marco90
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domenica 20 aprile 2014
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peccato
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L'idea sulla quale si basa il film non è male peccato per com'è stata sviluppata ,il film in certi punti è veramente troppo lento e soprattutto nel finale non si capisce bene cosa e perchè succedono determinati fatti, vanno presi un po' così come vengono senza porsi molti interrogantivi. Altra nota negativa è lo scarso impiego di Johnny Depp che dovrebbe essere protagonista ma appare poco in un ruolo che a mio parere non esalta le sue doti di attore.
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 19 aprile 2014
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un film che fa riflettere
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Dal divo Johnny Depp forse ci si sarebbe aspettato qualcosa di diverso, ma quando l’attore deve mostrare il suo vero volto e non si maschera da pirata o da indiano, si sa, non rende come dovrebbe.
Capita anche in questo “Trascendence” un film di fantascienza che riprende il tema dell’intelligenza artificiale, in una trama sicuramente molto interessante che a nostro avviso avrebbe potuto essere sviluppata in modo più ampio e profondo.
Il film sviluppa il tema in maniera forse un po’ superficiale, lasciando intravedere molti sviluppi che vengono tralasciati ed è proprio questo aspetto forse, che costringe lo spettatore, al termine del film, ad interrogarsi su ciò che effettivamente potrebbe accadere in situazione simili.
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Dal divo Johnny Depp forse ci si sarebbe aspettato qualcosa di diverso, ma quando l’attore deve mostrare il suo vero volto e non si maschera da pirata o da indiano, si sa, non rende come dovrebbe.
Capita anche in questo “Trascendence” un film di fantascienza che riprende il tema dell’intelligenza artificiale, in una trama sicuramente molto interessante che a nostro avviso avrebbe potuto essere sviluppata in modo più ampio e profondo.
Il film sviluppa il tema in maniera forse un po’ superficiale, lasciando intravedere molti sviluppi che vengono tralasciati ed è proprio questo aspetto forse, che costringe lo spettatore, al termine del film, ad interrogarsi su ciò che effettivamente potrebbe accadere in situazione simili.
Non sappiamo se il regista Wally Pfister, alla sua prima esperienza dietro al macchina da presa, abbia volutamente scelto questa soluzione, oppure sia stato un caso, ma di fatto questo modo di affrontare solo alcune delle tematiche che emergono dalla situazione evitando tutte le implicazioni possibili stimola la fantasia dello spettatore e lo induce alla riflessione al termine del film.
Fatta questa doverosa analisi, “Trascendence” è un film sicuramente da vedere, di grande attualità con discreti attori. A noi è piaciuta soprattutto la 31enne Rebecca Hall (una Ragazza a Las Vegas, Iron man 3) che poi, alla fine è la protagonista indiscussa del film.
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st1998
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sabato 19 aprile 2014
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il ritorno di depp
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Posso capire a chi non è piaciuto questo film in alcuni momenti era un po' lento, ma se visto come primo film di pfister e dello sceneggiatore è ottimo. Dopo lo scivolone dell'anno scorso the lone ranger Depp ritorna impersonando un ruolo divero dai suoi soliti e molto convincente
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st1998
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sabato 19 aprile 2014
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il ritorno di depp
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Posso capire a chi non è piaciuto questo film in alcuni momenti era un po' lento, ma se visto come primo film di pfister e dello sceneggiatore è ottimo. Dopo lo scivolone dell'anno scorso the lone ranger Depp ritorna impersonando un ruolo divero dai suoi soliti e molto convincente
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alexia altieri
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sabato 19 aprile 2014
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l'uomo ha paura di ciò che non conosce
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Wally Pfister esordisce alla regia con Transcendence, con il quale ci mette di fronte al quesito che l'intera umanità si pone dalla nascita di Internet in poi: Fino a dove può arrivare la tecnologia? Quali meravigliose rivoluzioni può compiere?
In questo film, che ha del metafisico, Evelyn Caster, poco prima della dipartita del marito Will, ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale, riesce a trasporne il cervello in un computer attraverso il cosiddetto metodo della trascendenza, consentendogli di sopravvivere ed espandersi.
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Wally Pfister esordisce alla regia con Transcendence, con il quale ci mette di fronte al quesito che l'intera umanità si pone dalla nascita di Internet in poi: Fino a dove può arrivare la tecnologia? Quali meravigliose rivoluzioni può compiere?
In questo film, che ha del metafisico, Evelyn Caster, poco prima della dipartita del marito Will, ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale, riesce a trasporne il cervello in un computer attraverso il cosiddetto metodo della trascendenza, consentendogli di sopravvivere ed espandersi.
Se da una parte, mediante l'uso delle tanto contestate cellule staminali, l'intelligenza artificiale del dottor Caster compie numerose scoperte che, attraverso la nano-tecnologia, portano ad una vera e propria rivoluzione, nel campo della medicina e della salvaguardia dell'intero ecosistema.
Ma c'è chi vuole sabotare il sistema, spaventato dall'ipotesi che la razza umana possa essere soppiantata da cyborg efficientissimi quanto privi di sentimento. In realtà, il dottor Caster, si pone fin dall'inizio l'obiettivo di realizzare un'intelligenza artificiale che contenga l'intera gamma delle emozioni umane. Pertanto, Caster si propone come una sorta di rinnovato uomo bicentenario (L'uomo bicentenario, Chris Columbus, 1999) che, una volta privato della propria umanità, poiché il suo corpo, l'involucro che conteneva la sua anima, viene separato da quest'ultima, raggiunge la massima espansione delle proprie facoltà, mantenendo anche i propri sentimenti e la propria coscienza. E' proprio la possibilità di conservare coscienza di sé, ciò su cui s'interroga Joseph Tagger (Morgan Freeman) e l'intera umanità.
"L'uomo ha paura di ciò che non conosce" e, aggiungerei, soprattutto teme la perfezione. Non a caso, durante l'udienza in cui il Dott. Caster parla delle proprie scoperte, uno degli ascoltatori gli domanda se fosse sua intenzione ricreare un Dio.
Del resto, l'uomo non ha forse la presunzione di considerarsi l'ultimo stadio dell'evoluzione?
In questo film squisitamente fantascientifico, troviamo un Johnny Depp molto maturato, il quale si era già cimentato con il genere, nel thriller fantascientifico - ed insapore - The Astronaut's Wife (La moglie dell'astronauta, Rand Ravich, 1999). Sicuramente, in Trascendence, l'attore convince molto di più, dando anche ulteriore prova del proprio eclettismo, in risposta a chi lo giudica un attore monotematico.
Ottimo esordio di regia per Pfister, che si destreggia tra dettagli (restituendoci quel sapore di nano-tecnologia) e campi lunghissimi (che si fanno sinonimo di espansione, evoluzione).
Transcendence s'interroga su alcuni importanti - ed estremamente contemporanei - quesiti dell'umanità. Il film di Pfister ci appare come un ibrido, mescola fantascienza, adrenalina e dramma, non tralasciando, però, anche la parte sentimentale della vicenda. Un film completo che, sicuramente, vale la pena vedere.
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alexia altieri
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sabato 19 aprile 2014
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l'uomo ha paura di ciò che non conosce
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Wally Pfister esordisce alla regia con Transcendence, con il quale ci mette di fronte al quesito che l'intera umanità si pone dalla nascita di Internet in poi: Fino a dove può arrivare la tecnologia? Quali meravigliose rivoluzioni può compiere?
In questo film, che ha del metafisico, Evelyn Caster, poco prima della dipartita del marito Will, ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale, riesce a trasporne il cervello in un computer attraverso il cosiddetto metodo della trascendenza, consentendogli di sopravvivere ed espandersi.
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Wally Pfister esordisce alla regia con Transcendence, con il quale ci mette di fronte al quesito che l'intera umanità si pone dalla nascita di Internet in poi: Fino a dove può arrivare la tecnologia? Quali meravigliose rivoluzioni può compiere?
In questo film, che ha del metafisico, Evelyn Caster, poco prima della dipartita del marito Will, ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale, riesce a trasporne il cervello in un computer attraverso il cosiddetto metodo della trascendenza, consentendogli di sopravvivere ed espandersi.
Se da una parte, mediante l'uso delle tanto contestate cellule staminali, l'intelligenza artificiale del dottor Caster compie numerose scoperte che, attraverso la nano-tecnologia, portano ad una vera e propria rivoluzione, nel campo della medicina e della salvaguardia dell'intero ecosistema.
Ma c'è chi vuole sabotare il sistema, spaventato dall'ipotesi che la razza umana possa essere soppiantata da cyborg efficientissimi quanto privi di sentimento. In realtà, il dottor Caster, si pone fin dall'inizio l'obiettivo di realizzare un'intelligenza artificiale che contenga l'intera gamma delle emozioni umane. Pertanto, Caster si propone come una sorta di rinnovato uomo bicentenario (L'uomo bicentenario, Chris Columbus, 1999) che, una volta privato della propria umanità, poiché il suo corpo, l'involucro che conteneva la sua anima, viene separato da quest'ultima, raggiunge la massima espansione delle proprie facoltà, mantenendo anche i propri sentimenti e la propria coscienza. E' proprio la possibilità di conservare coscienza di sé, ciò su cui s'interroga Joseph Tagger (Morgan Freeman) e l'intera umanità.
"L'uomo ha paura di ciò che non conosce" e, aggiungerei, soprattutto teme la perfezione. Non a caso, durante l'udienza in cui il Dott. Caster parla delle proprie scoperte, uno degli ascoltatori gli domanda se fosse sua intenzione ricreare un Dio.
Del resto, l'uomo non ha forse la presunzione di considerarsi l'ultimo stadio dell'evoluzione?
In questo film squisitamente fantascientifico, troviamo un Johnny Depp molto maturato, il quale si era già cimentato con il genere, nel thriller fantascientifico - ed insapore - The Astronaut's Wife (La moglie dell'astronauta, Rand Ravich, 1999). Sicuramente, in Trascendence, l'attore convince molto di più, dando anche ulteriore prova del proprio eclettismo, in risposta a chi lo giudica un attore monotematico.
Ottimo esordio di regia per Pfister, che si destreggia tra dettagli (restituendoci quel sapore di nano-tecnologia) e campi lunghissimi (che si fanno sinonimo di espansione, evoluzione).
Transcendence s'interroga su alcuni importanti - ed estremamente contemporanei - quesiti dell'umanità. Il film di Pfister ci appare come un ibrido, mescola fantascienza, adrenalina e dramma, non tralasciando, però, anche la parte sentimentale della vicenda. Un film completo che, sicuramente, vale la pena vedere.
Alexia Altieri
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des esseintes
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sabato 19 aprile 2014
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pazzesco
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Incredibile! Un film finalizzato al puro lavaggio del cervello delle masse.
Vi si dice (udite udite) che la tecnologia non rigorosamente controllata dal Potere è pericolosissima perché potrebbe ridare dignità al popolo, unirlo lasciando alle persone l'autonomia ma rendendole capaci di agire collettivamente (Achtung! Komunisten!), di ribellarsi all'autorità ergendo barricate e sconfiggendo le forze armate del sistema.
La cosa veramente delirante è che si obietta che l' "entità" responsabile di questa emancipazione popolare non sente emozioni; guardate il film e giudicate voi stessi chi è il pericoloso violento che uccide e chi realmente agisce per amore.
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Incredibile! Un film finalizzato al puro lavaggio del cervello delle masse.
Vi si dice (udite udite) che la tecnologia non rigorosamente controllata dal Potere è pericolosissima perché potrebbe ridare dignità al popolo, unirlo lasciando alle persone l'autonomia ma rendendole capaci di agire collettivamente (Achtung! Komunisten!), di ribellarsi all'autorità ergendo barricate e sconfiggendo le forze armate del sistema.
La cosa veramente delirante è che si obietta che l' "entità" responsabile di questa emancipazione popolare non sente emozioni; guardate il film e giudicate voi stessi chi è il pericoloso violento che uccide e chi realmente agisce per amore.
La cosa poi che veramente supera il limite dell'umana comprensione è che gli soettatori non se ne accorgono e non capiscono che gli stanno impartendo una lezioncina a base di minacce e di disprezzo per chiunque pensi di contestare e rivoltarsi il Potere vigente.
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brian77
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sabato 19 aprile 2014
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letale
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Indigeribile. Difficile trovare nella memoria un film così mortalmente noioso, in cui non si riesce mai ad essere minimamente interessati a quello che succede sullo schermo. Mal scritto, mal diretto, mal montato, e per di più con un doppiaggio soporifero. I valori produttivi sono evidentemente notevoli, ci sono soldi e mezzi: ma sullo schermo si trasformano in un racconto informe e privo di vita. Tra l'altro, anche Johnny Depp si vede ben poco: e quando compare è terribilmente statico, come tutto in questo film.
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st1998
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venerdì 18 aprile 2014
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transcendence
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zonagloria
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venerdì 18 aprile 2014
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soppiantare o aiutare la mente umana?
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Anche Pfister porta nel cinema il tema entusiasmante/ angosciante della tecnologia che avanza esponenzialmente e in maniera rapida, tanto da superare le abilità dell'uomo. Il creatore in questo caso è Johnny Depp, che nei panni del dottor Will Caster, inventa il sistema PINN, un software talmente superiore da arrivare a curare malattie e a riportare in vita le persone. Come il suo stesso creatore, avvelenato da terroristi anti-sviluppo tecnologico e riportato in vita con l'aiuto e il supporto umano della moglie. Ma è davvero lui che parla con lei? O sono solo i milioni di ricordi, immagini e dati memorizzati in un hard disk che riorganizzati dal sistema riproducono una sorta di sistema cerebrale di Will? La cosa certa, anche qui come in "her"di Spike Jonze, e che l'amato/a del software continua ad accarezzare un cuscino vuoto: l'abilità cerebrale dei software può essere e forse già è superiore alla nostra, sicuramente più rapida (costruire un'intera città in soli due anni, valicare i codici delle banche).
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Anche Pfister porta nel cinema il tema entusiasmante/ angosciante della tecnologia che avanza esponenzialmente e in maniera rapida, tanto da superare le abilità dell'uomo. Il creatore in questo caso è Johnny Depp, che nei panni del dottor Will Caster, inventa il sistema PINN, un software talmente superiore da arrivare a curare malattie e a riportare in vita le persone. Come il suo stesso creatore, avvelenato da terroristi anti-sviluppo tecnologico e riportato in vita con l'aiuto e il supporto umano della moglie. Ma è davvero lui che parla con lei? O sono solo i milioni di ricordi, immagini e dati memorizzati in un hard disk che riorganizzati dal sistema riproducono una sorta di sistema cerebrale di Will? La cosa certa, anche qui come in "her"di Spike Jonze, e che l'amato/a del software continua ad accarezzare un cuscino vuoto: l'abilità cerebrale dei software può essere e forse già è superiore alla nostra, sicuramente più rapida (costruire un'intera città in soli due anni, valicare i codici delle banche). Ma in un'area di girasoli protetta dove il segnale non ha accesso la trascendenza del PINN non può nulla, e neanche qualora il gruppo di ribelli si sbarazza di qualunque dispositivo per non essere rintracciato. Dimostrazione che quando ci si affida a sensi come tatto o olfatto, qualunque intelligenza artificiale si azzera davanti all'umano, meno intelligente, ma più completo. È per questo che secondo me la vita organica primitiva non finirà, ma verrà semplicemente migliorata dai software. E magari curare malattie invece che far suicidare ragazze di 14 anni per cyberbullismo come si legge oggi (come ho letto ieri) sul Corriere Della Sera. ("Ma poi l'umano tenta di levare la vita e la tecnologia la ridà". Johnny Depp dal film).
Siamo noi che decidiamo quando in che quantità e per quali scopi servirci dei computer, e quando ne abbiamo voglia non dobbiamo far altro che tornare nella nostra "area protetta"; senza permettere che le abilità dei computer arrivino a disabilitare le nostre, (esempio di Max, Paul Bettany, che nel film arriva ad avere una calligrafia da asino perché non scrive più da anni).
Comunque il mio voto al film è un 2,5/3 su 5. Partito alla grande illustrando una situazione reale e attuale con un valido cast di attori, ma il finale delude un po' con questo black out generale che sembra più un modo sbrigativo per chiudere il film quando l'inizio prometteva un sorprendente capolavoro.
Se si fosse trattato di un documentario, senza quindi il bisogno di armonizzare introduzione svolgimento e fine, gli avrei dato un 5.
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