brunus10480
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giovedì 3 marzo 2011
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un bel film, con un finale sorprendente
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Un film gradevole, che parte lentamente, che richiama alla mente tutte le pellicole che raccontano la disgregazione famigliare, il difficile rapporto padre - figlia, l'arte di truffare e di arrangiarsi, per poi precipitare verso un finale coinvolgente, che lascia lo spettatore di stucco. Il Cast è ben assortito e la prova di Cage, che interpreta un marito divorziato, truffatore e pieno di complessi, è davvero convincente. Ridley Scott dirige con maestria un film diverso dal solito, senza un uso magistrale della fotografia e senza effetti speciali ma che mantiene viva l'attenzione dello spettatore. Da vedere in DVD, in una serata morta, per non andare poi a dormire con l'amaro in bocca.
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ultimoboyscout
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sabato 3 marzo 2012
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cage il fobico.
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Film tra i più sottovalutati di Scott, che riesce a far apparire credibile e bravissimo Cage (attore che non amo particolarmente) nel ruolo di un abilissimo truffatore affetto da una sorta di disordine ossessivo-compulsivo. Da un romanzo di Eric Garcia, il regista estrapola una pellicola con doppio colpo di scena finale, dalla sceneggiatura intelligente e un umorismo pungente e puntuale ma spesso doloroso. I tempi sono quelli della commedia, con una prima ora di visione che è decisamente migliore e più accattivante. Molto ben studiate la solitudine e le debolezze del protagonista che riesce a sottolineare grazie anche alle musiche e ad un importante impatto visivo. Film diverso dal genere solito dle regista, girato con indubbia classe e che vede Zemeckis alla produzione.
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Film tra i più sottovalutati di Scott, che riesce a far apparire credibile e bravissimo Cage (attore che non amo particolarmente) nel ruolo di un abilissimo truffatore affetto da una sorta di disordine ossessivo-compulsivo. Da un romanzo di Eric Garcia, il regista estrapola una pellicola con doppio colpo di scena finale, dalla sceneggiatura intelligente e un umorismo pungente e puntuale ma spesso doloroso. I tempi sono quelli della commedia, con una prima ora di visione che è decisamente migliore e più accattivante. Molto ben studiate la solitudine e le debolezze del protagonista che riesce a sottolineare grazie anche alle musiche e ad un importante impatto visivo. Film diverso dal genere solito dle regista, girato con indubbia classe e che vede Zemeckis alla produzione. Ne esce un elogio alla seconda possibilità e una riflessione forte e vera sulla paternità, sullo sfondo di un'America moderna, depressa e menzognera. Peccato per quel finale mozzo che puzza fin troppo di moralità, tipicamente americana pure questa. Come detto nota di merito a cage che tra tic, fobie, contrazioni e sospiri ha saputo crearsi una maschera di forte drammaticità e intensità e alla Lohman che è stata in grado di calarsi con convinzione nei panni di una quattordicenne pur avendone una decina in più. Tra i due, tra l'altro, si è creato un feeling del tutto naturale, facilitato dalla direzione attenta, magistrale di Scott e dalle mani sapienti di Robert Zemeckis. Ricorda, in versione moderna, "paper moon" di Bogdanovich con Ryan e Tatum O'Neal.
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tizianastanzani
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giovedì 17 aprile 2014
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il genio di scott
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Con “Il genio della truffa”, il genio di Ridley Scott giunge a un punto di svolta, poiché questa è la sua prima commedia; la pellicola funziona alla perfezione: un film esilarante e tragico, quasi agrodolce, dal buon ritmo cadenzato come il respiro faticoso di un maniaco ossessivo compulsivo; il versatile Nicolas Cage, nella parte di un truffaldino faccendiere alle prese con tic e fissazioni, se la deve vedere anche con la propria coscienza, con una figlia inaspettata e con un socio simpatico e fin troppo comprensivo; vive terrorizzato dagli spazi aperti, cammina a fatica sulla propria moquette (con la quale troverà in seguito un accordo) - ricettacolo di sporcizie invisibili - tra imbrogli di piccolo, medio e grande calibro.
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Con “Il genio della truffa”, il genio di Ridley Scott giunge a un punto di svolta, poiché questa è la sua prima commedia; la pellicola funziona alla perfezione: un film esilarante e tragico, quasi agrodolce, dal buon ritmo cadenzato come il respiro faticoso di un maniaco ossessivo compulsivo; il versatile Nicolas Cage, nella parte di un truffaldino faccendiere alle prese con tic e fissazioni, se la deve vedere anche con la propria coscienza, con una figlia inaspettata e con un socio simpatico e fin troppo comprensivo; vive terrorizzato dagli spazi aperti, cammina a fatica sulla propria moquette (con la quale troverà in seguito un accordo) - ricettacolo di sporcizie invisibili - tra imbrogli di piccolo, medio e grande calibro. Fuma, e ingoia pillole calmanti, ma non abbassa mai la guardia. Cage si aggira così nella propria mente, e non vede la trama stessa del film (la quale vedremo con lui soltanto alla fine, sottoforma di un susseguirsi di colpi di scena disarmanti) perché è troppo occupato a guardare quella della moquette, mentre Scott dipinge strepitose inquadrature, scatta fotogrammi e accende sventagliate di immagini interiori. Un sano miscuglio di valori, forse ritriti ma ben congeniati, non riescono a banalizzare la trama, pur semplice; si percepisce a tratti un omaggio a Nicholson, o un plauso a Besson, oppure si può avvertire un po’ troppo di essere dalle parti di Paper Moon, ma nonostante tutto, la grandezza di Scott è sempre riconoscibile nella luce che filtra dalle veneziane socchiuse, come un palpito di apertura dell’anima, mentre lui, distributore di incubi spaziali prima (“Alien”), dispensatore di un futuro tremendamente possibile poi (“Blade Runner”), nonché mitizzatore di grandi donne (“Thelma & Louise”) riesce, con vera maestria, a dare risalto agli elementi narrativi. Da non sottovalutare nemmeno il ruolo oscuro ma sicuramente decisivo di Robert Zemeckis, produttore esecutivo.
Due curiosità: Nicholas Cage è nipote di Francis F. Coppola, e la quattordicenne sua figlia (Alison Lohman) ha ventiquattro anni.
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kondor17
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giovedì 29 novembre 2012
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il gabbatore diventa gabbato
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Roy (Nicolas Cage) e Frank (Sam Rockwell) sono una coppia di camaleontici truffatori, capaci di vendere ghiaccio agli eschimesi per poi presentarsi come "polizia delle acque" agli eschimesi stessi. Roy è affetto da manie e tic di vari tipi, vive in un ambiente asettico, ossessionato dai peli della moquette e dalla pulizia: mangia solo scatolette di tonno, che poi lava ed inserisce singolarmente in appositi sacchettini di plastica, prima di gettarle nel cestino. Custodisce in ingresso, in un bulldog di porcellana, il denaro corrente ed una pistola, mentre accumula il resto in una cassetta di sicurezza. Frank, amico e collega, ne capisce la psicologia e si accorge della sua dipendenza dai farmaci come pure dell'origine delle sue paranoie: il fallimento del matrimonio ed il dubbio atroce se la (ex) moglie, quattordici anni prima, avesse o meno messo al mondo il figlio che (probabilmente) avevano concepito.
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Roy (Nicolas Cage) e Frank (Sam Rockwell) sono una coppia di camaleontici truffatori, capaci di vendere ghiaccio agli eschimesi per poi presentarsi come "polizia delle acque" agli eschimesi stessi. Roy è affetto da manie e tic di vari tipi, vive in un ambiente asettico, ossessionato dai peli della moquette e dalla pulizia: mangia solo scatolette di tonno, che poi lava ed inserisce singolarmente in appositi sacchettini di plastica, prima di gettarle nel cestino. Custodisce in ingresso, in un bulldog di porcellana, il denaro corrente ed una pistola, mentre accumula il resto in una cassetta di sicurezza. Frank, amico e collega, ne capisce la psicologia e si accorge della sua dipendenza dai farmaci come pure dell'origine delle sue paranoie: il fallimento del matrimonio ed il dubbio atroce se la (ex) moglie, quattordici anni prima, avesse o meno messo al mondo il figlio che (probabilmente) avevano concepito. Allo stesso tempo, Frank, stufo di truffette da quattro soldi, inizia a meditare qualcosa di grande, idea che non trova però il consenso iniziale del collega, sempre più schizzato e dipendente. Fatto sta che un giorno Frank, lavando meticolosamente il lavello, fa scivolare nel tritatutto le pastiglie rimaste ed il medico che gliele procurava risulta irreperibile. Decide quindi di rivolgersi ad uno psicanalista, conoscente dell'amico Frank, il quale subito guadagna la sua stima, anche perchè gli fornisce di sottobanco le pillole di cui ha bisogno e perchè individua immediatamente l'origine delle sue paranoie, consigliandogli di chiamare la moglie per sapere una volta per tutte se ha un figlio o meno. Compare poi una figlia (Angela - Alison Lohman) che stravolge ed inevitabilmente illumina la sua vita. Roy è ora un uomo diverso, gioioso, premuroso, divertente e divertito, non ha più tic nè paranoie e, in trance euforistica, accetta il progetto propostogli da Frank di fare il grande colpo.
Non aggiungo altro. Il film vale assolutamente la pena di essere visto. Finale a sorpresa. Ottima la regia, la musica, la fotografia ed il montaggio, eccezionale l'interpretazione di Nicolas Cage e di Alison Lohman, ma tutto il cast rende alla grande. La storia ha risvolti psicologi molto più profondi di quanto sembri e fa riflettere, soprattutto il giorno dopo. Ottimo fim ancora di Ridley Scott & company !
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andyflash77
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sabato 28 luglio 2012
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nicolas cage truffatore
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Roy (Nicolas Cage) e Frank (Sam Rockwell) sono una bella coppia di truffatori professionisti. Artisti della truffa. Imbroglioni, insomma. Roy, veterano del mestiere che tiene a battesimo il giovane ed ambizioso Frank, ha una vita privata disastrosa: è un agorafobo ossessivo-compulsivo, fumatore accanito, privo di relazioni personali significative, e le sue idiosincrasie lo mettono talmente in crisi da spingerlo a rivolgersi ad uno psicoanalista (Bruce Altman). Ma la terapia arriva a qualcosa di inaspettato e sconvolgente: Roy ha una figlia adolescente, di cui sospettava l'esistenza, anche se non aveva mai avuto il coraggio di saperne di più, ed ora la quattordicenne Angela (Alison Lohman) vuole incontrare il padre che non ha mai conosciuto.
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Roy (Nicolas Cage) e Frank (Sam Rockwell) sono una bella coppia di truffatori professionisti. Artisti della truffa. Imbroglioni, insomma. Roy, veterano del mestiere che tiene a battesimo il giovane ed ambizioso Frank, ha una vita privata disastrosa: è un agorafobo ossessivo-compulsivo, fumatore accanito, privo di relazioni personali significative, e le sue idiosincrasie lo mettono talmente in crisi da spingerlo a rivolgersi ad uno psicoanalista (Bruce Altman). Ma la terapia arriva a qualcosa di inaspettato e sconvolgente: Roy ha una figlia adolescente, di cui sospettava l'esistenza, anche se non aveva mai avuto il coraggio di saperne di più, ed ora la quattordicenne Angela (Alison Lohman) vuole incontrare il padre che non ha mai conosciuto. L'apparizione di Angela farà crollare la routine del nevrotico padre, mettendone a repentaglio seriamente la salute mentale e lo stile di vita, ma ben presto Roy inizierà ad apprezzare ed amare quella figlia che non aveva mai sognato di avere accanto...
Regia d'autore per questa discreta commedia, confezionata in maniera professionale e riflessiva, lenta e stentata all'esordio che ci porta alla conoscenza del bizzarro e sfortunato Roy, i cui malesseri sono l'unico "fattore illuminante" che riesce a tenere viva l'attenzione del pubblico in una fase narrativa d'approccio troppo misurata e sospesa: Il Genio della Truffa sottolinea nuovamente, se ce ne fosse ancora bisogno, la maestria e la classe che risponde al nome di Ridley Scott al posto di comando. Tratta dallo scaltro romanzo di Eric Garcia "La Carogna", la sceneggiatura di Nick e Ted Griffin è stesa con coscienza e bravura, tuttavia la pellicola si arricchisce, elevandosi per ritmo e tensione narrativa, soltanto nell'ultima mezz'ora, sottolineando da contraltare per l'intero arco del film la bravura del suo interprete principe, un Nicolas Cage capace di trasformare in arte tic nervosi, bizzarrie, contrazioni e smorfie continue, versacci e sospiri in una maschera drammatica che porta sovente alla commozione piuttosto che al sorriso. La vera forza di quest'opera, sicuramente non particolarmente brillante o impegnativa nel suo complesso, sta come detto nella sontuosa regia del maestro Ridley Scott, accompagnata dall'ottima fotografia di John Mathieson, calda e vivida nel delineare il contrasto psicologico ed emotivo fra la luminostià asfissiante degli ambienti esterni e la penombra misurata dell'appartamento di Roy, e nel montaggio, frammentario e riercatissimo nel ricreare visivamente le turbe mentali del protagonista, di Dody Dorn, professionista visionaria già ammirata all'opera in "Memento" di Christopher Nolan. Completano il cast Sam Rockwell e Alison Lohman, ventiquattrenne attrice alla ricerca di consensi che sfodera una prova più che convincente. A posteriori pellicola apprezzabile e godibile, tuttavia inferiore alle aspettative.
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carloalberto
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sabato 11 settembre 2021
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scott si rilassa
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Scott è un regista notoriamente eclettico, eppure si stenta a credere che ci sia lo stesso occhio dietro la cinepresa che ha girato Alien o Hannibal e questo film. E’ una commedia brillante accompagnata dalle note di una colonna sonora divertente, composta da Hans Zimmer, che si tinge appena di noir in alcune sequenze e quando si pensa a una svolta drammatica, invece c’è il lieto fine. E’ come se Scott avesse voluto disorientare il pubblico, offrendo dapprima una storia di simpatici truffatori, che, poi, improvvisamente, diventa drammatica e sta per finire in tragedia, ed, infine, sorprende tutti regalando una via d’uscita più che accettabile al protagonista sconfitto e, con un sorriso paternalista, è come se avesse voluto dire che questa volta è andata bene ma che non è sempre così che vanno le cose per chi infrange la legge e poteva andare peggio, molto peggio.
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Scott è un regista notoriamente eclettico, eppure si stenta a credere che ci sia lo stesso occhio dietro la cinepresa che ha girato Alien o Hannibal e questo film. E’ una commedia brillante accompagnata dalle note di una colonna sonora divertente, composta da Hans Zimmer, che si tinge appena di noir in alcune sequenze e quando si pensa a una svolta drammatica, invece c’è il lieto fine. E’ come se Scott avesse voluto disorientare il pubblico, offrendo dapprima una storia di simpatici truffatori, che, poi, improvvisamente, diventa drammatica e sta per finire in tragedia, ed, infine, sorprende tutti regalando una via d’uscita più che accettabile al protagonista sconfitto e, con un sorriso paternalista, è come se avesse voluto dire che questa volta è andata bene ma che non è sempre così che vanno le cose per chi infrange la legge e poteva andare peggio, molto peggio. Nicolas Cage, quando non si butta via in film spazzatura, è un ottimo attore ed il suo personaggio, un delinquente gentiluomo, fobico ossessivo, maniaco della pulizia, pieno di tic, è riuscito bene ed è decisamente convincente, così come il suo socio in affari ed amico, interpretato da Sam Rockwell, ha la faccia giusta per risultare ingenuo, affidabile e bonaccione ed allo stesso tempo freddo pianificatore e subdolo ideatore di diabolici tranelli. Indovinata anche la scelta dell’attrice, Alison Lohman, per la parte della figlia adolescente, bravissima a 24 anni ad impersonare una ragazzina di 14.
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vedelia
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giovedì 1 aprile 2004
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una coppia deludenta
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L'accoppiata Scott/Cage doveva essere una garanzia di qualità e successo...invece...
Sono lontani i tempi di Blade Runner. La telecamera si muove e sobbalza con sapienza; il plot è lineare ed efficace; lo spettatore non si annoia sino alla fine; Cage è iper-espressivo: ma qualcosa manca...Manca l'anima, il sentimento, il senso etico di cui non ha mai difettato il cinema di Scott.
La vera sorpresa è il bravissimo Sam Rockwell,"adorabile bastardo" sin dai tempi del primo Charlie's Angels.
[+] un genio della trufa
(di stefy)
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