“La costruzione di un amore spezza le vene delle mani, mescola il sangue col sudore, se te ne rimane
La costruzione di un amore non ripaga del dolore è come un altare di sabbia in riva al mare ....
e intanto guardo questo amore che si fa più vicino al cielo, come se dopo tanto amore, bastasse ancora Il cielo ….”
“La costruzione di un amore” - Ivano Fossati
Pur essendo da sempre uno dei temi per eccellenza del cinema, pochi film hanno saputo raccontare l’amore assoluto, disperatamente viscerale e struggente, come Alabama Monroe. Quella che il titolo in italiano definisce semplicemente una storia d’amore ha in realtà una potenza emotiva e una intensità capaci di emozionare e commuovere anche il più insensibile degli spettatori. E senza nessuna retorica, senza ricatti.
Ci emoziona con la sincerità e la dolcissima umanità di Didier ed Elise, travolti prima dalla passione e dalla felicità più autentica, poi dalla sofferenza della malattia e dal dolore più lancinante. Didier è un barbuto musicista belga di country-bluegrass, un po’ hippy e un po’ cowboy, un gigante buono con i miti dell’America e del cantante Bill Monroe. L’incontro casuale con Elise, bellissima tatuatrice dall’anima sensibile e spirituale, è un colpo di fulmine per entrambi. Se la passione è irresistibile, non meno sinceri e corrisposti sono i sentimenti. Apparentemente molto diversi si scoprono complementari, vanno subito a vivere assieme. Elise entra nel gruppo di Didier come cantante solista. La magia della storia d’amore si corona con l’arrivo di Maybelle, una splendida bambina che cresce libera e felice tra i cavalli e le galline.
Ma un destino atroce spezza l’equilibrio della loro felicità, frattura un cerchio d’amore che sembrava infrangibile. La piccola Maybelle è malata di tumore al midollo spinale.
Con una regia e un montaggio straordinari, il regista belga Felix Van Groeningen racconta la terribile odissea della coppia e della bambina attraverso una serie di flashback, alternando in una struttura ellittica i momenti di gioia e di spensieratezza del passato alla sofferenza del calvario della piccola Maybelle. Meravigliose e toccanti sono le sequenze dei concerti, le canzoni raccontano da sole la storia, arrivando dritte al cuore degli spettatori. Le interpretazioni di Didier ed Elise hanno una intensità tale da stordire. Dal gioco di sguardi e di sorrisi delle prime esibizioni si passa agli occhi spenti e tristi delle ultime, i loro sguardi non si incrociano più. Dopo aver lottato senza risparmiarsi, quando la tragedia si compie Didier ed Elise sono consumati dalla sofferenza, svuotati di ogni forza. Reagiscono in modo diverso, incompatibile. Lui, razionalista e pragmatico, urla la sua rabbia contro la religione oscurantista e la politica di Bush che vieta la sperimentazione sulle cellule staminali. Elise, invece, cerca una speranza nella fede e nella spiritualità. Il crollo psicologico e l’elaborazione del lutto incrineranno ancora di più il loro cerchio d’amore, già fratturato dal dolore della malattia.
La potenza delle emozioni che Didier ed Elise riescono a trasmettere non sarebbe tale senza una coppia di attori semplicemente formidabili: Johan Heldenbergh e Veerle Baetens recitano con un’empatia e un livello di identificazione stupefacenti. Le stesse canzoni sono davvero cantate da loro due e suonate dal gruppo.
Va detto che l’attore belga è anche autore della piece teatrale da cui è tratta la sceneggiatura del film, in parte autobiografica. Quanto a Veerle Baetens, è incredibile che il cinema si sia accorto così tardi di un talento di questa portata: riesce a trasmettere i diversi stati d’animo con una naturalezza e un magnetismo ammalianti.
Niente da dire, il regista fiammingo ha centrato un capolavoro, rischiando molto, tra l’altro, considerate le tematiche difficili e scivolosissime.
Ha meritatamente conteso l’Oscar a Sorrentino fino all’ultimo e conquistato molti premi importanti, significativo il premio del pubblico al festival berlinese. Alabama Monroe non finisce con i titoli di coda, ti resta appiccicato alla pelle per giorni, ti accompagna assieme alle commoventi canzoni della colonna sonora e al ricordo dei due protagonisti. Anche il finale è superbo, un colpo al cuore. Il cerchio di Alabama Monroe non si spezza, malgrado tutto l’amore non si arrende. I due cuori trafitti dal dolore non si divideranno. La canzone “Will the circle be unbroken” con cui si apre il film si compie ...“il cerchio si chiuderà”.
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