francismetal
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mercoledì 21 giugno 2017
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argento non sa scrivere le sceneggiature
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E' un ottimo regista, rende bene l'atmosfera oscura, la scelta delle musiche è azzeccata (Iron Maide, Motorhead e ovviamente Goblin) , Jennifer era stupenda da giovanissima, però mi spiegate che senso ha questa trama, mezza scopiazzata da Suspiria che aveva già dei punti deboli.
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vighi
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venerdì 12 maggio 2017
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ingiustamente sottovalutato
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Con questo film finisce il ciclo del "grande" Argento. Per me secondo piu' bell'horror di Argento (dopo Suspiria) ed uno dei piu' belli della storia del cinéma. Ottima la grande recitazione della Nicolodi. Troppo sottovalutato.
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e. hyde
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domenica 19 giugno 2016
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l'iniziazione di una fanciulla
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Argento filtra l'apparato mitico del gotico e riporta il fantastico alla logica. Le Madri dei film precedenti si reincarnano in una madre vera. Jennifer Connelly, bellezza bruna dai lineamenti delicati, virginale ma non priva di ambiguità (che venne sfruttata da Dennis Hopper per il torbido "The Hot Spot"), interpreta una ragazza ipersensibile in contatto extrasensoriale con gli insetti (un tema che rammenta la sensitiva di "Profondo Rosso"). Dietro i luoghi più ordinati ci possono essere i vermi, gli omicidi più truci, le cose più orribili e spaventose. Dietro la tranquillità ci può essere il marciume. In un mondo azzerante e omologante, totalitario, proiezione di un inconscio malato, la ragazzina (la repressione della diversità è rivolta soprattutto ai giovani) deve affrontare e superare le prove più terribili.
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Argento filtra l'apparato mitico del gotico e riporta il fantastico alla logica. Le Madri dei film precedenti si reincarnano in una madre vera. Jennifer Connelly, bellezza bruna dai lineamenti delicati, virginale ma non priva di ambiguità (che venne sfruttata da Dennis Hopper per il torbido "The Hot Spot"), interpreta una ragazza ipersensibile in contatto extrasensoriale con gli insetti (un tema che rammenta la sensitiva di "Profondo Rosso"). Dietro i luoghi più ordinati ci possono essere i vermi, gli omicidi più truci, le cose più orribili e spaventose. Dietro la tranquillità ci può essere il marciume. In un mondo azzerante e omologante, totalitario, proiezione di un inconscio malato, la ragazzina (la repressione della diversità è rivolta soprattutto ai giovani) deve affrontare e superare le prove più terribili. Come in tutti i film di Argento, la origine del male è nel passato, in un trauma indelebile. Questa volta, la violenza subita da una donna da cui è nato un figlio affetto da una gravissima malattia, destinato presto alla morte e che lo rende mostro fisico e morale inconsapevole; la madre diventa assassina per amore suo, per difenderlo. Anche i due assassini sono dei diversi (Daria Nicolodi fa le acrobazie nell'interpretare un personaggio doppio), come un diverso è il professore sulla sedia a rotelle, un vecchio positivista perdente anche se ostinato. Argento dà agli umani connotati fantasmatici (Jennifer è una creatura fiabesca) mentre assegna un ruolo fondamentale alla natura, matrigna che può portare alla perdizione e alla follia o al contrario alla salvezza. La scena conclusiva è esemplare quanto abissale. In essa, per l'ennesima volta, in un sublime attraversamento di un angoscioso terribile fino alla liberazione, forse mai più così bene si condensano e concentrano i motivi di un cineasta di rarissimo talento nel portare alla luce quelli che lui chiama "i sanguinosi fantasmi della mia coscienza". In questa sequenza Argento è entrato, almeno per un istante, nel punto indefinibile più profondo, collettivo, atemporale e vero della nostra storia, della nostra condizione, delle nostre paure, della nostra immaginazione, del nostro rapporto con la realtà e con la mistificazione, tra la coscienza e l'incoscienza, in un film che chiede allo spettatore di partecipare a una esperienza sensoriale anche se con l'ancora razionale. Considerato per molti singoli momenti, è un film dell'Argento migliore; nessuno è come lui. Tuttavia, condizionato dalle esigenze del mercato (si tratta di un film soprattutto rivolto ai giovani e ai teenager) ha rinunciato, come da qui in poi, a fare quello che poteva essere un capolavoro assoluto dando al pubblico ciò che desidera e che ci si aspetta da lui, magari lasciando che si prenda per il naso da solo. Dopo questo film la bellissima Jennifer Connelly ha interpretato "Labirinth", un'altra fiaba che è una specie di "Mago di Oz" o "Alice nel paese delle meraviglie" anni '80, film che sono stati analizzati per presunti significati simbolici, esoterici e politici dietro storie di fantasia che sembrano voler affermare l'importanza della stessa ma nelle quali si può avvertire una ambiguità, come nelle parole di David Bowie, coprotagonista del film del 1986: "Non mi dire la verità, bambina, perché fa male come l'inferno."
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onufrio
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domenica 3 gennaio 2016
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la signora degli insetti
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Jennifer si ritrova suo malgrado in un collegio svizzero, situtato in una zona definita la "Transilvania svizzera" per via di strani fenomeni che avvengono nella zona, zona per altro in cui c'è la presenza di un killer che uccide giovani ragazze. Il film procede con una trama ben delineata e con una giovane attrice protagonista che dimostra sin da subito i propri valori (Jennifer Connelly vincerà nel 2002 il premio Oscar con "A Beautiful Mind"). La nota negativa arriva nel finale, quando il film diventa prettamente horror si, ma con classiche scene da B-movie.
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jekyll
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lunedì 21 dicembre 2015
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una maga bianca?
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In questo film protagonista principale é la natura. La natura alla quale gli esseri come Jennifer sono più vicini. Argento mette insieme con grande sapienza thriller e horror, fiaba e poteri extrasensoriali (presentati come normali in animali come gli insetti). Il finale è straordinario, ricco di colpi di scena, ma anche di fulminazioni poetiche: l'inquadratura sul rasoio insanguinato gettato dalla scimmia ha un significato di densità e una profondità abissale. Questa è arte immensa. Gli occhi della splendida Jennifer Connelly, virginale e ambigua, sono favolosi, così lo erano quelli di Jessica Harper in "Suspiria". Come quest'ultima essa attraverserà una serie di prove sempre più orride con intatta purezza fino all'infinita dolcezza del finale, davvero poetico.
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In questo film protagonista principale é la natura. La natura alla quale gli esseri come Jennifer sono più vicini. Argento mette insieme con grande sapienza thriller e horror, fiaba e poteri extrasensoriali (presentati come normali in animali come gli insetti). Il finale è straordinario, ricco di colpi di scena, ma anche di fulminazioni poetiche: l'inquadratura sul rasoio insanguinato gettato dalla scimmia ha un significato di densità e una profondità abissale. Questa è arte immensa. Gli occhi della splendida Jennifer Connelly, virginale e ambigua, sono favolosi, così lo erano quelli di Jessica Harper in "Suspiria". Come quest'ultima essa attraverserà una serie di prove sempre più orride con intatta purezza fino all'infinita dolcezza del finale, davvero poetico. Daria Nicolodi é mirabile nel ruolo più malato e malvagio dei film dell'allora di lei fidanzato. Un importante tema del film é la diversità, quella dei "buoni" e quella dei "cattivi". "Phenomena" é uno di quei film in cui Argento é riuscito perfettamente a subordinare una mirabolante tecnica di ripresa all'espressione artistica senza sfoggi inutili (o percepiti come tali; la tecnica non si deve notare, diceva il grande Buñuel). Così come perfettamente funzionale é la colonna sonora, molto eterogenea (Claudio Simonetti, Goblin, Iron Maiden, Andi Sexgang, Bill Wyman & Terry Taylor, Motorhead, Simon Boswell). Donald Pleasence conferma nella parte dell'entomologo la sua capacità di essere persuasivo in qualunque personaggio. Particolarmente inventiva la fotografia di Romano Albani mentre il montaggio di Franco Fraticelli, con Argento per quasi tutti i suoi film fino al successivo "Opera", é come sempre straordinario nel suo senso del tempo cinematografico. Notevoli gli effetti speciali di Sergio Stivaletti.
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alfa999
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mercoledì 17 dicembre 2014
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straordinario
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Uno dei vertici della intera storia dell'arte cinematografica.
La pellicola si configura come una straordinaria riflessione sulla storia complessiva della specie umana e delle contraddizioni inaudite caratterizzanti l'attuale ordo socialis.
Alla base dello scatenamento della catena dell'orrore vi è un atto bestiale di stupro originario metafora del peccato originale della concezione cristiana del mondo a sua volta metafora del fenomeno della divisione classista della società affermatasi nelle opportune differenziate scansioni spazio temporali a partire dalla rivoluzione neolitica oltre 6000 anni or sono.
Limite insuperabile rimane la concezione di fondo metafisica e adialettica della realtà a verifica del proprio essere organico ad essa medesima: il regista risente dell'usuale limite derivante dal suo essere sociale di membro integrato all'ordo socilis produttore della situazione descritta.
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Uno dei vertici della intera storia dell'arte cinematografica.
La pellicola si configura come una straordinaria riflessione sulla storia complessiva della specie umana e delle contraddizioni inaudite caratterizzanti l'attuale ordo socialis.
Alla base dello scatenamento della catena dell'orrore vi è un atto bestiale di stupro originario metafora del peccato originale della concezione cristiana del mondo a sua volta metafora del fenomeno della divisione classista della società affermatasi nelle opportune differenziate scansioni spazio temporali a partire dalla rivoluzione neolitica oltre 6000 anni or sono.
Limite insuperabile rimane la concezione di fondo metafisica e adialettica della realtà a verifica del proprio essere organico ad essa medesima: il regista risente dell'usuale limite derivante dal suo essere sociale di membro integrato all'ordo socilis produttore della situazione descritta.
Egli non può quindi andare oltre una descrizione apprezzabile ma formale senza comprenderne la intima dinamica.
Egli può solo prendere atto dell'orrore senza comprenderne la natura sociale così come i membri integrati all'ordine dominante prendono atto di Hiroshima e di Treblinka, dei gulag e delle statistiche sociali terrificanti del presente.
Egli si rende conto dell'orrore presente nel suo mondo sociale di riferimento ma è totalmente incapace di utilizzare categorie mentali alternative a quelle derivanti da esso medesimo:
All'interno della gabbia (sistema sociale interiorizzato) molto cosciente dell'orrore infinito in essa operante ma immerso nei principi e nelle categorie mentali prodotte dalla gabbia medesima egli prova un terrore totale al solo pensiero eversivo di guardare al di là delle sbarre: meglio la discesa inevitabile all'inferno,meglio l'incontro col diavolo in persona ma pur sempre nella gabbia.
Argento propone una possibilità sui generis di redenzione dal male che pur essendo viziata geneticamente dal suo carattere individuale e fenomenale risulta essere assai potente e apprezzabile: egli compie questo mediante la centralità assoluta attribuita nella pellicola ad una giovane donna dotata di fantastici poteri di connessione fra dimensioni della realtà apparentemente molto lontane.
La prova di Jennifer Connelly è veramente magistrale: ella emana come una luce tenue in quanto limitata e asociale ma infinita in quanto potenziale latente attraverso l'intera narrazione.
Essa è come una dolce luce di candela immersa nelle tenebre dell'orrore e della disperazione considerati comunque come dati insuperabili.
Non è con simili candele che sarà possibile in futuro un cambiamento delle cose ma il fatto di osservarla durante l'intero svolgimento di questo straordinario prodotto cinematografico rimane una esperienza molto notevole.
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brando fioravanti
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mercoledì 3 dicembre 2014
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insomma
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L'idea di fondo non è male per un horror surreale, ma se in passato Argento mostrava uno stile ricercato ed unico qui si cade nell'eccesso tipico del genere dove l'importante è che si faccia paura. Anche per la scelta delle musiche si va nel facile, un pò di metal e via. Nonostante una netta inclinazione di regia il film lo si segue fino alla fine.con una buona tenzione
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marco rocket
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venerdì 7 febbraio 2014
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phenomenale!
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Ottimo horror di Dario Argento con atmosfere veramente coinvolgenti e realistiche.Una prima parte più di attesa e una seconda veramente a cardiopalma nella casa del killer.Solo la colonna sonora farebbe valer la pena di vederlo.Recitazione, musiche e atmosfere più che riuscite.Consigliatissimo.Daje Dariooooo
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orson welles
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sabato 31 agosto 2013
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film capolavoro
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che bel film!che grandi musiche!(iron maiden),non c'è niente da fare,Argento è il piu grande regista di sempre,altro che Kubrick palloso
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harry manback
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giovedì 8 agosto 2013
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un ottimo film horror, forse un po' sottovalutato
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Un ottimo film che, nonostante gli evidenti difetti di sceneggiatura, riesce a trasmettere fin dal primo minuto un elevato senso di angoscia e terrore, riconfermando l’incommensurabile genialità creativa di Dario Argento. Siamo sicuramente lontani dal livello di “Suspiria” o del famosissimo “Profondo Rosso”, ma “Phenomena” rimane comunque un film dai contenuti interessanti (la diversità in primis) e con un’ ottima componente horror / splatter. La regia di Argento è memorabile (specialmente nella scena iniziale), così come la fotografia e la scenografia, elementi di spicco di quasi ogni suo film.
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Un ottimo film che, nonostante gli evidenti difetti di sceneggiatura, riesce a trasmettere fin dal primo minuto un elevato senso di angoscia e terrore, riconfermando l’incommensurabile genialità creativa di Dario Argento. Siamo sicuramente lontani dal livello di “Suspiria” o del famosissimo “Profondo Rosso”, ma “Phenomena” rimane comunque un film dai contenuti interessanti (la diversità in primis) e con un’ ottima componente horror / splatter. La regia di Argento è memorabile (specialmente nella scena iniziale), così come la fotografia e la scenografia, elementi di spicco di quasi ogni suo film. Degne di nota anche le prove attoriali, specialmente quella di Jennifer Connelly (nei panni di Jennifer Corvino), ragazza che raggiungerà un successo ancora maggiore anni dopo con film del calibro di “A beautiful mind”, per cui ha addirittura vinto l’oscar. Gli unici difetti di questo fantastico film sono, come precedentemente detto, la sceneggiatura a tratti scricchiolante, ma comunque ben sviluppata, e soprattutto la scelta di alcuni brani musicali (prevalentemente heavy metal) per niente attinenti alle scene dove sono stati inseriti. La colonna sonora dei Goblin, invece, è come sempre di un livello superiore all’eccellenza.
In conclusione, un film da vedere se si è appassionati di Dario Argento e del suo stile unico, ma che potrebbe deludere chi preferisce vedere film horror più razionali.
VOTO 7,5
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