La passione di Cristo |
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Un film di Mel Gibson.
Con Jim Caviezel, Maia Morgenstern, Monica Bellucci, Rosalinda Celentano.
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Titolo originale The Passion of the Christ.
Religioso,
durata 126 min.
- USA, Italia 2004.
MYMONETRO
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La passione di Cristo.
di Paolo CiarpagliniFeedback: |
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venerdì 21 marzo 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ma voi critici, chiedo, sapete parlare 'normale', oppure, avete perduto la cognizione che la gente comune, deve comprendere ciò che dite?. Paradossalmente, come accade anche in politica, siete la ragion per cui siamo stufi di argomenti che invece, ci riguardano e dovrebbero interessare, profondamente, ampiamente. Un inutile e parossistico sfoggio, di una cultura e vocabolario che interessa a pochi, e porta al disinteresse i più. Il film di Gibson è a io modesto avviso un capolavoro di coraggio. Un dipinto di struggente, rara bellezza, pur nella sua estrema crudezza. Una sorta di 'documentario' che nessun cineasta prima, ha mai tentato o avuto il coraggio, la forza di presentare. Quando si seppe che i dialoghi, sarebbero rimasti fedeli all'originale, sembrava impossibile andare a vedere un film e legggere i sottotitoli forzatamente. Ma incredibilmente ciò, rende l'atmosfera ancor più pregna e degna di significato. Un plauso a Mel, uno che senza tanti preamboli e cervellotiche riflessioni, ha mostrato le sofferenze che precedettero la crocifissione di Gesù. E forse 'giudicato', e mostrato nel modo più veritiero, le responsabilità politiche che portarono a quell'atto d'ingiustizia. Quelle di un popolo che tradì un'uomo 'scomodo', potenzialmente aspirante al trono. Non quello di un re, ma di un liberatore, di un giusto forse. Il sangue, è la crudele fisicità ed espressione di sofferenza, e niente può rendere meglio l'idea che il vederlo scorrere. Viene voglia di chiudere gli occhi quando i due romani, scarnificano quel povero corpo indifeso. Viene voglia di dire basta!, cani, abbiate pietà. Gli incassi non sempre sono sinonimo di un buon lavoro, ma mai come in questo caso parlano chiaro, checchè ne pensiate. E non credo assolutamente che il pubblico ami veder scorrere il sangue a fiumi, piuttosto penso che mai Cristo, sia stato portato sullo schermo con tanta forza e sincerità. Solo un'uomo sincero e profondamente 'appassionato', poteva farlo. Un film destinato a diventare 'un'allegato' probatorio, e purificante. Oltre a costituire un monumento, che rafforza la figura di Cristo. Bravo Mel.
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