare una personalità all’interno di un computer e metterla in rete) arriva a sviluppare una trama che fonde scienza estrema (forse anche oltre) alla poesia dei sentimenti. Un film ambizioso, che mette in contrasto l’uomo e la macchina, ma anche che ci mostra come l’uomo e la macchina possono coesistere e forse migliorarsi a vicenda.
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A cosa serve la fantascienza? Serve ad immaginare le implicazioni delle nostre scelte evolutive, ad immaginare quello che può essere se l’uomo sceglie una via anziché un’altra.
Trascendence è un vero film di fantascienza.
Partendo da un’idea tutto sommato “banale” per il giorno d’oggi (scaricare una personalità all’interno di un computer e metterla in rete) arriva a sviluppare una trama che fonde scienza estrema (forse anche oltre) alla poesia dei sentimenti. Un film ambizioso, che mette in contrasto l’uomo e la macchina, ma anche che ci mostra come l’uomo e la macchina possono coesistere e forse migliorarsi a vicenda. Dove sta il limite? Esiste? Se l’uomo potesse assurgere a Dio, dovrebbe tirarsi indietro per paura o dovrebbe usare il suo potere per migliorare il mondo? E in tutto ciò, come entrano in gioco i sentimenti?
Nell’anno in cui il mondo riscopre la fantascienza con il pomposo e saccente (ma alla fine poco romantico e analitico) Interstellar di Nolan questo film del suo amico Pfister avrebbe meritato ben altra attenzione, per la sua idea diversa di fantascienza o non fosse altro per un cast in parte davvero ispirato, con un Depp finalmente maturo e una Rebecca Hall sempre credibilissima quando si cala nel ruolo della donna che vive un conflitto interiore. Nelle scelte del cast poi si ritrovano scelte storiche di Nolan stesso, come l’eterno Morgan Freeman (ormai a suo agio nel ruolo dell’attempato accademico) e Cillian Murphy qui dal vero entrambi un po’ in ombra.
Il finale del film è a suo modo un piccolo capolavoro.
“Gli uomini hanno paura di quello che non capiscono” è profetico a mio modo di vedere il regista a riguardo del suo stesso film, che infatti non è stato capito e invece di diventare un piccolo cult è diventato un grande flop, un vero peccato, a volte basterebbe solo la pazienza di non farsi abbagliare dal contorno e provare a capire.
Nel complesso gli do 4 meritatissime stelle.
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trammina93
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sabato 10 maggio 2014
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si poteva fare di più
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Bel film ma non un capolavoro. Diciamo che è stato anche un pò deludente. Da un film con Johnny Depp, prodotto da Nolan e diretto da Pfister, collaboratore abituale di Nolan, mi aspettavo decisamente un capolavoro. Evidentemente mi sbagliavo. La trama è bella e interessante. Tratta un bel tema per essere fantascienza: caricare un cervello su un computer, il quale si potenzia sempre di più fino a voler dominare il mondo intero. Come ogni innovazione c'è chi è favorevole e chi gli va contro. E' un pò una metafora del modo di rapportarsi dell'uomo con la teconologia e nuove invenzioni. Bello il fatto che quasi fino alla fine non si capisca se dietro la macchina ci sia ancora traccia di umano (Johnny Depp) o no.
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Bel film ma non un capolavoro. Diciamo che è stato anche un pò deludente. Da un film con Johnny Depp, prodotto da Nolan e diretto da Pfister, collaboratore abituale di Nolan, mi aspettavo decisamente un capolavoro. Evidentemente mi sbagliavo. La trama è bella e interessante. Tratta un bel tema per essere fantascienza: caricare un cervello su un computer, il quale si potenzia sempre di più fino a voler dominare il mondo intero. Come ogni innovazione c'è chi è favorevole e chi gli va contro. E' un pò una metafora del modo di rapportarsi dell'uomo con la teconologia e nuove invenzioni. Bello il fatto che quasi fino alla fine non si capisca se dietro la macchina ci sia ancora traccia di umano (Johnny Depp) o no. Eppure nonostante una bella trama appassionante, un buon cast (Depp, Rebecca Hall, Morgan Freeman, Cillian Murphy) non mi ha lasciato il segno questo film e non totalmente soddisfatta, mi ha lasciata impassibile. Forse la trama a tratti diventa troppo lenta, si trascina troppo a lungo la questione di c'è dell'umano diwetro la macchina senza sviluoppare altri punti interessanti, poi a tratti diventa troppo americanata (sparatorie, esercito, FBI). Il cast non è stato sfruttato molto bene; tipo Freeman e Murphy sono piuttosto inutili, soprattutto murphy, che gran peccato! Consiglio quindi di vederlo senza aspettarsi troppo!
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jacopo b98
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venerdì 18 aprile 2014
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un film ambizioso non sempre all'altezza
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Il dottor Will Caster (Depp) è il più importante ricercatore nel campo dell’intelligenza artificiale. Quando un terrorista del RIFT (un fronte di terroristi contrari alle ricerche di Caster) gli spara, Will muore, ma non prima che la moglie (Hall), con l’aiuto dell’amico Max (Bettany), sia riuscita a salvare la sua coscienza dentro un computer. Quando viene connesso a internet in potere di Will diventa trascendentale… Scritto da Jack Paglen, è l’esordio alla regia di uno dei più grandi direttori della fotografia dell’epoca moderna e non solo: Wally Pfister. Vi ricordate Inception? E l’oscurità della Gotham de Il cavaliere oscuro? Bene, a controllare i colori, dietro la macchina da presa c’era sempre lui.
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Il dottor Will Caster (Depp) è il più importante ricercatore nel campo dell’intelligenza artificiale. Quando un terrorista del RIFT (un fronte di terroristi contrari alle ricerche di Caster) gli spara, Will muore, ma non prima che la moglie (Hall), con l’aiuto dell’amico Max (Bettany), sia riuscita a salvare la sua coscienza dentro un computer. Quando viene connesso a internet in potere di Will diventa trascendentale… Scritto da Jack Paglen, è l’esordio alla regia di uno dei più grandi direttori della fotografia dell’epoca moderna e non solo: Wally Pfister. Vi ricordate Inception? E l’oscurità della Gotham de Il cavaliere oscuro? Bene, a controllare i colori, dietro la macchina da presa c’era sempre lui. Storico collaboratore di Christopher Nolan, che infatti è tra i produttori del film, Pfister ha annunciato che con Il cavaliere oscuro-Il ritorno, uscito poco meno di due anni fa, la sua carriera da direttore della fotografia si è conclusa. La sua carriera di regista inizia per l’appunto con questo Transcendence. Che dire? Beh, iniziamo dicendo che, per adesso, resta più bravo come direttore della fotografia che come regista. Infatti il film è tutt’altro che brutto, ma alla fin fine è un’imitazione mal riuscita di un film che, con Nolan alla regia e alla sceneggiatura, sarebbe stato un capolavoro. Il soggetto è interessante: il tema dell’intelligenza artificiale è più attuale che mai e i limiti che la scienza dovrebbe imporsi sono davvero all’ordine del giorno. Ma l’impressione è che il signor Paglen sia andato un po’ fuori strada. Il problema grosso del film poi risiede direttamente nella sua immensa, sconfinata ambizione; facciamo un paragone: Inception di Christopher Nolan era un film ambizioso, anche più di questo, ma era talmente perfetto, talmente superbo, talmente meravigliosamente riuscito, che le sue ambizioni erano raggiunte. Transcendence ha delle colossali ambizioni e non sempre invece riesce a esserne all’altezza. Con ciò la regia di Pfister è di una certa ricercatezza, pur con qualche ridicola imprecisione (l’assalto alla base di pannelli di Caster è un’operazione dell’esercito americano, ma ad andare contro lo scienziato e i suoi affiliati saranno si e no una decine di uomini con una gip). Gli effetti speciali sono comunque di prima classe e le musiche di Mychael Danna contribuiscono non poco. La cosa più interessante di Transcendence è che vede nell’uomo, e non nella macchina in sé, il vero cattivo. Riflessioni non banali, che pongono il film su un piano comunque superiore alla media degli sci-fi moderni. Attori magnetici (con citazione speciale per Depp e soprattutto Bettany), con qualche riserva su Rebecca Hall.
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