Anno | 1994 |
Genere | Horror, |
Produzione | Francia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Michele Soavi |
Attori | Rupert Everett, Anna Falchi, François Hadji Lazaro, Barbara Cupisti, Stefano Masciarelli Mickey Knox, Fabiana Formica, Vito Passeri, Pietro Genuardi, Clive Riche, Katja Anton, Anton Alexander, Patrizia Punzo, Alessandro Zamattio. |
Uscita | lunedì 14 ottobre 2024 |
Distribuzione | CG Entertainment, Cat People |
MYmonetro | 3,02 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 22 agosto 2024
In un cimitero, il guardiano ha il compito di uccidere definitivamente i morti che decidono di uscire dalle tombe. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello,
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CONSIGLIATO SÌ
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Giunto a piena maturità, Soavi ora sa come costruire film dagli spunti orrorifici ma con chiari riferimenti alla realtà di tutti i giorni. L'allievo di Dario Argento ha trovato una sua originalità. Nell'ironia, non estremizzata come in Sam Raimi. Nella bravura di ripresa che serve a creare l'atmosfera e non ad appesantirla. Siamo in un cimitero dove il suo guardiano ha il compito di uccidere definitivamente i morti che decidono di uscire dalle tombe. Ha come compagno un grasso amico, Gnaghi, che si esprime solo a grugniti. L'uomo finisce per uccidere l'unica donna mai amata, apparsa sotto i panni di tre personaggi femminili apparentemente diversi. Tratto dal romanzo omonimo di Tiziano Sclavi, creatore e sceneggiatore del famoso fumetto Dylan Dog - di cui Dellamorte Dellamore è un alter ego.
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Veramente sorprendente il risultato di questo film! Chi lo guarda infatti ha l'impressione di stare leggendo un fumetto di Tiziano Sclavi(più precisamente è tratto da "Orrore nero" ). L'atmosfera, il tono cupo e grottesco, i morti che si risvegliano, la routine assolutamente fuori dalla normalità e le debolezze del protagonista, e l'ambientazione in un cimitero di un paesino sperduto; tutti aspetti [...] Vai alla recensione »
Ottimi i giochi di parole, veramente geniali, ironici e bizzarri. Interpretazione di Rupert perfetta, la falchi è bella solo da vedere, fa venire proprio la voglia di... Personaggio secondario di Gnagni interessante molto caretterizzato come personaggio. Trama bizzarra e allo stesso tempo ingegnosa. Un Dylan Dog in carne ed ossa che fuma e beve come nn lo si era mai visto nel fumetto.
Per quanto sia difficile darne un'interpretazione univoca, il film può essere visto come la parabola di un uomo, Francesco Dellamorte (Dellamore), che divide la sua vita in due uniche e opposte occupazioni, la morte e l'amore, fallendo miseramente in entrambe; nell'amore, sia sentimentale che fisico, dove si trova vittimadi incomprensioni, delusioni, passioni e paura dell'impotenza; nella morte, dove [...] Vai alla recensione »
si instaura un quadro narrativo e tematico non ben definito; tra una lieve e inpercettibilie scia di romanticismo e il diversismo dell'"universo cimitero" e il contemporaneo esterno ad esso, si pone la domanda di cosa è "definito" e di cosa non lo è. Il cast del resto ha saputo reggere e rispondere bene alle aspettative e alle direttive del regista(Michele Soavi) che con un salto di alta qualità [...] Vai alla recensione »
Una trama ed una sceneggiatura che farà storcere il naso. Francesco della morte che vive nel suo mondo e in quello della vita normale. In questo film c'e un grande tocco da maestro sulle scenografie e sul make up. Vincono l'atmosfera cupa e a tratti fantasy. Un bravissimo R.Everett che e praticamente Dylan Dog con camicia bianca e in una location diversa.
Il guardiano del cimitero del comune di Buffalora, Francesco Dellamorte, è costretto agli straordinari a causa di macabre vicende. Alcuni defunti ritornano in vita entro 7 giorni dopo la loro morte, Dellamorte assieme all'assistente Gnaghi ha il compito di ucciderli nuovamente e compiere l'ennesima e definitiva sepoltura, il tutto all'oscuro della cittadinanza per non creare allarmismi. [...] Vai alla recensione »
Da che io ricordi, questo film non è mai stato capito. Perfino i trailer di mediaset del periodo, andati in onda rigorosamente in seconda serata, lo annunciavano come il film su Dylan Dog. Tutti si sbagliavano già nel 1994, quando davanti al cinema se ne parlava proprio come del film su Dylan e c'era chi storceva il naso. Personalmente mi colpì molto.
Probabilmente la forza di questo "piccolo cult" sta nello stile stravagante (e oggi assai in voga) che mescola Horror splatter, grottesco, fumetto, sociologia spicciola... La confezione onirica e cimiteriale funziona, così come la regia e l'utilizzo della colonna sonora. Col senno di poi, osservando il cinema di genere internazionale degli ultimi lustri, si può dire che fosse in anticipo sui tempi. Non [...] Vai alla recensione »
Messo in scena da Soavi con l'usuale maestria, con un Rupert Everett in gran spolvero e un bravissimo François Hadji Lazaro. Non è mai stato capito, ma nella sua decadente e nichilista atmosfera cimiteriale rimane il più burtoniano oltre che l'ultimo, vero, felicemente riuscito horror italiano. Ci sono delle scene meravigliose, come quella dell'apparizione della Morte o quella in cui uno zoom out rivela [...] Vai alla recensione »
Grande film, che cerca di mirare più alla commedia nera che all'horror, con ironia e qualche scena che, alla vista di alcuni potrebbe sembrare forte, ma che in realta' ha solo un risvolto satirico. Da vedere, secondo me, ma lo sconsiglio hai deboli di cuore perchè alcune scene (come menzionato prima) potrebbero spaventare. La rectiazione di Rupert Everett è davvero singolarar [...] Vai alla recensione »
Col passare degli anni è diventato un piccolo cult,ma immeritatamente,e per le ragioni sbagliate.La storia,tratta dall'omonimo romanzo del padre di Dylan Dog Tiziano Sclavi, è vincente,gli effetti speciali di Sergio Stivaletti discreti(una volta tanto)e ci sono un paio di scene memorabili:il centauro che risorge dalla tomba con la moto,e il finale nel tunnel.
Non hanno fatto un film su Dylan Dog perchè Dylan Dog non era stato ancora inventato! Lo scrittore del romanzo da cui è stato tratto questo film, Tiziano Sclavi, DOPO aver visto il film si è ispirato a Rupert Everett per disegnare Dylan Dog. A parte questo sono daccordo con te
A vedere scenografie e fotografia non si direbbe proprio un film made in Italy, poi arrivano doppiaggi e la Falchi e capiscio che cosa ti riserva la pellicola: trash tutto italiano. Non si può nemmeno dire peccato perchè pure la trama è scadente. E pensare che la storia di Dylan Dog in cui sempre Dellamorte, Gnaghi si dan da fare al cimitero di Buffalora era davvero eccellente.