paolo ciarpaglini
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domenica 14 settembre 2008
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rendition
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Il film colpisce non tanto per le vicessitudini del malcapitato marito di Isabella (Reese Witherspoon), quanto per l'intensa, profonda ma purtroppo predestinata storia d'amore tra la figlia di un collaboratore antiterrorismo USA, egiziano (padre di lei). Ed un giovane che appartiene alla flangia terrorista della Ghiad islamica. Senza che lo spettatore se ne accorga, l'inizio del film altri non è che l'agghiacciante epilogo. Che vede proprio i due giovani morire; lei, nel tentativo di dissuadere il giovane che ama dal portare a termine la missione (uccidere il padre). Lui che invece, proprio nell'istante decisivo, raggiunto da lei 'che ha capito tutto', non trova più il coraggio per lasciar scattare il congegno esplosivo che ha addosso.
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Il film colpisce non tanto per le vicessitudini del malcapitato marito di Isabella (Reese Witherspoon), quanto per l'intensa, profonda ma purtroppo predestinata storia d'amore tra la figlia di un collaboratore antiterrorismo USA, egiziano (padre di lei). Ed un giovane che appartiene alla flangia terrorista della Ghiad islamica. Senza che lo spettatore se ne accorga, l'inizio del film altri non è che l'agghiacciante epilogo. Che vede proprio i due giovani morire; lei, nel tentativo di dissuadere il giovane che ama dal portare a termine la missione (uccidere il padre). Lui che invece, proprio nell'istante decisivo, raggiunto da lei 'che ha capito tutto', non trova più il coraggio per lasciar scattare il congegno esplosivo che ha addosso. Ma è ormai troppo tardi per entrambi. Se l'attacco suicida e il predestinato, al momento di agire non lo fa, c'è appostata poco distante una jeep con a bordo un cecchino, pronto ad ucciderlo. Il fatto sottolineato nel film, e cioè che ciò ha come scopo che 'comunque' l'esplosione avvenga, è tutto da rivedere. Nel senso che ciò può essere veritiero solo se il Kamikaze ha già tolto la sicura alla spoletta. La Streep, è l'inflessibile capo dei servizi segreti senza pietà. La stessa 'dice', che i terroristi hanno nei confronti degli occidentali. E non la si può biasimare, se non per la crudeltà disumana con cui viene estorta al presunto terrorista, una falsa confessione. La cui unica colpa è quella di essere un'ingegnere egiziano, esperto in esplosivi, residente da 20 anni negli States. Buonissima interpretazione per Jake Gillenhaal, che nel film è Douglas Freeman. Agente americano al servizio della CIA che sotto la supervisione di Corinne Whitman (la Streep), assiste alle torture. Ma si convince infine con prove inconfutabili, della sua innocenza. Nonchè falsa confessione, estorta unicamente con la tortura. Decide infatti di aiutarlo a fuggire, autocondannandosi all'esilio. Grandissima, strepitosa la prova del giovane egiziano che ha scelto la Ghiad dopo aver perso il fratello. Tutto ciò che ruota attorno alla storia dei due giovani, è un film in puro stile americano. Che in un certo senso mette in risalto quanto sottile e spesso invisibile sia, il confine che separa il sospetto dalla certezza. Ammettendo in qualche modo la propria colpevolezza nell'ostinata inflessibilità post-11 settembre. Infine permettetemi un'auspicio che sicuramente cadrà nel vuoto. Ma credo, anzi ne sono certo che una bella nomination all'oscar come milgior attore non protagonista, Il giovane egiziano se la meriterebbe tutta.
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filippo catani
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giovedì 19 novembre 2015
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prigioni segrete
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Un terribile attentao mette a capo della sezione CIA del paese un giovane agente. L'uomo dovrà confrontarsi con Washinghton e con il capo dei servizi segreti locali. Nel frattempo negli USA viene fermata una persona sospettata di avere legami con gli attentati.
Un film intenso che ricostruisce senza tanti giri di parole quelli che sono stati gli errori più evidenti della lotta statunitense al terrorismo e cioè le detenzioni illegali o vari e propri rapimenti per poi essere trasferiti in carceri speciali e formalmente inesistenti. In questi luoghi i sospettati erano sottoposti a torture. Tutto questo andava di pari passo con il lavoro di intelligence sul campo ma anche con una nuova generazione di giovani pronti a compiere nuovi attentati.
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Un terribile attentao mette a capo della sezione CIA del paese un giovane agente. L'uomo dovrà confrontarsi con Washinghton e con il capo dei servizi segreti locali. Nel frattempo negli USA viene fermata una persona sospettata di avere legami con gli attentati.
Un film intenso che ricostruisce senza tanti giri di parole quelli che sono stati gli errori più evidenti della lotta statunitense al terrorismo e cioè le detenzioni illegali o vari e propri rapimenti per poi essere trasferiti in carceri speciali e formalmente inesistenti. In questi luoghi i sospettati erano sottoposti a torture. Tutto questo andava di pari passo con il lavoro di intelligence sul campo ma anche con una nuova generazione di giovani pronti a compiere nuovi attentati. Quì poi troviamo anche le storie più diciamo private che si intrecciano con le vicende principali; da una parte troviamo una giovane donna che lotta per sapere dove sia sparito il marito. D'altra parte c'è la giovane figlia del capo dei servizi segreti locali che lotta per la propria emancipazione e difende il suo amore per un ragazzo non scelto dal padre e che nasconde un terribile segreto. Insomma un bel film infarcito di ottimi attori dai giovanissimi Gyllenhaal e Whiterspoon fino ad arrivare a un'algida Streep passando per i bravi Arkin e Sarsgaard.
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gianleo67
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giovedì 1 novembre 2012
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la faccia buonista della fiction made in usa
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Giovane ingegnere americano di origini egiziane, marito e padre famiglia, viene rapito dalla Cia per essere illegalmente condotto in Marocco, dove viene brutalizzato e interrogato: è sospettato di aver fornito consulenza per la costruzione di un ordigno utilizzato in un attentato jiadista. L'umanità e l'idealismo di un giovane analista della CIA sarà la sua unica speranza di salvezza. Thriller politico che si muove lungo le coordinate spazio temporali dei luoghi comuni delle spy story hollywoodiane, alternado i fraintesi presidi di democrazia e giustizia della burocrazia americana a quelli più rozzi e primitivi dei governi mediorientali. L'uso singolare (anche se non del tutto originale) del montaggio ed un onesto lavoro di scrittura riescono a sviluppare in modo convincente un 'articolato' narrativo che segue i destini paralleli e interdipendenti dei vari protagonisti le cui azioni e scelte condizionano in modo determinate l'esito di una vicenda tanto esemplare quanto prevedibilmente scontata.
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Giovane ingegnere americano di origini egiziane, marito e padre famiglia, viene rapito dalla Cia per essere illegalmente condotto in Marocco, dove viene brutalizzato e interrogato: è sospettato di aver fornito consulenza per la costruzione di un ordigno utilizzato in un attentato jiadista. L'umanità e l'idealismo di un giovane analista della CIA sarà la sua unica speranza di salvezza. Thriller politico che si muove lungo le coordinate spazio temporali dei luoghi comuni delle spy story hollywoodiane, alternado i fraintesi presidi di democrazia e giustizia della burocrazia americana a quelli più rozzi e primitivi dei governi mediorientali. L'uso singolare (anche se non del tutto originale) del montaggio ed un onesto lavoro di scrittura riescono a sviluppare in modo convincente un 'articolato' narrativo che segue i destini paralleli e interdipendenti dei vari protagonisti le cui azioni e scelte condizionano in modo determinate l'esito di una vicenda tanto esemplare quanto prevedibilmente scontata. L'idea della scelta etica come misura del grado di evoluzione culturale e politica è la solita arma a doppio taglio che se da un lato conferisce al film la sua dinamica ragion d'essere, dall'altro non sposta di una virgola il coraggio e la libertà creativa di una produzione cinematografica che si limita ad una mera operazione di copia-incolla dall'archivio sterminato delle confezioni fotocopia (persino la relazione sentimentale tra la cinica funzionaria CIA ed il navigato senatore liberal!). Nulla di nuovo quindi sotto il sole della nazione a stelle e strisce ma neanche sotto quello (assai più cocente) delle location mediorientali tra l'amore osteggiato di una giovane coppia autoctona e le derive stragiste della jiad islamica, tra la difesa dei sacri valori della tradizione familiare e la brutalità fratricida della lotta al terrore. L'unica scintilla di originalità di un film che rischia di implodere sotto la routine della stratificazione ideologica e la prolissa banalità del melodramma, è dato dal 'coup de théâtre'di una sfalsamento temporale tra le due vicende principali (l'attentato terroristico e la ricerca dei soui responsabili) che crea un singolare equivoco di significati e di senso e che ci conduce all'essenza stessa del linguaggio cinematografico: lo straniamento dello spettatore di fronte alla sempre ingannevole rappresenzione della realtà. Jake Gyllenhaal spaesato e vagamente inespressivo (si devono pur pagare le bollette!) e Meryl Streep che rifà il verso a se stessa. Buonista.
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