fluturnenia
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sabato 6 giugno 2009
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tv a tubo catodico o al plasma?
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E' lento si ma non è vero che ogni 5 minuti c'è un colpo di scena, come qualcuno sostiene. Ci sono pecche nella trama che si fanno notare ma non disturbano. L'idea della TV usata a mò di traforo del Monte Bianco effettivamente è vetusta e nemmeno troppo accattivante. Il finale è davvero assai poco credibile. Detto così devo sembrare uno dei tanti detrattori dei remake filo jappo e compagnia varia. Invece non è affatto così. Ammetto che il ritmo moviolistico mi ha leggermente demotivato e non faccio fatica a riconoscere che la fuga della protagonista dal mondo dell'oltreschermo mi è apparsa un tantino ridicola come soluzione "happy end", ma nonostante questi intoppi riconosco di non esser stato vittima della solita baracconata fracassona volta + a sbalordire piuttosto che ad appassionare.
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E' lento si ma non è vero che ogni 5 minuti c'è un colpo di scena, come qualcuno sostiene. Ci sono pecche nella trama che si fanno notare ma non disturbano. L'idea della TV usata a mò di traforo del Monte Bianco effettivamente è vetusta e nemmeno troppo accattivante. Il finale è davvero assai poco credibile. Detto così devo sembrare uno dei tanti detrattori dei remake filo jappo e compagnia varia. Invece non è affatto così. Ammetto che il ritmo moviolistico mi ha leggermente demotivato e non faccio fatica a riconoscere che la fuga della protagonista dal mondo dell'oltreschermo mi è apparsa un tantino ridicola come soluzione "happy end", ma nonostante questi intoppi riconosco di non esser stato vittima della solita baracconata fracassona volta + a sbalordire piuttosto che ad appassionare. Intrigante lo è stato e tanto mi basta. Ha poco senso elencare qui i suoi pregi, se ne aveva il primo il secondo di certo non ne difetta. E per rispondere a qualcuno: nn è affatto il sequel del remake di un sequel. (Anche se così fosse non vedo dove stia il problema, forse soffrite di qualche strana forma di paranoia?). Invito pertanto a rivedersi con + attenzione la versione giapponese oppure a evitare di far viaggiare la mano tanto per fare ginnastica. A tal scopo esistono altre attività, e sorvoliamo su quali intendo!
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darko
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domenica 10 aprile 2005
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ricco, inquieta e rende tesi fino allo spasimo
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Nonostante le reazioni generali (non fa paura,è assurdo,ètroppo lungo etc.) a me è piaciuto moltissimo. Abbandonate giustamente le tonalità bluastre e cupe, quindi misteriose del primo (in cui c'era ancora tutto da scoprire) qui si entra nel vivo della vicenda materna samara-evelyn(lamadrenaturale, interpretata da una spettrale sissy spacek) e naturalmente rachel-aidan in uno splendido parallelo melò un po' teatralistico. La videocassetta non è più protagonista, ma nel finale il tutto si fonde con grande impatto sul pubblico, che rimarrà sorpreso amaramente dato che non c'è niente di meglio di un film della ormai consolidata saga ringhiana senza finale ad effetto, solo qui a toni smorzati, bisogna fare molta attenzione insomma un pubblico disattento che non vede l'ora di andarsene non può arrivarci.
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Nonostante le reazioni generali (non fa paura,è assurdo,ètroppo lungo etc.) a me è piaciuto moltissimo. Abbandonate giustamente le tonalità bluastre e cupe, quindi misteriose del primo (in cui c'era ancora tutto da scoprire) qui si entra nel vivo della vicenda materna samara-evelyn(lamadrenaturale, interpretata da una spettrale sissy spacek) e naturalmente rachel-aidan in uno splendido parallelo melò un po' teatralistico. La videocassetta non è più protagonista, ma nel finale il tutto si fonde con grande impatto sul pubblico, che rimarrà sorpreso amaramente dato che non c'è niente di meglio di un film della ormai consolidata saga ringhiana senza finale ad effetto, solo qui a toni smorzati, bisogna fare molta attenzione insomma un pubblico disattento che non vede l'ora di andarsene non può arrivarci. Ricco, inquieta e rende tesi fino allo spasimo- avventuroso, ironico un po' di consigli: non vedetelo se non avete visto il primo, sarebbe da sciocchi; non bevete prima del film altrimenti non vedrete l'ora che ci sia l'intervallo per andare alla toilette; non tentate di chiudere gli occhi, perchè vi sarà impossibile a parte l'inizio ad effetto, il film non ha il compito di farvi saltare sulla poltrona anzi di incollarvici, vi risucchia e allo stesso tempo vi schiaccia Samara stavolta è molto più potente, ancora più arrabbiata col mondo e, beh, l'arrampicata finale nel pozzo buio è una scena che entrerà nell'antologie orrorifiche mondiali, a parer mio ricapitolando: il primo era sussurrato, questo è gridato
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truman
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sabato 16 aprile 2005
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assolutamente deludente
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Il cambio di regia si nota subito (questo è stato diretto dal regista giapponese autore dei 3 film originali): ritmo lentissimo, a tratti sconnesso e dispersivo, montaggio e musiche assolutamente errati (assenza di musica nei momenti clou o musica ad ogni modo non adatta a sottolineare le scene importanti) e degli attori un po' piatti che sforzandosi di dare una parvenza di mistero e orrore rendono solo la pellicola più noiosa e a momenti quasi ridicola.
Peccato perchè, come detto sopra, la differenza col primo è veramente abissale. Non c'entra veramente nulla.
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samanta
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lunedì 5 luglio 2021
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la cassetta maledetta continua ...
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Ring 2 del 2005 è il sequel di Ring uscito nel 2001 ed è strettamente collegato a questo (quasi un secondo tempo), tanto che per capirlo conviene avere visto anche l'originale, il soggetto continua ad essere la VHS infernale foriera di morte. La protagonista è sempre Naomi Watts e come nel precedente film il figlio è interpretato da David Dorfman. La regia è invece del giapponese Hideo Nakata (ha diretto anche alcuni film in Usa: I segreti della mente) che era stato il regista nel 1998 dell'originale giapponese, mentre l'originale USA era stato diretto da Gore Verdinski, ma il cambio di regia non ha giovato commercialmente al sequel che ha avuto un incasso inferiore di 100 milioni di $, ma comunque sempre in attivo.
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Ring 2 del 2005 è il sequel di Ring uscito nel 2001 ed è strettamente collegato a questo (quasi un secondo tempo), tanto che per capirlo conviene avere visto anche l'originale, il soggetto continua ad essere la VHS infernale foriera di morte. La protagonista è sempre Naomi Watts e come nel precedente film il figlio è interpretato da David Dorfman. La regia è invece del giapponese Hideo Nakata (ha diretto anche alcuni film in Usa: I segreti della mente) che era stato il regista nel 1998 dell'originale giapponese, mentre l'originale USA era stato diretto da Gore Verdinski, ma il cambio di regia non ha giovato commercialmente al sequel che ha avuto un incasso inferiore di 100 milioni di $, ma comunque sempre in attivo. La trama vede Rachel (Naomi Watts) che con il figlio Aidon è andata via da Seattle per sfuggire alla maledizione della cassetta maledetta e vive in una piccola cittadina di provincia dirigendo il giornale locale.
Il film inizia con un ragazzo e la sua ragazza che lui cerca di convincere a vedera la cassetta che chi la vede ha una settimana di tempo per farlo vedere ad un altro altrimenti muore, la sua settimana sta per scadere, ma la ragazza finge di vederla e lui è ucciso dalle mani che escono dal televisore morendo con un ghigno orribile. Rachel informata per lavoro dalla polizia vede il cadavere e comprende che la cassetta è tornata e cerca lei anche in quella cittadina. Il film si dipana nel tentativo di Rachel di scoprire chi era Samanta la bambina protagonista del video, apprenderà che è la figlia di Evelyn (Sissy Spacek nota attrice Oscar migliore attrice per In The Bedroom) una donna ricoverata in una clinica psichiatrica perché aveva cercato di uccidere la figlia infante consapevole della sua malvagità. Samanta ora adulta cattiva (Kelly Stables) cerca di imposesarsi di Aidon, ma Rachel al termine di una lunga lotta la rinchiude in un pozzo liberando Aidon dalla possessione diabolica (forse ...).
Il film è decisamente inferiore al precedente, troppa discontinuità tra le varie scene, non ci sono spiegazioni in compenso molti salti logici, d'accordo che si tratta di una storia fantastica e inverosimile, ma il quadro complessivo deve essere corretto, si basa troppo su una colonna sonora ossessiva e delle immagini terrificanti, ma non esiste una vera suspence che coinvolga lo spettatore che invece comprende la prevedibiltà della vicenda. Comunque ben realizzata e tecnicamente perfetta la scena finale ambientata nel profondissimo pozzo con Rachel che fugge dall'inseguitrice Samanta. Naomi Watts si produge in un saggio di recitazione di alta classe, presentando un personaggio complesso di una donna di volta in volta terrorizzata, attenta e curiosa, disperata e angosciata, decisa a sopravvivere e a lottare, confusa e addolorata. Il film presenta l'eneluttabiltà del male che risorge sempre e l'angoscia in chi cerca di ostacolarlo. I comprimari di Naomi Watts sono discreti emerge Simon Baker (noto caratterista: Il diavolo veste Prada, Margin Call) nella parte di Max collega di Rachel che cerca di aiutarla.
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samanta
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mercoledì 7 luglio 2021
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povera rachel ...
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Ring 2 del 2002 è il sequel di Ring uscito nel 2001 ed è strettamente legato a questo cme se fosse un secondo tempo, per comprenderlo conviene avere visto l'originale. Il soggetto continua ad essere la VHS infernale foriera di morte, la protagonista è sempre Naomi Watts e così il figlio interpretato da David Dorfman. La regia è invece del giapponese Hideo Nakata (ha diretto alcuni film anche in USA come I segreti della mente) e che era stato nel 1998 il regista dell'originale giapponese, mentre quello americano era stato di diretto da Gore Verdinski, il cambio della regia non ha giovato commercialmente con un incasso rispetto al primo inferiore di 100 milioni di $, ma comunque con un bilancio attivo.
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Ring 2 del 2002 è il sequel di Ring uscito nel 2001 ed è strettamente legato a questo cme se fosse un secondo tempo, per comprenderlo conviene avere visto l'originale. Il soggetto continua ad essere la VHS infernale foriera di morte, la protagonista è sempre Naomi Watts e così il figlio interpretato da David Dorfman. La regia è invece del giapponese Hideo Nakata (ha diretto alcuni film anche in USA come I segreti della mente) e che era stato nel 1998 il regista dell'originale giapponese, mentre quello americano era stato di diretto da Gore Verdinski, il cambio della regia non ha giovato commercialmente con un incasso rispetto al primo inferiore di 100 milioni di $, ma comunque con un bilancio attivo.
La trama vede la giornalista Rachel (Naomi Watts) che con il figlio Aidan ha lasciato Seattle per sfuggire alla maledizione della cassetta maledetta ed è andata a vivere in una piccola città di provincia dove dirige il giornale locale. Il film inizia mostrando un ragazzo con la sua ragazza che cerca di convincerla a vedere la cassetta, infatti chi la vede ha solo 1 settimana di tempo per farla vedere ad un altro, altrimenti muore e la sua settimana sta per scadere, ma la ragazza finge di vederla e il ragazzo muore orribilmente ucciso da 2 mani che escono dallo schermo. Rachel informata dala polizia vede il cadavere e dal ghigno terribile della bocca comprende che la cassetta è ritornata e sta cercando lei anche nella cittadina. Il film si dipana nel tentativo di Rachel di scoprire chi era Samara la bambina protagonista del video, apprenderà che è la figlia di Evelyn (Sissy Spacek nota attrice Oscar come migliore attrice con In the Bedroom), una donna ricoverata da decenni in clinica psichiatrica perché aveva cercato di uccidere la figlia infante consapevole della sua malvagità. Samara ora adulta cattiva (Kelly Stables) cerca di imposessarsi di Aidan, ma Rachel al termine di una lunga lotta, riesce a rinchiuderla in un pozzo così liberando il figlio dalla possessione diabolica (forse ...).
Il film è decisamente inferiore al precedente, mostra troppa discontinuità tra le varie scene, non ci sono spiegazioni, in compenso esistono molti salti logici, d'accordo che siamo in presenza di una storia fantastica ed inverosimile, però il quadro complessivo deve essere corretto, il film si basa troppo su una colonna sonora ossessiva e delle immagini da horror. Risulta comunque ben realizzata e tecnicamente perfetta la scena finale ambientata nel profondo pozzo in cui Rachel fugge dall'inseguitrice Samara. Naomi Watts si produce in saggio di recitazione di alta classe, la sua Rachel è un personaggio complesso di donna di volta in volta terrorizzata, attenta e curiosa, disperata e angosciata, decisa a sopravvivere e a lottare, confusa e addolorata. Il film manifesta la tragicità e l'ineluttabilità del male e l'angoscia in chi cerca di ostacolarlo. I comprimari di Naomi Watts sono discreti, emerge Simon Baker (noto caratterista: Il diavolo veste Prada, Margin Call) nella parte di Max collega di Rachel che cerca di aiutarla.
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christian frascella
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venerdì 10 giugno 2005
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non c'è 2 senza 3 (ahimé)
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Il sequel di un remake che è il remake di un sequel. Giappone-Usa andata e ritorno. L'orrore dagli occhi a mandorla si occidentalizza: e se nel primo film il colpo era riuscito, nel secondo comiciano a vedersi le rughe. Non quelle di Naomi Watts (chi vi scrive ne è innamorato dai tempi di 'Mulholland Drive', quindi poco attendibile in merito), ma le rughe di una storia che, come qualche faccia del film, comincia ad incresparsi. Non è più un film d'atmosfere. Cronometro alla mano, puoi star certo che ogni cinque minuti accadrà qualcosa di spaventevole, e questo è già un chiaro limite per un horror, poichè viene a mancare il fattore sorpresa. E la trama è troppo incentrata sul figlio visionario della Watts, a volte in maniera tediosa, che non è in grado di reggerne sulle piccole spalle tutto il peso.
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Il sequel di un remake che è il remake di un sequel. Giappone-Usa andata e ritorno. L'orrore dagli occhi a mandorla si occidentalizza: e se nel primo film il colpo era riuscito, nel secondo comiciano a vedersi le rughe. Non quelle di Naomi Watts (chi vi scrive ne è innamorato dai tempi di 'Mulholland Drive', quindi poco attendibile in merito), ma le rughe di una storia che, come qualche faccia del film, comincia ad incresparsi. Non è più un film d'atmosfere. Cronometro alla mano, puoi star certo che ogni cinque minuti accadrà qualcosa di spaventevole, e questo è già un chiaro limite per un horror, poichè viene a mancare il fattore sorpresa. E la trama è troppo incentrata sul figlio visionario della Watts, a volte in maniera tediosa, che non è in grado di reggerne sulle piccole spalle tutto il peso. La famigerata cassetta col video angosciante (duplicata un'altra volta da non si capisce bene chi) è qui solo un pretesto per far stancamente ripartire la storia. La regia ha parecchi cedimenti (un'occhiata in più ai fotogrammi, in sala di montaggio, avrebbe rilevato non poche imperfezioni), e lo script fa acqua da tutte le parti (non è credibile su tutta la linea). Cosa salvare? La Watts e qualche effetto visivo. Cosa aspettarsi? Il terzo capitolo, tra un paio d'anni.
Deludente.
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