Quasi amici |
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Un film di Olivier Nakache, Eric Toledano.
Con François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet.
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Titolo originale Intouchables.
Commedia,
durata 112 min.
- Francia 2011.
- Medusa
uscita venerdì 24 febbraio 2012.
MYMONETRO
Quasi amici
valutazione media:
3,52
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Intimidi owlofminervaFeedback: 2677 | altri commenti e recensioni di owlofminerva |
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venerdì 9 marzo 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il titolo originale è “Intouchables” ma la traduzione giusta sarebbe “Intimi”. Non è un film strappalacrime né una commedia scanzonata ma ha una leggerezza intensa che ti fa ridere senza la preoccupazione di essere politically correct. Complici in questo i due protagonisti: marmoreo, ricco, stoico e tetraplegico Philippe e vulcanico, di periferia, strafottente e in pieno vigore fisico Driss, le cui interpretazioni calzanti ai protagonisti innescano una corrispondenza con il pubblico priva di ogni patetismo. Un’ amiciza particolare, inaspettata, ma tremendamente genuina tra due personaggi agli antipodi, con tenore culturale e sociale diverso, gusti artistici e musicali opposti, stili di vita agli estremi. E così un ragazzo di origine senegalese appena uscito dal carcere per una rapina si presenta al colloquio perché costretto al fine di poter percepire i soldi per la disoccupazione. E tutto parte dalla domanda di Philippe “Cosa si prova ad avere un sussidio sociale senza far niente?” “Potrei chiederti lo stesso”. Un’ improbabile unione genera altrettanto improbabili incontri tra Vivaldi e gli Earth, Wind and Fire completi eleganti e tute da ginnastica ma non riesce a frenare risate incontenibili. Un film divertente e veloce che fa centro al cuore dello spettatore, con una dignità impari. Il rapporto tra i due è talmente autentico e unico da rendere invisibile il copione. Le battute ad effetto, le situazioni grottesche e i siparietti sagacemente scorretti mai inopportuni ma reali e forti. Ridere insieme è la chiave di volta di questo rapporto di amicizia. Ridere con gli occhi gonfi e bagnati è qualcosa che, forse, riesce a smussare i contorni della tragedia quando questa ti stravolge la vita. Tra folli corse in macchina a bordo di una Maserati inadatta, canne divise a metà e passeggiate nella Parigi notturna, Driss riesce a far sentire vivo l’amico, consigliandolo nell’approccio epistolare con una donna e passandogli il telefono quando non può prenderlo. Non prova pena per lui, lo considera un suo pari nonostante la sua assunzione (quanto la pellicola) sia focalizzata sull’immobilità permanente di Philippe e sull’assistenza integrale che una persona nelle sue condizioni necessita. Non c’è traccia di pietismi e patetismi in quel rapporto di amicizia puro che ti porta a comprendere che il limite, la mancanza, il senso di vuoto sono una condizione mentale prim’ancora che fisica (“il vero handicap è non avere più lei” confiderà Philippe a Driss) Intense le melodie di Einaudi che accompagnano le scene. Senza buonismi ma scurrile ed umoristico quanto basta per trattare con il riso sulle labbra e un nodo allo stomaco di un tema serio. Divertente e commovente insieme. Encomiabile soprattutto perché dietro quei volti si nascondono storie vere. Chapeau.
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