20 sigarette |
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Un film di Aureliano Amadei.
Con Vinicio Marchioni, Carolina Crescentini, Giorgio Colangeli, Orsetta De Rossi, Alberto Basaluzzo.
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Drammatico,
durata 94 min.
- Italia 2010.
- Cinecittà Luce
uscita mercoledì 8 settembre 2010.
MYMONETRO
20 sigarette
valutazione media:
3,14
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un punto di vista soggettivo in un dramma d'Italiadi SiperFeedback: 3435 | altri commenti e recensioni di Siper |
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giovedì 9 dicembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Aureliano Amadei è uno scapestrato aspirante regista. Gli si presenta la possibilità di avvicinarsi al suo sogno assistendo alla regia di Stefano Rolla, intento a girare un film in Iraq. Amadei raggiunge Rolla a Nassirya dove, però, si troverà coinvolto in un attacco terroristico. La storia di Amadei è autobiografica. Si tratta, infatti, dell’unico civile sopravvissuto all’attentato ai carabinieri italiani a Nassirya del 12 Novembre 2003. Amadei, interpretato nel film da Vinicio Marchioni, decide di proporre al grande pubblico il suo punto di vista dell’accaduto. Per farlo si serve di inquadrature particolari che ci offrono esattamente ciò che vede il protagonista del film, con tanto di inquadrature tremolanti, a terra e quant’altro. L’impressione che questa regia particolare suscita nello spettatore è quella di essere al centro della scena, con l’effetto di una forte componente di pathos. Amadei non omette niente, offre uno spaccato reale di quei momenti, pertanto non fanno eccezione scene crude o violente. C’è poi la simbologia, che richiama il titolo, delle 20 sigarette. Il regista romano si sofferma sulla durata effimera che queste 20 sigarette (un pacchetto) hanno nella vita di un fumatore equiparando quel breve lasso di tempo al tempo che basta per morire in zone di guerra come l’iraq. A dimostrazione di come lasciare le penne in una missione di “pace” sia più facile di quanto non si pensi. Le scelte di Amadei, a prima vista audaci, finiscono per risultare vincenti. La forza di “20 sigarette” è l’estrema realisticità, il dramma non viene spettacolarizzato, bensì viene riportato nudo e crudo per quello che è. Inoltre non è una semplice commemorazione degli eroi di Nassirya, ma si sofferma, più che altro, sull’aspetto umano delle truppe in Iraq. In barba a canoni estetici, il film è concreto, forte, toccante, pur mantenendo una certa scorrevolezza e facilità di visione.
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