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Il film basa la sua trama sull'identificazione del dolore dell'animo, che ha il volto del demonio e del male, con la natura, cioè con quell'insieme di eventi non voluti e non evitabili che lacerano il nostro animo compresa la morte come evento finale e conclusivo della ns esistenza che finisce,appunto, affondata nel più profondo dei dolori e che comunque è appunto la cosa più naturale che esista. E a ciò non c'è rimendio tant'è che per certi versi ciò è anche una critca aperta alla piscanalisi di Freud che dalla teoria delle nevrosi e delle sue terapie avrebbe voluto scongiurare il dolore dell'animo che invece secondo Von Trier è ineludibile .Ineludibile al punto che i protagonisti nel bosco delle necessità e delle casualità drammatiche della vita rimangono prigioneri e senza via di uscita consumati per il dolore di una sorte avversa che ha comportato la morte del proprio figlio in tenera età e per colpa di una loro disattenzione.
Un film di una certa profondità anche se secondo me la identificazione del dolore con la natura e a sua vota di questa con Satana che è il dio del male a mio avviso appaiono non troppo riusciute perchè un pò troppo intellualistiche e concettuali. meglio riuscita inevce è la critica alla psicanalisi come terapia anti dolore ancese dsa di moto personale come considerazione. .
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