Il caimano |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Silvio Orlando, Margherita Buy, Jasmine Trinca, Nanni Moretti, Giuliano Montaldo.
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Politico,
durata 112 min.
- Italia, Francia 2006.
uscita venerdì 24 marzo 2006.
MYMONETRO
Il caimano
valutazione media:
2,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un rettile s'aggira pel nostro panorama politico.di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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giovedì 23 ottobre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IL CAIMANO (IT, 2006) diretto da NANNI MORETTI. Interpretato da SILVIO ORLANDO – MARGHERITA BUY – MICHELE PLACIDO – JASMINE TRINCA – NANNI MORETTI – ELIIO DE CAPITANI – JERZY STUHR – CARLO MAZZACURATI – TATTI SANGUINETI – MATTEO GARRONE – GIULIANO MONTALDO – CECILIA DAZZI – TONI BERTORELLI – ANDREA TIDONA – ANNA BONAIUTO – PAOLO SORRENTINO § Appassionato di film-spazzatura, il produttore cinematografico Bruno Bonomo è pieno di debiti, ipoteche e in rotta con Paola, moglie amatissima che gli ha dato due figli. Quando riceve da una giovane regista una sceneggiatura su un imprenditore miliardario che fonda un partito e diventa Presidente del Consiglio, lui che "de sinistra" non è, s’affanna a trovare i finanziamenti, ma tutti lo abbandonano. Una scena però riesce a girarla: quella del maxiprocesso in cui il plutocrate impegnato nel settore edile, e poi fondatore della Fininvest e del dipartimento televisivo di Mediaset, viene condannato dai giudici per frode fiscale aggravata senza attenuanti, col popolo indignato e stufo che gli lancia dietro le bottiglie molotov mentre lui s’allontana in automobile dal tribunale. Undicesimo lungometraggio in trent’anni, Il caimano – appellativo coniato da Franco Cordero – è anzitutto un film sul cinema, la storia di un film da fare. Disomogeneo fin che si vuole (scritto con Francesco piccolo e Federica Pontremoli), ma è difficile negarne l’originalità. Dopo una mala partenza (col peggio di quella commedia all’italiana che Moretti ha sempre irriso), arriva al bersaglio con un duro finale fantapolitico di anticipazione. Lungo il triplice percorso (cinema, vita privata, politica) s’incontrano quattro Berlusconi: il caimano di De Capitani (ottimo nell’evitare la facile caricatura); quello di Placido (scontato), quello vero e quello che impersona lo stesso Moretti: tragico e non annunciato, perché troppo spazio s’è dato alla nevrosi dell’abbandono. Film su Berlusconi, ma non ancora sul berlusconismo. Un S. Orlando da premio. M. Buy si distingue come suo solito per l’instancabilità espressiva e per la sua interpretazione che trascende ogni ordinario comune denominatore, regalandoci un personaggio complesso e riccamente sfaccettato, degno del suo repertorio femminile come molti altri che lo precedettero e lo seguirono. Placido è un attore consumato e navigato che decide di prendersi un anno sabbatico per stare vicino ai figli, ma la parte nel film sul Cavaliere (onorificenza a cui ha rinunciato, bontà sua, nel 2014) la assolve egregiamente, senza manicheismi né prediche. La 25enne J. Trinca, già molto brava e collaudata, è una sceneggiatrice e regista alle prime armi che si autoproclama direttrice di un’opera complicata, variegata e sensazionalista che deve ripercorrere il cammino imprenditoriale, l’ascesa politica e la malaugurata conquista del consenso popolare di un uomo che è stato al centro delle vicende e degli scandali italiani per un buon quarantennio. La scena della valigia che sfonda il tetto e disperde i soldi all’interno dell’ufficio è un esempio lampante e calzante di quella ricchezza che viene maldistribuita fra il popolo e va tutta ai rappresentanti della società, che se li intascano allegramente ed egoisticamente per differenziare sempre più il loro tenore di vita da quello dei semplici cittadini. N. Moretti, come sempre, dà il meglio nella duplice veste di regista e attore, interpretando un personaggio secondario nell’area filmica il cui ruolo di attore non è inizialmente al servizio del film da girare, ma che in un secondo momento si mette a disposizione della disperata e sospirata pellicola, fornendo un contributo essenziale e determinante per il suo corretto esito. Il tema della politica marcia e sporca è affrontato con coscienza, lucidità, ardore e puntigliosità che rasenta il perfezionismo, ma la dialettica didattica si dimostra fondamentale e ben funzionante. Due note stonate sono la scena del critico culinario che viene pinzato dalle aragoste vive e infilzato col forcone (con un gusto della violenza sanguinaria e satanica che rimanda ad Almodòvar) e la sequenza notturna del film su Cristoforo Colombo (assolutamente evitabile). Il film uscì proprio nel periodo elettorale e, benché Moretti si prostrasse a ribattere che si trattava di una pellicola con al centro la vita di una famiglia e solo come contorno lo scenario politico che attraversa trent’anni di storia italiana mediante la storia personale di un magnate arricchito e controverso, le critiche piovvero sull’opera, accusata di voler influenzare in una determinata direzione l’orientamento elettorale dei cittadini: e in effetti, dato che uscì vincitore l’Ulivo dopo lo scioglimento delle Camere e venne nominato Prodi capo del governo, probabilmente un effetto in un certo senso lo provocò, senza detrarre nulla a nessuno. Improbabile, ma efficace il faccendiere polacco di J. Stuhr, portaparola dell’autore. Musiche (di fertile complessità): Franco Piersanti, lo stesso compositore che scrive le musiche per i film televisivi del commissario Montalbano, delle quali cura anche l’orchestrazione e la direzione. Fotografia: Arnaldo Catinari. Il DVD contiene molti extra.
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