Cartesio

1618-1643. Questo è l'arco di tempo della vita del filosofo Reneé Descartes che viene preso in esame. Cartesio, diciottenne, lascia l'istituto dei gesuiti dove ha studiato e ha iniziato a manifestare interesse per le scienze. Il padre lo manda a Parigi a laurearsi e lì incontra padre Mersenne, un religioso che frequenta circoli libertini e lo stimola negli studi. Da allora si trasferirà in città diverse cercando luoghi il più possibile lontano da Parigi dove è conosciuto e percepisce un clima ostile alla libertà di pensiero.

Proseguendo la felice stagione di una televisione che si poteva permettere anche di essere didattica ad alto livello senza preoccuparsi della controprogrammazione delle altre emittenti (esisteva solo il Secondo Programma che sarebbe divenuto Rete 2 solo nel 1975), questa opera di Rossellini viene messa in onda in due parti il 20 e il 27 febbraio 1974.

Fa seguito a L'età di Cosimo de' Medici e aderisce alla materia trattata con grande rigore a partire dal decor. Le scene denotano un'attenzione estremamente interessata alla correttezza filologica quasi che oggetti e costumi siano chiamati ad accompagnare e contestualizzare lo sviluppo del pensiero del filosofo.

Rossellini fa una televisione di parola in cui il pensiero di Cartesio viene condensato senza banalizzazioni e senza il timore di 'annoiare' lo spettatore ma semmai con quello di non elidere tappe importanti del suo percorso di conoscenza. Il cattolico Rossellini (che aveva già abbondantemente scandalizzato i benpensanti con le sue vicende private) è attratto dall'intenzione di conciliare la ragione e la fede andando oltre credenze consolidate nei secoli. La temperie culturale in cui il filosofo francese sviluppa il proprio pensiero vede la presenza di Copernico e di Galileo sulla scena scientifico-culturale ma deve tenere conto anche delle resistenze di buona parte del clero. Non a caso viene sottolineata, nella fase dell'età matura, la prudenza di Cartesio, che è ben consapevole di rischiare la messa al bando delle sue opere e cerca quindi di tenere ben distinto quanto c'è di scientifico nei suoi scritti rispetto all'ambito più strettamente teologico.

L'autore del "Discorso sul metodo" vede applicato sulla sua figura un metodo rosselliniano tanto scarno quanto orientato alla chiarezza espositiva. Anche quando affronta le vicende più personali della sua vita come la relazione con la cameriera Helena, che non sposa, e il suo rapporto con la figlia Francine morta a cinque anni. In queste scene della parte finale Rossellini non sfiora mai la retorica ma semmai mostra come l'uomo Cartesio si trovi a riflettere su quanto la sua veste di studioso lo abbia privato di relazioni affettive complete. Non è un caso che la narrazione si interrompa bruscamente su un quesito che non ha risposta. 