La calda amante

Film 1964 | Drammatico 116 min.

Titolo originaleLa peau douce
Anno1964
GenereDrammatico
ProduzioneFrancia
Durata116 minuti
Regia diFrançois Truffaut
AttoriFrançoise Dorléac, Daniel Ceccaldi, Jean Desailly, Nelly Benedetti .
TagDa vedere 1964
MYmonetro 3,19 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di François Truffaut. Un film Da vedere 1964 con Françoise Dorléac, Daniel Ceccaldi, Jean Desailly, Nelly Benedetti. Titolo originale: La peau douce. Genere Drammatico - Francia, 1964, durata 116 minuti. - MYmonetro 3,19 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 18 luglio 2014

Pierre, scrittore affermato, diventa l'amante di una hostess, ma la reazione fallisce. Pierre tenta di tornare con la gelosissima moglie, ma è ormai troppo tardi.

Consigliato sì!
3,19/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,37
CONSIGLIATO SÌ
Un'opera importante in cui Truffaut continua a sperimentare sul cinema e su se stesso.
Giancarlo Zappoli
Giancarlo Zappoli

Pierre Lachenay è direttore di una rivista letteraria e gode di una certa notorietà. Ha una bella moglie, Franca, e una bambina. Un giorno si reca a Lisbona per tenere una conferenza e conosce Nicole, una giovane hostess. Tra i due inizia in breve tempo una relazione inframezzata dai reciproci impegni. Invitato a Reims per presentare un film di Yves Allegret su André Gide, Pierre porta con sé Nicole ma è poi costretto a starle lontano non potendo rendere palese la sua presenza. Sarà però proprio questo viaggio a far scoprire a sua moglie che lui le mente e questo spingerà i due a decidere di separarsi. Ma la vicenda avrà ben altro epilogo.
Truffaut scrive con Jean-Louis Richard questo film in attesa di poter realizzare Fahrenheit 451 ma ciò non significa che ci troviamo di fronte ad un'opera intermedia. Anche se la critica lo trattò severamente in occasione della sua proiezione al Festival di Cannes La peau douce (dimentichiamo l'assurdo e del tutto non corrispondente titolo datogli dalla distribuzione italiana) è un'opera importante all'interno della filmografia del regista. Truffaut decide di continuare a sperimentare sul cinema e, al contempo, su se stesso. Sul cinema perché dopo aver raccontato la vitalità del triangolo amoroso in Jules e Jim qui ribalta la situazione. Non solo per quanto riguarda il sesso dei protagonisti (là due uomini e una donna, qui due donne e un uomo) ma anche e soprattutto per il segno decisamente opposto che viene dato alla materia. Rispetto agli stereotipi narrativi dell'epoca (e non solo) la moglie si rivela più interessante dell'amante e l'uomo è di una mediocrità imbarazzante anche per se stesso. Qui Truffaut si prende anche gioco degli intellettuali del suo tempo: Lachenay è noto (è stato in televisione) sa tenere dotte conferenze su Balzac e Gide, dirige una rivista letteraria importante. Avrebbe potuto essere un burocrate, un funzionario governativo con quel suo modo di vestire tanto anonimo quanto abitudinario. Invece no. L'ambito in cui il regista decide di collocarlo è quello dello sfoggio di una cultura che sicuramente (almeno in questo caso) non accresce la qualità dell'esperienza di vita e non rende migliori. La sequenza del viaggio a Reims rende con chirurgica abilità la dimensione di una personalità che in pubblico riesce ad occultare il proprio grigiore esistenziale.
L'idea che costituisce la fonte d'ispirazione per Truffaut è quella di due persone viste baciarsi in un taxi (mentre il finale si riferisce a un fatto di cronaca che lo aveva colpito per la sua dinamica).. La scena del taxi nel film non c'è così come viene rapidamente abbandonata l'intenzione di trattare, in fase di sceneggiatura, tutti e tre i personaggi allo stesso modo, senza giudicarli. Il giudizio invece c'è ed è severo in un'opera in cui la dimensione temporale si fa stile narrativo e dichiarazione di stati d'animo. Si pensi, a puro titolo d'esempio, alla salita in ascensore in hotel con la presenza di Nicole e alla discesa dopo che la donna ne è uscita. Per quanto riguarda invece la dimensione di vita personale di Truffaut va tenuto presente che tutte le scene di casa Lachenay sono state girate non in studio ma nell'appartamento che all'epoca il regista abitava con la moglie Madeleine e le due figlie. Alla fine delle riprese Truffaut scrive ad Helen Scott: "Madeleine e io ci separiamo. Girare La peau douce è stato duro, e adesso, a causa della storia stessa che il film racconta ho orrore dell'ipocrisia coniugale: è un momento in cui sono davvero esasperato". Nel corso delle riprese era iniziata una relazione con Françoise Dorleac. Questo non è gossip. Per Truffaut era l'inestricabile rapporto tra la vita e il cinema.

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Pierre, scrittore affermato, diventa l'amante di una hostess, ma la reazione fallisce. Pierre tenta di tornare con la gelosissima moglie, ma è ormai tardi. Finale drammatico.


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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 15 giugno 2011
a17540

E’ un film che a un primo sguardo oggi può apparire datato: il protagonista fisicamente e nei modi appare uomo di altri tempi e il finale melodrammatico sembra uscito da un romanzo d’appendice. Recatosi a Lisbona per tenere una conferenza su Balzac, Pierre Lachenay (Jean Desailly), 58enne autorevole direttore di una rivista letteraria, sposato con una figlia, conosce Nicole (Franç [...] Vai alla recensione »

domenica 6 novembre 2011
Luca Scialo

Clement è un editore-scrittore, persona mite e distinta sposata con la piacente Pierre, con la quale ha una bambina. Durante uno dei soliti voli di lavoro verso Lisbona incontra una giovane e sensuale hostess, Nicole, della quale si invaghisce. Tra i due scoppia una bruciante intesa e per Clement sarà sempre più difficile coniugare questa scappatella con la vita matrimoniale.

venerdì 11 novembre 2011
fedeleto

Pierre e' un uomo sposato ed uno scrittore di grande successo.Quando conosce una hostess chiamata nicole,se ne innamora nonostante la differenza di eta' i due si frequentano fino a quando pierre decide di lasciare la moglie ,non appena quest'ultima verra' a saperlo lo uccidera' con un fucile da caccia in mezzo alla folla di un bar.

venerdì 17 febbraio 2012
bruce1965

La foto nell'avatar corrispondente a Jean  Desailly non è la sua, peraltro è una donna e lui è un'uomo!  Cmq anche se questo film di Truffaut aveva fatto fiasco al festival di Cannes, il film anche se crudo mi è piaciuto! Anche merito dei due attori, recitazione perfetta!

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