andrea giostra
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lunedì 4 novembre 2013
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adrenalinico!
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Adrenalinico: è questa la migliore definizione possibile del bellissimo film diretto da Paul Greengrass, con l’eccellente sceneggiatura di Billy Ray, che con gli ultimi due capitolo della trilogia sull’agente segreto Jason Bourne, aveva già dato ampia prova della sua cristallina classe ed abilità nel suscitare emozioni forti e ad alta tensione. Captain Phillips, con un superbo Tom Hanks che certamente sarà candidato all’Oscar hollywoodiano come miglior attore protagonista, è un film impeccabile nella costruzione della tensione narrativa di un fatto realmente accaduto nel 2009 nel Mare Arabico dell’Oceano Indiano. Greengrass cattura e imprigiona lo spettatore all’interno di un pathos cinematografico che cresce lento ed inesorabile durante tutto il succedersi delle scene che si concludono con un impatto emozionale che colpisce scientificamente allo stomaco lo spettatore in modo straordinariamente incisivo.
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Adrenalinico: è questa la migliore definizione possibile del bellissimo film diretto da Paul Greengrass, con l’eccellente sceneggiatura di Billy Ray, che con gli ultimi due capitolo della trilogia sull’agente segreto Jason Bourne, aveva già dato ampia prova della sua cristallina classe ed abilità nel suscitare emozioni forti e ad alta tensione. Captain Phillips, con un superbo Tom Hanks che certamente sarà candidato all’Oscar hollywoodiano come miglior attore protagonista, è un film impeccabile nella costruzione della tensione narrativa di un fatto realmente accaduto nel 2009 nel Mare Arabico dell’Oceano Indiano. Greengrass cattura e imprigiona lo spettatore all’interno di un pathos cinematografico che cresce lento ed inesorabile durante tutto il succedersi delle scene che si concludono con un impatto emozionale che colpisce scientificamente allo stomaco lo spettatore in modo straordinariamente incisivo. Anche gli attori somali non professionisti sono bravissimi, ed anche in questo il merito va certamente al regista.
Ma non è la storia raccontata nel film che deve interessare lo spettatore: si ritrovano déjà vu ed elementi cinematografici scontati e già ripetuti centinaia di volte in altrettanti centinaia di film di produzione statunitense.
E’ invece la magistrale narrazione cinematografica l’elemento che fa del film di Greengrass un capolavoro del genere drammatico-thriller.
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tatiana micaela truffa
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sabato 2 novembre 2013
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buoni o cattivi, non è la fine
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<<Dev'esserci un altro modo per vivere, che pescare e rapire gente.>>
<<Forse in America Irish, forse in America.>>
La superba recitazione di Tom Hanks è sempre capace di per sè a trasformare un film in un gran bel film; e anche questa volta Tom Hanks non delude le aspettative.
Ma c'è molto di più: Captain Phillips è un capolavoro.
La storia vera della nave mercantile capitanata dal valoroso Capitan Phillips (Tom Hanks) lungo la pericolosa tratta che porta cibo e aiuti umanitari alla Somalia.
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<<Dev'esserci un altro modo per vivere, che pescare e rapire gente.>>
<<Forse in America Irish, forse in America.>>
La superba recitazione di Tom Hanks è sempre capace di per sè a trasformare un film in un gran bel film; e anche questa volta Tom Hanks non delude le aspettative.
Ma c'è molto di più: Captain Phillips è un capolavoro.
La storia vera della nave mercantile capitanata dal valoroso Capitan Phillips (Tom Hanks) lungo la pericolosa tratta che porta cibo e aiuti umanitari alla Somalia.
Quindi: da una parte Capitan Phillips ed il suo equipaggio (nuovo, da addestrare, che afferma di "non essere pagato per affrontare i Pirati") e dall'altra i somali (uno straordinario cast di persone "vere", attori non professionisti che si sono dimostrati assolutamente all'altezza!).
I Pirati somali sono affamati, disperati, sfruttati dai loro stessi connazionali, non del tutto consapevoli, allo sbando e per questo pronti a tutto, con un unico sogno: depredare navi, arricchirsi, e andare un giorno a vivere negli Stati Uniti.
In questo film non ci sono banalmente "buoni e cattivi", ma la cruda realtà, fatta straordinariamente rivivere da una regia che definirei senza sbavature, inquadrature perfette e - ci tengo a ribadirlo - dalla sublime recitazione di Tom Hanks e dell'intero cast.
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andrelibero
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sabato 2 novembre 2013
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l'ingiustizia del mondo moderno.
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Premetto che da anni mi interesso e mi informo sulla pirateria moderna e quindi sapevo gia come sarebbe stata la storia del film e comunque visto che sono interessato all'argomento ho deciso di visionare il suddetto film al cinema. Sono rimasto molto soddisfatto della rappresentazione della vicenda, il film porta a creare un gran livello di tensione e il come sempre bravissimo Tom Hanks ci fa immedesimare nelle sofferenze del personaggio. Molto bravi anche gli interpreti dei pirati somali che decisamente non sfigurano davanti al protagonista. Oltre che all'azione il film punta a evidenziare l'ingiustizia del mondo moderno, da una parte la poverta la miseria e lo sfruttamento e dall'altra il consumismo e lo sfruttamento dei poveri abitanti del terzo mondo.
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Premetto che da anni mi interesso e mi informo sulla pirateria moderna e quindi sapevo gia come sarebbe stata la storia del film e comunque visto che sono interessato all'argomento ho deciso di visionare il suddetto film al cinema. Sono rimasto molto soddisfatto della rappresentazione della vicenda, il film porta a creare un gran livello di tensione e il come sempre bravissimo Tom Hanks ci fa immedesimare nelle sofferenze del personaggio. Molto bravi anche gli interpreti dei pirati somali che decisamente non sfigurano davanti al protagonista. Oltre che all'azione il film punta a evidenziare l'ingiustizia del mondo moderno, da una parte la poverta la miseria e lo sfruttamento e dall'altra il consumismo e lo sfruttamento dei poveri abitanti del terzo mondo. Dopo i grandi sequestri degli anni passati, oggi gli armatori delle navi che passano vicino alla Somalia si sono finalmente decisi ad imbarcare guardie armate per proteggere i marinai e la nave, cosa che, combinata al pattugliamento delle flotte militari internazionali, ha portato alla diminuzione dei sequestri (l'ultimo risalirà circa a più di un anno fa) anche se comunque si rilevano ancora attacchi. Per chi fosse interessato all'argomento consiglio di visitare la pagina della missione atalanta Eunavfor e il sito Maritime Bulletin Home che riporta anche gli altri incidenti di pirateria che accadono in tutto il Mondo.
Per concludere un ottimo film ricco di azione interpretato da degli ottimi attori e che fa riflettere.
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[+] condanna esemplare?
(di stefania73 )
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[+] somalia terra di nessuno @stefania73
(di andrelibero)
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[+] acque internazionali....
(di hollyver07)
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[+] ottimo film, suscita rancore verso i pirati!
(di sverin)
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jaylee
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giovedì 7 novembre 2013
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un eroe normale in un avventura straordinaria
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Paul Greengrass, uno dei migliori registi di action movies degli ultimi tempi (a lui si deve la trilogia di Bourne e il più recente Green Zone), sceglie Tom Hanks per portare sullo schermo una storia vera, ovvero l’abbordaggio di una nave cargo USA da parte di una barchetta di pirati somali e il conseguente rapimento lampo del capitano della nave, ovvero Richard Phillips. Inutile aggiungere dettagli alla trama perché sarebbero solo “spoiler” di quella che è a tutti gli effetti un’entusiasmante avventura vera con personaggi veri.
Iniziamo subito col dire che era un bel po’ che non vedevamo un Tom Hanks così in forma e così in parte, anzi per alcuni versi le sue ultime scelte (tra cui il tremendo Larry Crowne da lui diretto, l’incomprensibile Cloud Atlas e la nefasta accoppiata Codice Da Vinci e Angeli e Demoni), sembravano averne delineato una parabola definitivamente discendente rispetto ai fasti del periodo che va da Forrest Gump (1994) fino a Prova a Prendermi (2003).
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Paul Greengrass, uno dei migliori registi di action movies degli ultimi tempi (a lui si deve la trilogia di Bourne e il più recente Green Zone), sceglie Tom Hanks per portare sullo schermo una storia vera, ovvero l’abbordaggio di una nave cargo USA da parte di una barchetta di pirati somali e il conseguente rapimento lampo del capitano della nave, ovvero Richard Phillips. Inutile aggiungere dettagli alla trama perché sarebbero solo “spoiler” di quella che è a tutti gli effetti un’entusiasmante avventura vera con personaggi veri.
Iniziamo subito col dire che era un bel po’ che non vedevamo un Tom Hanks così in forma e così in parte, anzi per alcuni versi le sue ultime scelte (tra cui il tremendo Larry Crowne da lui diretto, l’incomprensibile Cloud Atlas e la nefasta accoppiata Codice Da Vinci e Angeli e Demoni), sembravano averne delineato una parabola definitivamente discendente rispetto ai fasti del periodo che va da Forrest Gump (1994) fino a Prova a Prendermi (2003). Invece, proprio sfruttando una sua vena drammatica quasi realista quasi mai portata alla ribalta, il buon vecchio Tom ci dimostra che ancora ha qualche cartuccia da sparare. Il suo Capitano Phillips, leader che fa dell’astuzia e dell’empatia le sue armi da eroe di tutti i giorni, ha tutte le qualità che ci si potrebbe aspettare da qualcuno che si trova in una situazione che, seppure non impossibile per delle responsabilità come le sue, ne rappresenta la prova del fuoco, quando capita quella volta nella vita. Un po' come è capitato per il -purtroppo- nostrano Comandante Schettino con esiti -purtroppo- tristemente diversi.
Sarà la sua umanità a guidare gli altri nel momento di crisi, ed il suo semplice e diretto coraggio ad affrontare i pirati somali, un gruppetto di disperati, forse resi ancor più pericolosi dalla loro inesperienza ed improvvisazione, guidati da Muse (un Barkhad Abdi di una espressività dilaniante). Si scoprirà un negoziatore umile e pieno di risorse (non potrà non ricordare il Paul Rusebagina di Hotel Rwanda), con uno spirito a cui farà estremo affidamento fino al quasi crollo finale.
Con Captain Phillips, il regista Greengrass ha il pregio di creare un film sicuramente commerciale, ma che non cede a facili nazionalismi manichei (bianco americano buono – nero somalo cattivo), anzi delinea quella che apparentemente è una semplice storia di criminalità contro l’uomo comune come la conseguenza di uno scellerato globalismo. Di fatto i pirati, smascherati, non sono altro che pescatori che non hanno più niente da pescare (essendo il loro mare depauperato dai grandi e moderni pescherecci) e che non hanno altra possibilità che mettersi nelle mani di Signori della Guerra che li armano con fragili barchette e fucili rubati, riempiendogli lo stomaco di solo Qat, foglie di droga simili con effetti simili alla coca, che li anestetizzano alla fame e alla fatica. Ma questi “criminali” sono Davide di fronte al Golia che affrontano e che, a differenza della storia biblica, non può che sfociare in un destino già scritto. Straordinaria la freddezza, e tutto sommato la facilità, con cui vengono affrontati dai Navy Seals statunitensi (e qui si vede il tocco, già visto per esempio in The Green Zone, del regista).
Molto ben diretto, teso e per niente scontato, nonostante sia una storia “nota”. Da vedere. (www.versionekowalski.it)
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sohck
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domenica 3 novembre 2013
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ricchezza e miseria - mondi a confronto
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Una superba interpretazione del regista Paul Greengrass e dell' attore Tom Hannks di una storia vera ambientata nei nostri tempi. Phillips, capitano di un enorme nave americana per trasporto merci si trova a navigare le acque internazionali confinati con la Somalia (mare ormai noto per la presenza di pirati che sequestrano navi e ciurma per poi chiederne il riscatto), ben presto le voci che giravano si rivelarono vere, 2 imbarcazioni mal equipaggiate ma cariche di uomini armati erano pronti ad assalire la nave, che vennero all'inizio prontamente messe fuori uso, ma la disperazione e la povertà che ci sono mostrate nelle scene iniziali del film, ci danno modo di capire la tenacia di questi uomini che dopo mille peripezie riescono a entrare sulla nave che metteranno a soqquadro in cerca di denaro e di riscatto, ma le cose non vanno per il verso giusto e ben presto i pirati costretti alla ritirata riescono a portare con loro soltanto Phillips che verrà contrattato con la marina Americana pronta a fermare il ritorno dell' imbarcazione in territori nazionali.
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Una superba interpretazione del regista Paul Greengrass e dell' attore Tom Hannks di una storia vera ambientata nei nostri tempi. Phillips, capitano di un enorme nave americana per trasporto merci si trova a navigare le acque internazionali confinati con la Somalia (mare ormai noto per la presenza di pirati che sequestrano navi e ciurma per poi chiederne il riscatto), ben presto le voci che giravano si rivelarono vere, 2 imbarcazioni mal equipaggiate ma cariche di uomini armati erano pronti ad assalire la nave, che vennero all'inizio prontamente messe fuori uso, ma la disperazione e la povertà che ci sono mostrate nelle scene iniziali del film, ci danno modo di capire la tenacia di questi uomini che dopo mille peripezie riescono a entrare sulla nave che metteranno a soqquadro in cerca di denaro e di riscatto, ma le cose non vanno per il verso giusto e ben presto i pirati costretti alla ritirata riescono a portare con loro soltanto Phillips che verrà contrattato con la marina Americana pronta a fermare il ritorno dell' imbarcazione in territori nazionali.
Il quadro della situazione appare chiaro sin dall' inizio, la semplicità e la scorrevolezza della trama ti fanno digerire il film senza alcuno sforzo, senza mai cadere nella ripetitività e nell ovvietà, il regista riesce a farti tenere incollati gli occhi allo schermo fino alla fine della storia ricca di suspance e di colpi di scena pronti dietro l'angolo.
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filippo catani
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lunedì 4 novembre 2013
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una storia davvero avvincente
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Una nave portacointainer viene presa in ostaggio da un gruppo di giovani pirati somali nel 2009. La nave è guidata dall'esperto e coraggioso capitano Philips che dovrà cercare di salvare la vita dei suoi marinai e anche soprattutto la sua. Ispirato a fatti realmente accaduti.
La storia è veramente toccante ed emozionante specialmente perchè lo spettatore è consapevole fin da subito che le vicende narrate sono tratte da una storia vera. Un altro merito di questo film è quello di evitare facili semplificazioni della serie buoni contro cattivi; se infatti da una parte vediamo i membri dell'equipaggio della nave costretti a fronteggiare i pirati per un miserio stipendio e muniti di soli idranti dall'altra parte troviamo un ritratto quasi "comprensivo" di questi uomini.
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Una nave portacointainer viene presa in ostaggio da un gruppo di giovani pirati somali nel 2009. La nave è guidata dall'esperto e coraggioso capitano Philips che dovrà cercare di salvare la vita dei suoi marinai e anche soprattutto la sua. Ispirato a fatti realmente accaduti.
La storia è veramente toccante ed emozionante specialmente perchè lo spettatore è consapevole fin da subito che le vicende narrate sono tratte da una storia vera. Un altro merito di questo film è quello di evitare facili semplificazioni della serie buoni contro cattivi; se infatti da una parte vediamo i membri dell'equipaggio della nave costretti a fronteggiare i pirati per un miserio stipendio e muniti di soli idranti dall'altra parte troviamo un ritratto quasi "comprensivo" di questi uomini. Molto spesso infatti ci si limita a definirli pirati ma poi si tratta di poveri pescatori più o meno disperati che i signori del crimine locale assoldano per pochi dollari come si evince da un dialogo tra il "leader" del gruppo e Philips. Un mondo dove si vive con meno di un dollaro al giorno e dove si muore di fame e dissenteria mentre l'Occidente continua a vivere nella sua opulenza lavandosi la coscienza con qualche elemosina (è infatti da non credere che con i mezzi di cui disponiamo non sia possibile alleviare la sofferenza di queste persone ma sappiamo bene che lo si fa a causa di interessi ben precisi che stanno a monte ma non è questa la sede giusta per soffermarcisi). Bisogna dire che anche la seconda parte quando scendono in campo le forze americane è costruita con equilibrio mostrando l'intervento delle forze speciali senza inutili sbandieramenti di muscoli e retorica. Forse però il vero punto focale del film è la splendida interpretazione di un ritrovato Tom Hanks che ormai avvezzo a svariati ruoli come regista o produttore quando si tratta di recitare è capace di grandi performance (e anche di qualche flop). In un momento finale quando ormai è provato fisicamente e psicologicamente dalla lunga detenzione, l'uomo si abbandona alla disperazione ed è impossibile per lo spettatore non identificarsi in lui tanto che ci potrebbe anche stare una nomination all'Oscar in attesa di vederlo nei panni (dicono riusciti) di Walt Disney. Insomma un film ben cogegnato dotato di ottimi dialoghi e un gran ritmo che non delude e che anzi fa anche riflettere.
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michele marconi
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lunedì 11 novembre 2013
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tra la vita e la morte corrono 134 min di tensione
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Phillips, capitano di una nave mercantile statunitense, subisce l'attacco da parte di un gruppo di pirati somali.
Capitan Phillips- Attacco in Mare Aperto non è un capolavoro sotto il punto di vista della trama, tuttavia il suo valore (percepibile anche dai meno esperti) riside sicuramente nel magistrale lavoro che il regista Greengrass è riuscito a svolgere sulle dinamiche tra i personaggi della suo film. L'abitità recitativa di Tom Hanks (divenuta ormai garanzia di spessore) la fa da padrone e, combinata una ripresa non troppo ferma, rapisce lo spettatore per proiettarlo in prima persona nella scena, tra le acque internazionali.
La relazione che ci unisce al protagonista è volutamente protesa alla ricerca di un'empatia emotiva.
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Phillips, capitano di una nave mercantile statunitense, subisce l'attacco da parte di un gruppo di pirati somali.
Capitan Phillips- Attacco in Mare Aperto non è un capolavoro sotto il punto di vista della trama, tuttavia il suo valore (percepibile anche dai meno esperti) riside sicuramente nel magistrale lavoro che il regista Greengrass è riuscito a svolgere sulle dinamiche tra i personaggi della suo film. L'abitità recitativa di Tom Hanks (divenuta ormai garanzia di spessore) la fa da padrone e, combinata una ripresa non troppo ferma, rapisce lo spettatore per proiettarlo in prima persona nella scena, tra le acque internazionali.
La relazione che ci unisce al protagonista è volutamente protesa alla ricerca di un'empatia emotiva. La tensione e l'ansia vissuta dal capitano diventa quella dello spettatore, messo alla prova anche dal punto di vista mentale. Per quanto viscerale si dimostri sotto il versante emotivo, il rapporto con Phillis presenta un limite sapientemente fissato e che impedisce al pubblico di raggiungere una piena identificazione con personaggio. Ogni ragionamento, pensiero e strategia sviluppata mentalmente dal personaggio, infatti, rimane un'incognita che interroga. Si lascia intuire, dunque, che la calma del protagonista è quella di un giocatore di scacchi che, in una situazione complicata, non rinuncia ad usare la logica per trovare una scappatoia. Suscitata la curiosità, lo spettatore si distrae nello stimolante tentativo di leggegli nella mente e nelle sfaccettature della sua figura così ferma e risoluta riesce a trattenere parzialmente l'angoscia del sentirsi ostaggio.
Il film gioca sul ribaltamento di due ruoli: quello di vittima e di soggiogante. Da una parte troviamo l'America (sicuramente responsabile e in qualche misura artefice del cattivo tempo del sud del mondo) il cui rappresente si ritrova ostaggio impotente; dall'altra la Somalia, paese povero, alle prese con una società consapevole del proprio stato di disagio economico, la cui realtà piratesca cerca riscatto. In un vortice di isteria e rassegnazione troviamo le figure degli antagonisti. Il gruppo di assalitori si presenta variegato, ogni personaggio possiede una caratterizzazione specifica: in alcuni spicca il lato umano, in altri la follia soffocante nel sapersi senza possibile redenzione, in altri ancora si cammina sul filo della responabilità e del dovere. Sebbene la diversità dei personaggi sia marcata ed evidente, è possibile cogliere la disperazione come il denominatore comune che cerca riscatto solo nel miraggio della ricchezza. Riuscitissima e chiara, comunque, l'idea registica di non generalizzare e di non strutturare i personaggi come un'immagine in negativo di Phillips.
Capitan Phillips - Attacco in Mare Aperto è un film perfetto per le serate in cui si è disposti a lasciarsi coinvolgere pienamente dalla visione. Nella tensione di un momento in cui è in gioco la vita o la morte, Paul Greengrass riesce a farci tenere l'attenzione alta senza cali. In un perenne climax, la risposta emotiva dello spettatore diviene parte integrale del valore del film. Un plauso, infine, per una colonna sonora azzeccatissima che accompagnata da uno strepitoso Tom Hanks. Il tutto fa di questo titolo un must-see.
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diomede917
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mercoledì 6 novembre 2013
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oh cpitano mio capitano
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Ispirato alla storia vera del mercantile Alabama preso d’assalto dai pirati somali esce nei cinema Captain Philips-Attacco in mare aperto…..dimostrando anche questa volta che quest’anno la politica delle Major sia quelle di arrivare alla quantità con la qualità.
E dopo Rush e Gravity abbiamo il terzo validissimo esempio di quello che definisco Blockbuster d’autore di cui sono un grande fan.
La vera forza dell’ottimo esito del film sta sia nella sceneggiatura di ferro di Billy Ray che (e soprattutto) nella scelta di farlo dirigere da Paul Greengrass il quale è già abituato a storie di dirottamenti come United ’93.
Ma qui come linguaggio stilistico siamo nei pressi di Bloody Sunday…… fin dalle prime scene nel Vermont il taglio è dichiaratamente semidocumentaristico con telecamera a spalla a seguire i protagonisti, inoltre l’apertura con Captain Philips che parla con la moglie dell’educazione dei figli ha il chiaro intento di rappresentare un eroe di tutti i giorni fortemente umano con problemi quotidiani….
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Ispirato alla storia vera del mercantile Alabama preso d’assalto dai pirati somali esce nei cinema Captain Philips-Attacco in mare aperto…..dimostrando anche questa volta che quest’anno la politica delle Major sia quelle di arrivare alla quantità con la qualità.
E dopo Rush e Gravity abbiamo il terzo validissimo esempio di quello che definisco Blockbuster d’autore di cui sono un grande fan.
La vera forza dell’ottimo esito del film sta sia nella sceneggiatura di ferro di Billy Ray che (e soprattutto) nella scelta di farlo dirigere da Paul Greengrass il quale è già abituato a storie di dirottamenti come United ’93.
Ma qui come linguaggio stilistico siamo nei pressi di Bloody Sunday…… fin dalle prime scene nel Vermont il taglio è dichiaratamente semidocumentaristico con telecamera a spalla a seguire i protagonisti, inoltre l’apertura con Captain Philips che parla con la moglie dell’educazione dei figli ha il chiaro intento di rappresentare un eroe di tutti i giorni fortemente umano con problemi quotidiani….
Ed è il parallelismo con i due Capitani della storia quello a capo della nave mercantile e quello dei pirati la vera chiave di volta di tutta la storia, un parallelismo avvolto da un tragico realismo.
I pirati, non vengono rappresentati come degli invasati religiosi, ma sono degli scheletri disperati che esprimo con gli occhi la loro triste situazione……. mentre il capitano americano con il suo equipaggio sono ben lontani da una rappresentazione alla Steven Seagal (come il sottotitolo poteva far presagire) sono dei padri di famiglia un po’ bolsi uniti dalla professionalità e dal gran senso del dovere.
Greengrass riesce a tenere alta la tensione per tutti i 134 minuti del film nonostante si sappia fin dall’inizio come andrà a finire grazie allo stato dei due interpreti Barkhad Abdi, bravissimo nell’interpretare Muse pirata e sotto sotto un signore, e un sempre più in parte Tom Hanks.
Da ammirare i 5 minuti finali dove è ormai un tutt’uno con il proprio personaggio ed esplode in tutta la sua umanità e fragilita…… una scena che lo mette subito in lizza per una nomination ai prossimi Oscar
Voto 7,5
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 9 novembre 2013
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gli sguardi dei protagonisti valgono il biglietto
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Quando ti accorgi che un film è bello ed interessante e non hai buttato via i tuoi soldi? Uno dei parametri più importanti è il tempo: se arriva la subito al fine e due ore di film ti sembrano volate via in un soffio significa che il regista ha saputo creare un buon film pieno di azione e “senza cadute” nella trama.
Questo capita anche per “Captain Phillips – Attacco in mare aperto” di Paul Greengrass (The Bourne Ultimatum e The Bourne Supremacy) dove Tom Hanks è sicuramente autore di una grande interpretazione.
E d’altro canto Hanks è l’unico attore di un certo livello che recita nel film attorniato da interpreti praticamente sconosciuti che però se la cavano molto bene.
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Quando ti accorgi che un film è bello ed interessante e non hai buttato via i tuoi soldi? Uno dei parametri più importanti è il tempo: se arriva la subito al fine e due ore di film ti sembrano volate via in un soffio significa che il regista ha saputo creare un buon film pieno di azione e “senza cadute” nella trama.
Questo capita anche per “Captain Phillips – Attacco in mare aperto” di Paul Greengrass (The Bourne Ultimatum e The Bourne Supremacy) dove Tom Hanks è sicuramente autore di una grande interpretazione.
E d’altro canto Hanks è l’unico attore di un certo livello che recita nel film attorniato da interpreti praticamente sconosciuti che però se la cavano molto bene..
Il film è tratto da un episodio realmente avvenuto nel 2009 con pirati somali che attaccano la nave americana Maersk Alabama. Non abbiamo seguito il fatto di cronaca in maniera così approfondita, quindi non sappiamo dire se e quanto il film sia corrispondente alla realtà, ma di certo siamo in presenza di un ottimo film, perché la vicenda a cui assistiamo è molto verosimile alla realtà.
Le scene rendono perfettamente l’idea del dramma che deve aver vissuto il capitano Phillips ma anche del dramma che vivono gli africani.
Due mondi a confronto, due modi di vivere la vita diversi, ma soprattutto tanta adrenalina, perché il film è una continua tensione e i 134 minuti passanti velocissimi.
A velocizzare il film però non sono le scene di azione, ma la tensione palpabile che si respira nelle parole di Tom Hanks – Phillips, ma soprattutto negli sguardi, profondi, agghiaccianti, sia del capitano che del capo dei pirati.
Ecco questi sguardi che dicono – e non le parole – da sole valgono il prezzo del biglietto.
Un gran bel film, molto particolare e assolutamente da non perdere.
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gianleo67
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lunedì 3 marzo 2014
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le memorie di un capitano coraggioso
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Storia (romanzata e drammatizzata) del dirottamento della nave mercantile americana MV Maersk Alabama ad opera di pirati somali nell'Aprile del 2009, tratta dalle vicende autobiografiche del suo capitano Richard Philips rapito durante l'arrembaggio e poi liberato grazie all'intervento della marina USA.
Perfettamente in linea tanto con il suo stile improntato ad un iperrealismo dinamico e adrenalinico, quanto con le ultime tendenze di un cinema yankee impegnato in un propagandismo 'culturale' su più fronti, il regista britannico 'alleato' P.Greengrass si lancia in un concitato adattamento cinematografico del primo, storico dirottamento di una nave cargo battente bandiera americana in più di 200 anni di storia e confermando la sua predilezione per lo studio delle dinamiche relazionali e delle implicazioni tecniche per le situazioni critiche già dimostrato con la triste storia dello 'United 93' (là era al-Qaida , qui 'no al-Qaida!').
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Storia (romanzata e drammatizzata) del dirottamento della nave mercantile americana MV Maersk Alabama ad opera di pirati somali nell'Aprile del 2009, tratta dalle vicende autobiografiche del suo capitano Richard Philips rapito durante l'arrembaggio e poi liberato grazie all'intervento della marina USA.
Perfettamente in linea tanto con il suo stile improntato ad un iperrealismo dinamico e adrenalinico, quanto con le ultime tendenze di un cinema yankee impegnato in un propagandismo 'culturale' su più fronti, il regista britannico 'alleato' P.Greengrass si lancia in un concitato adattamento cinematografico del primo, storico dirottamento di una nave cargo battente bandiera americana in più di 200 anni di storia e confermando la sua predilezione per lo studio delle dinamiche relazionali e delle implicazioni tecniche per le situazioni critiche già dimostrato con la triste storia dello 'United 93' (là era al-Qaida , qui 'no al-Qaida!'). Partendo dalla studiata architettura di un montaggio parallelo tra il viaggio di un 'capitano coraggioso' e buon padre di famiglia (impersonato dal sempreverde naufrago di ritorno Tom Hanks) dal Vermont al Golfo di Aden e da quello assai più triste e drammatico di una manovalanza tribale al soldo dei signori della guerra somali, Greengrass sviluppa il suo bravo discorso su di una tragica convergenza di destini in una globalizzazione delle rotte dove necessità economiche e doveri professionali incrociano al largo di un martoriato 'Corno d'Africa' dove si incontrano chi porta aiuti (umanitari) con le buone e chi è invece deciso a prenderseli con le cattive. Riconducendo l'osservazione realistica di un mero fatto di cronaca nera (camera mobile e veloci cambi in soggettiva) ad una più sottile riflessione culturale e sociale. Tecnicamente ammirevole per la capacità di gestire tempi e spazi drammatici, il film si articola nelle tre parti di una tragica escalation in cui si passa dalle studiate tecniche di arrembaggio e deterrenza alla gestione di un sequestro condotto come una 'caccia al topo' (da stanare) per concludersi con le concitate vicende di una spietata negoziazione in cui le parti in campo sono impari e la salvezza dell'ostaggio è un'opzione comunque subordinata all'annientamento della minaccia ostile (non si dica mai che l'America ceda a ricattatori e terroristi vari). Pur nei limiti di un'operazione che presenta un evidente rischio ideologico ('l'arrivano i nostri' è una tentazione sempre presente nell'epopea a stelle strisce della minaccia globale), l'autore tiene il polso di una adeguata e credibile caratterizzazione della 'psicologia della tensione' anche grazie all'ottimo lavoro di fino del buon Hanks, addestrato in modo impeccabile a mantenere il sangue freddo e distrarre dialetticamente i suoi carcerieri almeno fino alla carneficina finale dove deflagra, improvvisa ma non inaspettata, la tradizione sanguinaria di un neo-imperialismo difensivo.
Sentire poi i 'marines' che leggono i propri diritti all'unico somalo sopravvissuto,benchè suoni paradossale, è una comprensibile concessione romanzesca allo sceneggiatore. Diverse nomination per una auspicabile ribalta nella notte delle stelle.
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