Il ministro - L'esercizio dello Stato |
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Un film di Pierre Schoeller.
Con Olivier Gourmet, Michel Blanc, Zabou Breitman, Laurent Stocker, Sylvain Deblé.
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Titolo originale L'exercice de l'Etat.
Drammatico,
durata 112 min.
- Francia, Belgio 2011.
- Pier Francesco Aiello per PFA Films e Feltrinelli
uscita giovedì 18 aprile 2013.
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Finalmente un film come si deve
di Des EsseintesFeedback: 3758 | altri commenti e recensioni di Des Esseintes |
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sabato 20 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non ci si crede, finalmente è uscito un un film. Naturalmente il povero Giancarlo Zappoli non ci ha capito una mazza e scrive che si parla della solitudine profonda del politico come se fosse una rappresentazione di natura psicologica dell'uomo di potere. Si parla anche di quello ma solo in modo indiretto, il focus è altrove, molto più incisivo e significante; riflettete sulla metafora iniziale della donna e del coccodrillo e chiedetevi chi è quella donna nel film. Chiedetevi come diavolo sia possibile che avvenga quell'incidente automobilistico con al volante uno che sa guidare molto bene in una strada del tutto deserta e soprattutto senza che il regista si dia la pena di spiegare in qualche modo la "misteriosa" dinamica dell'uscita di strada della macchina. Il film dice che gli uomini (tutti gli uomini e tutte le donne) di fronte al potere supremo diventano delle puttane come la donna del coccodrillo, si mostrano, si esibiscono e finiscono per andare da soli nella bocca del mostro che gli mangerà l'anima. Credono di salire nella scala sociale e invece finiscono per ridursi a servi senza dignità del potere, rinunciando per sempre ai propri ideali e rinnegando vergognosamente i loro affetti, le loro amicize, il loro più autentico senso di appartenenza. E perdono del tutto la capacità di avere una volontà propra come testimoniano i tentennamenti e gli avanti-indietro del ministro sulla questione della privatizzazione delle stazioni quando come una foglia al vento si trova a seguire prima le sue personali convinzioni, poi le convenienze elettorali, poi i consigli dei cortigiani e infine, ovviamente, le sapienti lusinghe dei suoi padroni. Prima sì, poi no, poi una volta che la cosa è decisa lui verrà usato come pupazzetto da ventriloquo per coprire con dei contentini la terribile decisione delle privatizzazioni che getterà sul lastrico milioni di lavoratorie manderà a puttane l'idea di Stato come regolatore dell'economia nazionale in funzione del bene comune e non del profitto degli squali "cosmopoliti". Alla fine il Presidente gli dice "Ricordati che gli Dei sono generosi ma vendicativi". Ora gli Dei sono, come chiunque meno Zappoli capirebbe subito, proprio il coccodrillo dell'inizio. Ecco, un giorno si arriverà anche a parlare esplicitamente dei coccodrilli. Almeno speriamo. P.S.: Mi raccomando meditate sul perché narrativo dell'incidente.
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