fabian t.
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venerdì 26 marzo 2010
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un film forte, essenziale, amaro
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Credere che la giustizia riesce a fare il suo corso, che un giorno o l'altro la verità viene a galla e che basti il coraggio di un giustiziere per far piazza pulita del marciume sociale, è soltanto una fuorviante utopia che in questo film non trova il minimo riscontro. Altri sono invece i temi affrontati con una certa bravura dal regista: il disincanto, la rassegnazione, la solitudine, il senso di impotenza e la sconfitta pur nella consapevolezza di aver agito per una nobile causa. Si cita Diogene e la sua ricerca di un uomo onesto, si affronta il dolore della perdita di una persona cara, si riflette su come ciò che appare ai più non è mai come in realtà sia. E l'ottimo Mel Gibson rientra a perfezione in un ruolo giocato sul filo del rasoio dove perseguire la propria giusta vendetta equivale a percorrere un percorso che porta a un'ineluttabile constatazione, ossia che l'agire secondo valori positivi, in un mondo come questo, significa combattere contro i mulini a vento e pagare in prima persona.
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Credere che la giustizia riesce a fare il suo corso, che un giorno o l'altro la verità viene a galla e che basti il coraggio di un giustiziere per far piazza pulita del marciume sociale, è soltanto una fuorviante utopia che in questo film non trova il minimo riscontro. Altri sono invece i temi affrontati con una certa bravura dal regista: il disincanto, la rassegnazione, la solitudine, il senso di impotenza e la sconfitta pur nella consapevolezza di aver agito per una nobile causa. Si cita Diogene e la sua ricerca di un uomo onesto, si affronta il dolore della perdita di una persona cara, si riflette su come ciò che appare ai più non è mai come in realtà sia. E l'ottimo Mel Gibson rientra a perfezione in un ruolo giocato sul filo del rasoio dove perseguire la propria giusta vendetta equivale a percorrere un percorso che porta a un'ineluttabile constatazione, ossia che l'agire secondo valori positivi, in un mondo come questo, significa combattere contro i mulini a vento e pagare in prima persona. Egli perde infatti l'amicizia di chi l'aveva sostenuto fino a poco prima, ha a che fare con personaggi subdoli e pericolosi, gioca una partita a carte scoperte con chi ha tutto l'interesse a insabbiare ogni scomoda verità, poliziotto o senatore che sia. E da questo punto di vista, l'amara visione del regista non ammette eccezioni o speranze. In realtà, a essere oggettivi, questo film ha anche tanti difetti davvero incomprensibili, come dialoghi non sempre appropriati, inquadrature superflue, battute e momenti inutili da parte dei personaggi ai fini della storia, un cast non proprio brillante. Eppure sono bastati tre elementi (la recitazione sofferta di Mel Gibson, la sceneggiatura e l'assenza di un classico lieto fine) a rendere ottimo un film che alla fine riesce a sorprendere, a coinvolgere e perfino a commuovere. Perché il vero 'lieto fine' di questa storia è l'avere la forza di continuare ancora oggi a credere negli ideali di onestà e giustizia pur a costo di quanto ci sta più caro al mondo.
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kildem
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mercoledì 16 febbraio 2011
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mel gibson ora come allora!
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Mel Gibson ritorna dopo otto anni, (Signs) per farci sentire la stessa adrenalina della serie Arma Letale, ma senza comicità stavolta, una storia cupa, triste ma anche potente ed eroica.
Mel Gibson ci ha dimostrato che gli anni in cui è stato regista non lo hanno arrugginito come attore.
Un grande!
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samanta
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giovedì 22 marzo 2018
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complicare i fatti per renderli incomprensibili
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Il film è del 2010 e dopo otto anni si rivede Mel Gibson in veste di attore, un Mel più maturo senza gli occhi spiritati che sa recitare, e bene, la sofferenza e l'angoscia, senza sbracamenti di violenza in un thriller avvincente. La regia è di Martin Campbell (Lanterna Verde, Casino Royale) e tra gli sceneggiatori è da citare William Monaham (Departed). Mel intepreta Thomas Craven detective della polizia di Boston uomo tranquillo e posato, vedovo ha una figlia Emme (Bojana Novakovic) ingegnere nucleare che viene a trovare il padre, la ragazza sta male vomita in continuazione (si scoprirà che era stata contaminata radioattivamente) mentre escono di casa per andare in ospedale viene uccisa con una fucilata da un killer che sparisce.
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Il film è del 2010 e dopo otto anni si rivede Mel Gibson in veste di attore, un Mel più maturo senza gli occhi spiritati che sa recitare, e bene, la sofferenza e l'angoscia, senza sbracamenti di violenza in un thriller avvincente. La regia è di Martin Campbell (Lanterna Verde, Casino Royale) e tra gli sceneggiatori è da citare William Monaham (Departed). Mel intepreta Thomas Craven detective della polizia di Boston uomo tranquillo e posato, vedovo ha una figlia Emme (Bojana Novakovic) ingegnere nucleare che viene a trovare il padre, la ragazza sta male vomita in continuazione (si scoprirà che era stata contaminata radioattivamente) mentre escono di casa per andare in ospedale viene uccisa con una fucilata da un killer che sparisce. La polizia pensa che il vero obiettivo fosse il padre per una vendetta della malavita.
[SPOILER] In realtà il padre scopre poco alla volta la verità: la figlia lavora in una società che operava per la sicurezza nazionale e stoccava materiale radioattivo, ma di nascosto fabbricava bombe atomiche "sporche" con tecniche straniere in modo che se venivano usate la colpa sarebbe andata a governi o associazioni stranieri. Già tre giovani ambientalisti che erano andati a curiosare nel sito ove la società operava sono stati uccisi e successivamente verrà ucciso il ragazzo di Emme e ferita una collega che ha consegnato a Craven un dischetto in cui la ragazza raccontava la verità. Finale con vendettta del padre anche lui contaminato di nascosto che ucccide gli assassini e il loro mandante il Presidente della società interpretato da Danny Houston (il figlio di John). In un ulteriore colpo di scena un ufficiale della sicurezza ucciderà iun senatore e i due dirigenti governativi che erano complici dei crimini della società. Il film oltre a presentare un Mel Gibson in piena forma, presenta l'originale figura dell'ufficiale della sicurezza Darius Jedburgh (Ray Winstone) inviato a mettere a posto le cose anche usando l'omicidio. Come lui spiega la sua funzione non di risolvere, ma di complicare in modo che tutti i fatti siano in contrasto tra di loro e diventino incomprensibili al pubblico che crede di conoscere la verità mentre essa è tutt'altra cosa. Un altro elemento nuovo è che finalmente il nemico non è esterno agli USA, spesso creato a tavolino dall'Intelligence, si pensi alle armi di distruzione di massa di Saddam, ma è interno intento a fabbricare ordigni che possano essere attribuiti ad altri. Il film pur senza particolari effetti, è avvincente senza lungaggini e coinvolge lo spettatore che viene accompagnato passo dopo passo a conoscere la verità; l'ambientazione , i dialoghi e la fotografia sono ottimi. Molto belli i flashback che fanno rivivere quando Craven giocava con la figlia con cui c'era un particolare rapporto di affetto e molto commovente il finale quando lo spirito di Emme va a prendere lo spirito del padre morto in ospedale e si avviano verso un futuro di luce. Ai giornali perverrà il dischetto in cui Emme denuncia la società.
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luigi chierico
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sabato 21 novembre 2015
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mel gibson in azione
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Non c’è nulla da dire su questo genere di film che l’America continua a produrre Pare che si dica: State tutti attenti a quel che facciamo perché non lo sappiamo neanche noi. Una continua corsa agli armamenti, alla ricerca di come usare ogni genere di arma, tutti dobbiamo avere una pistola,tutti dobbiamo saperla usare, anche senza aspettare che ci sia una seria motivazione quale è per “Legittima difesa”. Film di spionaggio, di intrighi e corruzione sino a toccare anche chi si proclama “Io sono un senatore americano”. A vedere questi film ci sarebbe da preoccuparsi. Dico questo nell’anniversario della morte di un grande Presidente, entrato nel cuore di tanti onesti e democratici cittadini del mondo, J.
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Non c’è nulla da dire su questo genere di film che l’America continua a produrre Pare che si dica: State tutti attenti a quel che facciamo perché non lo sappiamo neanche noi. Una continua corsa agli armamenti, alla ricerca di come usare ogni genere di arma, tutti dobbiamo avere una pistola,tutti dobbiamo saperla usare, anche senza aspettare che ci sia una seria motivazione quale è per “Legittima difesa”. Film di spionaggio, di intrighi e corruzione sino a toccare anche chi si proclama “Io sono un senatore americano”. A vedere questi film ci sarebbe da preoccuparsi. Dico questo nell’anniversario della morte di un grande Presidente, entrato nel cuore di tanti onesti e democratici cittadini del mondo, J.F.Kennedy,ucciso il 22 novembre 1963,per un complotto interno agli Stati Uniti d’America! A prescindere dal contenuto del film ,che richiama tantissimi altri film del genere, resta tuttavia un buon film per la presenza ed interpretazione di tanti validi attori tra i quali spiccano Mel Gibson nella parte di Thomas Craven,poliziotto ed investigatore, Danny Huston nel perfido Bennett (per la cronaca nato a Roma). L’intero film non ha un solo momento di cedimento, un dialogo continuo ed un’azione continua. Ovviamente non mancano i morti, le aggressioni, gli inseguimenti, le rivelazioni. In questo genere di spettacolo si finisce col perdere il controllo, anche di macchine che finiscono fuori strada, giù per una scarpata, in mare. Non mancano le fughe e gli ospedali,almeno qualcuno si fa male, e questa volta, qualcuno che non doveva morire, muore. L’eroe non meriterà un encomio ma il paradiso,accompagnato da chi gli è stato tanto a cuore. Buona la fotografia, eccezionale la scena dell’uccisione dell’amica di Emma,la figlia di Thomas Craven, investita mentre esce dall’auto. Belle le riprese della fuga in auto sotto il tunnel in piena città e per le strade. In definitiva un buon film per Mel Gibson e per il regista Martin Campbell, ma un film che si dimentica.chibar22@libero.it
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no_data
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mercoledì 25 luglio 2018
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noioso, prevedibile
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Non c'è niente di peggio per un thriller di essere prevedibile, o forse sì, di essere "giusto", di essere dalla parte del "giustiziere buono". I veri cattivi sono i falsi buoni e i veri buoni sono morti: morti ma in grado di riscattarsi. Nero e bianco, niente toni di grigio, niente ambiguità, solo la certezza di essere dalla parte giusta e anche se l'eroe muore la giovane giornalista, acqua e sapone, farà trionfare la verità. Lo schema è sempre lo stesso e tutto ne è una conseguenza. Film banale anche se cerca di uscire dagli schemi: ma lo schema è sempre lo stesso, girato quanto si vuole. Gibson ha una faccia truce e disperata dall'inizio alla fine, e i volti intorno a lui sono maschere: ognuna un tipo: il cinico, il violento, quello senza scrupoli, il condannato, il traditore, il cattivo che si redime.
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Non c'è niente di peggio per un thriller di essere prevedibile, o forse sì, di essere "giusto", di essere dalla parte del "giustiziere buono". I veri cattivi sono i falsi buoni e i veri buoni sono morti: morti ma in grado di riscattarsi. Nero e bianco, niente toni di grigio, niente ambiguità, solo la certezza di essere dalla parte giusta e anche se l'eroe muore la giovane giornalista, acqua e sapone, farà trionfare la verità. Lo schema è sempre lo stesso e tutto ne è una conseguenza. Film banale anche se cerca di uscire dagli schemi: ma lo schema è sempre lo stesso, girato quanto si vuole. Gibson ha una faccia truce e disperata dall'inizio alla fine, e i volti intorno a lui sono maschere: ognuna un tipo: il cinico, il violento, quello senza scrupoli, il condannato, il traditore, il cattivo che si redime. Ecco la parola chiave di questo film è la redenzione a suon di pallottole. Senza epos, senza contraddizioni, senza pathos. Noioso e prevedibile, appunto.
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mrpandemonio
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domenica 7 marzo 2021
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fuori controllo... di generi
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La trama è del classico giustiziere solitario. Per fortuna...
Già quando si tratta di cose viste e riviste si pensa al peggio, invece quando uno si accorge della trama vera e propria si pensa forse è stato meglio così. Io sono del parere se la trama è la stessa, non va affatto bene, se è la stessa con qualche variante, non va bene uguale, ma se è la stessa, particolare con trovate interessanti e molte scene memorabili, allora sì che sono contento. Questo film prende la seconda scelta. E così al posto di Bad boys 2 o Face Off, si dimostra un Max senza Payne. Infatti in una scena sembrava quasi che Thomas Craven dicesse Max Payne e ci sono tante cose simili, peccato che non ci riesce a esserlo fallendo anche l'idea iniziale quando si tenta di fare (male) il genere.
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La trama è del classico giustiziere solitario. Per fortuna...
Già quando si tratta di cose viste e riviste si pensa al peggio, invece quando uno si accorge della trama vera e propria si pensa forse è stato meglio così. Io sono del parere se la trama è la stessa, non va affatto bene, se è la stessa con qualche variante, non va bene uguale, ma se è la stessa, particolare con trovate interessanti e molte scene memorabili, allora sì che sono contento. Questo film prende la seconda scelta. E così al posto di Bad boys 2 o Face Off, si dimostra un Max senza Payne. Infatti in una scena sembrava quasi che Thomas Craven dicesse Max Payne e ci sono tante cose simili, peccato che non ci riesce a esserlo fallendo anche l'idea iniziale quando si tenta di fare (male) il genere. All'inizio c'è sempre quella curiosità di capire cosa si celi, ma basta poco per rendersi conto di quanto la trama voleva parlare di qualcos'altro. Ma siccome il film doveva apparire commerciale, ci hanno messo il genere giustiziere. Come se non bastasse, il film è autoironico, ma mi sa che non voleva esserlo.
Allora la variante? Beh, politica. Come se non ci fossero già stati tanti film simili. Inoltre la scena con il senatore con questi dialoghi eleganti lascia punti interrogativi e il finale è una poltiglia di scene violente collegate con lo scotch.
Ci sono alcune scene iniziali da gasarsi solo perché Mel Gibson sembrava un Max e che forse io amo il personaggio a tal punto di diventirmi con il suo modo di fare. E un po' funziona almeno per una prima parte diretta bene. Anzi in linea generale non è un bruttissimo film e tutto sommato può piacere. Ma se odiate il genere e tutti i sottogeneri, evitatelo.
Invece se lo amate, beh, guardatelo solo se siete curiosi. Per me, il film è un misto tra occasione sprecata e tentativo mancato. E questo porta al titolo della recensione e punteggio. Nel titolo è un fuori controllo di generi perché giusto a 3/4 del film si inizia a parlare di corruzione, politica, economia?! e altre cose messe insieme. L'idea iniziale era il giustiziere solitario o complotti tipo documentario? Perché sembra quest'ultimo con qualche spruzzata di Thriller tutto terribilmente vago. Troppi nemici da gestire e da dargli spessore. Protagonista caratterizzato bene, ma scritto alla fine male. Personaggi secondari resi alla fine a macchiette senza alcun reale peso. E c'è pure quello misterioso ridotto a un personaggio inutile e privo di logica. Manca l'effetto Thriller puro e crudo e questa cosa stona. Scene tenere con l'adorata figlia di Thomas mostrarsi è una grande idea peccato che lascia poco o niente nella trama. Per ultimo, il punteggio. Una stella perché non essere o simile a Max è grave. Il finale è stupido e rende il tutto tale. La cosa peggiore è prendere un genere e cambiarlo solo verso la fine è una mossa non azzeccata. Inoltre sempre nello stesso anno era uscito Faster e quello sì che è un film di un giustiziere solitario particolare.
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gigi 7
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martedì 21 giugno 2011
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fuori controllo: no al lieto fine
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La storia "accalappia" subito l'attenzione del pubblico. La morte della figlia nei primi minuti è una forte bastonata in testa sia per gli spettatori che per il protagonista. Già da questo particolare è evidente come potrà proseuire il film: una assidua ricerca all'assassino!
Quello che è inaspettato e molto più reale rispetto ad altri film con trama simile è il finale. Forse è proprio questo che fa risaltare il lavoro di Gibson e del regista Campbell. Anche per quanto riguarda lo scontro finale con l'assassino e con Bennet (il proprietario della Nortwoor): niente inseguimenti, nè troppi inutili colpi di pistola; solo cruda realtà.
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La storia "accalappia" subito l'attenzione del pubblico. La morte della figlia nei primi minuti è una forte bastonata in testa sia per gli spettatori che per il protagonista. Già da questo particolare è evidente come potrà proseuire il film: una assidua ricerca all'assassino!
Quello che è inaspettato e molto più reale rispetto ad altri film con trama simile è il finale. Forse è proprio questo che fa risaltare il lavoro di Gibson e del regista Campbell. Anche per quanto riguarda lo scontro finale con l'assassino e con Bennet (il proprietario della Nortwoor): niente inseguimenti, nè troppi inutili colpi di pistola; solo cruda realtà.
Rilevanti sono anche le scene votate al ricordo della figlia con evidenti allucinazioni da parte del decective. Semplici ma emozionanti, come la parte finale del film: commovente.
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lucido71
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mercoledì 16 febbraio 2011
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delusione "fuori controllo"!
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Sì proprio così, sono estremamente deluso da questo film, sia dal grande M. Campbell, sia dal mitico Mel Gibson. Il film è una mattonata già vista e rivista, ampiamente prevedibile, con almeno una quarantina di minuti che potevano esser tranquillamente tagliati (dura 2 ore ed è lentissimo); dialoghi fin troppo lunghi e noiosi; scenografia metropolitana anni '80; trama trasparente e lineare già dopo una ventina di minuti, e questo sarebbe un bel thriller? SCONSIGLIATO! Piuttosto, se amate il genere, suggerisco: IO VI TROVERO', GIUSTIZIA PRIVATA, THE LOSERS, SHOOTER, DUPLICITY, ATTRAZIONE LETALE, PROSPETTIVE DI UN DELITTO, LA NOTTE NON ASPETTA.
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Sì proprio così, sono estremamente deluso da questo film, sia dal grande M. Campbell, sia dal mitico Mel Gibson. Il film è una mattonata già vista e rivista, ampiamente prevedibile, con almeno una quarantina di minuti che potevano esser tranquillamente tagliati (dura 2 ore ed è lentissimo); dialoghi fin troppo lunghi e noiosi; scenografia metropolitana anni '80; trama trasparente e lineare già dopo una ventina di minuti, e questo sarebbe un bel thriller? SCONSIGLIATO! Piuttosto, se amate il genere, suggerisco: IO VI TROVERO', GIUSTIZIA PRIVATA, THE LOSERS, SHOOTER, DUPLICITY, ATTRAZIONE LETALE, PROSPETTIVE DI UN DELITTO, LA NOTTE NON ASPETTA...
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