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giovedì 1 dicembre 2022
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robo sapiens, l'uomo nuovo del futuro sarà di silicio
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di ELENA DUSI
IL PROSSIMO passo dell'evoluzione umana forse non sarà ricordato nei libri di biologia, ma in quelli di informatica. In 6 milioni di anni le leggi di Darwin hanno creato l'uomo partendo dalla scimmia. Nei prossimi cento anni la tecnologia ci farà compiere il salto dall'Homo Sapiens al Robo Sapiens. Sarà una specie nuova: non sarà un robot, ma avrà un chip nel cervello che lo renderà Più intelligente fino a dargli la capacità di spostare oggetti con la forza del pensiero.
Non sarà un computer, ma avrà una memoria quasi senza fine (nei topi l'esperimento già funziona). Non sarà un cyborg, ma le parti non funzionanti del suo corpo saranno sostituite da supporti bionici.
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di ELENA DUSI
IL PROSSIMO passo dell'evoluzione umana forse non sarà ricordato nei libri di biologia, ma in quelli di informatica. In 6 milioni di anni le leggi di Darwin hanno creato l'uomo partendo dalla scimmia. Nei prossimi cento anni la tecnologia ci farà compiere il salto dall'Homo Sapiens al Robo Sapiens. Sarà una specie nuova: non sarà un robot, ma avrà un chip nel cervello che lo renderà Più intelligente fino a dargli la capacità di spostare oggetti con la forza del pensiero.
Non sarà un computer, ma avrà una memoria quasi senza fine (nei topi l'esperimento già funziona). Non sarà un cyborg, ma le parti non funzionanti del suo corpo saranno sostituite da supporti bionici. Avrà ancora sentimenti come li conosciamo, ma potrà anche scegliere di vivere solo emozioni artificiali. D'un balzo supereremo così il fossato che separa il naturale dalla fantascienza. Eppure si tratta di risultati vicini, grazie alla simmetria fra neuroni e microchip: nel nostro cervello ci sono cento milioni di cellule nervose, ognuna con diecimila collegamenti, per un totale di un milione di milardi di combinazioni. Una macchina di incredibile complessità , che gli scienziati stanno decifrando.
Il ponte tra uomini e macchine è uno strumento formato da elettrodi che captano i segnali elettrochimici trasmessi da nervi e muscoli e li traducono nel sistema binario, la lingua dei computer. I risultati? Difficili da prevedere. C’è ¨ chi dice che nel 2020 vestiremo un computer in ogni giacca. E che dieci anni dopo potremo incontrare un amico senza muoverci di casa, scegliendo anche l'ambientazione: una nave spaziale, la giungla, un lago alpino. Potremo registrare i sogni e le emozioni.
Premendo il tasto rewind torneremo indietro nella nostra vita. Con replay riassisteremo alle nostre esperienze ogni volta che vorremo. Le implicazioni sono: comunicazione senza più bisogno di espressione, spazio concentrato nelle dimensioni di un chip, tempo ridotto alla trasmissione di un segnale. Ma anche cyborg che relegano in schiavitù gli umani (i figli dell'amore di "Gattaca"). Anche questo è un film. Che non vogliamo vedere.
https://www.repubblica.it/online/speciale/futurshowdue/robosapiens/robosapiens.html
(4 aprile 2001)
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marco.vittorio.defilippis@gmail.com
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domenica 15 novembre 2020
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fantafilosofia profonda tutta da vedere
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Un film che più di fantascienza tratta fantafilosofia. Niente di strano se l’Uomo vuole costruirsi un dio: è ciò che ha sempre fatto e sempre cercherà di fare. I computer quantistici sono solo un mezzo e gli algoritmi di intelligenza artificiale il funzionamento di questo dio. Johnny Depp e Morgan Freeman sono su versanti opposti, Evelyn (Rebecca Hall) in mezzo. La potente macchina creata da Johnny Depp, ma attivata da Evelyn, guarisce tutti i difetti fisici ma installa la sua “psiche” in ognuno, piccolo prezzo per guarire dalle sofferenze di una vita. Crea così un esercito di collaboratori fedelissimi che altro non vogliono che la macchina-dio (PINN) si impadronisca del mondo per porre fine alle sofferenze di ognuno.
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Un film che più di fantascienza tratta fantafilosofia. Niente di strano se l’Uomo vuole costruirsi un dio: è ciò che ha sempre fatto e sempre cercherà di fare. I computer quantistici sono solo un mezzo e gli algoritmi di intelligenza artificiale il funzionamento di questo dio. Johnny Depp e Morgan Freeman sono su versanti opposti, Evelyn (Rebecca Hall) in mezzo. La potente macchina creata da Johnny Depp, ma attivata da Evelyn, guarisce tutti i difetti fisici ma installa la sua “psiche” in ognuno, piccolo prezzo per guarire dalle sofferenze di una vita. Crea così un esercito di collaboratori fedelissimi che altro non vogliono che la macchina-dio (PINN) si impadronisca del mondo per porre fine alle sofferenze di ognuno. Ma le emozioni umane si fondano sulla contraddizione, principio inaccettabile per una macchina ma non per Evelyn, che si sacrifica per poter veicolare un virus distruttivo che spegne la macchina e tutto il mondo, segnando un nuovo inizio per tutti. Ciò che convince Evelyn, in fondo, è il fatto che suo marito-macchina-risorto-con-upload (Johnny Depp) la controlli dal punto di vista biochimico, riducendo la sua cura per lei ad un mero controllo biochimico che lei interpreta come un compito della macchina che nulla ha a che fare con l’amore che lei sperava potesse sopravvivere nell’upload di suo marito, fatto all’inizio della storia, quasi a voler sconfiggere la morte fisica di lui (muore per un attentato di un fanatico unplugged che gli spara un proiettile al polonio radioattivo). La morte finale di entrambi riporta le cose alla loro natura: la finitezza nel tempo e nello spazio. Meglio così o era meglio quando c’era la macchina-dio? Il film prende posizione netta, ma la domanda continua a riecheggiare nel nostro cervello. Tra i produttori, Christopher Nolan. Il suo zampino non poteva mancare in un film così!
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ennio
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martedì 7 gennaio 2020
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una trama promettente che diventa inconcludente
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"Transcendence" riprende un copione già visto troppe volte ad Hollywood: si parte con una buona idea, si riesce e destare l'attenzione per un pò sugli sviluppi di quest'idea, e poi, giunti al dunque, ZACC!! Dopo un pò non si capisce più cosa ci sta a fare l'intelligenza artificiale del protagonista, che programmi abbia, se voglia conquistare o redimere il mondo. Lo spettatore viene risucchiato in una trama che diventa nebulosa, sempre più assurda ed irreale, fino all'apparire dei morti viventi, i fantasmi e la resurrezione della carne, il tutto condito dal solito amore eterno tra lui e lei. Ad Hollywood proprio non riescono a farne a meno, è il loro spirito americano immaturo, adolescenziale, capace di rovinare qualsiasi discreta idea cinematografica inserendo al momento opportuno il solito clichè fumettistico di zombie/fantasmi/mostri.
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elibook
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lunedì 6 gennaio 2020
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trascendence.
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L'idea e' geniale, perche' va ben oltre il luogo comune che "un giorno le macchine comanderanno il mondo", qui siamo messi di fronte a domande quali il vivere per sempre, e se l'anima e' come i sentimenti umani, clonabile. Inoltre c'e' un altro, enorme punto interrogativo che vale forse ancora di piu' ; "siamo gli unici esseri viventi a desiderare che la vita non finisca, a sapere che un giorno finira' ?. Chi e' l'essere vivente per eccellenza noi o "l'animale" che accetta la fine ?. Ci sono incongruenze ed e' lontano dall'essere un film ineccepibile, ma lo spunto, l'idea e' di quelle che hanno una portata immensa per valore ed intelligenza.
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L'idea e' geniale, perche' va ben oltre il luogo comune che "un giorno le macchine comanderanno il mondo", qui siamo messi di fronte a domande quali il vivere per sempre, e se l'anima e' come i sentimenti umani, clonabile. Inoltre c'e' un altro, enorme punto interrogativo che vale forse ancora di piu' ; "siamo gli unici esseri viventi a desiderare che la vita non finisca, a sapere che un giorno finira' ?. Chi e' l'essere vivente per eccellenza noi o "l'animale" che accetta la fine ?. Ci sono incongruenze ed e' lontano dall'essere un film ineccepibile, ma lo spunto, l'idea e' di quelle che hanno una portata immensa per valore ed intelligenza. Will e' del tutto un altra cosa o seppure nella sua fame insaziabile vi e' qualcosa di giusto, perche' guarire sarebbe cio' che tutti gli ammalati meriterebbero. Ci sono dei perche' a cui nessuno puo' infine dare una risposta che non sia altro che soggettiva ..
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zenos
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martedì 2 gennaio 2018
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il nipote di 2001 odissea nello spazio
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Bello, anzi bellissimo. Un film di fantascienza plausibile, ipoteticamente parlando. Certo ho volutamente esagerato ad accostarlo a 2001 Odissea nello spazio ma a mio avviso ne è un degno erede (certo non così visionario, sconvolgente, geniale come Il film di Fantascienza [da notare le maiuscole] = 2001). Ma comunque un bellissimo film. Pacato che affronta temi complessi in maniera semplice, lineare senza fronzoli e appendici che distraggono lo spettatore. Forse lievemente banale ma per la media degli odierni film di fantascienza questo è un capolavoro. Lo inserisco assolutamente nella top ten del genere. Un ottimo film. Lo consiglio vivamente.
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lgiulianini
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lunedì 15 maggio 2017
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tra trascendenza e sciocchezza pura.
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Mi chiedo a volte se gli autori di fantascienza (siano essi scrittori o filmakers), si domandino se quello che è alla base del loro lavoro sia verisimile e possibile in un futuro anche lontanissimo, ovvero se esso sia una semplice e madornale sciocchezza, già qui, già ora.
Me lo sono domandato spesso guardando Trascendence. In questo film, la mente del professor Will Caster, un genio nella progettazione di intelligenza artificiale, viene “pluggata” dalla moglie Rebecca e dall'amico e collega Max, in un computer quantistico di progettazione del Professore stesso, il PINN, dopo la morte dello stesso avvenuta per mano di un gruppo terroristico neoluddista, contrario agli sviluppi della tecnologia, in quanto angosciato dagli effetti degli stessi sulla sopravvivenza della specie umana.
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Mi chiedo a volte se gli autori di fantascienza (siano essi scrittori o filmakers), si domandino se quello che è alla base del loro lavoro sia verisimile e possibile in un futuro anche lontanissimo, ovvero se esso sia una semplice e madornale sciocchezza, già qui, già ora.
Me lo sono domandato spesso guardando Trascendence. In questo film, la mente del professor Will Caster, un genio nella progettazione di intelligenza artificiale, viene “pluggata” dalla moglie Rebecca e dall'amico e collega Max, in un computer quantistico di progettazione del Professore stesso, il PINN, dopo la morte dello stesso avvenuta per mano di un gruppo terroristico neoluddista, contrario agli sviluppi della tecnologia, in quanto angosciato dagli effetti degli stessi sulla sopravvivenza della specie umana.
Ne viene fuori una supermacchina dai poteri divini, in grado di rigenerare e rigenerarsi, alterando ogni legge fisica, e divenendo di fatto simile a Dio.
Questo formidabile effetto verrebbe ottenuto perché, collegandosi la macchina in rete (sob!) essa assorbirebbe tutta la capacità di calcolo globale, il che unito alla mente del professore già di suo molto brillante, creerebbe gli effetti descritti nel film, guarigioni simultanee...generazione di superuomini e via così...,con conseguente tentativo da parte dell'esercito, visto e considerato il rischio ( mai visto l'esercito yankee così malridotto!), e di qualche collega illuminato dell'ormai impazzito professore, di distruggere la supermacchina, cosa ottenuta infettando con un virus il software della macchina e spegnendo tutte le centrali elettriche del pianeta (risob!), per dealimentare la macchina e porre fine all'incubo.
Ora mi domando: ma sanno questi signori cos'è un computer quantistico? Su quali principi si basa? Credo francamente di no. I computer quantistici, la cui sperimentazione è veramente agli inizi, ma progredirà nel tempo perché nasce da uno studio geniale realizzato da Richard Feynman nel 1982, che ha scatenato un terremoto nel campo della fisica sia teorica che sperimentale, pari se non superiore a quanto suscitato da Albert Einstein a suo tempo, si basa su due constatazioni di base: l'infinità di “stati quantici” cui è possibile portare una particella elementare o un quark secondo il principio di Pauli disponendo di un acceleratore adeguato, ed il fenomeno dell'entanglement, attraverso cui si è visto e largamente sperimentato che quark o pacchetti di quark “entangled”, letteralmente “aggrovigliati”, scaturiti nello stesso processo e mantenuti non contaminati, cambiano stato in direzione uguale e contraria indipendentemente dalla distanza. L'infinità di stati quantici bypasserebbe il limite del sistema binario imposto dal transistor, la risposta simultanea derivante dall'entanglment, azzererebbe i tempi di calcolo ed eliminerebbe la necessità di alcun collegamento tra le particelle impiegate, perchè in condizione “entangled” un quark inverte il suo stato simultaneamente al mutare del proprio quark partner anche se esso si trovasse su Saturno, in misura verificabile misurabile e dimostrata già sperimentalmente, senza alcuna connessione, né wired, né wireless.
Si comprendono ora forse le potenzialità di queste scoperte, che utilizzano gli stati della materiae della energia più profondi, e che hanno un sapore (paradossalmente uno degli stati quantici! Eh eh), quasi divino per le capacità che la specie umana dimostra nella comprensione dell'infinitamente piccolo.
Ora a cosa assistiamo in questo film? Ad un computer quantistico che si impadronisce della rete internet (sob sob sob) diventando una copia di Dio. Primo: UN COMPUTER QUANTISTICO NON PUÒ COMUNICARE IN NESSUNA FORMA SE NON CON UN ALTRO COMPUTER QUANTISTICO, affinché quanto postulato nel film possa accadere occorrerebbe che anche la casalinga che copia ricette di cucina dal suo laptop, avesse in mano una bomba quantistica a positroni, e non una macchinetta elettrica a circuiti integrati. Già questo demolisce il film sotto ogni aspetto di seppur blanda e remotissima verosimiglianza. Ma poi mi domando e dico, accettando per assurdo che la supermacchina fosse elettronica “normale” e volesse potenziare la sua capacità di calcolo impadronendosi della rete, non bastava oscurare i providers per qualche ora? La rete internet sarebbe silenziata del tutto, perché è abbastanza noto che i computer non comunicano tra loro, ma tramite i providers (il famoso ed universalmente noto protocollo TCP/IP), che sono numerosissimi anche per ragioni commerciali a livello globale, i quali assicurano protezione e sicurezza e potenze necessarie, altrimenti si tornerebbe ad una intranet, pc vs pc singolo (mah!), il che eliminerebbe in nuce il concetto di rete, e per di più globale, tornando per l'elettronica alla sua preistoria. Insomma per silenziare una macchina che sfrutta la rete internet, perché devo ridurmi al buio totale, tornando indietro di qualche secolo ? Mah..non è logico né necessario. Insomma regista e sceneggiatore bocciati su tutta la linea in matematica, fisica scienze e logica, la fantascienza deve essere un minimo verosimile, altrimenti diventa favola stupida, ed il genere favolistico ha anche comunque le sue regole ed i suoi canoni da rispettare.
Tre stelle di cui una per la fotografia, comunque valida, e due perchè ho un debole personale per Rebecca Hall, anche se la prestazione degli attori è tutta complessivamente valida: da Johnny Depp ( che quando non fa il giullare dimostra di essere ancora un attore), a Paul Bettany a Morgan Freeman, tutti comunque ben al di sopra della paccottiglia che hanno fatto loro mettere in scena.
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orion84
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martedì 7 marzo 2017
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fantascienza allo stato puro
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A cosa serve la fantascienza? Serve ad immaginare le implicazioni delle nostre scelte evolutive, ad immaginare quello che può essere se l’uomo sceglie una via anziché un’altra.
Trascendence è un vero film di fantascienza.
Partendo da un’idea tutto sommato “banale” per il giorno d’oggi (scaricare una personalità all’interno di un computer e metterla in rete) arriva a sviluppare una trama che fonde scienza estrema (forse anche oltre) alla poesia dei sentimenti. Un film ambizioso, che mette in contrasto l’uomo e la macchina, ma anche che ci mostra come l’uomo e la macchina possono coesistere e forse migliorarsi a vicenda.
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A cosa serve la fantascienza? Serve ad immaginare le implicazioni delle nostre scelte evolutive, ad immaginare quello che può essere se l’uomo sceglie una via anziché un’altra.
Trascendence è un vero film di fantascienza.
Partendo da un’idea tutto sommato “banale” per il giorno d’oggi (scaricare una personalità all’interno di un computer e metterla in rete) arriva a sviluppare una trama che fonde scienza estrema (forse anche oltre) alla poesia dei sentimenti. Un film ambizioso, che mette in contrasto l’uomo e la macchina, ma anche che ci mostra come l’uomo e la macchina possono coesistere e forse migliorarsi a vicenda. Dove sta il limite? Esiste? Se l’uomo potesse assurgere a Dio, dovrebbe tirarsi indietro per paura o dovrebbe usare il suo potere per migliorare il mondo? E in tutto ciò, come entrano in gioco i sentimenti?
Nell’anno in cui il mondo riscopre la fantascienza con il pomposo e saccente (ma alla fine poco romantico e analitico) Interstellar di Nolan questo film del suo amico Pfister avrebbe meritato ben altra attenzione, per la sua idea diversa di fantascienza o non fosse altro per un cast in parte davvero ispirato, con un Depp finalmente maturo e una Rebecca Hall sempre credibilissima quando si cala nel ruolo della donna che vive un conflitto interiore. Nelle scelte del cast poi si ritrovano scelte storiche di Nolan stesso, come l’eterno Morgan Freeman (ormai a suo agio nel ruolo dell’attempato accademico) e Cillian Murphy qui dal vero entrambi un po’ in ombra.
Il finale del film è a suo modo un piccolo capolavoro.
“Gli uomini hanno paura di quello che non capiscono” è profetico a mio modo di vedere il regista a riguardo del suo stesso film, che infatti non è stato capito e invece di diventare un piccolo cult è diventato un grande flop, un vero peccato, a volte basterebbe solo la pazienza di non farsi abbagliare dal contorno e provare a capire.
Nel complesso gli do 4 meritatissime stelle.
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eleonora panzeri
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domenica 31 maggio 2015
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un amore eterno
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Un futuro non troppo lontano dove due scienziati complici sia nella vita che nel lavoro realizzano un computer con una coscienza. Una cellula terroristica contraria al progetto attacca e uccide i principali scienziati coinvolti nel progetto, tra cui il visionario studioso Will Caster. Evelyn Caster non accetta la condanna a morte dell’amore della sua vita e decide di tentare un esperimento impossibile per salvare “l’anima” del suo compagno. Un film con realtà già trattate e viste in molti film del genere, una rivisitazione moderna dell’idea che ebbe Mary Shelley in Frankenstein.
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Un futuro non troppo lontano dove due scienziati complici sia nella vita che nel lavoro realizzano un computer con una coscienza. Una cellula terroristica contraria al progetto attacca e uccide i principali scienziati coinvolti nel progetto, tra cui il visionario studioso Will Caster. Evelyn Caster non accetta la condanna a morte dell’amore della sua vita e decide di tentare un esperimento impossibile per salvare “l’anima” del suo compagno. Un film con realtà già trattate e viste in molti film del genere, una rivisitazione moderna dell’idea che ebbe Mary Shelley in Frankenstein. La non accettazione della nostra mortalità, della separazione da chi si ama che spinge in universi pericolosi, misteriosi e sconfinati. Un film che scorre a tratti lento, con parti troppo trascendenti per essere comprese e stare in piedi. Appassionante tuttavia la storia d’amore, il modo in cui le due anime interconnesse si influenzano e si plasmano fino a non capire dove inizia una e finisce l’altra.
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fabio1957
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lunedì 11 maggio 2015
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interessante
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Buon film di fantascienza, con risvolti esistenziali-filosofici.Pur con tutte le differenze legate a innovativi effetti speciali,ricorda il Taglia-erbe di 25 anni fa.La recitazione di Deep è impeccabile,quella di Morgan Freeman sempre all'altezza,la trama avvincente, il film riuscito ma non del tutto nuovo
Da vedere
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onufrio
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martedì 13 gennaio 2015
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originale ma non troppo
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Johnny Depp si cimenta sulla scienza/fantascienza, interpretando il ruolo di uno scienziato che studia l'intelligenza artificiale proponendo delle nuove visioni, ma a qualcuno, diciamo ai puristi, tutto questo non va bene e decidono di eliminare il dottore dalle strane idee, negli ultimi giorni di vita dello scienziato la moglie assieme al collega Waters decidono di fare un disperato esperimento prima che Caster muoia, e ciò che sembra un vano tentativo diventa invece un esperimento ben riuscito che causa però delle preoccupanti controindicazioni.
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