paride86
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venerdì 24 febbraio 2012
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mediocre
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"Basquiat" è una biografia riduttiva e romanzata dell'omonimo pittore.
La pecca più grande del film è quella di non saper coinvolgere lo spettatore nelle vicende dell'artista, ma anche il cast stellare non aiuta: Jeffrey Wright è completamente oscurato dai comprimari, e questo non giova né al protagonista né alla storia.
Come se non bastasse, il film ignora totalmente l'aspetto artistico, non racconta l'arte di strada e il graffito, tanto che lo spettatore rimane più disorientato che affascinato dalle opere di Basquiat.
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"Basquiat" è una biografia riduttiva e romanzata dell'omonimo pittore.
La pecca più grande del film è quella di non saper coinvolgere lo spettatore nelle vicende dell'artista, ma anche il cast stellare non aiuta: Jeffrey Wright è completamente oscurato dai comprimari, e questo non giova né al protagonista né alla storia.
Come se non bastasse, il film ignora totalmente l'aspetto artistico, non racconta l'arte di strada e il graffito, tanto che lo spettatore rimane più disorientato che affascinato dalle opere di Basquiat.
Insomma, un film mediocre.
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francesco2
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giovedì 13 ottobre 2011
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l'insostenibile genio(?) di un pittore
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Scnabel non è un regista. O meglio, è prima di tutto un pittore. Che dipinge ritrattini quasi agiografici, in un cinema pseudoprovocatorio ma appena simpatico ("Miral"), o ritrattoni(?)ingenuamente amati da vari cinefili ("Lo scafandro e la farfalla").
Anche in questo film dipinge. Scene, situazionio, ma forse senza un'idea più consistente del CINEMA. Qualcuno ha colto l'identificazione tra lui ed il personaggio nella spocchiosità con cui propone il tema della pittura. Chi scrive, invece, la coglie nell'andare "Per sottrazione". Si sottrae, in questo film, quando varie scene tra le più riuscite sono quelle in cui scompare il rumore, come anche la folla(Che, in realtà, era soprattutto di ammiratori): e Basquiat viene lasciato solo a dipingere con le mani (Artista), e con la testa(Sognatore).
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Scnabel non è un regista. O meglio, è prima di tutto un pittore. Che dipinge ritrattini quasi agiografici, in un cinema pseudoprovocatorio ma appena simpatico ("Miral"), o ritrattoni(?)ingenuamente amati da vari cinefili ("Lo scafandro e la farfalla").
Anche in questo film dipinge. Scene, situazionio, ma forse senza un'idea più consistente del CINEMA. Qualcuno ha colto l'identificazione tra lui ed il personaggio nella spocchiosità con cui propone il tema della pittura. Chi scrive, invece, la coglie nell'andare "Per sottrazione". Si sottrae, in questo film, quando varie scene tra le più riuscite sono quelle in cui scompare il rumore, come anche la folla(Che, in realtà, era soprattutto di ammiratori): e Basquiat viene lasciato solo a dipingere con le mani (Artista), e con la testa(Sognatore). E, soprattutto, sis ente dire che le parole più belle che abbia scritto erano quelle a cui sottreva qualcosa. Ecco, un artista a tutto tondo: persino nelle piccole cose con cui comincia a guadagnare, persino quando si "cimenta" col vestito di Gina.
Quando il flm non sottrae, ma aggiunge, allora spesso cade. Con Basquiat che parla di "Merda" di fronte a degli acquirenti, con una bambolina appena comprata che gli cade dalle mani, in quello che forse è il momento più drammatico del film. Ma anche in un'intervista lunga e prolissa (Per chi scrive almeno quanto per lui). C'è, in questo film, una frase molto bella (Ma forse neanche verosimile, tra l'altro) sull'identificazione tra i poveri el'artista. Ma il cinema non è solo questo. E' la capacità di (rac)cogliere dei momenti particolari per una persona, di saperceli raccontare secondo una visione d'insieme, come dice l'antipatico protagonista del "Basta che funzioni"alleniano. Quella visione che, probabilmente, a Schnabel manca, tanto che persino l'innocuo "Miral", presentato come questo a Venezia quattordici anni dopo, rischia di farsi preferire a questo film.
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giu/da(g)
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domenica 20 febbraio 2011
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il basquiat di schnabel
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La storia di Basquiat, primo artista nero di fama internazionale, morto alla precoce età di ventisette anni. Non è un cattivo film, rievoca bene una certa atmosfera della New York degli anni '80 (dove il mondo dell'arte stava diventando un gigantesco supermercato per ricchi snob) e gli attori sanno destreggiarsi bene nei loro ruoli. Tuttavia non si può non rimarcare che un film biografico debba tentare dipingere un personaggio nella sua interezza: il Basquiat di Schnabel è aggrazziato, quasi timido mentre quello reale si sa bene che usasse prostituirsi e che l'abuso di droga lo avesse reso particolarmente violento (alcuni galleristi come la Noisei ne furono particolarmente terrorizzati) ed irrascibile; anzi Schnabel applica a Basquiat la patina dorata del genio maledetto, ricercando nel pittore quell'eroe che in vita non fu mai.
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La storia di Basquiat, primo artista nero di fama internazionale, morto alla precoce età di ventisette anni. Non è un cattivo film, rievoca bene una certa atmosfera della New York degli anni '80 (dove il mondo dell'arte stava diventando un gigantesco supermercato per ricchi snob) e gli attori sanno destreggiarsi bene nei loro ruoli. Tuttavia non si può non rimarcare che un film biografico debba tentare dipingere un personaggio nella sua interezza: il Basquiat di Schnabel è aggrazziato, quasi timido mentre quello reale si sa bene che usasse prostituirsi e che l'abuso di droga lo avesse reso particolarmente violento (alcuni galleristi come la Noisei ne furono particolarmente terrorizzati) ed irrascibile; anzi Schnabel applica a Basquiat la patina dorata del genio maledetto, ricercando nel pittore quell'eroe che in vita non fu mai. Basquiat fu un talento medio sfruttato ed usato dai suoi mecenati come novità da lanciare sul mercato, la sua morte per loro fu una manna che fece schizzare il valore dei quadri a livelli stratosferici. Ma di questo il film non tiene molto conto. Altro particolare ben più fastidioso è l'invadenza dell'ego del regista, una sorta di terrore di non esser parte della scena, inserendosi coi suoi quadri attraverso il proprio alter ego Albert Milo. Come film su Basquiat non è quindi molto attendibile, ma per il tono lievemente poetico che lo pervade, rimane forse uno dei migliori lavori di Schnabel.
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boffese
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martedì 22 settembre 2009
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l'arte di schnabel
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un film eccezionale, confezionato da un grande schnabel, artista totale ,scultore, pittore,musicista e regista. alla sua opera prima disegna un film a misura di basquiat, grande artista "graffitaro" black newyorkese. non la solita biografia, c'e' molto di piu'. una regia bizzarra e originale, che rende un film drammatico e nero,anche un'opera colorata e divertente. grandi personaggi nella vita di jean-michel, riportati in vita da grandi attori che formano un cast eccezionale. bravissimi tutti, ma sopra le righe jeffrey wright (Jean Michel Basquiat) e david bowie (Andy Warhol).
bellissimo
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boffese
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venerdì 17 ottobre 2008
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l'arte di schnabel
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un film eccezionale, confezionato da un grande schnabel, artista totale ,scultore, pittore,musicista e regista. alla sua opera prima disegna un film a misura di basquiat, grande artista "graffitaro" black. non la solita biografia, c'e' molto di piu'.
una regia bizzarra e originale, che rende un film drammatico e nero,anche un'opera colorata e divertente.
grandi personaggi nella vita di jean-michel, riportati in vita da grandi attori che formano un cast eccezionale. bravissimi tutti, ma sopra le righe jeffrey wright e david bowie.
bellissimo
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leonardo masieri
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lunedì 19 maggio 2008
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film tributo al primo grande pittore nero
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La storia di Jean Michel Basquiat inizia con la visita alla copia della Guernica esposta al Consiglio Generale delle Nazioni Unite accompagnato dalla madre all'età di 6 anni.Schnabel rappresenta il piccolo visitatore con una corona in testa, eleggendolo futuro primate dell'arte contemporanea. Era un predestinato Basquiat? Il film narra con fedeltà la vita "difficile" dell'artista newyorkese come difficili e intense sono le vite dei protagonisti, di coloro che lasciano un'impronta nel mondo. Puo' darsi che Schnabel si riveda un po' in Basquiat, entrambi pittori, entrambi vicini alla musica, entrambi artisti metropolitani. Basquiat convive, nonostante l'epocale successo che lo porta ad essere il primo grande pittore nero riconosciuto universalmente dal mercato dell'arte pittorica, con i suoi turbamenti mentali, i suoi infantilismi, che tra l'altro esprime con genialità sulla tela, a non godersi pienamente il successo acquisito in brevissimo tempo.
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La storia di Jean Michel Basquiat inizia con la visita alla copia della Guernica esposta al Consiglio Generale delle Nazioni Unite accompagnato dalla madre all'età di 6 anni.Schnabel rappresenta il piccolo visitatore con una corona in testa, eleggendolo futuro primate dell'arte contemporanea. Era un predestinato Basquiat? Il film narra con fedeltà la vita "difficile" dell'artista newyorkese come difficili e intense sono le vite dei protagonisti, di coloro che lasciano un'impronta nel mondo. Puo' darsi che Schnabel si riveda un po' in Basquiat, entrambi pittori, entrambi vicini alla musica, entrambi artisti metropolitani. Basquiat convive, nonostante l'epocale successo che lo porta ad essere il primo grande pittore nero riconosciuto universalmente dal mercato dell'arte pittorica, con i suoi turbamenti mentali, i suoi infantilismi, che tra l'altro esprime con genialità sulla tela, a non godersi pienamente il successo acquisito in brevissimo tempo. Incubi, psicomatismi, dipendenza dalla droga lo faranno ricordare come il James Dean dell'arte; tanto rapida è stata la sua ascesa, cosi' rapida la sua fine. Morirà a neanche 28 anni, spinto dal dolore della morte improvvisa del suo scopritore-amico Andy Worhol, che cerco' di aiutarlo in ogni modo negli anni della loro collaborazione, che fece vivere a New York una stagione indimenticabile.
Nessuno migliore di Schnabel puo' rappresentare tante capacità intellettive in un film. Aiutato da un cast eccezionale e da un David Bowie artista attore,che un rappresenta se stesso pur vestendo i panni del grande Worhol, l'opera sarebbe potuta essere piu' significativa a livello di sensazioni fatte vivere allo spettatore, anche se, con molta precisione, viene rappresentato ogni lato umano e artistico di Jean Michel Basquiat.
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sixoclock
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martedì 15 aprile 2008
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i graffiti di samo
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Io comprendo benissimo l'importanza di alcuni attori su altri, ma mymovie nella sua stpidità ha messo a volte al terzo o quarto posto l'attore principale nel cast artistico; qui addirittura manca, e non credo sia giusto, bravo o no, non menzionare affatto chi ha portato un film intero. Comunque...Il film è molto bello, la descizione di una pwersonalità contorta degli anni 80, figlio dei suoi tempi, eroinomane e genio creativo, sensibile ed eccentrico: Jean Michelle Basquiat. Se le sue relazioni amorose(si dice sia stato anche con Madonna), passano in secondo piano, le sue opere sono contese dai più prestigiosi musei americani. Il film è un avviso a stare attenti a chi abbiamo di fronte, il paragone con Van Ghog è giusto ed appropriato, l'artista che muore senza avere mai riconoscimenti per la sua grandezza è l'ossessione di chi a prescindere dall'amore per l'arte, vuole diventare famoso.
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Io comprendo benissimo l'importanza di alcuni attori su altri, ma mymovie nella sua stpidità ha messo a volte al terzo o quarto posto l'attore principale nel cast artistico; qui addirittura manca, e non credo sia giusto, bravo o no, non menzionare affatto chi ha portato un film intero. Comunque...Il film è molto bello, la descizione di una pwersonalità contorta degli anni 80, figlio dei suoi tempi, eroinomane e genio creativo, sensibile ed eccentrico: Jean Michelle Basquiat. Se le sue relazioni amorose(si dice sia stato anche con Madonna), passano in secondo piano, le sue opere sono contese dai più prestigiosi musei americani. Il film è un avviso a stare attenti a chi abbiamo di fronte, il paragone con Van Ghog è giusto ed appropriato, l'artista che muore senza avere mai riconoscimenti per la sua grandezza è l'ossessione di chi a prescindere dall'amore per l'arte, vuole diventare famoso. Quella di Basquiat fu una scalata al successo fatta di gradini sempre instabili a causa dell'eroina e dei pregiudizi razziali. Ottima l'interpretazione di Wright di una Basquiat che vaga per la città in pigiama, ma ancor più magistrale è l'interpretazione di Bowie di un Warhol accondiscendente, debole e tremante che sorride se i suoi quadri vengono stravolti. Schnabel coglie inoltre appieno il substrato culturale degli anni 80(solo la musica esce dagli schemi con un Halleluja finale che fu composta molti anni dopo)
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[+] su "my movies"
(di francesco2)
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mescal
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domenica 2 dicembre 2007
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basquiat, artista maledetto.
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Si respira una bella aria in questo film aldilà della sua drammaticità. Piacevole il modo con cui è stato realizzato senza cadere nel classico biografico. Ovviamente grandi meriti vanno al personaggio Basquiat, artista maledetto quasi senza causa, che nonostante il suo approccio positivo alla vita, nascondeva un radicato malessere nel sistema (aggravato anche dall'uso di droghe). Ma è proprio questo malessere la sua energia creativa e la strada la sua fonte di ispirazione. Spunto anche per una bella fotografia di New York negli anni 80, accompagnata dai Rolling Stones, e di un'esilarante interpretazione di Andy Warhol ad opera di David Bowie
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