Il portaborse |
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Un film di Daniele Luchetti.
Con Silvio Orlando, Nanni Moretti, Angela Finocchiaro, Giulio Brogi, Guido Alberti.
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Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 91 min.
- Italia 1991.
MYMONETRO
Il portaborse
valutazione media:
3,19
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sincero, aderente alla realtà, moralmente correttodi Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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giovedì 4 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IL PORTABORSE (IT, 1991) Diretto da DANIELE LUCHETTI. Interpretato da SILVIO ORLANDO, NANNI MORETTI, ANGELA FINOCCHIARO, GIULIO BROGI, LUCIO ALLOCCA, GUIDO ALBERTI, ANNE ROUSSEL, ANTONIO PETROCELLI, GRAZIANO GIUSTI, ROBERTO DE FRANCESCO, IVANO MARESCOTTI. Luciano Sandulli è un frustrato professore di letteratura, con un gran talento per la scrittura. Viene assoldato dal giovane Cesare Botero, ministro delle partecipazioni statali, perché gli scriva i discorsi, ed entra a far parte del suo composito staff con tutti i benefici della nuova attività: macchina di lusso, casa dichiarata "monumento nazionale", denaro in abbondanza, posto di lavoro irrifiutabile per la fidanzata, anch'ella insegnante. Stando a contatto col politico, Luciano non tarda però a scoprirne l'aspetto più inquietante e orribile: Botero è artefice di illegalità elettorali, clientelismo e corruzioni a non finire. Inizialmente glissante, l'onesto professore cambierà fronte e, col giornalista Francesco Sanna al suo fianco, denuncerà uno dopo l'altro i crimini politici del ministro. Uscito pochi mesi prima dello scandalo Tangentopoli e tre anni prima della fondazione di Forza Italia, questo film ha la sua ragion d'essere in un'indignazione soprattutto morale, ed evitando prudentemente di veicolare un messaggio troppo diretto perché troppo politicizzato, racconta una storia di iniziazione, involgarimento e presa di posizione finale con una sincerità sanguigna e una verosimiglianza che finisce per elevarsi ad atto di giustizia e grido di protesta contro l'ipocrisia, la disonestà e il cinico accentramento dei poteri. Un Daniele Luchetti maturo e misurato, che scrive una sceneggiatura ricchissima di spunti insieme ai fidi Stefano Rulli e Sandro Petraglia. Un Nanni Moretti in gran forma (premiato col David di Donatello), a briglia non troppo stretta, che incide magistralmente un personaggio tanto più detestabile quanto più si atteggia a difensore delle libertà e finto colto («Sa che non ho mai letto un libro per intero in vita mia?» è una delle sue prime battute, quasi tutte eccellenti). Un Silvio Orlando paladino umile ma coraggioso che conferma la sua migliore dote recitativa, la naturalezza. Interessanti i personaggi di Sanna e di Giulio Sperati, un bravo poeta anziano che vive con estrema frugalità: sono esempi dell'onnipresente bisogno di cultura letteraria e giornalistica nel nostro paese, che gli esponenti di destra cercano ossessivamente di sopprimere.
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