renato volpone
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venerdì 1 marzo 2013
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le buone cose
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Due bambini crescono insieme nella lontana Siberia sotto la protezione e l'insegnamento del nonno che si fonda su di una rigorosa e antica educazione. Un modo di vivere che a noi può sembrare lontano e fuori luogo, ma che, invece, contiene in sé grandi insegnamenti che rompono l'equilibrio su cui si fonda la società moderna. Il primo insegnamento è che il denaro, provenga esso dal bene o dal male, non deve entrare in casa, ma piuttosto essere sotterrato nel giardino: il denaro è impuro. Il secondo insegnamento è che bisogna amare e difendere i più deboli, i "diversi", perché non possono farlo da soli: loro sono "figli di Dio".
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Due bambini crescono insieme nella lontana Siberia sotto la protezione e l'insegnamento del nonno che si fonda su di una rigorosa e antica educazione. Un modo di vivere che a noi può sembrare lontano e fuori luogo, ma che, invece, contiene in sé grandi insegnamenti che rompono l'equilibrio su cui si fonda la società moderna. Il primo insegnamento è che il denaro, provenga esso dal bene o dal male, non deve entrare in casa, ma piuttosto essere sotterrato nel giardino: il denaro è impuro. Il secondo insegnamento è che bisogna amare e difendere i più deboli, i "diversi", perché non possono farlo da soli: loro sono "figli di Dio". Il terzo insegnamento è che l'amore è forte sopra tutte le cose, l'amore e il rispetto, nonostante ogni regola: e chi vive il vero amore nel giorno del giudizio riabbraccerà l'amato bene. Per raccontarci queste e altre verità, Salvatores ci costruisce un film bellissimo sulle figure di kolima e Gagarin, i due bambini, e Xenja la "figlia di Dio". Immagini nitide e quasi magiche accompagnano il lento scorrere del Fiume Nistrò, sulle cui sponde si alternano momenti di violenza dura, ma necessaria, il pugnale entra e squarcia le carni, a momenti di grande pace e serenità, illuminati dalle colombe che si librano in volo o dalla neve che riscalda l'amicizia e la solidarietà. Ognuno però deve dare il proprio contributo affinché tutto possa funzionare. Metafora dei mali del mondo moderno, questo film è ambientato ai giorni nostri ma sembra lontanissimo, ci è però più vicino di quanto noi possiamo credere o immaginare. Le sue immagini ci entrano dentro con forza e la voce lenta e suadente del Nonno scava nella nostra coscienza. Film da vedere assolutamente in lingua originale, di facile comprensione, ma l'espressione verbale dei protagonisti è indispensabile per la perfetta comprensione del film. Ben recitato può vantare anche una splendida fotografia, musiche adatte e costumi perfetti.
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(di maxgius)
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maria martina
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domenica 3 marzo 2013
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la "meglio" gioventù russa
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Nel guardare "L'educazione siberiana" mi sono resa conto del doppio filo che mi ha sempre legata ad una certa letteratura struggente e fiera propria degli scrittori che hanno raccontato quelle terre. Siamo nel 1980 e 4 giovani ragazzi vengono allevati a suon di odio verso la polizia corrotta, ed il rispetto per le tradizioni e per la vita in ogni sua forma.
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Nel guardare "L'educazione siberiana" mi sono resa conto del doppio filo che mi ha sempre legata ad una certa letteratura struggente e fiera propria degli scrittori che hanno raccontato quelle terre. Siamo nel 1980 e 4 giovani ragazzi vengono allevati a suon di odio verso la polizia corrotta, ed il rispetto per le tradizioni e per la vita in ogni sua forma. Così Kolyma tra un furto e altri piccoli reati, un giorno incontra l'amore negli occhi di una ragazza che "parla la lingua di Dio" e per questo deve essere protetta ed amata. Xenja è lì, bellissima e fragile, spontanea ed ingenua, una bambina nel corpo di una donna. Xenja è ciò che di più bello Kolyma abbia mai visto, è il suo tesoro da salvaguardare in una terra che di lì a poco avrebbe visto lo sradicamento della tradizione per lasciar posto al modello occidentale che avanzava a suon di musica rock, giubbotti di pelle nera e jeans.Il corpo di ogni persona narra però una storia, che Kolyma decide di ricalcare e tatuare sul suo corpo e sul corpo di chiunque abbia intenzione di non dimenticare ciò che la vita gli ha insegnato.Quanta dolcezza in quel nastro azzurro nei capelli di Xenja, e quanta crudeltà negli occhi della nuova Russia corrotta dalle droghe e dalla ribellione che da anni covava sotto cenere impersonificata dall'amico della gioventù più dolce di Kolyma , Yuri , anima fragile, orfano di una terra che non gli ha mai riservato nessun frutto; due bambini e poi due ragazzi che raccontano come il mondo sia cambiato così velocemente da non aver fatto in tempo a mettere in valigia tutto ciò che serviva prima di partire per la nuova vita che attende, e che non aspetta.
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kimkiduk
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domenica 3 marzo 2013
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piaciuto
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Non ho letto il libro purtroppo. Ho letto che il film non è conforme al libro soprattutto per la figura del nonno Kuzja. Quindi il mio giudizio è cinematografico. Anche Kubrick ha fatto film capolavoro da libri facendone sceneggiatura diverse (vedi Shining). Quindi non sono d'accordo che un film debba essere identico ed uguale al libro per essere giudicato bello. L'arte d'altronde è arte perchè ha qualcosa di personale altrimenti sarebbe una copia.
A me è piaciuto soprattutto il fatto che un film italiano e di Salvatores è andato a cercare un tema in terra di Russia. Mi ha fatto strano questo tipo di scelta logistica e da parte di un regista che ha costruito la sua carriera con altro genere di film.
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Non ho letto il libro purtroppo. Ho letto che il film non è conforme al libro soprattutto per la figura del nonno Kuzja. Quindi il mio giudizio è cinematografico. Anche Kubrick ha fatto film capolavoro da libri facendone sceneggiatura diverse (vedi Shining). Quindi non sono d'accordo che un film debba essere identico ed uguale al libro per essere giudicato bello. L'arte d'altronde è arte perchè ha qualcosa di personale altrimenti sarebbe una copia.
A me è piaciuto soprattutto il fatto che un film italiano e di Salvatores è andato a cercare un tema in terra di Russia. Mi ha fatto strano questo tipo di scelta logistica e da parte di un regista che ha costruito la sua carriera con altro genere di film. Ha reso i personaggi, che la critica dice molto diversi dal libro, molto interessanti. Soprattutto un grandissimi Malcovich nella parte di uno splendido NONNO KUZJA. Della Siberia sappiamo poco e mi reputo ignorante se sia esistita una realtà così raffigurata, ma il film è fatto bene e Salvatores lo sa fare questo. I dialoghi anche se non intensi sono belli (soprattutto nei momenti della rappresentazione delle tradizioni). Mi piacerebbe leggere il libro per sapere se la scena del muro di Berlino sia opera del regista o dell'autore. Chiaramente segnale di scelta di vita della Germania Est criticata, come del lupo che diventa cane e perde la propria identità. Ci sono molti spunti sociali interessanti che ne fanno un film importante per cui ero prevenuto prima di vederlo grazie alla critica e che invece reputo assolutamente da gustare e vedere. Bravo Salvatores, bravissimo Malcovich.
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nonsololunpercento
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domenica 3 marzo 2013
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il romanzo di lilin visto in chiave artistica di..
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Il romanzo di Lilin visto in chiave artistica di Gabriele Salvatores.
Oltre il fiume Nistru, che separa attualmente due stati Repubblica Moldova e Trasnistria, vive una comunità di onesti criminali - come si definiscono. Vennero collocati in quella regione a seguito della deportazione forzata in Siberia da parte dell'Urss, presto sarebbero diventati una comunità e poi uno Stato, attualmente riconosciuto solo dalla Russia, dopo la caduta del muro e conseguentemente dell'unione. Con la guerra d'indipendenza nel 1991, finanziata dalla madre patria, combatterono contro le forze moldave per un paio d'anni e a causa del numero elevato di morti avvenne la ritirata di quest'ultima.
Rimatisi con un numero spropositato d'armi e fabbriche specializzate nella produzione, presto sarebbero diventati il covo e l'arsenale privato della Russia post '89, a patto del riconoscimento come stato e introduzione di un governo fantoccio.
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Il romanzo di Lilin visto in chiave artistica di Gabriele Salvatores.
Oltre il fiume Nistru, che separa attualmente due stati Repubblica Moldova e Trasnistria, vive una comunità di onesti criminali - come si definiscono. Vennero collocati in quella regione a seguito della deportazione forzata in Siberia da parte dell'Urss, presto sarebbero diventati una comunità e poi uno Stato, attualmente riconosciuto solo dalla Russia, dopo la caduta del muro e conseguentemente dell'unione. Con la guerra d'indipendenza nel 1991, finanziata dalla madre patria, combatterono contro le forze moldave per un paio d'anni e a causa del numero elevato di morti avvenne la ritirata di quest'ultima.
Rimatisi con un numero spropositato d'armi e fabbriche specializzate nella produzione, presto sarebbero diventati il covo e l'arsenale privato della Russia post '89, a patto del riconoscimento come stato e introduzione di un governo fantoccio.
Il protagonista nato e cresciuto, al di là del fiume, ovvero nell'area "criminale", tenta in un richiesta d'allarme verso l'occidente, ospite di quest'ultimo dopo emigrazione, con un romanzo descrittivo ed elogiativo verso il mondo dei criminali onesti con i più deboli ma feroci contro la polizia. I siberiani pregano dio e impugnano armi, predicando una violenza verso il mondo corrotto dell'ovest, a seguito del crollo del muro, che ospita diversi stili di vita, moda e cultura.
Il film però non riesce a focalizzare l'attenzione sull'ignoranza popolare, sulla pseudo saggezza del nonno Kuzja indotta da insegnamenti ortodosso-religiosi, bensì trasporta l'attenzione dello spettatore verso il giusto pensiero dei criminali onesti, visti da un'unica prospettiva di vita e filosofia.
Visto in chiave moderna, con mille effetti e un cast d'eccezione, il film agli occhi dello spettatore potrà sembrare una venerazione dell'anticomunismo e del patriarcato degli anni passati ma a come parere personale è tutt'altro: è una condanna al conformismo e al ghetto.
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vjarkiv
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martedì 2 luglio 2013
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nonno kuzya è il "filosofo criminale"...
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Nonno Kuzya è il "filosofo criminale" che nel film come nel romanzo "inizia" il nipotino Kolima e il suo amico del cuore Gagarin alle regole della comunità Urka, di origine siberiana, isolata in una sperduta regione della Moldavia, dalle autorità sovietiche proprio per le loro attività criminali. Il principale "insegnamento" è il rispetto per tutte le forme di vita con l'esclusione dei poliziotti, dei banchieri e usurai. Già basta questo assunto per creare una complicità, neanche tanto velata, tra lo spettatore-lettore e il regista e l'autore letterario. La storia si dipana tra comportamenti criminali e generosità inaspettate fino alla tragica conclusione "codificata" dai rigidi principi della comunità.
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Nonno Kuzya è il "filosofo criminale" che nel film come nel romanzo "inizia" il nipotino Kolima e il suo amico del cuore Gagarin alle regole della comunità Urka, di origine siberiana, isolata in una sperduta regione della Moldavia, dalle autorità sovietiche proprio per le loro attività criminali. Il principale "insegnamento" è il rispetto per tutte le forme di vita con l'esclusione dei poliziotti, dei banchieri e usurai. Già basta questo assunto per creare una complicità, neanche tanto velata, tra lo spettatore-lettore e il regista e l'autore letterario. La storia si dipana tra comportamenti criminali e generosità inaspettate fino alla tragica conclusione "codificata" dai rigidi principi della comunità.
Salvatores è riuscito a confezionare un film interessante, sia attorialmente (su tutti Malkovich ) che dal punto di vista estetico. Nella sceneggiatura (pur facendosi aiutare dallo stesso autore del libro Linin) si riscontra qualche incertezza nonché discordanza letteraria, in un'opera che rimane comunque parecchio al di sopra della tetra e banale produzione cinematografica italiana dei nostri giorni.
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bianca46
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giovedì 7 marzo 2013
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stelle vagabonde
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ho apprezzato molto il film di salvatores, e mi piace leggere le recensioni e i commenti del pubblico. io non ho letto il romanzo e forse è stato meglio così, quando ci si addentra nei meandri dei paragoni succede sempre la stessa cosa e non sappiamo o non vogliamo tener presente che si tratta di diverse forme d'arte, entrambe originali ,inevitabilmente si prova delusione,commettendo un grande errore, come quello di apprezzare e stimare la copia di un quadro d'autore quanto l'originale... ma sempre copia è! perciò l'opera di gabriele salvatores è un quadro d'autore "originale", costruito con la maestria che solo un artista sa elaborare e gli attori scelti sono stati i suoi pennelli e i suoi colori
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ho apprezzato molto il film di salvatores, e mi piace leggere le recensioni e i commenti del pubblico. io non ho letto il romanzo e forse è stato meglio così, quando ci si addentra nei meandri dei paragoni succede sempre la stessa cosa e non sappiamo o non vogliamo tener presente che si tratta di diverse forme d'arte, entrambe originali ,inevitabilmente si prova delusione,commettendo un grande errore, come quello di apprezzare e stimare la copia di un quadro d'autore quanto l'originale... ma sempre copia è! perciò l'opera di gabriele salvatores è un quadro d'autore "originale", costruito con la maestria che solo un artista sa elaborare e gli attori scelti sono stati i suoi pennelli e i suoi colori
.la storia può sembrare il racconto di una criminalità , oserei dire ,motivata e quasi giustificata dalle durissime condizioni di vita,ma anche regolata da drastiche norme morali, che non permettono deroghe.
tutto è lecito, rubare , uccidere , ma solo se queste azioni sono rivolte verso il potere, in ogni sua forma, e verso chi lo esercita.
straordinaria la figura del nonno,punto di riferimento della famiglia e faro direzionale dei nipoti. il carcere però cambia le persone e gagarin ne è la prova... niente sarà più come prima!
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diomede917
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domenica 3 marzo 2013
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educazione tatuata
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Dopo un film fortemente milanese come Happy Family, Gabriele Salvatores allarga decisamente i suoi orizzonti realizzando il suo totalmente in inglese, con cast tecnico e di attori internazionali seguendo il percorso intrapreso (con successo) anche da Castellitto e Tornatore quest’anno.
Come i suoi ultimi film anche questo è la trasposizione cinematografica di un grande successo letterario in Italia….l’ormai cult Educazione Siberiana la pseudo biografia dell’autore Nicolai Lilin che ha avuto un padrino d’eccezione come Roberto Saviano.
Educazione Siberiana vede protagonista il cecchino russo Kolima che durante una missione ripercorre 10 anni di ricordi all’interno della comunità dei “criminali onesti” del clan dei siberiani….
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Dopo un film fortemente milanese come Happy Family, Gabriele Salvatores allarga decisamente i suoi orizzonti realizzando il suo totalmente in inglese, con cast tecnico e di attori internazionali seguendo il percorso intrapreso (con successo) anche da Castellitto e Tornatore quest’anno.
Come i suoi ultimi film anche questo è la trasposizione cinematografica di un grande successo letterario in Italia….l’ormai cult Educazione Siberiana la pseudo biografia dell’autore Nicolai Lilin che ha avuto un padrino d’eccezione come Roberto Saviano.
Educazione Siberiana vede protagonista il cecchino russo Kolima che durante una missione ripercorre 10 anni di ricordi all’interno della comunità dei “criminali onesti” del clan dei siberiani….periodo dove viene formato al rigido codice d’onore impartito dal “Cattivo maestro” nonno Kuzja.
Bisogna premettere che l’Educazione Siberiana film ha come base di partenza l’Educazione Siberiana libro per poi tradirlo vivendo un’opera a se stante.
Dell’opera letteraria mantiene la trasposizione dell’etica delle regole ferree grazie all’interpretazione di un John Malkovich che si cala nel personaggio di nonno Kuzja con una incredibile immedesimazione, lo schema narrativo con i suoi continui sbalzi temporali e soprattutto il romanzo di formazione dell’infanzia del protagonista che è anche il momento più intenso del film chiara dimostrazione che Salvatores è a suo agio a dirigere quella fascia d’età.
Gli sceneggiatori Rulli e Petraglia decidono di elevare a co-protagonsta il migliore amico di Kolima,Gagarin focalizzando la storia sul parallelismo e l’antagonismo dei due ragazzi…..tra chi è ligio alle tradizioni che lo hanno formato e chi vuole andare al passo coi tempi…..una sorta di metafora dell’ex unione sovietica dopo la caduta del muro di Berlino.
Antagonismo che si trasforma in una di menage a trois con Xenia una bella ragazza “Voluta da Dio” (così vengono chiamati dalla comunità i ritardati mentali).
Onestamente ho trovato questa forzatura il vero anello debole del film, gli sceneggiatori pescano nel loro passato per rappresentare questa situazione…..più volte ho avuto la sensazione di rivedere il rapporto a tre de La meglio gioventù Lo Cascio, Boni e la problematica Jasmine Trinca con tanto di suonata al pianoforte nella notte.
Per fortuna alla regia c’è un premio Oscar come Salvatores che mette in campo il suo genio e diverse sono le scene che rimangono impresse dalla fotografia della banda da bambini (chiaro omaggio a C’era una volta in America), al racconto del lupo e il suo branco con John Malkovich un tutt’uno con il capo branco, la scena della giostra con la musica occidentale di David Bowie (mi ha ricordato molto Truffaut), la pulizia del tavolo sporcato dai soldi (momento di rottura tra il vecchio e il nuovo) fino all’intenso finale dove il protagonista dimostra come gli insegnamenti del nonno, quell’educazione siberiana che da il titolo alla storia siano stati percepiti, metabolizzati, fissati nella memoria e tatuati sulla pelle.
Educazione Siberiana è un film che alterna momenti buoni (tanti) ad altri meno riusciti ma che comunque rappresenta un cammino evolutivo del nostro cinema verso storie ad ampio raggio.
Voto 6,5
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joker 91
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domenica 3 marzo 2013
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un buon salvatores
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Educazione Siberiana è l'ultima scommessa del Premio Oscar Gabriele Salvatores,un film difficile ed piuttosto duro da digerire. La storia sociologica della Siberia è rappresentata benissimo attraverso i 4 protagonisti siberiani che ci raccontano un mondo malvagio,malato e in degrado. Il film è una panoramica sociale molto ben rappresentata,Malkovich bravissimo come al solito ma in secondo piano,il cast non sfigura e Salvatores lascia un film riuscito a metà con troppe poche vere emozioni... che ci si aspetta solitamente da un film d'autore. Buon lavoro
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zummone
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mercoledì 29 maggio 2013
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salvatores, che delusione....
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C'era una volta la criminalità con un'etica. I siberiani, ghettizzati da Stalin nel sud ovest della Russia, uomini con un loro codice particolare di comportamento: violenti fino all'omicidio, ma che disprezzano la droga e soprattutto gli uomini in divisa, qualunque essa sia. Salvatores porta sul grande schermo il romanzo di successo omonimo, scritto da Nicolai Lilin e pubblicato da Einaudi in Italia.
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C'era una volta la criminalità con un'etica. I siberiani, ghettizzati da Stalin nel sud ovest della Russia, uomini con un loro codice particolare di comportamento: violenti fino all'omicidio, ma che disprezzano la droga e soprattutto gli uomini in divisa, qualunque essa sia. Salvatores porta sul grande schermo il romanzo di successo omonimo, scritto da Nicolai Lilin e pubblicato da Einaudi in Italia. La storia è quella del giovane Kolima, cresciuto dal nonno Kuzja (John Malkovic), nel culto della tradizione. Dall'adolescenza, in cui insieme a tre amici, angeli con la faccia sporca, muove i passi in un mondo feroce e in una comunità di forte carattere identitario, passando per la scelta di diventare tatuatore, fino alla decisione, apparentemente contraddittoria, di arruolarsi nell'esercito, dando la caccia ai terroristi. Il film alterna, dopo la premessa sull'infanzia del protagonista, episodi di vita quotidiana, fino a svelare il motivo della scelta di Kolima, di diventare soldato.
Salvatores ha una perizia notevole, dietro la cinepresa e innegabile è la resa degli interpreti: cast tutto lituano di giovani attori, su cui si impone il veterano e bravissimo Malkovic, e fa macchia il tatuatore di Peter Stormare. Musiche funzionali e una bella fotografia, che esalta le scene in esterno e i chiaroscuri più intimi, degli interni. Ma è la sceneggiatura che zoppica: Rulli e Petraglia, eminenti scrittori del nostro cinema, non trovano il modo di far decollare la storia, che alterna pagine riuscite (l'infanzia, il furto degli stivali, la scena liberatoria sulla giostra), a momenti sbiaditi (il passaggio in carcere, bello ma troppo stringato) e personaggi poco riusciti (la figura di Xenja non si riesce a inserire bene). Un film riuscito a metà, con ambizioni epiche soltanto mantenute in parte. La storia si congela, nella neve in cui si muovono i personaggi, e non scalda il cuore.
Peccato, anche se merita uno sguardo.
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flyanto
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lunedì 4 marzo 2013
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come molti giovani furono cresciuti prima del crol
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Film tratto dal romanzo autobiografico dello scrittore russo Nicolai Lilin in cui viene raccontata la "filosofia di vita" a cui il ragazzo sin dall'infanzia è stato educato seguendo le regole ed i principi impartitigli dal nonno. Dedicandosi a furtarelli prima, azioni punitive dopo sino ad azioni criminali più serie ed all'omicidio vero e proprio il ragazzo trascorrerà in carcere anche un periodo della sua giovinezza sino al suo volontario esilio verso i paesi occidentali. Un destino che lo accomuna a molti altri suoi compagni d'infanzia appartenenti alla stessa comunità, etnia e religione, sebbene a lui sembra essere riservato, tutto sommato, un destino migliore.
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Film tratto dal romanzo autobiografico dello scrittore russo Nicolai Lilin in cui viene raccontata la "filosofia di vita" a cui il ragazzo sin dall'infanzia è stato educato seguendo le regole ed i principi impartitigli dal nonno. Dedicandosi a furtarelli prima, azioni punitive dopo sino ad azioni criminali più serie ed all'omicidio vero e proprio il ragazzo trascorrerà in carcere anche un periodo della sua giovinezza sino al suo volontario esilio verso i paesi occidentali. Un destino che lo accomuna a molti altri suoi compagni d'infanzia appartenenti alla stessa comunità, etnia e religione, sebbene a lui sembra essere riservato, tutto sommato, un destino migliore. Molto semplificata rispetto alla trama originale del romanzo, questa pellicola comunque rende abbastanza chiaramente l'idea dei principi e degli ideali in base ai quali la gioventù siberiana prima del crollo del Muro e dell' influenza del mondo occidentale è cresciuta e maturata, seguendo ovviamente una morale del tutto particolare. Il protagonista riuscirà a salvarsi meno violenta e non più legata a delle tradizioni che ormai fanno parte di un passato ormai desueto ed anacronistico. Il personaggio principale di Kolima è tutto sommato un personaggio positivo per il quale non si può non avere una sorta di simpatia, ma messo a confronto con gli altri suoi compagni molto più immorali o, addirittura, amorali, si capisce anche il perchè ne esce in maniera più positiva. Azzeccata, direi, la scelta più o meno di tutti gli attori tra i quali spicca enormemente ed in maniera altamente carismatica John Malkovich nella parte del nonno. Insomma, un film, se non riuscito pienamente, comunque a grandi linee abbastanza interessante nella sua tematica.
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