World Invasion

Alieni che invadono la Terra. E fin qui, niente di nuovo. Di nuovo semmai c’è il nuovo approccio con cui la “classica” invasione viene oggigiorno presentata, approccio che recita così: in 5 minuti gli alieni arrivano e iniziano a distruggere tutto.
Nessun tipo di approfondimento né di comprensione di chi/cosa sia l’alieno, tanto da far sembrare un giocattolone fantascientifico come Indipendence Day un capolavoro di trama e tessuto narrativo.
Qui gli alieni sono i soliti mostri biomeccanici con armi impiantate e la loro vera forma è quella di disgustosi bitorzoli in ebollizione; sono una presenza sempre incombente ma allo stesso tempo distante, fanno agguati, colpiscono e si dileguano, più come vietcong che come invasori intergalattici.
La difesa della Terra (e in questo caso di LA) è affidata al solito plotone di marines supecazzuti guidati da Aaron Eckhart, il solito supermarine con un tormento interiore che dovrà superare per difendere la città. I personaggi sono appena abbozzati e non minimamente approfonditi. Più che altro si va per stereotipi, quindi Eckhart è il marine tormentato, poi c’è il giovane tenente con la moglie incinta, il nero che deve sposarsi a breve e Michelle Rodriguez che ormai si è auto-impantanata nel sempiterno ruolo di “dura e incazzosa”.
Il film per qualcosa come 100 interminabili minuti ci porta nella guerriglia urbana di Los Angeles, in un accumulo tale di spari, sparatorie, agguati ed esplosioni da venire a noia. La città in rovina, sconvolta dalla guerra, è resa bene, lo stile è quello della camera mossa tanto popolare dai tempi di Salvate il Soldato Ryan ma non c’è mai vera tensione. Tutto è prevedibile, tutto è telefonato.
World Invasion ha inoltre il non trascurabile difetto di essere intriso di un patriottismo così pacchiano e sfacciato da risultare stucchevole e indigesto persino a un pubblico americano, figuriamoci a noi. Una decina di marine praticamente da soli salvano la città, gli alieni sono in grado di viaggiare nello spazio ma non di trovare copertura e si fanno bellamente sforacchiare dai marine, ci sono veterinarie in grado di vivisezionare gli alieni e il film vorrebbe pure essere preso sul serio di fronte a siffatte ridicolaggini.
Gli attori sono solo manichini messi lì per sparare e dire qualche battuta di un machismo così marchiano da far ridere. Aaron Eckhart è solo un tizio con occhi azzurrissimi e il “mento a culo” messo lì come incarnazione vivente di tutti i valori americani, che non ha minimamente la statura (e nemmeno la simpatia) di uno Stallone o uno Schwarzenegger dei tempi d’oro.
World Invasion è un film che (fortunatamente) svanirà nell’oblio. Lo si potrebbe guardare per far fuori un chilo di popcorn ma va innanzitutto guardato senza prenderlo minimamente sul serio, cioè l’esatto contrario di ciò che il film vorrebbe fare, finendo con lo sfiorare la comicità involontaria.

                                               Rickard