e. hyde
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domenica 19 giugno 2016
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l'iniziazione di una fanciulla
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Argento filtra l'apparato mitico del gotico e riporta il fantastico alla logica. Le Madri dei film precedenti si reincarnano in una madre vera. Jennifer Connelly, bellezza bruna dai lineamenti delicati, virginale ma non priva di ambiguità (che venne sfruttata da Dennis Hopper per il torbido "The Hot Spot"), interpreta una ragazza ipersensibile in contatto extrasensoriale con gli insetti (un tema che rammenta la sensitiva di "Profondo Rosso"). Dietro i luoghi più ordinati ci possono essere i vermi, gli omicidi più truci, le cose più orribili e spaventose. Dietro la tranquillità ci può essere il marciume. In un mondo azzerante e omologante, totalitario, proiezione di un inconscio malato, la ragazzina (la repressione della diversità è rivolta soprattutto ai giovani) deve affrontare e superare le prove più terribili.
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Argento filtra l'apparato mitico del gotico e riporta il fantastico alla logica. Le Madri dei film precedenti si reincarnano in una madre vera. Jennifer Connelly, bellezza bruna dai lineamenti delicati, virginale ma non priva di ambiguità (che venne sfruttata da Dennis Hopper per il torbido "The Hot Spot"), interpreta una ragazza ipersensibile in contatto extrasensoriale con gli insetti (un tema che rammenta la sensitiva di "Profondo Rosso"). Dietro i luoghi più ordinati ci possono essere i vermi, gli omicidi più truci, le cose più orribili e spaventose. Dietro la tranquillità ci può essere il marciume. In un mondo azzerante e omologante, totalitario, proiezione di un inconscio malato, la ragazzina (la repressione della diversità è rivolta soprattutto ai giovani) deve affrontare e superare le prove più terribili. Come in tutti i film di Argento, la origine del male è nel passato, in un trauma indelebile. Questa volta, la violenza subita da una donna da cui è nato un figlio affetto da una gravissima malattia, destinato presto alla morte e che lo rende mostro fisico e morale inconsapevole; la madre diventa assassina per amore suo, per difenderlo. Anche i due assassini sono dei diversi (Daria Nicolodi fa le acrobazie nell'interpretare un personaggio doppio), come un diverso è il professore sulla sedia a rotelle, un vecchio positivista perdente anche se ostinato. Argento dà agli umani connotati fantasmatici (Jennifer è una creatura fiabesca) mentre assegna un ruolo fondamentale alla natura, matrigna che può portare alla perdizione e alla follia o al contrario alla salvezza. La scena conclusiva è esemplare quanto abissale. In essa, per l'ennesima volta, in un sublime attraversamento di un angoscioso terribile fino alla liberazione, forse mai più così bene si condensano e concentrano i motivi di un cineasta di rarissimo talento nel portare alla luce quelli che lui chiama "i sanguinosi fantasmi della mia coscienza". In questa sequenza Argento è entrato, almeno per un istante, nel punto indefinibile più profondo, collettivo, atemporale e vero della nostra storia, della nostra condizione, delle nostre paure, della nostra immaginazione, del nostro rapporto con la realtà e con la mistificazione, tra la coscienza e l'incoscienza, in un film che chiede allo spettatore di partecipare a una esperienza sensoriale anche se con l'ancora razionale. Considerato per molti singoli momenti, è un film dell'Argento migliore; nessuno è come lui. Tuttavia, condizionato dalle esigenze del mercato (si tratta di un film soprattutto rivolto ai giovani e ai teenager) ha rinunciato, come da qui in poi, a fare quello che poteva essere un capolavoro assoluto dando al pubblico ciò che desidera e che ci si aspetta da lui, magari lasciando che si prenda per il naso da solo. Dopo questo film la bellissima Jennifer Connelly ha interpretato "Labirinth", un'altra fiaba che è una specie di "Mago di Oz" o "Alice nel paese delle meraviglie" anni '80, film che sono stati analizzati per presunti significati simbolici, esoterici e politici dietro storie di fantasia che sembrano voler affermare l'importanza della stessa ma nelle quali si può avvertire una ambiguità, come nelle parole di David Bowie, coprotagonista del film del 1986: "Non mi dire la verità, bambina, perché fa male come l'inferno."
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allix
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venerdì 8 giugno 2007
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qualcosa di meglio...
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L'idea di fondo di "Phenomena" non è affatto banale, anzi: tuttavia, se bisogna essere onesti, il Maestro Argento non ha fatto del suo meglio per svilupparla.
Il film, sorretto da una ragazzina bellissima, che si sarebbe dimostrata negli anni a venire vera attrice e non semplice meteora (il premio Oscar -per "A beautiful mind" di Ron Howard- Jennifer Connelly), è un'ininterrotta esplorazione della natura, intesa soprattutto (ma non solo) come mondo animale, in ogni sua forma, positiva e negativa. C'è l'amore ricambiato di Jennifer per gli insetti e la comunicazione quasi telepatica che riesce ad instaurare con loro; c'è Inga, la scimpanzé del Professore, che si dimostra più efficiente ed intelligente di molti umani; ci sono i nauseabondi vermi, nella casa dell'assassino.
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L'idea di fondo di "Phenomena" non è affatto banale, anzi: tuttavia, se bisogna essere onesti, il Maestro Argento non ha fatto del suo meglio per svilupparla.
Il film, sorretto da una ragazzina bellissima, che si sarebbe dimostrata negli anni a venire vera attrice e non semplice meteora (il premio Oscar -per "A beautiful mind" di Ron Howard- Jennifer Connelly), è un'ininterrotta esplorazione della natura, intesa soprattutto (ma non solo) come mondo animale, in ogni sua forma, positiva e negativa. C'è l'amore ricambiato di Jennifer per gli insetti e la comunicazione quasi telepatica che riesce ad instaurare con loro; c'è Inga, la scimpanzé del Professore, che si dimostra più efficiente ed intelligente di molti umani; ci sono i nauseabondi vermi, nella casa dell'assassino. Ma non solo, appunto: il fon, quel vento incessante della "Transilvania della Svizzera", che soffia e sibila anche tra le mura diroccate di un edificio del collegio, accompagna l'intero film. Il film, si diceva, poteva essere interessante: in effetti lo è, quasi interamente, benché ci sia la sensazione che manchi il solito "tocco di genio" di Argento. Purtroppo il finale si perde in continui colpi di scena quasi virtuosisitici, che finiscono per annoiare invece di stupire e spaventare. Con una protagonista diversa dalla stupefacente Connelly, "Phenomena" non sarebbe stato granché. Da antologia, comunque, il "bagno" nella vasca dei vermi e il momento in cui Jennifer, impietosita dal bambino in lacrime che le dà le spalle, scopre invece la sua rivoltante deformità, non solo fisica.
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frz94
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martedì 4 gennaio 2011
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phenomena
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Dopo un prologo breve e truculento, lo spettatore assiste all’arrivo della ragazzina Jennifer dall’America (il nuovo mondo) alla Svizzera (il vecchio mondo), e precisamente in un rigido collegio femminile. La protagonista, dolce e timida, si caccia subito nei guai a causa del suo sonnambulismo, che la “costringe” contro la sua volontà ad aggirarsi fuori e dentro il collegio nottetempo e anche ad assistere a un efferato omicidio. Jennifer ha anche un dono: quello di avere un feeling particolare con gli insetti, un’amicizia straordinaria che fa restare di stucco perfino l’entomologo del paese (Donald Pleasence), il quale, dopo aver appurato la straordinaria capacità della ragazzina, deciderà di aiutarla a trovare il killer.
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Dopo un prologo breve e truculento, lo spettatore assiste all’arrivo della ragazzina Jennifer dall’America (il nuovo mondo) alla Svizzera (il vecchio mondo), e precisamente in un rigido collegio femminile. La protagonista, dolce e timida, si caccia subito nei guai a causa del suo sonnambulismo, che la “costringe” contro la sua volontà ad aggirarsi fuori e dentro il collegio nottetempo e anche ad assistere a un efferato omicidio. Jennifer ha anche un dono: quello di avere un feeling particolare con gli insetti, un’amicizia straordinaria che fa restare di stucco perfino l’entomologo del paese (Donald Pleasence), il quale, dopo aver appurato la straordinaria capacità della ragazzina, deciderà di aiutarla a trovare il killer.
Peccato devo dire, in quanto la prima parte del film è sicuramente buona, non eccelsa, ma comunque dignitosa. Il prologo efferato prima dell’inizio della storia è un classico dell’horror ed è funzionale ad accrescere la suspense nello spettatore, che percepisce fin dalle prime scene un’aura di morte e mistero. Le scene all’interno del collegio, originali e stuzzicanti la curiosità di chi vede il film, grazie a un’atmosfera onirica e paranormale, sono sorrette dall’ottima interpretazione di una giovanissima Connelly (Blood Diamond), la cui performance è in seguito coadiuvata da quella di Pleasence, un veterano di film horror (basti pensare al primo Halloween), piuttosto bravo nel ruolo che gli compete. Perché dico peccato, allora, se tutto sommato la prima parte del film regge? Ma perché nella seconda parte si assiste a una debacle generale, che coinvolge il plot, la suspense e perfino la performance degli attori! Dalla morte dell’entomologo, strutturata con un’enfasi indesiderata e stucchevole e un non realismo irritante, il film si sfilaccia e tutte le scene ambientate nella casa di un’improbabile assassino (non faccio spoiler, ma devo dire che chi lo impersona ha qualità d’attore davvero scarse), vanno dal ridicolo al demenziale; perfino la brava Connelly perde quel brio e quell’espressività che la contraddistinguevano nella prima parte. Anche le musiche sono poco riuscite in alcuni punti: pessima idea accostare a scene che dovrebbero produrre tensione il roboante heavy metal degli Iron Maiden; Le ultime scene, poi, eccezion fatta per la nauseabonda vasca sotterranea, assomigliano a una recita scolastica e sono davvero un pugno nello stomaco non di certo per la violenza, ma per chi si aspettava qualcosa di più da un regista di fama internazionale, e in questo caso da un film che era partito per il verso giusto.
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