Anno | 2012 |
Genere | Thriller |
Produzione | Hong Kong, Cina |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Longman Leung, Luk Kim-Ching |
Attori | Andy Lau, Byron Mann, Grace Huang, Tony Leung Ka Fai, Andy On, Charlie Yeung Aaron Kwok, Terence Yin, Aarif Rahman, Kar Lok Chin, Michael Wong. |
Tag | Da vedere 2012 |
MYmonetro | 3,32 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 5 aprile 2019
Un film che analizza il conflitto tra istinto e raziocinio piuttosto che tra bene e male.
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CONSIGLIATO SÌ
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Hong Kong, la città più sicura d'Asia. Un motto e un'etichetta promozionale che le autorità locali e la polizia dell'ex colonia britannica cercano di vendere al mondo. Peccato che un improvviso rigurgito di attività terroristiche rischi di minare tale reputazione. Ancor peggio, proprio mentre il commissario capo si trova all'estero, i membri di un'unità di emergenza della polizia vengono rapiti da una misteriosa organizzazione criminale - che minaccia ovviamente di farli fuori tutti. Al quartier generale, la tensione esplode in un conflitto tra i due commissari capo, Lee (Tony Leung Ka-Fai) e Lau (Aaron Kwok), che vorrebbero entrambi gestire la crisi a modo loro. Una disputa che ha pesanti implicazioni personali, connesse pure all'aspirazione che ambedue hanno di divenire il prossimo commissario capo. Ma chi ha orchestrato il rapimento ha chiaramente una talpa nella polizia e sia Lee che Lau dovranno far fronte ai sospetti e alle accuse della Commissione Indipendente contro gli atti di Corruzione.
Da qualche anno in crisi creativa e di box office - se non quando si svende al grande mercato della Cina Popolare, l'industria cinematografica di Hong Kong tenta con Cold War, ambizioso film d'apertura del Festival Internazional di Busan, di ripetere la fortunata formula di Infernal Affairs. Prodotto da Bill Kong, questo thriller d'esordio di una coppia di registi dai background assai diversi (Leung Longman è un apprezzato scenografo, Sunny Luk ha diverse esperienze come assistente regista sia a Hong Kong sia a Hollywood) fonda la sua riuscita e il suo appeal su elementi consolidati: un cast d'interpreti di primo piano (oltre a Kwok e Leung si segnalano Eddie Peng, Aarif Rahman e un Andy Lau in breve ma significativo sfoggio - nel corso di una conferenza stampa, è memorabile il suo rimprovero alla stampa cinese, che non ha nulla da insegnare a Hong Kong in termini di legalità), una miscela calibrata di dramma e di azione (con accensioni di ritmo e trovate spettacolari talvolta sorprendenti) e un conflitto morale di fondo che ha una risonanza che dal pubblico si riversa nel privato, in maniera sistematica ma decisamente sottile. Come in molto cinema di azione di Hong Kong e come già nel classico che gli fa da modello (ricordiamo, per inciso, che Infernal Affairs è stato rifatto negli USA dallo Scorsese da Oscar di The Departed), Cold War frastorna lo spettatore con mitragliate di nomi, luoghi, scambi procedurali e dialoghi fittissimi in un montaggio serrato e sfaccettato. Il nucleo dell'azione e il dramma centrale rimangono però sufficientemente chiari per permettere di lasciarsi andare ai momenti di più puro intrattenimento ludico - la trappola con sparatoria sulla highway urbana, l'imboscata con fuochi d'artificio. Ma come saggiamente suggerito dal titolo inglese, il film è soprattutto una storia di conflitto latente e differito che, proprio perché non aperto e diretto, risulta più insinuante e disturbante. E la chiave del mistero, con sapida astuzia da manuale di sceneggiatura, ci viene rivelata nelle prime fasi della narrazione, ma in dettagli che abilmente non vengono mai sottolineati fino al momento chiave. A suo tempo, Infernal Affairs era forse ben più sbalorditivo, ma non ci sarebbe da sorprendersi (o lamentarsi) se Cold War registrasse ottimi risultati di botteghino in patria e se presto s'iniziasse a sentir parlare di un ovvio remake hollywoodiano...
Signori, non date ascolto alle recensioni dei Morandini, 2 stelle soltanto per questo film è inaccettabile, ma ormai abbiamo capito, per loro i film belli sono quelli che per noi, normali esseri umani, sono quelli paranoici e squallidi. Questo e bellissimo