| Anno | 1984 |
| Genere | Drammatico |
| Produzione | Italia, Francia, Germania |
| Durata | 105 minuti |
| Regia di | Marco Ferreri |
| Attori | Hanna Schygulla, Ornella Muti, Niels Arestrup, Isabella Biagini, Maurizio Donadoni Piera Degli Esposti, Michele Bovenzi, Ute Cremer, Christian Fremont, Alessandra Marozzi, Patti Vailati, Claudio Bultrini, Giorgina Trasselli, Girolamo Marzano. |
| Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
| MYmonetro | 3,09 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 1 ottobre 2025
Malvina, una giovane donna incinta, entra nella vita di una coppia.
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CONSIGLIATO SÌ
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Anna e Gordon sono una coppia. Le si occupa della promozione culturale in un supermercato mentre lui è un ex medico ora botanico. In una discoteca lei salva Malvina, una ragazza incinta, dalle voglie di alcuni maschi. I due la accolgono nella loro abitazione ed ha inizio un rapporto a tre che vede prevalere il legame tra le due donne.
Uno dei film meno capiti di Ferreri in equilibrio instabile tra mito e tenerezza.
Ferreri è stato sottoposto ad uno di quei pre-giudizi critici che spesso vengono utilizzati per cercare di inquadrare un autore in facili schemi recuperabili secondo il bisogno. Il regista di La donna scimmia, di Dillinger è morto, di La cagna, di Ciao maschio o, ancora di più, de La grande abbuffata era destinato a scandalizzare, a colpire l'immaginario collettivo a creare dibattiti. Non poteva permettersi di mostrare la 'debolezza' del bisogno di tenerezza. Perché di questo si tratta in questo incontro a quattro (due donne, un uomo e un bambino che deve nascere) all'interno di una riflessione sui ruoli inscritta in elementi simbolici che rimandano al mito e alla ciclicità della Natura. Le rovine con resti di colonne doriche all'uscita di una discoteca così come il tempio greco sullo sfondo di una scena si uniscono al grande albero piantato nel bel mezzo di una via anonima come segno di una Natura ormai sfrattata dalle metropoli.
Dacia Maraini, che con Piera degli Esposti e Ferreri stesso, ha scritto la sceneggiatura, ne ricorda l'umore ombroso e, al contempo, generoso."Qualsiasi cosa noi dicessimo, infatti, lì per lì veniva criticata aspramente e rifiutata. Per poi invece trovarcela il giorno dopo tra i punti fermi della sceneggiatura. Imparano a conoscerlo si scopre, infatti, che è molto più disponibile, più curioso e aperto, più generoso e rispettoso degli altri di quanto voglia far credere con i suoi modi bruschi e sbrigativi." Perché, come il suo Gordon, Marco sapeva che il futuro appartiene alle donne e se ne difendeva come poteva mentre al contempo ne decretava, con questo e molti altri suoi film, l'importanza. Perché sono Anna e Malvina a incontrarsi, a prendersi e a lasciarsi, a vivere entrambe, seppure in modo diverso, la maternità con tutto quello che comporta. In un mondo che è diventato un grande supermercato in cui la cultura conta solo lo 0,5% e le teste giganti della Garbo e della Dietrich testimoniano un passato di cui a pochissimi sembra ancora importare. In questa realtà i maschi possono pulire armi facendosi scorrere la vita davanti, possono diventare molesti se sostenuti dal gruppo oppure lamentarsi per la loro solitudine fino ad essere convinti che basti mostrarsi nudi e supplicanti per essere accettati. Ferreri e le sue cosceneggiatrici avevano un'altra consapevolezza che declinavano in un succedersi di sequenze dalla struttura lineare in ognuna delle quali si inseriva una nuova tessera del complesso rapporto tra gli esseri umani.
Nonostante qualche scena suggestiva, "Il futuro è donna" resta un film che ruota inutilmente su se stesso, senza far capire allo spettatore dove voglia andare a parare. Il cast vanta una splendida Hanna Schygulla e una bellissima - quanto inutile - Ornella Muti.
Solo la necessità di usare l'effetto mediatico della pancia di Ornella Muti può spiegare il senso di un film assolutamente atroce, anche senza sonoro e a fast forward 4x. La volgarità di ogni scena, dagli ambienti ai costumi e alla recitazione non possono avere l'attenuante del peggiore gusto anni '80 solo italiano. Io credo fortemente che ci sia stato un grosso influsso tedesco, non solo sulla povera [...] Vai alla recensione »
Anna e Gordon sono una coppia. Le si occupa della promozione culturale in un supermercato mentre lui è un ex medico ora botanico. In una discoteca lei salva Malvina, una ragazza incinta, dalle voglie di alcuni maschi. I due la accolgono nella loro abitazione ed ha inizio un rapporto a tre che vede prevalere il legame tra le due donne.
Uno dei film meno capiti di Ferreri in equilibrio instabile tra mito e tenerezza. Il regista era destinato a scandalizzare, a colpire l’immaginario collettivo a creare dibattiti. Non poteva permettersi di mostrare la ‘debolezza’ del bisogno di tenerezza. Perché di questo si tratta in questo incontro a quattro (due donne, un uomo e un bambino che deve nascere) all’interno di una riflessione sui ruoli inscritta in elementi simbolici che rimandano al mito e alla ciclicità della Natura. Marco sapeva che il futuro appartiene alle donne e se ne difendeva come poteva mentre al contempo ne decretava, con questo e molti altri suoi film, l’importanza.