Prima o poi doveva accadere. In effetti è strano che si sia dovuto aspettare fino al 2007 per vedere i mitici robottoni traslati sul grande schermo. Michael Bay confeziona questo blockbuster che, tenendo fede al suo scopo, si prefigge di incassare bei soldini tralasciando inutili orpelli come la sceneggiatura, la recitazione, la buona regia (ma aspettarsi una buona regia da Bay è effettivamente chiedere troppo)… Ovviamente la trama non è da prendere sul serio essendo un mero pretesto per portare il tutto sul grande schermo; in effetti al giorno d’oggi neanche un dodicenne considererebbe verosimile una storia con dei robot chiamati “Autobot” e un cattivo di nome “Megatron”. Protagonista degli accadimenti è Shia LaBeoulf (un attore promettente), lo sfigato in versione “21°secolo” che si angoscia per avere una macchina con cui “beccare”, ha la faccia un po’ da intontito e degli occhi da caffeionomane all’ultimo stadio (da notare anche la parlantina iperveloce). Il nostro involontario eroe deve aiutare gli Autobot contro il malvagio Megatron salvando l’umanità e già che c’è conquistare la ragazza supersonica di turno. Tutto è prevedibile, tutto è già visto. Nemmeno gli effetti speciali, mantra del cinema da un po’ di anni a questa parte, stupiscono. Le trasformazioni dei robot sono confuse e incomprensibili a causa dei movimenti della camera, probabilmente mossa per celare la loro incongruenza. Gli scontri, tra esplosioni e animazioni computerizzate, sono impossibili da seguire, la camera si sposta sempre ad eccessiva velocità e le scene risultano essere una amalgama di confuse esplosioni, robot che si schiantano fra loro o sui palazzi e soldatini che sparano. I piccoli robot sabotatori sembrano bizzarri elettrodomestici impazziti in preda a crisi epilettiche, assolutamente non credibili. Si passa da intermezzi tranquilli e comici (solo nelle intenzioni), come la scelta della macchina o il cane che piscia su un robottone, all’azione pura e dura, confusa in ogni scena a causa dei troppo repentini cambiamenti di inquadratura. Le storie parallele sono poco approfondite e facilmente prevedibili, così come anche i ruoli dei vari attori che ci sono solo per rispettare gli stereotipi del film catastrofico adattato ad un pubblico giovane, dal segretario alla difesa “bravo” al militare americano coraggioso passando per la massima esperta mondiale di una materia complicata (ovviamente bella donna sotto i vent’anni). Tutto condito con un della pubblicità occulta (ma neanche tanto) alla Nokia e alla Panasonic e uno sfacciato spot a Ebay. Il film è mediocre; non andrà giù ai molti fan dei mitici robot ma “l’effetto nostalgia” non può fungere da toppa universale alle insulsaggini messe in piedi da un regista che, avendo tra le mani una discreta occasione, non ha saputo nemmeno tirare fuori delle scene d’azione guardabili mentre altri film dello stesso genere sono riusciti a concatenare ottime scene d’azione a una storia coinvolgente (un esempio per tutti: gli Spiderman di Sam Raimi). Che dire… Ancora una volta (purtroppo) pare che per fare un film basti avere il portafogli gonfio. È quasi un sollievo sentire la voce narrante che straparla sancendo la fine del tutto e lasciando ovviamente le porte aperte agli inevitabili sequel (le disgrazie d’altra parte non vengono mai da sole). Bene, il mondo è stato salvato, lo sfigato non è più tale, la strafiga è stata conquistata e una buona occasione è stata di nuovo buttata nel cesso. Grazie tante Michael Bay.
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