Attraverso il suo linguaggio gentile e sussurrato, l'abilità narratoria, la bravura degli attori, ed una fotografia semplice e realistica, Linklater, addolcisce l'amara pillola della disgregazione famigliare, facendola inghiottire come un bambino inghiottisce quell'amaro sciroppo, fidandosi delle cure di mamma.
Linklater non è un genio ma è bravo, i suoi film mi piacciono ma trovo pericolosa questa narrazione dolce che oltre che rappresentare questa triste disgregazione, in qualche modo la idealizza, la fa piacere.
La stessa cosa accade nella sua trilogia della Mezzanotte, in ciui anche qui il dolce realismo sembra volerci vendere la misertia di una faiglia separata.
Apprezzo molto che non ci sia la rappresentazione del solito stereotipo del padre incompetente o assente tuttavia anche questo elemento fa parte del gioco della "sana medicina": "la separazione è buona". Se il padre fosse il solito "cattivo", infatti, il gioco non reggerebbe.
La domanda che mi pongo è quanti padri vivrebbero cosi felici lontano dai figli?
Non ricordo un film moderno in cui una famiglia che lotti contro le avversità ce la faccia nonostante tutto. Di solito è l'uomo che ne paga il prezzo, vivendo la sua vita lontano, vedendo i figli sporadicamente oppure è l'uomo che ricopre il ruolo del cattivo (violento, instabile, alcolizzato, ambizioso etc..), fatta forse eccezione per Hungry Soul.
Nell'era della parità di genere, etnica, religiosa credo manchi un tassello importante: nessuno parla dei padri, degli uomini come tali: o sei Capitan America o sei Thanos e tutti quelli che stanno nel mezzo giacciono in silenzio, nella loro vita e nella loro sofferenza.
È una categoria dimenticata, non considerata: l'operaio, l'impiegato, il libero professionista che si alza la mattina, lavora e vive per la sua famiglia, co i suoi meriti e con i suoi difetti.
Un uomo cosí non è attraente, non ha niente da dire. La sua famiglia che lotta ogni giorno, arrivando alla vecchiaia con la moglie accanto non esiste.
Forse i media ci voglio no educare/influenzare alla perdita?
Personalmente rispondo con questa citazione tratta da departed:
"Io non voglio essere un prodotto del mio ambiente. Voglio che la'mbiebte sia un mio prodotto".
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