oleandro bianco
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sabato 29 luglio 2006
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un legame indissolubile che viene spezzato
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il film è indubbiamente centrato su un problema che tuttora persiste nelle famiglie sbagliate ed il regista,Peter Konsminsky,ha cercato di renderlo più vero possibile.Un cast eccezionale,cui erano presenti le più grandi stelle di Hollywood,che nel loro modo semplice e accattivante di recitare hanno permesso nella realizazzione di un film quasi capolavoro.Ho visto il film poco più di tre mesi fa e mi è piaciuto subito:ha rispecchiato una storia che ho quasi vissuto in prima persona,questo affetto morboso tra madre e figlia e il cambiamento radicale di Astrid quando ha capito che doveva crescere e divenire indipente,che la portata alla fine a disprezzare l'unica persona che in fondo al suo cuore ha amato veramente:sua madre.
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il film è indubbiamente centrato su un problema che tuttora persiste nelle famiglie sbagliate ed il regista,Peter Konsminsky,ha cercato di renderlo più vero possibile.Un cast eccezionale,cui erano presenti le più grandi stelle di Hollywood,che nel loro modo semplice e accattivante di recitare hanno permesso nella realizazzione di un film quasi capolavoro.Ho visto il film poco più di tre mesi fa e mi è piaciuto subito:ha rispecchiato una storia che ho quasi vissuto in prima persona,questo affetto morboso tra madre e figlia e il cambiamento radicale di Astrid quando ha capito che doveva crescere e divenire indipente,che la portata alla fine a disprezzare l'unica persona che in fondo al suo cuore ha amato veramente:sua madre.Mi ha fatto anche molto riflettere il fatto che i ragazzi che vengono adottati e quindi l'adozione dovrebbero garantire loro pace assoluta e una famiglia(anche se non propria)su cui contare perchè vengono affidati a famiglie così sbagliate?Astrid ha visto la madre uccidere e poi viene affidata ad una donna che le spara e ad una in depressione che si suicida?
Comunque questo film è imperdibile e lo consiglio a tutti gli appassionati di storie attuali che esprimono nella loro veracità anche la brutalità,l'egoismo e gli sbagli che avvengono in questo mondo.
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chiara
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martedì 28 agosto 2007
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il fiore che rovinò tutto
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film a mio parere interessante che coinvolge diversi luoghi comuni come il rapporto "conflittuale"tra madre e figlia,in questo caso,dietro una lunga serie di adozioni,suicidi e omicidi;l'importanza e il peso di un figlio non desiderato,l'amicizia-amore di due giovani orfani,la solitudine che ogni giorno ci circonda,la forza e la pazzia di una donna che alla fine si rivela essere umana,sono altri punti fermi della pellicola.probabilmente alcuni dialoghi non sono i più naturali e credibili,in fondo la protagonista è giovane e certi pensieri o frasi appaiono studiati,ma nel complesso il film è buono.
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marino
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domenica 12 agosto 2007
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interessante
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Niente male come film, forse simile a Thirteen da un certo punto di vista, dove si parla di problemi di una ragazza che avendo la madre in galera (con lei non ha buoni rapporti) deve subirsi famiglie e famiglie d'affidamento.
Tra tante storie, assiste al suicidio della sua tutrice, a cui era legata insolitamente moltissimo.
Bellissimo il finale, quando "fugge" a new york con un suo amico e ricomincia una vita da sé, senza trascinare il peso di una galeotta di madre.
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figliounico
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giovedì 25 maggio 2023
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amore tossico
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Dramma familiare del 2002 di Kosminsky incentrato sul rapporto, tipicamente turbolento anche nell’esperienza comune, tra una madre egocentrica e la figlia adolescente. Il film, pur essendo sovraccarico di pathos con una lunga teoria di eventi traumatici che subisce la giovane protagonista, l’abbandono da parte del padre, l’incarcerazione della madre, il suicidio della tutrice, eccetera, al limite del verosimile, risulta tuttavia credibile e coinvolgente grazie soprattutto alla magnifica interpretazione del cast tutto al femminile nei ruoli principali, ossia Alison Lohman, Michelle Pfeiffer, Renée Zellweger. Il dubbio di fondo è se Kosminsky, o l’autrice del libro, Jane Fitch, da cui è tratto il film, abbiano voluto mettere in evidenza l’ambiguità del rapporto genitoriale, nello specifico quello materno, caratterizzato dall’amore protettivo ed al contempo invidioso e distruttivo della madre verso la figlia e viceversa dall’odio intriso di ammirazione e di venerazione della figlia verso la madre, oppure l’ambiguità dei comportamenti nelle relazioni umane che producono fraintendimenti reciproci fino all’incomprensione totale, come una coltre di nebbia che appena svanita lascia vedere nitidamente la purezza assoluta ed univoca dei sentimenti.
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Dramma familiare del 2002 di Kosminsky incentrato sul rapporto, tipicamente turbolento anche nell’esperienza comune, tra una madre egocentrica e la figlia adolescente. Il film, pur essendo sovraccarico di pathos con una lunga teoria di eventi traumatici che subisce la giovane protagonista, l’abbandono da parte del padre, l’incarcerazione della madre, il suicidio della tutrice, eccetera, al limite del verosimile, risulta tuttavia credibile e coinvolgente grazie soprattutto alla magnifica interpretazione del cast tutto al femminile nei ruoli principali, ossia Alison Lohman, Michelle Pfeiffer, Renée Zellweger. Il dubbio di fondo è se Kosminsky, o l’autrice del libro, Jane Fitch, da cui è tratto il film, abbiano voluto mettere in evidenza l’ambiguità del rapporto genitoriale, nello specifico quello materno, caratterizzato dall’amore protettivo ed al contempo invidioso e distruttivo della madre verso la figlia e viceversa dall’odio intriso di ammirazione e di venerazione della figlia verso la madre, oppure l’ambiguità dei comportamenti nelle relazioni umane che producono fraintendimenti reciproci fino all’incomprensione totale, come una coltre di nebbia che appena svanita lascia vedere nitidamente la purezza assoluta ed univoca dei sentimenti. Il titolo del libro e dell’omonimo film suggerisce la soluzione al dilemma, ossia che l’amore materno sia considerato dalla scrittrice necessariamente anche velenoso per proteggere la figlia dai pericoli del mondo come quello della pianta dell’oleandro è naturalmente tossico per preservare il candore del suo fiore.
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helterskelter
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sabato 5 giugno 2004
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white oleander
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nonostante la giovane età, la nostra astrid non ne azzecca una. a partire dalla nascita, molto poco desiderata, e dalla crescita, "subappaltata" ad una tata. poi l'adolescenza distrutta dall'omicidio commesso dalla madre e le successive devastanti adozioni.c'è molto dejavu, certo, ma le attrici, per prima la protagonista che è meno nota delle altre, sono "in palla" e regia e commento musicale sorreggono il dramma dignitosamente. le personalità dei personaggi, pur complesse, vengono messe in scena efficacemente.
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