osteriacinematografo
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giovedì 1 marzo 2012
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un sorprendente gus van sant
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In un tempo che pare sospeso, Enoch, un ragazzo cupo e silenzioso, vagabonda per la città in cerca di morti da vegliare, osservare, scrutare; egli frequenta i funerali cittadini quotidianamente, alla ricerca di un segno, di un particolare, di una risposta. Durante un servizio funebre incontra Annabel, una ragazza vivace e intrigante che comprende subito l’estraneità del giovane al contesto, ma ne asseconda le mosse.
In un percorso che attraversa uno spazio che non è lo stesso in cui gli altri si muovono, i due adolescenti iniziano a conoscersi e si spogliano gradualmente dei propri segreti : Enoch ha perso i genitori in un terribile incidente d’auto da cui egli stesso si è miracolosamente salvato; deceduto per alcuni istanti, si è poi ripreso da un coma di tre mesi, trovando al risveglio Hiroshi, un kamikaze della seconda guerra mondiale che lo accompagna nelle sue divagazioni solitarie.
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In un tempo che pare sospeso, Enoch, un ragazzo cupo e silenzioso, vagabonda per la città in cerca di morti da vegliare, osservare, scrutare; egli frequenta i funerali cittadini quotidianamente, alla ricerca di un segno, di un particolare, di una risposta. Durante un servizio funebre incontra Annabel, una ragazza vivace e intrigante che comprende subito l’estraneità del giovane al contesto, ma ne asseconda le mosse.
In un percorso che attraversa uno spazio che non è lo stesso in cui gli altri si muovono, i due adolescenti iniziano a conoscersi e si spogliano gradualmente dei propri segreti : Enoch ha perso i genitori in un terribile incidente d’auto da cui egli stesso si è miracolosamente salvato; deceduto per alcuni istanti, si è poi ripreso da un coma di tre mesi, trovando al risveglio Hiroshi, un kamikaze della seconda guerra mondiale che lo accompagna nelle sue divagazioni solitarie. Anabel invece è una malata di tumore terminale che tenta di vivere quel che le resta con disincanto, coraggio e una spiccata e vorace curiosità verso il mondo naturale.
Dunque la morte, sfiorata o vissuta, passata o prossima, accomuna un’amicizia che diviene amore: Enoch e Annabel vivono la loro storia in modo doloroso ma non patetico, interpretando in modo originale un tempo ristretto ma prezioso, inscenando persino la morte di lei, quasi ad esorcizzare un evento che i due sentono addosso e affrontano con naturalezza. Enoch ha conosciuto il buio della morte, trascorre il tempo con il fantasma di un uomo che ha scelto di morire per la patria, e frequenta la morte dei funerali per riscattare il fatto di non aver salutato degnamente il padre e la madre; Annabel invece ha una data di scadenza, ha la forza della consapevolezza di un evento certo e ineluttabile, e si accosta con grazia e garbo alla morte e alle persone che soffrono per lei, citando sovente quello strano uccellino che ogni sera all’imbrunire crede di morire, e poi al mattino si risveglia e canta la follia di una vita che non si aspetta.
L’opera possiede una dolcezza naturale e spontanea, come se non fosse frutto dell’artificio cinematografico: c’è il dolore ma non la disperazione che spesso caratterizza film simili, c’è una storia essenziale e priva delle componenti enfatiche e ampollose del melodramma. Gus Van Sant sorprende per la scelta di genere: conserva il suo stile e non eccede mai, mostrando un amore poetico che della morte si nutre, tanto che i due protagonisti vivono una loro vita parallela, trasognata, tanto fugace quanto intensa.
I due attori sono eccellenti: Mia Wasikowska si conferma su standard notevoli, e la sua figura esile si muove con forza e leggerezza sulla scena; l’esordiente Henry Hopper invece stupisce per la presenza/assenza che riesce a donare al suo personaggio, per la sua vaga ed elusiva imperscrutabilità, per quello sguardo enigmatico che non par provenire da un ragazzo di vent’anni, per la postura del corpo a tratti bizzarra, per quel sorriso ambiguo e tentennante che riempie lo spazio e sostituisce le parole che Enoch avrebbe dovuto pronunciare al funerale di Annabel.
Poco prima del precipizio finale, la Morte chiede alla Vita: “Ce la farai?” – La Vita non ne è certa, e scuote il capo in senso obliquo.
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blinkato
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mercoledì 29 febbraio 2012
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brutto
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Assolutamente da non vedere...molto brutto come film. che peccato.
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rosario velardi
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martedì 28 febbraio 2012
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la morte come componente della vita
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Amo particolarmente Van Sant, in questo suo nuovo film riprende un argomento a lui molto caro, l'universo adolescenziale, lo aveva fatto molto bene in Paranoid park ma anche in Elephant man.
L'amore che resta è un film "dolcissimo" su come la vita possa essere vissuta intensamente anche quando la morte è dietro l'angolo. I due protagonisti conosciutosi ad un funerale scoprono di avere entrambi un rapporto particolare con la morte, l'imminente morte di lei non farà da ostacolo a una storia d'amore intensa e tipicamente adolescenziale. Il film conoscendo la filmografia di Van Sant si snoda su una trama probabilmente prevedibile ma altamente emotiva con la solita tipicità dei suoi film, è un regista che ha sempre amato l'universo giovanile, questa volta lo fa con questa bella storia d'amore che sa emozionare e accrescere la stima per il suo lavoro.
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Amo particolarmente Van Sant, in questo suo nuovo film riprende un argomento a lui molto caro, l'universo adolescenziale, lo aveva fatto molto bene in Paranoid park ma anche in Elephant man.
L'amore che resta è un film "dolcissimo" su come la vita possa essere vissuta intensamente anche quando la morte è dietro l'angolo. I due protagonisti conosciutosi ad un funerale scoprono di avere entrambi un rapporto particolare con la morte, l'imminente morte di lei non farà da ostacolo a una storia d'amore intensa e tipicamente adolescenziale. Il film conoscendo la filmografia di Van Sant si snoda su una trama probabilmente prevedibile ma altamente emotiva con la solita tipicità dei suoi film, è un regista che ha sempre amato l'universo giovanile, questa volta lo fa con questa bella storia d'amore che sa emozionare e accrescere la stima per il suo lavoro.
Ottima interpretazione di due attori poco più che ventenni, a volte i film più belli sono interpretati da non necessariamente professionisti.
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nalipa
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lunedì 27 febbraio 2012
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van san....... delicato?
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In quanto da Gus Van Sant il pubblico non si aspetta certo "La delicatezza"
Ok. dato l'argomento ossia la morte durante l'aolescenza é stato riguardevole da parte del regista tanto garbo....ma siccome proprio la morte ritengo non sia mai garbata... pensavo che avrebe trattato l'argomento in modo più definito ....
M A G N I F I C I entrambi i protagonisti.... che meritavano un film più coraggioso.
Straordinaria la somiglianza con il padre di Henry hopper.
E' comunque un film che si guarda volentieri in attesa della scena di svolta ...che non arriva!
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binda
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mercoledì 8 febbraio 2012
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una storia d'amore
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E' un film profondo che ci insegna come si può convivere con la morte.
E' un inno alla vita, alla gioia di vivere.
Una storia delicata, dolcissima tra due adolescenti in difficoltà che si interrogano sul tema della morte.
Lo spaesato Enoch che a causa di un incidente rimane orfano e ritorna alla vita dopo tre mesi di coma.
Annabel che ha un cancro, sa di dover morire ma vuole vivere la sua breve esistenza felice fino all'ultimo istante.
Enoch a Annabel si incontrano casualmente e decidono di rendere indimenticabile il poco tempo che resta loro da sperimentare insieme.
Enoch si vota all'amore e si apre alla vita.
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E' un film profondo che ci insegna come si può convivere con la morte.
E' un inno alla vita, alla gioia di vivere.
Una storia delicata, dolcissima tra due adolescenti in difficoltà che si interrogano sul tema della morte.
Lo spaesato Enoch che a causa di un incidente rimane orfano e ritorna alla vita dopo tre mesi di coma.
Annabel che ha un cancro, sa di dover morire ma vuole vivere la sua breve esistenza felice fino all'ultimo istante.
Enoch a Annabel si incontrano casualmente e decidono di rendere indimenticabile il poco tempo che resta loro da sperimentare insieme.
Enoch si vota all'amore e si apre alla vita. Una vita che alla fine chiederà il conto ma che gli concederà la bellezza del ricordo di momenti meravigliosi.
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mancap
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lunedì 14 novembre 2011
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l'amore che restless
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ehm... l'amore che resta e restless sono lo stesso film
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mattia0702
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domenica 23 ottobre 2011
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bello bello bello!
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Ottimo film. Bellissima storia, personaggi ben caratterizzati, splendida fotografia e assolutamente godibile. Uno di quei film da cui esci pensando, misurandoti con un argomento difficile come la morte, che ti costringe a misurarti anche con la vita. Peccato sia stato poco distribuito.
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marcus rahl
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sabato 22 ottobre 2011
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gus.... ti ricordi "elephant"?
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Ho visto "Restless".. è ORRENDOOO!!! DELUSIONE TOTALE! Non credevo che un regista come Gus Van Sant potesse cadere così in basso.. Storia banale(ma quello si intravedeva dal trailer) e(quel che è peggio) resa in una maniera indegna(ci sono scene come quella della "finta morte" che rasentano davvero il comico)... MA CHE SENSO HA? La sceneggiatura è scritta coi piedi, la caratterizzazione dei personaggi non esiste( il fantasma per esempio se c'era o non c'era era uguale e non viene approfondito minimamente se non per la smielata lettera d'amore con cui si conclude il film) e la regia è PESSIMA! Ci sono scene RIDICOLE (e sono più d'una).
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Ho visto "Restless".. è ORRENDOOO!!! DELUSIONE TOTALE! Non credevo che un regista come Gus Van Sant potesse cadere così in basso.. Storia banale(ma quello si intravedeva dal trailer) e(quel che è peggio) resa in una maniera indegna(ci sono scene come quella della "finta morte" che rasentano davvero il comico)... MA CHE SENSO HA? La sceneggiatura è scritta coi piedi, la caratterizzazione dei personaggi non esiste( il fantasma per esempio se c'era o non c'era era uguale e non viene approfondito minimamente se non per la smielata lettera d'amore con cui si conclude il film) e la regia è PESSIMA! Ci sono scene RIDICOLE (e sono più d'una).. si capisce qual è l'idea di fondo del film(lei che sta per morire è piena di vita e "salva" lui che è "morto" dentro) ma è resa in un modo atroce.. 2 ore di sofferenza... in più il doppiaggio faceva veramente SCHIFO(in genere al cinema è decente). un film veramente INUTILE! SCONSIGLIATISSIMO! Non mi ha emozionato per niente.. qnd il film finisce dovresti sentire qualcosa.. uno scuotimento d'animo che so, invece NIENTE! Non vedi l'ora che lei muoia perchè sai che allora il film finirà! Scusate la brutalità ma sono rimasto davvero deluso! Che fine ha fatto il regista di "Elephant"(quello si, un vero capolavoro)???
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[+] non è realistico
(di eles )
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gioclast
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mercoledì 19 ottobre 2011
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da dimenticare
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Film giovanilista, melenso... un tema così importante trattato in maniera superficiale e inverosimile... io ho la sensazione che Van Sant l'abbia girato per contratto, comunque senza la minima partecipazione emotiva, affidandosi solo alla bellezza dei due protagonisti (peraltro poco credibili nei rispettivi ruoli)... per me rimane incomprensibile il successo di critica...
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liver
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martedì 18 ottobre 2011
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il fascino di una lettera mai spedita
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Non è un film. E' una lunga poesia, che va presa come si devono prendere tutte le poesie. Parla di morte, ma esalta la vita. Commuove, senza essere melenso. Mischia sapientemente l'ironia con il dolore. Con una colonna sonora strana, sussurrata, che interviene quando serve e tace quando è meglio stare in silenzio. Proprio come l'ultimo sorriso di Enoch, quando tutti si aspettano un discorso. Proprio come una lettera d'amore mai spedita, prima di andare incontro alla morte.
[+] bruttissimo
(di marcus rahl)
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