kronos
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domenica 17 ottobre 2010
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all'altezza del miglior pupi avati
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Togliamoci il sassolino dalla scarpa: 'Custodes bestiae' è una produzione no-budget girata in digitale con attori non professionisti.
Comunque niente di cui storcere il naso se si pensa al grande successo d'analoghi prodotti USA come 'The blair witch project' o "Paranormal Activity'.
Certo, quelli avevano alle spalle l'immenso potere promozionale yankee, mentre il nostro Bianchini deve accontentarsi di un pubblico underground.
Eppure vale davvero la pena vedere questa sua opera seconda: è il film che più si avvicina sotto il profilo filmico e "culturale" al leggendario 'La casa delle finestre che ridono' di Pupi Avati.
La sceneggiatura, evidentemente ispirata da leggende popolari di provincia, è genuinamente inquietante e Bianchini ne sfrutta tutte le potenzialità con una regia competente ed ispirata.
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Togliamoci il sassolino dalla scarpa: 'Custodes bestiae' è una produzione no-budget girata in digitale con attori non professionisti.
Comunque niente di cui storcere il naso se si pensa al grande successo d'analoghi prodotti USA come 'The blair witch project' o "Paranormal Activity'.
Certo, quelli avevano alle spalle l'immenso potere promozionale yankee, mentre il nostro Bianchini deve accontentarsi di un pubblico underground.
Eppure vale davvero la pena vedere questa sua opera seconda: è il film che più si avvicina sotto il profilo filmico e "culturale" al leggendario 'La casa delle finestre che ridono' di Pupi Avati.
La sceneggiatura, evidentemente ispirata da leggende popolari di provincia, è genuinamente inquietante e Bianchini ne sfrutta tutte le potenzialità con una regia competente ed ispirata. Anche le location e gli effetti visivi, pur senza budget, fanno il loro dovere, mentre gli attori, non professionisti, recitano con naturalezza nello slang locale. Già, la scelta di scrivere i dialoghi in dialetto friulano pare aggiungere una ruspante autenticità alle vicende.
Un film da non perdere per gli appassionati del genere: artigianale, ma molto più spaventoso rispetto alla gran parte dei titoli d'importazione ad alto budget che bazzicano il mercato.
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gianluca.dm
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martedì 18 gennaio 2011
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folclore friulano a tinte gotiche
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Bianchini è riuscito a confermarsi dopo la sorprendente opera prima "Lidris cuadrade di tre", coinvolgendo ancora una volta lo spettatore nei meandri di inquietudini e paure, con momenti di suspance che, anche se in modo un po' irrispettoso, richiamano Fulci o il primo Argento. E dai maestri dell'horror ha imparato subito come con pochi mezzi a disposizione si debba produrre pochi effetti speciali ed alimentare l'immaginazione, non disdegnando qualche buona trovata tecnica. Per definire luoghi e ambientazioni il giovane regista ha inoltre sapientemente attinto alla cultura popolare friulana, alla sua storia e al suo folclore, terra di benandanti, dell'eretico Menocchio e influenzata da leggende nordiche e slave.
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Bianchini è riuscito a confermarsi dopo la sorprendente opera prima "Lidris cuadrade di tre", coinvolgendo ancora una volta lo spettatore nei meandri di inquietudini e paure, con momenti di suspance che, anche se in modo un po' irrispettoso, richiamano Fulci o il primo Argento. E dai maestri dell'horror ha imparato subito come con pochi mezzi a disposizione si debba produrre pochi effetti speciali ed alimentare l'immaginazione, non disdegnando qualche buona trovata tecnica. Per definire luoghi e ambientazioni il giovane regista ha inoltre sapientemente attinto alla cultura popolare friulana, alla sua storia e al suo folclore, terra di benandanti, dell'eretico Menocchio e influenzata da leggende nordiche e slave. Di conseguenza la recitazione in diletto (o lingua, ma di certo non lo si può definire slang) è elemento determinante per rendere più autentico l'intero contesto.
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