Anno | 1995 |
Genere | Commedia |
Produzione | Giappone, USA |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Hal Hartley |
Attori | Paul Austin, Martin Donovan, Erica Gimpel, Michael Imperioli, Holt McCallany Lianna Pai, Harold Perrineau, Parker Posey, Bill Sage, Patricia Scanlon, Paul Schulze, Karen Sillas, Hannah Sullivan, José Zúñiga, Dwight Ewell, Miho Nikaido, Dominik Bender, Toshizo Fujiwara, Robert John Burke. |
MYmonetro | 3,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 febbraio 2017
CONSIGLIATO SÌ
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New York: il protagonista è un giovane che passa da una donna all'altra. Il marito di una delle tante lo affronta, ha una pistola e (involontariamente) parte un colpo. Il seduttore è ferito a una guancia. Viene curato e poi dimesso. Il futuro è aperto. Berlino: la stessa situazione, con le stesse parole, viene vissuta da due omosessuali. L'unica differenza fra i personaggi è che il primo, sotto anestesia, sogna "le mie mani sul suo seno" e il secondo "le mie mani sul suo sedere". Tokyo: la medesima vicenda proposta nell'ambito di una scuola di ballo, protagonista una donna. Nel frattempo alcuni personaggi, che fungerebbero da coro,cercano di dare una chiave di lettura: le situazioni possono ripetersi in maniera identica perché gli esseri umani sono gli stessi in tutte le parti del mondo, anche in culture molto diverse. Contrariamente ai primi due episodi, vere carte carbone, il terzo produce dei cambiamenti sostanziali, per esempio c'è l'intervento di un amante occidentale, e tutto viene rappresentato mediato da qualcuno che assiste. Non c'è la perentorietà occidentale, ma attenzione e discrezione. Forse il significato che emerge vuole essere questo: le differenze non ci sono, rispetto a nessuno dei tre sessi. Caso mai sono le latitudini a cambiare le cose. Una volta accettata la tesi gay-unisex il film mostra rigore e originalità. Il "trittico" di ispirazione pirandelliana è indubbiamente un'idea singolare.
Civetteria, gioco, capriccio, minima passione volubile, sentimento leggero e cangiante senza impegno e senza avvenire, emozione curiosa e irresponsabile, il flirt è forse l'unico modo di vivere l'amore nella precarietà e ambiguità contemporanee che non prevedono risposte definitive a condizioni contingenti: in Flirt l'idea è questa, mentre l'esperimento cinematografico consiste nel comparare la dinamica [...] Vai alla recensione »
“Sassi/ che il mare ha consumato, / sono le mie parole / d’amore per te,” cantava Gino Paoli quasi quarant’anni fa. Dubito che Hal Hartley - uno dei registi più interessanti della scena americana, ma pronto a scivolare sui piano inclinato dell’intellettualismo verso pasticciacci come il suo recente Amateur - dubito, dicevo, che Hal Hartley conosca la canzone (o la lirica di Rilke che comincia “Immer [...] Vai alla recensione »