dux
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mercoledì 12 settembre 2001
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il vietnam visto da chi ci ha combattuto.
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Una recluta parte volontaria per il Vietnam e scopre a sue spese gli orrori del conflitto. Nel corso del film capirà che l'america in realtà è in guerra con se stessa e questo dualismo finirà con la catarsi finale dell'uccisione del sergente perfido.
Un film fatto da chi in guerra c'è stato davvero, e si vede. Niente patriottismi e moralismi: la guerra è sul video e sembra quasi di averla in casa, di poter respirare la polvere del Vietnam. Quanti anni sono passati da Berretti Verdi…
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alessio
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lunedì 15 ottobre 2001
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suggestivo e coinvolgente
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Basandosi sulle sue esperienze personali (nel giovane Chris è facilmente individuabile il regista), Stone ha costruito con abilità un film che è diventato un vero classico del genere. Pur peccando di scarsa originalità, il film è diretto comunque benissimo, descrivendo realisticamente il significato della guerra di trincea e interpretato da un gruppo di attori tutti bravissimi: Berenger, glaciale nella sua cattiveria, il "sergente buono" Dafoe, i non ancora famosi Sheen, Depp e Whitacker. Gran bel film dunque, vincitore di 4 Oscar e Stone premiato a Berlino per la miglior regia.
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chriss
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lunedì 4 ottobre 2010
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platoon il migliore...
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Platoon (plotone, drappello), di Oliver Stone, è il miglior film sul Vietnam. Con tutto il dovuto rispetto, preferisco l' opera di Stone a Full Metal Jacket di Stanley Kubrick od a Apocalypse Now di F.F.Coppola. Rispetto al primo ha una trama più lineare, una musica più appropriata ed un finale più ottimistico. Rispetto al secondo dura meno ed non ha le stesse ambizioni intellettuali. Molte volte non sono stato d' accordo con l' assegnazione delle famose statuette. Stavolta, non ho dubbi: Platoon ha vinto meritatamente i quattro premi Oscar (e la decina di premi minori). Io non credo che sia solo un caso. Ispirato alle reali esperienze di guerra vissute dal regista statunitense, Platoon ci viene raccontato da Chris Taylor, un ragazzo di buona famiglia arruolatosi volontario per il Vietnam.
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Platoon (plotone, drappello), di Oliver Stone, è il miglior film sul Vietnam. Con tutto il dovuto rispetto, preferisco l' opera di Stone a Full Metal Jacket di Stanley Kubrick od a Apocalypse Now di F.F.Coppola. Rispetto al primo ha una trama più lineare, una musica più appropriata ed un finale più ottimistico. Rispetto al secondo dura meno ed non ha le stesse ambizioni intellettuali. Molte volte non sono stato d' accordo con l' assegnazione delle famose statuette. Stavolta, non ho dubbi: Platoon ha vinto meritatamente i quattro premi Oscar (e la decina di premi minori). Io non credo che sia solo un caso. Ispirato alle reali esperienze di guerra vissute dal regista statunitense, Platoon ci viene raccontato da Chris Taylor, un ragazzo di buona famiglia arruolatosi volontario per il Vietnam. Il film ci mostra molto bene la follia, l' orrore ed il lato oscuro del conflitto, sia dal punto di vista interno che ed esterno. Anzi, quello interno fa pure più paura secondo Stone. "Abbiamo combattuto contro noi stessi: il nemico era dentro di noi", dirà Chris al termine del film. Proprio questo giovane ragazzo dovrà scegliere se schierarsi col cinico sergente Barnes od il più umano Elias. Questo dualismo interno ha reso Platoon famoso in tutto il mondo. Barnes rappresenta la follia, l' odio e la violenza, mentre Elias la bontà, il coraggio e la ragione. Memorabile la scena in cui Elias muore con le braccia verso il cielo: sembra quasi Gesù Cristo morto sulla croce. Stavolta, Chris dirà: "Qualche volta mi sono sentito come il figlio di quei due padri". Oliver Stone, che sicuramente non ha la classe dei maestri Kubrick e Coppola, ha indovinato tutto: la storia, gli attori, la musica ed anche il finale. La storia sembra pittosto semplice, ma in realtà riesce ottimamente a trasmetterci il senso di caos, di morte e solitudine che regna all' interno del plotone. Gli attori entrano bene nella parte, soprattutto Tom Berenger in quella di Barnes, il sergente pieno di cicatrici accecato dall' odio e dalla violenza. Anche Dafoe e Sheen sono bravi. Le musiche, di Budd Carr e Georges Delereu, sono struggenti. Il finale si butta giustamente sulla parola bontà. Sempre al termine del film, Chris dirà: "Cercare la bontà è un significato in questa esistenza". Platoon è un film compatto ed il suo messaggio ci arriva diretto sin dalle prime battute. Anche se non ha gli stessi effetti di Full Metal Jacket od Apocalypse Now, Platoon è un' opera che si accosta meglio alla parola amore, bontà e speranza. Troppo folle e visionario Apocalipse Now, troppo stilizzato Full Metal Jacket. Non amo Stone come Kubrick o Coppola, ma riconosco al primo il fatto di aver realizzato il migliori film sul Vietnam ed uno dei suoi più riusciti in assoluto. Meglio Platoon, quindi. Palmieri Christian...
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(di byrne)
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antonio the rock
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martedì 25 agosto 2009
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platoon:la guerra del vietnam nella sua stupidità
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Fin dalle prime battute il film,diretto magistralmente da Oliver Stone,appare come un ritratto spietato di quella che fu realmente,senza stereotipi,la guerra del Vietnam:una carneficina priva di senso.Basti pensare al soldato semplice (Charlie Sheen),protagonista del film,il quale dopo le prime scaramucce con i vietcong ammette di non saper distinguere più il bene dal male,andando avanti solo per forza d'inerzia.La sua era volontà di servire la patria,dopo aver lasciato una buona famiglia di estrazione borghese,ricca e facoltosa (diversamente da tanti altri costretti da necessità economiche);ma adesso la patria inizia a essere percepita lontana,un concetto non definito:addirittura inizia a essere considerata soltanto come il regno dei burocrati e politicanti di Washington che però "si tengono salde le palle" (dal film)senza sporcarsi le mani nel fango e nella polvere dei campi di battaglia.
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Fin dalle prime battute il film,diretto magistralmente da Oliver Stone,appare come un ritratto spietato di quella che fu realmente,senza stereotipi,la guerra del Vietnam:una carneficina priva di senso.Basti pensare al soldato semplice (Charlie Sheen),protagonista del film,il quale dopo le prime scaramucce con i vietcong ammette di non saper distinguere più il bene dal male,andando avanti solo per forza d'inerzia.La sua era volontà di servire la patria,dopo aver lasciato una buona famiglia di estrazione borghese,ricca e facoltosa (diversamente da tanti altri costretti da necessità economiche);ma adesso la patria inizia a essere percepita lontana,un concetto non definito:addirittura inizia a essere considerata soltanto come il regno dei burocrati e politicanti di Washington che però "si tengono salde le palle" (dal film)senza sporcarsi le mani nel fango e nella polvere dei campi di battaglia.Di fronte a spettacoli come massacri insensati,perpetuati dagli stessi americani,stupri di massa e razzie,di fronte a una violenza indiscriminata e stupida ecco che nulla rimane se non la rassegnazione che è palese sopratutto nel finale.Un'esperienza quella della guerra,che dice il protagonista nel finale non dimenticherà mai,per tutta la vita.
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gustibus
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domenica 4 giugno 2017
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la visione di una guerra sporca e inutile.
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Film epocale sulla guerra in Vietnam..vissuta da Oliver Stone che fa la regia di questo racconto vissuto di persona realmente!..tra l'altro si fa vedere per 10secondi in un cameo.Che dire?...4 oscar davvero meritati.IL duo Berenger(serg.barnes)e W.dafoe(serg.elias)..e'l'asse portante del film..il cattivo e il buono in una guerra durata 10anni che non e'servita a nulla e produceva soltanto morti..cattivi..e buoni nell'animo perche'gia'lo erano e una guerra anche se sporca e maledetta..ma l'umanita'puo'ancora resistere!..io interpreto il bellissimo film di Stone cosi'!..Attenzione a F.whitacker,jhonny depp.Nel 2017 visto con gli occhi di un 64enne che il militare l'ha fatto questa guerra anni60/70 sembra riportare al medioevo.
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Film epocale sulla guerra in Vietnam..vissuta da Oliver Stone che fa la regia di questo racconto vissuto di persona realmente!..tra l'altro si fa vedere per 10secondi in un cameo.Che dire?...4 oscar davvero meritati.IL duo Berenger(serg.barnes)e W.dafoe(serg.elias)..e'l'asse portante del film..il cattivo e il buono in una guerra durata 10anni che non e'servita a nulla e produceva soltanto morti..cattivi..e buoni nell'animo perche'gia'lo erano e una guerra anche se sporca e maledetta..ma l'umanita'puo'ancora resistere!..io interpreto il bellissimo film di Stone cosi'!..Attenzione a F.whitacker,jhonny depp.Nel 2017 visto con gli occhi di un 64enne che il militare l'ha fatto questa guerra anni60/70 sembra riportare al medioevo..ora di convenzionale ci sarebbe poco..previsione ovviamente senza risposte..la storia recente (vedi Londra 2giugno 2017)e'un tantinello diversa e forse ancora piu'becera..lì i presunti nemici scavavano tunnel sotto la jungla..oggi sembrano quasi invisibili che compaiono all'improvviso colpendo anche bambini che non dovrebbero essere sicuramente il nemico.Tornando a Platoon..vedetelo ma una sola volta..disturba molto..ma per la sua verita'...ah musica stupenda molto usata anche ora per descrivere avvenimenti tragici dalle varie televisioni.
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filippo catani
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mercoledì 8 maggio 2013
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un ritratto della sporca guerra in vietnam
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Vietnam 1967-68. Un giovane soldato viene assegnato ad un battaglione impegnato in diverse operazioni al confine con la Cambogia. Il ragazzo dovrà fare i conti con l'iniziale ostilità dei suoi commilitoni e con la lotta tra i due sergenti che avrà un esito drammatico. Ne uscirà profondamente trasformato.
Il film si concentra per l'intera sua durata sulle mosse di un manipolo di soldati che nel loro piccolo rappresentano un po' quella che è stata la guerra in Vietnam per chi vi ha partecipato. Partendo dall'inizio se vi erano tanti che decidevano di bruciare la cartolina o espatriare in Canada vi sono stati tanti altri ragazzi che, con l'illusione di andare ad aiutare il proprio paese in giusto conflitto, partivano volontari e spesso tornavano nelle bare.
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Vietnam 1967-68. Un giovane soldato viene assegnato ad un battaglione impegnato in diverse operazioni al confine con la Cambogia. Il ragazzo dovrà fare i conti con l'iniziale ostilità dei suoi commilitoni e con la lotta tra i due sergenti che avrà un esito drammatico. Ne uscirà profondamente trasformato.
Il film si concentra per l'intera sua durata sulle mosse di un manipolo di soldati che nel loro piccolo rappresentano un po' quella che è stata la guerra in Vietnam per chi vi ha partecipato. Partendo dall'inizio se vi erano tanti che decidevano di bruciare la cartolina o espatriare in Canada vi sono stati tanti altri ragazzi che, con l'illusione di andare ad aiutare il proprio paese in giusto conflitto, partivano volontari e spesso tornavano nelle bare. Già dopo una settimana e ancor più dopo un mese, era chiaro a tutti cosa ci fosse in realtà: giungla, pioggia, combattimenti all'ultimo sangue e quella disillusione sulle sorti della guerra che non veniva fatta trapelare in patria dagli organi ufficiali ma che emergeva nelle lettere dei soldati a parenti o amici. L'altro aspetto su cui si pone l'accento è il fatto che gran parte dell'esercito non era costituito dai cosiddetti figli di papà che più di altri dovrebbero tenere al proprio paese ma era bensì composto dalle ultime ruote della società con una netta maggioranza di afroamericani che in buona parte degli USA erano ancora considerati alla stregua di animali. Eppure proprio loro portavano il peso maggiore della guerra. Poi le droghe e l'alcool dove ci si rifugiava per avere qualche momento di distacco da tutto visto che le ore di sonno erano assai ridotte. Quindi poi si vedono violenze, stupri, villaggi dati alle fiamme senza alcuna motivazione se non per inutili vendette. Anche gli uomini ne escono trasfigurati dalle violenze che o sono costretti a perpetrare o che possono sadicamente esercitare senza che nessuno batta ciglio o brandisca l'arma spuntata di un processo marziale. E così la giovane recluta (Sheen) si trova nell'ultima scena a vagare per il bosco fucile in pugno completamente preso dalla folle euforia della guerra. Bravissimi Berenger e Dafoe in un film dove troviamo anche i giovani Whitaker e Depp e una bellissima e dolente colonna sonora che con il suo motivo accompagna tutta la pellicola. Una grande opera a firma del bravissimo Stone.
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seancobb
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mercoledì 9 dicembre 2015
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che gran film
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suggestivo e crudo squarcio della guerra in vietnam, Oliver Stone mostra con trama lineare la follia umana, portata allo stremo da una guerra interminabile per cui non si fa altro che contare i giorni rimasti al fronte.. la paura di una morte che si avverte sempre più vicina, un macigno perenne da trascinare sulle spalle - la solitudine e l’ odio , un odio forse maggiore verso se stessi ( il perenne scontro tra il bene e il male umano) che verso il nemico, charlie sheen e William dafoe memorabili, scenografia e fotografia azzeccatissimi, colonna sonora struggente in perfetta sintonia con il doloroso senso di solitudine del plotone)
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rita branca
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sabato 30 novembre 2013
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basta guerre!
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PLatoon, film (1986) diretto da Oliver Stone con Tom Berenger, Willem Dafoe, Charlie Shee, Johnny Depp, John C. McGinley, David Neidorf
Bellissimo film educativo che denuncia vigorosamente la follia della guerra ed i disastri che sempre causa all’umanità.
In questo caso si narra la storia di un giovane volontario che si arruola per combattere in Vietnam. Non sono chiare le ragioni che lo hanno condotto a prendere tale decisione, si sa solo che a differenza della gran parte dei membri del plotone sul quale la cinepresa si concentra, non lo ha fatto per ragioni economiche, poiché è benestante, non ha atteggiamenti fanatici, sembra insomma un essere umano decente, mite e garbato che non ha fretta di tornare a casa da qualcuno che lo stia aspettando.
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PLatoon, film (1986) diretto da Oliver Stone con Tom Berenger, Willem Dafoe, Charlie Shee, Johnny Depp, John C. McGinley, David Neidorf
Bellissimo film educativo che denuncia vigorosamente la follia della guerra ed i disastri che sempre causa all’umanità.
In questo caso si narra la storia di un giovane volontario che si arruola per combattere in Vietnam. Non sono chiare le ragioni che lo hanno condotto a prendere tale decisione, si sa solo che a differenza della gran parte dei membri del plotone sul quale la cinepresa si concentra, non lo ha fatto per ragioni economiche, poiché è benestante, non ha atteggiamenti fanatici, sembra insomma un essere umano decente, mite e garbato che non ha fretta di tornare a casa da qualcuno che lo stia aspettando.
In uno scenario meravigliosamente lussureggiante, ricco anche di insidie naturali, dovute al clima caldo umido, Oliver Stone, con una splendida fotografia ed una regia da gran maestro, catapulta lo spettatore nell’azione bellica, dove, come si sottolinea esplicitamente nelle ultime sequenze, ogni partecipante si misura col nemico che ha dentro, più che con l’ipotetico nemico esterno, andando incontro ad una metamorfosi che lo fa rinascere peggiore, lo disumanizza, incattivendolo e facendogli perdere il lume della ragione.
E’ così anche per il giovane protagonista, che messo a dura prova, tocca il fondo, ma fa si rialza e sembra avere ancora la forza di risorgere.
Convincenti interpretazioni e bella colonna sonora.
Rita Branca
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domenica 26 agosto 2018
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buone idee, scarsa realizzazione
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Oliver Stone compie un prodotto essenzialmente di buona fattura, ma che non riesce mai ad entrare nel vivo di quel che vuole raccontare. La pellicola è cosparsa di buoni spunti mai sviluppati troppo a dovere, il che provoca un certo distacco da parte dello spettatore verso le vicissitudini dei protagonisti, anche in quelle che dovrebbero essere le scene di massimo pathos drammatico. Obiettivamente l’anno dopo, con Full metal Jacket, Stanley Kubrick ha fatto decisamente meglio
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emanuela
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mercoledì 18 febbraio 2009
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un'americanata che tiene per miracolo
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Sì, ok, la crudezza, il realismo, il mostrare la realtà della guerra senza eufemismi. Però questo film è traboccante di retorica. Inutile dire che la guerra è retorica: "Platoon" non toglie nè aggiunge niente a quello che è stato detto sul Vietnam. E' un mero sciorinamento di proiettili e granate sparate ogni minuto, un carnevale che chiude lo stomaco allo spettatore. Tutti i contenuti (quantitativamente scarsi e comunque scontati) del film sono concentrati riepilogo interiore finale del protagonista: stratagemma alquanto facilone e non certo una prova magistrale di regia. Tutta la filosofia dei personaggi è espressa attraverso 5-6 frasi ad alto tasso di volgarità ripetute in continuazione: amico te la mettono di qua, ehi negro te lo ficcano di là, schifoso lurido figlio di bla bla bla.
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Sì, ok, la crudezza, il realismo, il mostrare la realtà della guerra senza eufemismi. Però questo film è traboccante di retorica. Inutile dire che la guerra è retorica: "Platoon" non toglie nè aggiunge niente a quello che è stato detto sul Vietnam. E' un mero sciorinamento di proiettili e granate sparate ogni minuto, un carnevale che chiude lo stomaco allo spettatore. Tutti i contenuti (quantitativamente scarsi e comunque scontati) del film sono concentrati riepilogo interiore finale del protagonista: stratagemma alquanto facilone e non certo una prova magistrale di regia. Tutta la filosofia dei personaggi è espressa attraverso 5-6 frasi ad alto tasso di volgarità ripetute in continuazione: amico te la mettono di qua, ehi negro te lo ficcano di là, schifoso lurido figlio di bla bla bla. L'effetto desiderato è quello di "Beh, anche se i loro pensieri sono crudi nella forma, sono buoni nella sostanza". Effetto per me non ottenuto. La forma c'è, la sostanza non saprei. Dicono che di questo film si debba apprezzare il fatto che "sembra di essere là". Penso che anche un buon videogame sparatutto possa sortire questa impressione. 4 Oscar? Per me se ne potrebbe riparlare...
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[+] non ti capisco
(di sergente hartman )
[ - ] non ti capisco
[+] dove la vedi la retorica?
(di giovaa)
[ - ] dove la vedi la retorica?
[+] la parola "americanata" spesso usata a sproposito!
(di renato c.)
[ - ] la parola "americanata" spesso usata a sproposito!
[+] il solito critico
(di coch_98)
[ - ] il solito critico
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