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lunedì 3 ottobre 2022
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contro l'omofobia che è un folle retaggio del passato
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Sono perfettamente d'accordo con chi si batte per i diritti dei cosidetti " Diversi " . Diversi come orientamento Sessuale; ma a volte superiori ai cosidetti " normali " in opere morali.Tra gli omosessuali sono quasi 0 i casi di abusi sui minori. Mentre è tra i cosidetti " normali " che avvengono i più efferati abusi sui minori.. In fede Valter Gilenardi Valtergilenardi@gmail.com Saluti da Lecce
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castelmagno
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lunedì 12 ottobre 2020
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ma quale pornografia d''egitto.
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Voi la pornografia ce l'avete nel cervello, la vedete ovunque.
Provate a ripulirvi se ci riuscite.
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domenica 2 agosto 2020
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la vita di adele
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Bellissima recensione..complimenti!
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luanaa
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sabato 7 luglio 2018
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la vita naturale di adele
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Adele è eterosessuale.Non si ritrova nei cerchi magici dei gay. Si ritrova persa e dispersa nei rapporti casuali con gli uomini. Adele ha fame, troppa fame di cibo e di amore. Si ritroverà sola col suo insegnamento e coi suoi bambini. Si innamora e fa sesso con Emma, una donna inserita in un suo mondo e che la spinge ad entrarci. Ma Adele ha una sua personalità. E' viva, naturale, senza pregiudizi e destinata alla solitudine. Il film è sentito con splendide immagini.
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arianne
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venerdì 23 marzo 2018
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toccante e originale!
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E’ una storia d’Amore meravigliosa. Ciò che colpisce del film è l’originalità con cui la storia viene raccontata al pubblico. E’ un amore Reale, una storia che fa sognare per il modo in cui nasce ma che tiene con i piedi per terra per tutta la durata del film..Fa sognare perché racconta di un colpo di fulmine ricambiato da entrambe le protagoniste, e dimostra come sia potente il destino sulle loro vite. Le due ragazze si rincontrano una seconda volta, “per caso”, e da quell’incontro non si separeranno più. Il loro legame nasce dal loro primo sguardo e, probabilmente, durerà per tutta la loro vita.
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E’ una storia d’Amore meravigliosa. Ciò che colpisce del film è l’originalità con cui la storia viene raccontata al pubblico. E’ un amore Reale, una storia che fa sognare per il modo in cui nasce ma che tiene con i piedi per terra per tutta la durata del film..Fa sognare perché racconta di un colpo di fulmine ricambiato da entrambe le protagoniste, e dimostra come sia potente il destino sulle loro vite. Le due ragazze si rincontrano una seconda volta, “per caso”, e da quell’incontro non si separeranno più. Il loro legame nasce dal loro primo sguardo e, probabilmente, durerà per tutta la loro vita. Il regista ha voluto analizzare i sentimenti e le emozioni contrastanti della vita di coppia delle due donne, facendoci vivere in prima persona le loro emozioni; come tutte le storie reali, la convivenza comporta delle difficoltà, in questo caso portando a galla delle diversità caratteriali e soprattutto di interessi, che portano Adele a soffrire e a sentirsi meno apprezzata per la vita che conduce. La storia d’amore raggiunge l’apice delle emozioni con una brusca rottura. Quello che resta bene impresso nel cuore di chi osserva è che ogni singola emozione e passione viene mostrata in tutta la sua forza ed entra prepotentemente nella nostra anima. Ci sembra di non essere semplice spettatore ma di vivere quelle gioie e quei momenti di disperazione e di sofferenza in prima persona. Questo film è magico perché non è solo una storia da guardare ma da vivere. Pe me il significato del film è che bisogna vivere la propria vita seguendo il proprio istinto, lasciandosi trasportare dal fiume di emozioni che ci pervadono e vedere fino a dove ci conduce. (follow rivers) Ogni storia merita di essere vissuta a pieno, sarà poi il destino a deciderne il suo percorso. La fine del film è molto triste e per certi versi inaspettata, così come il colpo di fulmine di per sè. Credo che non lasci molto all’immaginazione: anche se la storia d’amore finisce perché la vita conduce Emma ad una strada nuova..nel suo cuore rimarrà sempre vivo e indelebile il ricordo di Adele, il loro amore è stato così profondo che durerà per sempre nelle loro anime.
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alessandro
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mercoledì 6 dicembre 2017
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impressionante bravura di adele e di kechiche
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Impressionante come la macchina da presa entri nella protagonista, svelandone anima e corpo senza bisogno che i pensieri vengano dichiarati e le emozioni divengano azioni. Adele grazie alla sua bravura e alla sensibilità del regista diventa un libro aperto, la sua immagine ritratta in ogni momento comunica più e meglio delle parole.
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dandy
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lunedì 16 ottobre 2017
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una vita travagliata di certo.
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Dalla graphic novel "Il blu è un colore caldo" di Julie Maroh(e "La vita di Marianne",citato all'inizio),un film smisurato ed eccessivo,ma innegabilmente potente e sentito,non tanto sulla difficoltà della diversità sessuale(appena accennata) quanto sull'impossibilità di trovare la vera gioia e la realizzazione in un mondo dove la solitudine sembra inevitabile.Le piccole miserie,le sofferenze della protagonista sono quelle che ogniuno,almeno una volta nella vita,ha vissuto sulla propria pelle.Ed è con foga ossessiva che il regista,come di consueto,ce le mostra nel dettaglio,quasi con sadismo(il litigio tra Adele ed Emma,il loro incontro al bar dove),così come le varie scene di sesso,che rasentano la pornografia(e ovviamente non è mancato lo scandalo).
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Dalla graphic novel "Il blu è un colore caldo" di Julie Maroh(e "La vita di Marianne",citato all'inizio),un film smisurato ed eccessivo,ma innegabilmente potente e sentito,non tanto sulla difficoltà della diversità sessuale(appena accennata) quanto sull'impossibilità di trovare la vera gioia e la realizzazione in un mondo dove la solitudine sembra inevitabile.Le piccole miserie,le sofferenze della protagonista sono quelle che ogniuno,almeno una volta nella vita,ha vissuto sulla propria pelle.Ed è con foga ossessiva che il regista,come di consueto,ce le mostra nel dettaglio,quasi con sadismo(il litigio tra Adele ed Emma,il loro incontro al bar dove),così come le varie scene di sesso,che rasentano la pornografia(e ovviamente non è mancato lo scandalo).Non meno opprimenti sono i momenti"normali",come Adele alle prese coi suoi giovanissimi alunni,o le cene con familiari o colleghi.Il disagio che accompagna la protagonista fino alla fine del film(emblematica l'ultima inquadratura dove si allontana sola in una strada deserta)si trasmette allo spettatore che non può restare indifferente.Ed è anche il motivo principale per cui molta gente non lo apprezzerà,perchè è un film che tocca molti tasti dolenti e comuni a tutti.Anche la durata rappresenta un ostacolo,ma prendere o lasciare,resta un film memorabile,con due interpreti perfette.Elogiate a Cannes dalla giuria presieduta da Steven Spielberg,dove il film ha vinto la Palma d'oro.
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sadicomic
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domenica 15 ottobre 2017
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non ce l'ho fatta ad arrivare alla fine ...
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Mi domando che banalita' resterebbe se alla curiosita' del maschio togli le varie scene saffiche. La prima la guardi tutta anche attento, la seconda per meta', la terza la salti perche' non ne puoi piu'. Troppa banalita' in una storia di vita ( dicono loro) dove di vita vissuta ce ne poca. Non sono riuscito ad arrivare alla fine e mi sono addormentato ma poi l' ho rivisto perche' volevo vedere la fine.
L' ho visto tutto tranquilli e mi ha lasciato davvero poco o nulla.
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withwanderingsteps
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martedì 3 ottobre 2017
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sono una donna e questa è la mia storia - 2
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Era da tanto che non vedevo un film "francese". Dico francese non come origine, ma come stile. Mi son sentita rassicurata, perché il film francese è un altro spartito, un altro registro musicale rispetto all'americano a cui purtroppo i nostri occhi si sono abituati, come le nostre orecchie si sono assuefatte alla scala di Do e ai ritmi reggaeton estivi. Il film francese di una volta, realista, non taglia i tempi morti, perché sono i tempi morti che rendono simile il film alla vita, non taglia le scene di sesso perché il sesso è una parte fondamentale della vita. Fenomenale l'attrice a mio avviso che impersona Adele, dopo circa un quarto d'ora grazie alla camera mobile si è davvero dentro, non a un reality, ma alla sua realtà.
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Era da tanto che non vedevo un film "francese". Dico francese non come origine, ma come stile. Mi son sentita rassicurata, perché il film francese è un altro spartito, un altro registro musicale rispetto all'americano a cui purtroppo i nostri occhi si sono abituati, come le nostre orecchie si sono assuefatte alla scala di Do e ai ritmi reggaeton estivi. Il film francese di una volta, realista, non taglia i tempi morti, perché sono i tempi morti che rendono simile il film alla vita, non taglia le scene di sesso perché il sesso è una parte fondamentale della vita. Fenomenale l'attrice a mio avviso che impersona Adele, dopo circa un quarto d'ora grazie alla camera mobile si è davvero dentro, non a un reality, ma alla sua realtà. Imperfetta, non ha trucco, mangia con la bocca piena, ha sempre il moccio al naso, fuma la sigaretta coi capelli in mezzo.
Mi son sentita di nuovo adolescente tramite lei, ho rivissuto tante cose, il primo amore, il bullismo a scuola, anni di disperazione per l'amore finito.
Chi lo definisce un film noioso e lento suggerisco di riflettere sui registri dei principali registi europei degli anni 50-70, di guardarsi Godard, o l'Albero degli Zoccoli di Olmi, o il Satyricon di Fellini.... e di domandarsi se non sia meglio, invece di sprecare tempo, andare direttamente a vedere Fast and Furious 27.
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walterleonardi
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venerdì 1 settembre 2017
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niente di nuovo sotto il sole dei sentimenti
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Adele è una ragazza di quindici anni, ansiosa di vivere l’amore e la vita. Con le compagne di liceo condivide le prime cotte e le prime curiosità sessuali, e si invaghisce di un ragazzo della sua età, Thomas, al quale si concede senza troppa voglia. Ma l’amore, come scrive Marivaux, è predestinazione: sarà una ragazza dai capelli blu incontrata casualmente per strada e ritrovata in un locale gay a rubarle il cuore. La storia d’amore con Emma si rivelerà per Adele una fonte inesauribile di emozioni contrastanti, ora deliziose ed estasianti, ora dolenti e faticose. In ogni caso, sarà per lei un’occasione di crescita.
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Adele è una ragazza di quindici anni, ansiosa di vivere l’amore e la vita. Con le compagne di liceo condivide le prime cotte e le prime curiosità sessuali, e si invaghisce di un ragazzo della sua età, Thomas, al quale si concede senza troppa voglia. Ma l’amore, come scrive Marivaux, è predestinazione: sarà una ragazza dai capelli blu incontrata casualmente per strada e ritrovata in un locale gay a rubarle il cuore. La storia d’amore con Emma si rivelerà per Adele una fonte inesauribile di emozioni contrastanti, ora deliziose ed estasianti, ora dolenti e faticose. In ogni caso, sarà per lei un’occasione di crescita.
Palma d’oro a Cannes 2013, il film di Kechiche si affaccia significativamente sulla scena cinematografica francese nell’anno “caldo” dei dibattiti e delle manifestazioni per l’approvazione della legge sui matrimoni omosessuali, e certamente registra il clima acceso, ma al contempo liberatorio, di un cambiamento per la società francese.
L’amore che il regista tunisino racconta si erge al di sopra di pregiudizi e convenzioni sessuali, si alimenta della confusione dei sentimenti e dei generi, si disvela in tutta la sua potenza nell’esplosione dei sensi e nella nudità dei corpi. Il tutto raccontato con una macchina da presa sempre in movimento, ad inseguire ricercati primi piani, capaci di raccontare gli anni (e i pugni) in tasca di un’adolescente che cresce, e forse anche di indagare la “misteriosa debolezza del volto umano”, per dirla con Sartre, citato come paladino della libertà e dei diritti (anche gay) in una scena del film.
Una storia di amore e adolescenza, dunque, con momenti di elevata delicatezza e rara sensibilità, che fanno tornare alla memoria i baci rubati e la libertà di Truffaut. Ma il film non sfugge, purtroppo, ad evidenti semplificazioni, scadendo nel cronachistico quando cerca di raccontare il sociale (i cortei di protesta degli studenti, le manifestazioni per i diritti degli omosessuali) e nel convenzionale e déjà vu per gli sviluppi del racconto di un'educazione sentimentale, talvolta anche nel sentimentalismo o nel romanticismo giovanilistico più seriale.
Le tensioni tra i protagonisti e il mondo esterno sono accennate ma poco indagate, i conflitti interni alla coppia ridotti a mere diversità caratteriali e attitudinali tra le protagoniste. La lunga durata del film non contribuisce a scandagliare tematiche e situazioni che tendono a rimanere in superficie, e tre ore di pellicola appaiono eccessive e spropositate per una storia d’amore che, non fosse per l’inconsuetudine (al cinema, ovviamente) del genere sessuale, apparirebbe già vista e ritrita. Le lunghissime, estenuanti scene di amplesso cadono anch’esse nel noioso calderone: il loro insistito, “scandaloso” realismo appare incongruo rispetto alla dichiarata levità e alla delicatezza dell’opera e le rende assimilabili a meri momenti softcore avulsi dal contesto filmico (tant'è che a tratti vien da chiedersi se si tratti di Vita di Adele o di Histoire d'O.).
Resta, tuttavia, la novità e il fragore del “film manifesto”, destinato a durare proprio per come riadatta convenzioni e topoi di tanto cinema, anche non eccelso, alle nuove esigenze e al cambiamento dei tempi.
Forse la Palma d’oro era eccessiva, ma il francese, si sa, è sempre pro domo sua. Mirabile, in ogni caso, la direzione delle attrici, Léa Seydoux e Adéle Exarchopoulos, che concedono senza remore allo sguardo indiscreto della macchina da presa le loro anime e, soprattutto, i loro corpi.
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