Rendition - Detenzione illegale |
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Un film di Gavin Hood.
Con Reese Witherspoon, Jake Gyllenhaal, Meryl Streep, Alan Arkin, Peter Sarsgaard.
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Titolo originale Rendition.
Thriller,
durata 120 min.
- USA, Sudafrica 2007.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 29 febbraio 2008.
MYMONETRO
Rendition - Detenzione illegale
valutazione media:
2,85
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Renditiondi Paolo CiarpagliniFeedback: 0 |
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domenica 14 settembre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film colpisce non tanto per le vicessitudini del malcapitato marito di Isabella (Reese Witherspoon), quanto per l'intensa, profonda ma purtroppo predestinata storia d'amore tra la figlia di un collaboratore antiterrorismo USA, egiziano (padre di lei). Ed un giovane che appartiene alla flangia terrorista della Ghiad islamica. Senza che lo spettatore se ne accorga, l'inizio del film altri non è che l'agghiacciante epilogo. Che vede proprio i due giovani morire; lei, nel tentativo di dissuadere il giovane che ama dal portare a termine la missione (uccidere il padre). Lui che invece, proprio nell'istante decisivo, raggiunto da lei 'che ha capito tutto', non trova più il coraggio per lasciar scattare il congegno esplosivo che ha addosso. Ma è ormai troppo tardi per entrambi. Se l'attacco suicida e il predestinato, al momento di agire non lo fa, c'è appostata poco distante una jeep con a bordo un cecchino, pronto ad ucciderlo. Il fatto sottolineato nel film, e cioè che ciò ha come scopo che 'comunque' l'esplosione avvenga, è tutto da rivedere. Nel senso che ciò può essere veritiero solo se il Kamikaze ha già tolto la sicura alla spoletta. La Streep, è l'inflessibile capo dei servizi segreti senza pietà. La stessa 'dice', che i terroristi hanno nei confronti degli occidentali. E non la si può biasimare, se non per la crudeltà disumana con cui viene estorta al presunto terrorista, una falsa confessione. La cui unica colpa è quella di essere un'ingegnere egiziano, esperto in esplosivi, residente da 20 anni negli States. Buonissima interpretazione per Jake Gillenhaal, che nel film è Douglas Freeman. Agente americano al servizio della CIA che sotto la supervisione di Corinne Whitman (la Streep), assiste alle torture. Ma si convince infine con prove inconfutabili, della sua innocenza. Nonchè falsa confessione, estorta unicamente con la tortura. Decide infatti di aiutarlo a fuggire, autocondannandosi all'esilio. Grandissima, strepitosa la prova del giovane egiziano che ha scelto la Ghiad dopo aver perso il fratello. Tutto ciò che ruota attorno alla storia dei due giovani, è un film in puro stile americano. Che in un certo senso mette in risalto quanto sottile e spesso invisibile sia, il confine che separa il sospetto dalla certezza. Ammettendo in qualche modo la propria colpevolezza nell'ostinata inflessibilità post-11 settembre. Infine permettetemi un'auspicio che sicuramente cadrà nel vuoto. Ma credo, anzi ne sono certo che una bella nomination all'oscar come milgior attore non protagonista, Il giovane egiziano se la meriterebbe tutta.
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