Il ministro - L'esercizio dello Stato |
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Un film di Pierre Schoeller.
Con Olivier Gourmet, Michel Blanc, Zabou Breitman, Laurent Stocker, Sylvain Deblé.
continua»
Titolo originale L'exercice de l'Etat.
Drammatico,
durata 112 min.
- Francia, Belgio 2011.
- Pier Francesco Aiello per PFA Films e Feltrinelli
uscita giovedì 18 aprile 2013.
MYMONETRO
Il ministro - L'esercizio dello Stato
valutazione media:
3,03
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Giochi di potere
di Roberto Escobar L'Espresso
L'esercizio dello Stato ("L'exercice de l'État", Francia e Belgio, 2011, 115') si apre con un sogno di Bertrand Saint-Jean (Olivier Gourmet). Una donna nuda attraversa un salone in cui uomini mascherati apparecchiano simboli di potere. La attende un coccodrillo con la bocca orridamente spalancata, e lei ci si infila come se la penetrasse. O forse ne è inghiottita, risucchiata. Bertrand è un uomo politico in senso pieno. Non è un arrivista né un mentitore cinico. O meglio, non è solo questo. C'è in lui un'immagine alta della funzione pubblica, un'immagine che resiste alle mere tentazioni del potere e al disincanto con cui guarda il mondo. E c'è in lui il senso francese dello Stato e della dignità di chi lo serve. Lo stesso vale per Gilles (Michel Blanc), il suo capo di gabinetto. Entrambi si sono formati all'Ena, l'École nationale d'administration. Sanno dunque d'appartenere a una élite, e vivono questa appartenenza sia come privilegio sia come responsabilità. Pierre Schoeller s'è tenuto lontano dalla semplificazione antipolitica e populistica cui la miseria dei tempi ci ha abituato. Del potere ha dunque scelto di raccontare la complessità. Il suo ministro dei trasporti è solerte, efficiente. Lo è quando accorre sul luogo di un gravissimo incidente, e lo è quando si oppone alla decisione del suo governo di privatizzare le stazioni ferroviarie. Sorretto da uno staff di comunicatori, sempre si preoccupa che il suo attivismo sia testimoniato da radio, televisioni, giornali. Il suo non è solo cinismo, appunto. Ma lo è anche. Che rassicuri lavoratori o che pianga bambini morti, per lui tutto merita fatica, forse addirittura impegno ideale. E allo stesso tempo tutto è occasione per salire, per prevalere. Lo è anche a costo di contraddire quello in cui crede. Al centro di "Il ministro" c'è comunque il corpo onnipresente di Bertrand: il suo corpo sempre in corsa da una parte all'altra del Paese, il suo corpo in perenne solitudine - una solitudine cercata e costruita come strumento di difesa e attacco, ma poi sinceramente sofferta. In fondo, il potere ha in sé molto di corporeo e carnale, come fosse desiderio di possedere e penetrare una totalità pericolosa ed esaltante, e insieme voluttà d'esserne posseduti, risucchiati. Detto altrimenti, è desiderio di vincere per fare, ed è voluttà di abbandonarsi al puro gusto di trionfare. Il valore di "Il ministro" sta nella capacità di Schoeller di mettere in scena questa complessità.
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