Totò cerca casa

Il principe della risata in questo film si chiama Beniamino Lomacchio, un impiegato che perde la casa a causa dei bombardamenti avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale e si trasferisce momentaneamente con la famiglia in un’aula scolastica. Oltre a soffrire la fame il nostro deve fare i conti con degli imprevisti che lo porteranno a spostarsi altrove.

La famiglia Lomacchio è una delle tante che, in un'Italia uscita devastata dalla seconda guerra mondiale, è senza casa, e cerca, attraverso i metodi buffi e bislacchi del proprio capofamiglia, di trovarne una. Tra scene di alta comicità, irriverenza, Mario Monicelli racconta con estrema ironia un dramma sociale del dopoguerra, senza esasperazioni che portano all'offesa, [...] Vai alla recensione »

E' sempre difficile commentare film così 'invecchiati'; ed è difficile non vedere una spiccata imitazione di Charlie Chaplin, che però era di un altro livello. Alcune gag sono molto divertenti, soprattutto quelle con i giochi di parole di Totò. Sicuramente negli anni '50 gli italiani avranno molto apprezzato questo film, che ride e scherza su tematiche drammatiche [...] Vai alla recensione »

nonostante siano film di 65 anni fa forse più il totò cerca casa trova una bella risata del pubblico, vedere il fantomatico conte, totò, bah, che s'avvicina per la casa, della serie non aprite a... salvo non abbia il tacco del cavalier imboscato sotto al pantalone, anche se nei decenni a seguire ha fatto più divertimento il cavalier dudù, ricordate? coi [...] Vai alla recensione »

Al suo secondo film Monicelli(co-regista assieme a Steno)realizza una perfetta parodia del neorealismo che aveva contraddistinto il decennio precedente,con un inizio in sordina che lascia il posto ad una comicità sempre più incalzante.Fino al mirabolante finale degno delle comiche del muto,e in parte anche dei Fratelli Marx.Grandissimo Totò che imita una gallina per conivincere [...] Vai alla recensione »

«Un film comico dovrebbe [...l costare almeno quanto un altro qualsiasi film di normale impegno», aveva dichiarato Comencini prima di iniziare L'imperatore di Capri. «Basta considerare che per un film comico bisogna girare, grosso modo, il doppio di inquadrature di un film drammatico se si vogliono ottenere e sfruttare effetti, movimento, eccetera. Naturalmente, queste osservazioni sono di carattere [...] Vai alla recensione »