henry76
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sabato 15 novembre 2014
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fotografia, musica, cuore per una storia italiana
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Anche lo scetticismo iniziale di trovarsi di fronte ad un inno sfegatato all'indipendentismo o ad una storia costruita per cavalcare questo o quel filone pseudo-politico viene travolto dalle magie che questa pellicola riesce a donare allo spettatore. I personaggi, i costumi, il filo conduttore del vino raboso, ma anche gli intrecci di sentimenti e di fatiche ci offrono uno slendido spaccato di una parte d'Italia che visse nel 1866 i dilemmi e le contraddizioni della fine di un'epoca millenaria. Una storia poco conosciuta a noi italiani, sempre legati ad una immagine ovattata dell'unità d'Italia, ma che si presentò in ciascuno dei Regni che dal 1859 al 1970 ebbero a confrontarsi con l'annessione al Regno di Savoia.
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Anche lo scetticismo iniziale di trovarsi di fronte ad un inno sfegatato all'indipendentismo o ad una storia costruita per cavalcare questo o quel filone pseudo-politico viene travolto dalle magie che questa pellicola riesce a donare allo spettatore. I personaggi, i costumi, il filo conduttore del vino raboso, ma anche gli intrecci di sentimenti e di fatiche ci offrono uno slendido spaccato di una parte d'Italia che visse nel 1866 i dilemmi e le contraddizioni della fine di un'epoca millenaria. Una storia poco conosciuta a noi italiani, sempre legati ad una immagine ovattata dell'unità d'Italia, ma che si presentò in ciascuno dei Regni che dal 1859 al 1970 ebbero a confrontarsi con l'annessione al Regno di Savoia. Il film rappresenta un capolavoro, costruito all'evidenza senza i grandi budget (e gli sprechi) di cotante rinomate pellicole; splendida fotografia, musica che ti resta dentro ancora il giorno dopo, storia che fa riflettere ed inevitabilmente commuove, pur senza ricorrere a spargimenti di lacrime, con quella dignità che caratterizza uno dei personaggi chiave, il nonno Alvise, la memoria e l'integrità, un'interpretazione di quelle che non si vedevano da tanto tempo. Un film da vedere e rivedere, che merita ben più visibilità di quella attuale. Assolutamente consigliato.
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(di lorisdalpoz)
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giank51
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venerdì 14 novembre 2014
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nostalgie e raboso
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Se si voleva fare una ricostruzione storica del passaggio del Veneto al Regno d'Italia, lo scopo è stato in parte raggiunto. L'aver fatto luce sulle modalità con cui si è svolto il famoso plebescito è stato doveroso data la cortina di silenzio che tradizionalmemte copre questo evento storico. Anche il richiamo ai pochi fenomeni di resistenza nei confronti dell'occupazione napoleonica come le Pasque Veronesi è un dato da sottolineare.
Ma non si deve cadere in un eccesso di nostalgia per la perduta Serenissima. Prima ancora di Napoleone la gloriosa Repubblica è stata affossata dalla sua classe dirigente, l'oligarchia aristocratica era ormai marcia da almeno 150 anni.
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Se si voleva fare una ricostruzione storica del passaggio del Veneto al Regno d'Italia, lo scopo è stato in parte raggiunto. L'aver fatto luce sulle modalità con cui si è svolto il famoso plebescito è stato doveroso data la cortina di silenzio che tradizionalmemte copre questo evento storico. Anche il richiamo ai pochi fenomeni di resistenza nei confronti dell'occupazione napoleonica come le Pasque Veronesi è un dato da sottolineare.
Ma non si deve cadere in un eccesso di nostalgia per la perduta Serenissima. Prima ancora di Napoleone la gloriosa Repubblica è stata affossata dalla sua classe dirigente, l'oligarchia aristocratica era ormai marcia da almeno 150 anni. (pregasi verificare i dati storico-economici). Il film stesso lo fa intendere nella descrizione della nobile famiglia veneziana decaduta con le sue due donne ancor più decadute moralmente.
Il mito della Serenissima si è paradossalmente creato nella periferia (il Dominio di Terra), l'ultimo doge Ludovico Manin non ha esitato a cedere la città senza colpo ferire nella speranza di conservare le proprietà terriere.
Il polo polemico nel film è la creazione dell'Italia e le sue malversazioni in Veneto. Ma questo può essere fuorviante. Chi ha messo in moto la cosiddetta unità d'Italia ed in particolare ha forzato il plebescito in Veneto è stata Casa Savoia con al seguito l'"establishment" piemontese. Le angherie commesse nel Veneto si sono ripetute anche nel Meridione d'Italia con tanto di nascita del fenomeno del banditismo.
Anche se apparentemente sullo sfondo risulta più convincente la saga familiare sul vino. Il raboso servito sfuso nelle osterie o in prestigiose bottiglie con il Leone di San Marco non tadisce mai.
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eltopo
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sabato 22 novembre 2014
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darei sicuramente un 10 e lode a questo film!
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Andato al cinema senza nutrire troppe aspettative son stato piacevolissimamente sorpreso da questo film : realizzato con scarse risorse finanziarie e l’apporto di molte comparse volontarie , il risultato e’ piu’ che ottimo. Ben curato nei dettagli, un film realizzato col cuore ma anche con la testa, riesce a colpire la sensibilita’ della totalita’ del pubblico in sala, sara’ una lietissima sorpresa per tutti ne son sicuro.
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Andato al cinema senza nutrire troppe aspettative son stato piacevolissimamente sorpreso da questo film : realizzato con scarse risorse finanziarie e l’apporto di molte comparse volontarie , il risultato e’ piu’ che ottimo. Ben curato nei dettagli, un film realizzato col cuore ma anche con la testa, riesce a colpire la sensibilita’ della totalita’ del pubblico in sala, sara’ una lietissima sorpresa per tutti ne son sicuro.
A prescinder dal significato profondo della cornice storica che apre uno squarcio sulle menzogne dell’unificazione…. questo film stupisce per l’accuratezza della recitazione, vi e’ una scena di un colloquio fra due attori Jacopo e il Podesta’ che dura ben circa 5 minuti, cosa solitamente insolita e pericolosissima in quanto si rischia di annoiare gli astanti! Ebbene no, il tempo qui vola, riempito da perfettissime, profonde espressioni e scambi dei due attori. UN 10 E LODE PIENO.
Complimenti poi per il coraggio di aver messo in discussione le modalita’ di una unificazione raccontata nei libri scolastici in tutt’altro modo…. questa si che e’ segno di una civiltà progredita che non ha paura di porsi in discussione.Complimenti alle Sale Cinematografiche che approfitteranno di tale possibilita’, questo Film avra’ sicuramente i favori del passaparola fra il publico.LEONE DI VETRO assieme a un altro film di quest’anno : 12 ANNI SCHIAVO -SONO I 2 PIU’ BEI FILM CHE IO ABBIA VISTO IN QUESTO ANNO.Il secondo ha vinto qualche premiuccio, sicuramente anche IL LEONE DI VETRO saprà abbattere molti muri.COMPLIMENTI A TUTI: GRAXIE, GRAXIE E ANCORA GRAXIE DE STO SPETACOLO DE FILM !
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adrian_anders
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mercoledì 17 dicembre 2014
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delusione
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Molto deludente. Girato, dicono, in 15 giorni. E si vede. Sceneggiatura di basso livello, dialoghi inverosimili, linguaggio anacronistico e privo di reale connotazione veneta, fotografia piattina, montaggio disastroso. Narrazione didascalica, di basso consumo televisivo, personaggi tagliati con l'accetta, recitazione di tipo, per lo più, amatoriale.
In un'atmosfera da "Mulino Bianco", le giornate del plebiscito del 1866 in un paese della Marca Trevigiana, con il podestà e il suo cancelliere più simili, come "cattivi" a Joe Condor e al suo corvo che ai torvi funzionari piemontesi, l'ingenuo Biasin Marco, ardentemente fiducioso nel nuovo regno d’Italia , suo fratello Spartaco (nome tipico, si sa, della Marca), impavido come Brave Heart, incavolato col mondo intero nonché reduce dalla battaglia di Lissa perché coscritto dagli Austriaci, e il nonno saggio, depositario della memoria storica della Serenissima che, però, ignora Daniele Manin e gli eventi del 48-49.
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Molto deludente. Girato, dicono, in 15 giorni. E si vede. Sceneggiatura di basso livello, dialoghi inverosimili, linguaggio anacronistico e privo di reale connotazione veneta, fotografia piattina, montaggio disastroso. Narrazione didascalica, di basso consumo televisivo, personaggi tagliati con l'accetta, recitazione di tipo, per lo più, amatoriale.
In un'atmosfera da "Mulino Bianco", le giornate del plebiscito del 1866 in un paese della Marca Trevigiana, con il podestà e il suo cancelliere più simili, come "cattivi" a Joe Condor e al suo corvo che ai torvi funzionari piemontesi, l'ingenuo Biasin Marco, ardentemente fiducioso nel nuovo regno d’Italia , suo fratello Spartaco (nome tipico, si sa, della Marca), impavido come Brave Heart, incavolato col mondo intero nonché reduce dalla battaglia di Lissa perché coscritto dagli Austriaci, e il nonno saggio, depositario della memoria storica della Serenissima che, però, ignora Daniele Manin e gli eventi del 48-49... aggiungete una Contessa inverosimile ed avrete un "B-movie" facile facile.
La chicca: la scena dell’irruzione in una chiesa di una torma di soldati francesi che calpestano le ostie e terrorizzano le pie vecchiette (ma erano passati i tempi dei Sanculotti e del Direttorio, con Napoleone incoronato imperatore, a Notre-Dame, da un papa…). In assoluto la scena più comicamente cult, la più dilettantesca, meriterebbe un passaggio su You Tube.
Consiglio agli autori: rivedere almeno un paio di volte "L'albero degli zoccoli", di Ermanno Olmi e meditare a lungo sulla propria vocazione.
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faunoromano
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lunedì 22 dicembre 2014
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una storia bella e commovente!
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Rivisto ieri per la terza volta a Valdagno (vi)! A fine film gente in lacrime, cosi come avevo già visto nelle altre due volte precedenti in sala! Merito della storia scritta in modo tale da coinvolgerti fino alla fine del film! Merito sopratutto degli attori da premio! Bravissimi! La scena finale del film è la dimostrazione di un livello di recitazione che non vedevo da anni al cinema! Musiche già premiate e fotografia che ha tratti sembra un dipinto del Caravagio! Non sembra neanche un film Italiano! Sembra un film Inglese data la sua eleganza e perfetta ricostruzione storica, scenografie e costumi. Che dire uno dei migliori film che ho visto al cinema questo anno! E ne ho visti tanti! Non capisco certi commenti che vogliono distruggere il film! Sicuramente creati a tavolino! D'altronde si sa "L'invidia è una brutta bestia".
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Rivisto ieri per la terza volta a Valdagno (vi)! A fine film gente in lacrime, cosi come avevo già visto nelle altre due volte precedenti in sala! Merito della storia scritta in modo tale da coinvolgerti fino alla fine del film! Merito sopratutto degli attori da premio! Bravissimi! La scena finale del film è la dimostrazione di un livello di recitazione che non vedevo da anni al cinema! Musiche già premiate e fotografia che ha tratti sembra un dipinto del Caravagio! Non sembra neanche un film Italiano! Sembra un film Inglese data la sua eleganza e perfetta ricostruzione storica, scenografie e costumi. Che dire uno dei migliori film che ho visto al cinema questo anno! E ne ho visti tanti! Non capisco certi commenti che vogliono distruggere il film! Sicuramente creati a tavolino! D'altronde si sa "L'invidia è una brutta bestia". Basta leggere i commenti sulla rete per rendersi conto che questo è un film SUCCESSO per il pubblico! Io non avevo mai visto gente che piange al cinema e voi? Forse certa gente dovrebbe soltanto andare al cinema per avere quello che si meritano....I cinepanettoni! Il leone di vetro gran bel film! Spero che esca presto in dvd!
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cristina la rossa
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sabato 22 novembre 2014
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un bellissimo ruggito nel silenzio.
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Sono andata a vedere il film" El lèon de vero", naturalmente in compagnia di buoni veneti, il mio parere è positivo, mi è piaciuto molto, seppur svolto con molta semplicità, ha reso intensamente ciò che doveva far percepire.Bellissime le inquadrature, azzeccate le musiche,bravissimi i personaggi, che, entrando intensamente nella parte, hanno trasmesso emozioni.L'ambiente in cui è stato svolto, immerso nella pace, dava un senso di serenItà.
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Sono andata a vedere il film" El lèon de vero", naturalmente in compagnia di buoni veneti, il mio parere è positivo, mi è piaciuto molto, seppur svolto con molta semplicità, ha reso intensamente ciò che doveva far percepire.Bellissime le inquadrature, azzeccate le musiche,bravissimi i personaggi, che, entrando intensamente nella parte, hanno trasmesso emozioni.L'ambiente in cui è stato svolto, immerso nella pace, dava un senso di serenItà. Se si pensa, che il tutto, è stato realizzato economicamente, come risultato, potrei definirlo un piccolo capolavoro. Un surrogato di un pezzo di storia, che ha cambiato il Veneto, ma che molti ancora, ignorano. Sarebbe da proporlo nelle scuole venete, è storia vera, e non possiamo nasconderla. Bravi . Un bellisimo ruggito nel silenzio.
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ruggerozigliotto
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lunedì 17 novembre 2014
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leone di vetro il "solito" film italiano.
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Mi spiace ma come al solito, a me il "compito" di fare il bastian contrario... è un film da vedere assolutamente dal punto di vista storico, perché rende giustizia (poca) al fatto di cosa il Veneto abbia subito con l'unificazione, per il resto un film MEDIOCRE, assenza di "narrativa", fotografia solo a tratti dignitosa, interpretazione non professionale (a parte la contessa Querini e il nonno Alvise da 6+) con l'unico merito di dare, appunto, un visione storica veritiera rispetto alla propaganda italiota, ma che comunque affronta in "superfice" e alimentando in ogni caso lo stereotipo del veneto "classico".
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Mi spiace ma come al solito, a me il "compito" di fare il bastian contrario... è un film da vedere assolutamente dal punto di vista storico, perché rende giustizia (poca) al fatto di cosa il Veneto abbia subito con l'unificazione, per il resto un film MEDIOCRE, assenza di "narrativa", fotografia solo a tratti dignitosa, interpretazione non professionale (a parte la contessa Querini e il nonno Alvise da 6+) con l'unico merito di dare, appunto, un visione storica veritiera rispetto alla propaganda italiota, ma che comunque affronta in "superfice" e alimentando in ogni caso lo stereotipo del veneto "classico"... contadin, imbriagon e con le done "putane"... (l'unica che non si concede è la moglie del fattore per "evidenti" motivi).... sarà un caso che il regista è napoletano??? Un film che andrà a vedere chi è già convinto, lasciando molti dubbi su chi invece è ormai assimilato al sistema, anzi il "sapore" della beffa è ancora più evidente visto che il film (sembra) sia stato finanziato con contributi regionali... e allora visto che il regista è napoletano diciamolo a modo suo: "cornuti e mazziati". Naturalmente il mio è solo un PERSONALE punto di vista, come al solito non avrò capito niente, ma credo sia una produzione adatta a menti "semplici" e con scarso profilo culturale.
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[+] bravo, come al solito non hai capito niente!
(di faunoromano)
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[+] una stella all'ignoranza!
(di eltopo)
[ - ] una stella all'ignoranza!
[+] ma di che parli!
(di perikita)
[ - ] ma di che parli!
[+] brutto film
(di lorisdalpoz)
[ - ] brutto film
[+] non é faccenda di bastian contrario
(di cinemamioz)
[ - ] non é faccenda di bastian contrario
[+] qualcuno che capisce!!!
(di samu86)
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[+] meschino
(di lepanto1571)
[ - ] meschino
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