Titolo originale | The Jazz Singer |
Anno | 1927 |
Genere | Musicale |
Produzione | USA |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Alan Crosland |
Attori | Myrna Loy, May McAvoy, Al Jolson, Warner Oland, Eugenie Besserer, Otto Lederer Robert Gordon (II), Richard Tucker, Cantor Joseff Rosenblatt. |
Tag | Da vedere 1927 |
MYmonetro | 4,01 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 24 febbraio 2016
Il film ha ottenuto 3 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar,
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Nel 1927 Jack Warner, tycoon dell'omonima major, ebbe un'intuizione semplice e geniale: la parola. La Warner, precedendo le altre grandi case hollywoodiane, aveva messo a punto la tecnica per le registrazioni audio. Mise dunque in produzione un film parlato, anzi, cantato. La sceneggiatura prevedeva per il dialogo i soliti cartelli, ma per le canzoni, una presa diretta. Warner assunse Al Jolson, cantante e divo del musical, quarantaseienne, grandissimo. Jolson aveva rivoluzionato lo spettacolo leggero americano, adattando certe novità (il palcoscenico in verticale, per essere in mezzo al pubblico) a certe regole intoccabili. Per esempio, riprendendo la secolare pratica dei menestrelli, si era dipinto la faccia di scuro. Guanti e polsini candidi, abito e faccia scura: ecco il personaggio leggendario che Jolson portò nel primo film "sonoro" della storia del cinema. Era figlio di un rabbino che lo avrebbe voluto cantore nella sinagoga. Era attaccatissimo a sua madre. Il plot del film era semplicemente la storia di Jolson. Dopo aver registrato la celeberrima canzone Mamy, alla presenza di sua madre, Jolson domandò: "Allora, mamma, ti è piaciuta?". La macchina registrò e al visionamento la frase di Jolson fece impressione. Il cinema poteva parlare. E parlò. Il cantante di jazz è un film, oggi, quasi intollerabile: sentimentale, melenso, zuccheroso e didascalico. Vale per le canzoni di Jolson. Un ragazzo ebreo destinato dal padre alla sinagoga fugge per cantare in un teatro. Cresce, passa attraverso varie forme di spettacolo, sfonda. Trova anche l'amore, ma la carriera ha la precedenza su tutto e il successo, si sa, è foriero di sacrifici e dolore. Solo la "mamma" è un valore inamovibile. La mamma sempre pronta a piangere durante gli spettacoli del figlio. Al Jolson fu dunque, involontariamente, il fautore della rivoluzione del cinema. Dall'oggi al domani, attori che vivevano di sola presenza, che non sapevano recitare, ebbero la carriera stroncata; John Gilbert, per esempio. Lo stesso Chaplin fu il più accanito oppositore del "parlato" e continuò a fare film muti ancora per una quindicina di anni. In Viale del tramonto Gloria Swanson, nei panni della diva del muto Norma Desmond, dice: "Noi eravamo grandi, è il cinema che è diventato piccolo... ci bastavano gli occhi". Al Jolson, col suo Il cantante di jazz,soprattutto con la "parola", entra dunque a buon diritto nella storia. Per finire, una reminiscenza di Jolson perfettamente nel nostro tempo: lo spot pubblicitario della "Tabù".
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Entrato di diritto nella storia del cinema mondiale. Il Cantante di Jazz fu il primo film sonoro, anche se per la precisione erano tutte canzoni, di dialoghi sonori poco più di un minuto. La pellicola ebbe un notevole successo, tanto da salvare la Warner Bros dal fallimento. La storia è anche carina, un ragazzo ebreo decide di "rompere" la lunga tradizione di cantori della famiglia [...] Vai alla recensione »
Un giovane cantante, figlio di un ebreo russo emigrato negli Stati Uniti, viene destinato dal padre alla carriera di cantore nella sinagoga. Ma la vera passione e vocazione del ragazzo è il jazz, e alla fine trionferà degli ostacoli tradizionali e degli scrupoli carrieristici. The Jazz Singer, presentato la sera del 6 ottobre 1927 a New York, fu il primo film parlato della storia del cinema.