walloz
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giovedì 12 ottobre 2006
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orgasmi post-omicidio e tanta violenza gratuita!!!
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Ho visto il film di recente e l' ho trovato, sotto alcuni aspetti, geniale... Miike è un regista tutto da scoprire che in questo film riesce sempre a sorprendere con trovate originalissime!
Il film è incentrato in un giappone pieno di violenza, con personaggi stravaganti, e tanta malavita..
Ichi the killer non è fatto per tutti i palati logicamente, sia per quanto riguarda il contenuto adulto della pellicola, sia per quanto riguarda i problemi di comprensione da parte di noi occidentali (motivo per cui il film qui non è stato commercializzato)!
Io sinceramente non sono un grande amante della Jap Culture e nemmeno (anche se una volta lo ero) fan del Trash estremo, ma questo film, anche se si nasconde sotto un velo ironico è piu' complesso di quello che sembra.
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Ho visto il film di recente e l' ho trovato, sotto alcuni aspetti, geniale... Miike è un regista tutto da scoprire che in questo film riesce sempre a sorprendere con trovate originalissime!
Il film è incentrato in un giappone pieno di violenza, con personaggi stravaganti, e tanta malavita..
Ichi the killer non è fatto per tutti i palati logicamente, sia per quanto riguarda il contenuto adulto della pellicola, sia per quanto riguarda i problemi di comprensione da parte di noi occidentali (motivo per cui il film qui non è stato commercializzato)!
Io sinceramente non sono un grande amante della Jap Culture e nemmeno (anche se una volta lo ero) fan del Trash estremo, ma questo film, anche se si nasconde sotto un velo ironico è piu' complesso di quello che sembra... Takashi Miike ci allieta con movimenti veloci della camera (danno un sacco di dinamismo alla scena!)e con inquadrature mozzafiato (che sinceramente con credevo di trovare in un film del genere).
infine vi dico di guardarlo sia per divertirvi (se siete TANTO SADICI :P) a vedere gente squoiata e torture pazzesche, sia per vedere un bel film studiato a capolino!
Consigliato??? Dipende, sta a voi e al vostro stomaco decidere...
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(di sbrubruf)
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frz94
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venerdì 10 dicembre 2010
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ichi the killer
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Il boss Anjo fugge con 100 milioni di yen; sulle sue tracce viene sguinzagliato, con la sua gang, il folle e masochista Kakihara, il quale per i suoi metodi poco ortodossi (per usare un eufemismo) viene estradato dal sindacato della yakuza di Shinjuku. Contemporaneamente l’ambiente malavitoso è decimato dai deliranti attacchi omicidi di Ichi, ragazzo complessato e psicotico, la cui debole psiche è traviata e sconvolta da un misterioso manovratore; Ichi inoltre si incolpa di non aver tempo addietro salvato una ragazza stuprata da dei bulletti. Al corrente delle gesta di Ichi, Kakihara farà di tutto per trovarlo, conscio di aver trovato un rivale alla sua altezza per determinazione e ferocia.
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Il boss Anjo fugge con 100 milioni di yen; sulle sue tracce viene sguinzagliato, con la sua gang, il folle e masochista Kakihara, il quale per i suoi metodi poco ortodossi (per usare un eufemismo) viene estradato dal sindacato della yakuza di Shinjuku. Contemporaneamente l’ambiente malavitoso è decimato dai deliranti attacchi omicidi di Ichi, ragazzo complessato e psicotico, la cui debole psiche è traviata e sconvolta da un misterioso manovratore; Ichi inoltre si incolpa di non aver tempo addietro salvato una ragazza stuprata da dei bulletti. Al corrente delle gesta di Ichi, Kakihara farà di tutto per trovarlo, conscio di aver trovato un rivale alla sua altezza per determinazione e ferocia.
Film violento e controverso, tratto da una manga di Hideo Yamamoto e diretto dal regista giapponese Takashi Miike. Il personaggio inquietante di Ichi è oscurato da Kakihara, un maestro del sadismo e della tortura; entrambi i protagonisti tuttavia sono accomunati dall’essere, alla loro radice, due perdenti: Ichi è un fallito, un ragazzo da curare, violento e delicato, angelo e demone, che agisce con inconsapevole violenza e mascherata crudeltà tanto che lo spettatore non potrà non provare pena per lui; Kakihara è un mistico all’incontrario, alla ricerca di un dolore assoluto, di una commistione sovrana fra piacere e dolore che paradossalmente unisce lui e le sue vittime e che è destinata a rivelarsi fallimentare, alla ricerca di una pace estrema e celestiale e al tempo stesso inconcludente; una ricerca che avrà il suo culmine nella struggente e poetica scena finale in cui Kakihara si perforerà con due spuntoni i timpani in modo da non sentire più nulla: al massimo della violenza, alla saturazione totale Kakihara evade da una realtà insoddisfacente come insoddisfacenti sono le torture che realizza sulle vittime, elaborate, ma finite, destinate a concludersi, chiudendosi nel totale silenzio. La sua ricerca di un perverso assoluto coinciderà, alla fine, con la morte.
Il film nel complesso è ben realizzato, gli effetti speciali sono pregevoli e accurati e la prova corale degli attori è ottima: su tutti svettano la figura di Kakihara (non deve trarre in inganno il titolo del film, sulla locandina del film è lui a essere raffigurato) e di Ichi. La violenza eccessiva, a volte parossistica, ma mai fine a se stessa(per certi versi simile a quella dei film di Tarantino, anche se più aspra), le tematiche forti e il modo in cui sono trattate le donne lo rendono un prodotto non adatto a tutti.
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noia1
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giovedì 4 maggio 2017
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spettacolare schizofrenia
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Un capo mafioso scompare, un assassino misterioso miete vittime a nastro e nel contempo un potente malavitoso terrorizza le varie bande della città.
Miike è mostruoso come sempre e anche se prolifico è difficile che un film suo, seppur deludente, perda quel timbro che tanto lo distingue dal resto del mondo. Questo dal canto suo è forse uno dei film migliori, roba da podio, un film che seppur insopportabile è talmente bello che persino i nostri spocchiosi distributori hanno ceduto a distribuirlo in Italia.
Come al solito di questo regista la sceneggiatura non è sua eppure il risultato è sentito con una ridicolizzazione dell’ambiente malavitoso giapponese come formato da un branco di rimbambiti, una rappresentazione sconcertante non tanto per l’effettiva pericolosità del tipo di persone (che va presa seriamente) quanto più per il contrasto col solenne rispetto che gli altri registi nipponici – soprattutto i grandi maestri – sono soliti usare al toccare l’argomento.
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Un capo mafioso scompare, un assassino misterioso miete vittime a nastro e nel contempo un potente malavitoso terrorizza le varie bande della città.
Miike è mostruoso come sempre e anche se prolifico è difficile che un film suo, seppur deludente, perda quel timbro che tanto lo distingue dal resto del mondo. Questo dal canto suo è forse uno dei film migliori, roba da podio, un film che seppur insopportabile è talmente bello che persino i nostri spocchiosi distributori hanno ceduto a distribuirlo in Italia.
Come al solito di questo regista la sceneggiatura non è sua eppure il risultato è sentito con una ridicolizzazione dell’ambiente malavitoso giapponese come formato da un branco di rimbambiti, una rappresentazione sconcertante non tanto per l’effettiva pericolosità del tipo di persone (che va presa seriamente) quanto più per il contrasto col solenne rispetto che gli altri registi nipponici – soprattutto i grandi maestri – sono soliti usare al toccare l’argomento.
Una commediola si direbbe per la surreale atmosfera ironica in ogni scena, eppure la vicenda è seria in un complesso sviluppo di trama che non perde tempo in troppe parole per le spiegazioni, i drammi degli individui sono intensi e viscerali nonché realmente toccanti e dolorosi, sensazioni vivide e sentimenti profondi difficilmente comprensibili fino in fondo nell’altalena di eventi crudeli e ridicoli.
Uno scoppiettare di idee una dietro l’altra che non hanno solo lo scopo di scioccare, la telecamera non è semplice testimone e le poche parole sono tutt’altro che semplice colla per gli eventi con anzi forse più dubbi celati che risposte. Il soggetto sarà quel che sarà ma Miike decide di mostrare tutto, una violenza inaudita completamente nuda sotto i nostri occhi, senza pause o pecche, senza frenarsi quando dev’essere drammatica o invece comica e soprattutto azzeccando ogni cosa.
I sottotesti si sprecano e di certo non devo dirvi io come guardare il film, certo basta dare un occhio ai risultati di ogni tortura per avere un indizio di come la pensa il regista per esempio. Insomma una specie di viaggio psichedelico in una vicenda di bande resa ancora più destabilizzante da un comparto sonoro da capogiro con musiche quasi provenienti da un altro mondo.
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alex41
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lunedì 16 settembre 2013
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l'inferno di takeshi miike
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Un vero e proprio cult, un cine-fumetto coi controc.......i, diretto dal maestro Takeshi Miike, tanto amato da registi come Quentin Tarantino quanto al pubblico dai gusti raffinati. I film di Miike rappresentano una violenza visiva scioccante ma artistica, estremamente folle ma nello stesso tempo quasi romantica, ed è questo l'effetto che mi ha dato vedere "Ichi The Killer". Un film che toglie il fiato e che stravolge completamente i soliti cliche dei film gangsters, dei manga stessi e dei film dei "supereroi" (il fatto che non c'è il buono di turno per esempio, lo stesso Ichi è un folle psicopatico come lo è l'antagonista, il masochista Kakihara, personaggio magnifico).
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Un vero e proprio cult, un cine-fumetto coi controc.......i, diretto dal maestro Takeshi Miike, tanto amato da registi come Quentin Tarantino quanto al pubblico dai gusti raffinati. I film di Miike rappresentano una violenza visiva scioccante ma artistica, estremamente folle ma nello stesso tempo quasi romantica, ed è questo l'effetto che mi ha dato vedere "Ichi The Killer". Un film che toglie il fiato e che stravolge completamente i soliti cliche dei film gangsters, dei manga stessi e dei film dei "supereroi" (il fatto che non c'è il buono di turno per esempio, lo stesso Ichi è un folle psicopatico come lo è l'antagonista, il masochista Kakihara, personaggio magnifico). L'estetica del film è estasiante, con colori forti che rendono le immagini ancora più forti e di grande impatto, ottima anche la sceneggiatura e il doppiaggio italiano. Una perla, per amanti del genere e non.
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