Child 44 - Il bambino n. 44 |
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Un film di Daniel Espinosa.
Con Tom Hardy, Noomi Rapace, Gary Oldman, Joel Kinnaman, Paddy Considine.
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Titolo originale Child 44.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 137 min.
- USA 2014.
- Adler Entertainment
uscita giovedì 30 aprile 2015.
MYMONETRO
Child 44 - Il bambino n. 44
valutazione media:
3,04
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un gioiellino riuscito a metàdi jackiechan90Feedback: 7144 | altri commenti e recensioni di jackiechan90 |
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giovedì 14 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dalla casa di produzione dei fratelli Scott è uscito questo gioellino imperfetto che è “Child 44”. Gioiellino perché si riconosce il tocco dei fratelli Scott (pur non essendo loro i registi) che unisce cinema di genere e ricerca personale, unita al gusto per le ambientazioni retrò. In questo caso ci si spinge nella Russia Sovietica del dopoguerra, ricostruita nelle ambientazioni, negli oggetti e nei dialoghi colmi di citazioni letterarie e storiche. La vicenda narra degli omicidi brutali da parte di un serial killer di bambini (il famoso “mostro di Rostov”) e di servizi segreti non meno brutali di questo. Una storia che sembra presa da Dürrenmatt per il suo mettere in scena personaggi ambigui e una soluzione che resta in sospeso, risolta più per caso che per le capacità intellettuali dei due improvvisati investigatori, Leo e Arissa, due “traditori del regime” che vedono nella risoluzione del caso la possibilità di un pallido riscatto morale. La capacità di unire generi diversi (al thriller, al melò, al dramma storico) e la forza della ricostruzione d’ambiente non riesce però a non dare l’impressione che comunque il prodotto sia riuscito a metà. Come la soluzione del caso, infatti, lo stesso film appare un pretesto per offrire un gioco di primi piani e fughe rocambolesche, un omaggio (forse indiretto) ai film di Hitchcok, peraltro con la retorica, tutta made in USA, del regime staliniano che rimanda, inevitabilmente, a quello presente. Il tutto però viene diluito con semplicità, liquidato in due parole e con soluzioni troppo semplici facendo, di fatto, una squallida riproduzione di un thriller hitchcockiano ma con meno pathos, meno coinvolgimento. Un’opera, quindi, riuscita a metà pur rimanendo una delle sorprese migliori uscite quest’anno.
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