Servant

Film 2019 | Horror, Drammatico, Thriller

Regia di M. Night Shyamalan, Lisa Brühlmann. Una serie con Lauren Ambrose, Nell Tiger Free, Rupert Grint, Toby Kebbell, S.J. Son. Cast completo Titolo originale: Servant. Genere Horror, Drammatico, Thriller - USA, 2019, STAGIONI: 1 - EPISODI: 10

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Ultimo aggiornamento venerdì 25 marzo 2022

Una giovane coppia sostituisce il figlio morto con una bambola dal realismo impressionante. Anche la nuova babysitter si ritroverà a trattare l'oggetto come un bambino vero. La serie ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Super,

Consigliato assolutamente no!
n.d.
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CONSIGLIATO N.D.
Un mix di horror e thriller che porta la firma di M. Night Shyamalan.
a cura della redazione
mercoledì 22 gennaio 2020
a cura della redazione
mercoledì 22 gennaio 2020

La morte del loro bambino Jericho ha stravolto Dorothy e Sean Turner. Tanto che la donna è finita in uno stato quasi catatonico. Per provare a farla uscire dal tunnel del dolore, il marito porta in casa una "bambola reborn", che realisticamente riproduce le fattezze del figlio. La donna comincia a credere che la bambola sia vera. Quindi viene assunta una tata, Leanne, che però diventa una sorta di presenza misteriosa.

Episodi: 10 (30 min.)
Regia di Ishana Shyamalan, Nimród Antal, M. Night Shyamalan, Dylan Holmes Williams, Logan George, Celine Held, Alexis Ostrander, Daniel Sackheim, Lisa Brühlmann, Julia Ducournau, Isabella Eklöf, Severin Fiala, Veronika Franz, Kitty Green, Carlo Mirabella-Davis, John Dahl.

L'ultima stagione si fa più femminile e chiude la storia come piace a Shyamalan: con ottima regia e discutibili insegnamenti morali

Recensione di Andrea Fornasiero

Dorothy è rimasta vittima di una tremenda caduta dalle scale. Nell'attesa del suo ritorno, Leanne è incontrastata regina della casa e custode di Jericho, che deve difendere dalla sempre più invasiva presenza della Chiesa dei Lesser Saints, un culto di cui fanno parte persone che sono "tornate dalla morte". Leanne è comunque tutt'altro che indifesa: ha una schiera di propri fedeli ad aiutarla e sembra aver sempre maggior controllo sui suoi misteriosi poteri. Quando Dorothy torna nella casa si ritrova infatti in suo potere, quasi fosse un ostaggio nella propria magione. Leanne pretende di essere accettata da lei e la ricatta tenendole lontano il "figlio" Jericho. Julian a sua volta vive ormai nella casa, più o meno come compagno di Leanne, mentre Sean cerca di ristabilire un contatto con la moglie.

Ultima stagione per Servant, che chiude la propria storia in maniera compiuta e come piace a Shyamalan: con ottima regia e discutibili insegnamenti morali.

Il regista della Pennsylvania è un agnostico sempre più alla ricerca di risposte su Dio, che interroga attraverso i propri racconti sulla Fede - cosa evidente sin dai tempi di Signs e più che mai tornata al centro del suo cinema nel recente Bussano alla porta. Shyamalan non è Tarkovsky, Bergman e nemmeno Kieslowski e i suoi tentativi di riflettere sulla Fede passano per il cinema di genere, con risultati da una parte originali e dall'altra controproducenti - oltre che molto goffi se appunto confrontati con le opere dei maestri europei. Servant funziona soprattutto quando abbraccia il genere e il suo racconto, certamente sopra le righe, di una famiglia che vive con una tata estranea e molto sinistra. La sua presenza è una generatrice costante di tensione, nelle prime due stagioni più che altro in quanto vittima di forze minacciose e nelle ultime due, invece, in quanto potente minaccia essa stessa.

Leanne, interpretata dalla sempre più bella e intensa Nell Tiger Free (era la povera Myrcella Baratheon che finiva al rogo ne Il trono di spade), è una sorta di angelo caduto, o almeno così sembra considerarla il culto da cui proviene. Ossessionata da Dorothy e benedetta da una forza superiore, usa tutte le sue capacità per aiutare la donna, ma quando questa la rifiuta diventa terribile come una strega, capace di sopravvivere a vari tentativi di eliminarla fisicamente. Tra minacciosi presagi e scene di violenza brutale - sempre estetizzate da una costruzione formale che non scivola mai nella banalità - è una magnifica villain.

Però alla resa dei conti non può essere solo una villain, perché Shyamalan ci deve appunto fare la morale secondo cui: il bene deve sacrificarsi, deve accettare la morte e deve imparare a perdonare. Le ultime due sono senz'altro cose giuste, ma non sono buoni ingredienti per il finale di una storia horror, che avrebbe invece giovato di un confronto finale diverso, molto più feroce e diretto, che per altro è stato a lungo rinviato dalla serie quasi dovesse arrivare proprio solo nel finale. La conclusione predilige però una strada anticlimatica, visivamente pure affascinante, ma al di fuori delle coordinate di genere, assai più ponderosa che tesa. Quasi Shyamalan abbia scelto di rifiutare che Servant ha funzionato bene soprattutto quando ha abbracciato i propri eccessi.

Come in Bussano alla porta, i personaggi finiscono per doversi sottomettere a un disegno superiore. Qui per fortuna non si arriva a giustificare il martirio dell'uomo in nome di Dio, ma solo perché chi si sacrifica è una creatura sovrannaturale. Anche la conciliazione familista attraverso il perdono non è il migliore dei motori di conflitto e se il nono episodio, firmato dallo stesso Shyamalan, ha montato egregiamente la tensione, il decimo diretto dai pur bravi registi di Goodnight Mommy, Veronika Franz and Severin Fiala, li vede costretti a sgonfiare la tensione.

Mentre l'ideatore di Servant Tony Basgallop ha smesso di scrivere per la serie con la seconda stagione ed è andato a divertirsi con la diabolica The Consultant, ha preso sempre più spazio Ishana Night Shyamalan, la figlia del regista, che ha diretto vari episodi e ha scritto la penultima puntata diretta dal padre. Più in generale tutto il taglio della serie si è fatto più femminile, ed è probabilmente anche per questo che finisce su note di solidarietà e di riconciliazione anziché con un "catfight" all'ultimo sangue.

Episodi: 10
Regia di M. Night Shyamalan, Nimród Antal, Ishana Shyamalan, Dylan Holmes Williams, Alexis Ostrander, Daniel Sackheim, Lisa Brühlmann, Julia Ducournau, Isabella Eklöf, Logan George.

Convince anche la terza stagione: un intreccio ricco di depistaggi dalla serenità apparente

Recensione di Andrea Fornasiero

La vita a casa Turner sembra finalmente serena... troppo serena secondo Leanne, che teme che il culto a cui si è ribellata torni presto a intromettersi nelle loro esistenze. Dorothy decide di non sacrificare la propria carriera alla maternità, ma deve lottare perché una più giovane collega non le soffi il posto. Cerca inoltre di ritagliarsi un ruolo nella comunità, partecipando all'organizzazione di una festa di strada nel quartiere, che sembra però l'occasione perfetta perché sconosciuti si avvicinino alla casa. Sean nota la presenza di giovani senzatetto nel vicino parco e decide di cucinare per loro, ottenendo l'attenzione dei media e quindi l'occasione di tornare alla ribalta televisiva. Ma questi giovani senzatetto sembrano assai più interessati a Leanne che non ai sandwich gourmet di Sean...

Continua a tessere un intreccio ricco di depistaggi la serie di M. Night Shyamalan, che in questa penultima stagione presenta una situazione più serena, ma è solo la proverbiale quiete prima della tempesta.

Il regista si impegna ancora una volta dietro la macchina da presa di Servant, quest'anno per la première di stagione e torna alla regia anche sua figlia Ishana, che aveva debuttato l'annata precedente e cui tocca l'episodio conclusivo. Shyamalan trova inoltre ancora una volta modo di coinvolgere nomi emergenti del cinema d'autore o del sottobosco horror "arthouse". Al primo filone appartengono la coppia Celine Held e Logan George (Topside, visto alla Mostra di Venezia nel 2020) e la regista di The Assistant Kitty Green. Dalla new wave dell'horror contemporaneo arrivano invece Carlo Mirabella-Davis, autore dell'agghiacciante Swallow, e la coppia austriaca Veronika Franz e Severin Fiala del non meno spaventoso Goodnight Mommy. È loro l'episodio più intenso della stagione, il penultimo, in cui Dorothy decide di ricorrere a misure estreme fino a un vero e proprio climax.

Quasi tutti gli altri episodi prediligono invece una carburazione lenta, che non manca di qualche accelerazione ma che spesso si risolve pure in nulla di fatto - come nella puntata sul test del Dna - o in ellissi - come nell'episodio della festa, dove solo le puntate successive forniscono risposte sull'accaduto. Rispetto alle annate precedenti, in linea con un mood più rilassato in cui le minacce sono fantasmi della mente anziché presenze concrete, ci sono più scene all'aperto, spesso in situazioni solari o festose.

Questa terza stagione di Servant è perciò quasi estiva, dove i segnali inquietanti e le ossessioni passano letteralmente per piccole cose, come gli insetti o i già citati capelli. La casa, in passato esplorata in lungo e in largo, è di conseguenza meno protagonista ma è significativo che l'apparente serenità non riesca a impedire il degrado dell'edificio, a partire dalla voragine apertasi in cantina come una incurabile metastasi già nell'annata precedente.

Il decadimento della magione procede spesso invisibile, come un male sotterraneo che fa da fil rouge di questa stagione. Al contrario quello che sembra invece un pericolo evidente, ossia l'assembramento di giovani senzatetto, ha una natura in verità meno ovvia. Un altro dei temi, oltre al rapporto tra carriera e maternità o paternità, è quello della dipendenza, con Julian che sembra determinato a non ricadere nei propri vizi, nonostante Leanne lo preferisse spregiudicato com'era prima.

Potrebbe sembrare una sottotrama poco rilevante, ma in realtà connota la tata come una figura meno benefica di quanto vorrebbe apparire e in fondo, fin dal titolo, è lei il vero fulcro di Servant. La serie continua ostinatamente a non dare risposte sulla effettiva identità di Leanne, sui suoi poteri, sul culto a cui appartiene e tanto meno sulla provenienza del piccolo Jericho. Che a questo punto il mistero sia ancora così fitto lascia ben sperare: lontano dalle convenzioni del cinema, Shyamalan e il sodale sceneggiatore e ideatore della serie Tony Basgallop, sembrano propensi a mantenere una disturbante ambiguità anche nella prossima e conclusiva stagione.

Episodi: 10
Regia di M. Night Shyamalan.

La denuncia del rapimento di Jericho

Recensione di Andrea Fornasiero

Dorothy è disperata per la perdita di Jericho e pronta a tutto per ritrovarlo, ma prima dovrà ottenere la collaborazione di Leanne. La ragazza si è nel mentre trasferita in una villa dove accadono cose sottilmente inquietanti e Dorothy mette a punto un elaborato piano per riportarla a casa – un piano che passa per una finta pizzeria con consegne a domicilio improvvisata dal marito Sean. A complicare le cose c'è poi il misterioso culto a cui appartiene Leanne, determinatissimo a riprenderla sotto la propria ala oppure a punirla brutalmente…
Episodi: 10
Regia di M. Night Shyamalan.

Un horror claustrofobico che cattura con lo stile elegante e un'efficace gestione della tensione

Recensione di Andrea Fornasiero

Dorothy e Sean Turner sono una ricca coppia di Philadelphia. Lui fa lo chef su commissione, realizzando catering, studiando piatti da casa per ristoranti di qualità e partecipando a programmi Tv, lei fa la giornalista inviata sul posto, a sua volta in Tv. Quando loro figlio di pochi mesi muore, Dorothy non sa farsene una ragione e in qualche modo si convince che una bambola sostitutiva sia in realtà il figlio ancora vivo. Tanto da pretendere l'assunzione di una babysitter, la misteriosa Leanne, ragazza molto religiosa il cui arrivo in casa ha l'inspiegabile effetto di sostituire alla bambola un vero bambino. Ma altri fatti inquietanti si accompagnano alla presenza della babysitter...

Un horror claustrofobico, giocato sulla chiusura nell'ambiente domestico che nasconde una colpa inconfessabile e un mistero inspiegabile, Servant è la più riuscita tra le serie lanciate finora da Apple Tv+.

Scritta interamente dall'inglese Tony Basgallop, è prodotta da M. Night Shyamalan, che ha curato anche la regia di due episodi, il primo e il penultimo dei dieci di questa prima stagione. Com'è ormai piuttosto chiaro a chi segue la sua carriera, Shyamalan dà il meglio di sé quando ha mezzi limitati, traendo forza creativa dalle costrizioni, e così la scelta di tenere la vicenda quasi interamente in casa si rivela vincente, perché dà vita a una grammatica audiovisiva della tensione molto efficace. Aiutata anche dalla durata concentrata degli episodi, di circa mezz'ora l'uno.

Cruciali in un'operazione del genere gli interpreti e la produzione ha puntato su nomi non tra i più famosi ma di già comprovato talento: l'inglese Toby Kebbell, lanciato da Shane Meadows e sottovalutatissimo a Hollywood; la rossa Lauren Ambrose, indimenticabile in Six Feet Under; l'altrettanto rosso Rupert Grint (Harry Potter, ma pure Snatch in Tv) che infatti interpreta suo fratello e regala un tocco di necessaria ironia. Infine Neil Tiger Free, ex Myrcella Baratheon del Trono di Spade, ha il ruolo di Leanne e si era già fatta notare come forte presenza scenica da Nicolas Winding Refn, che l'aveva scelta come ragazza del protagonista di Too Old to Die Young.

Servant è stata accusata di plagio dalla regista Francesca Gregorini, che si era proposta come collaboratrice a Basgallop in passato e gli aveva allegato come portfolio il proprio film The Truth About Emanuel. Proprio questo film, secondo Gregorini, sarebbe alla base di Servant, ma se è vero che l'idea di una donna che si convince la sua bambola sostituiva sia un vero figlio è la medesima, tutto il resto è molto diverso. I personaggi sono altri, le dinamiche sono altre e pure le motivazioni di tutti sono altre, così com'è un altro il genere. Se c'è plagio è questione per gli avvocati e comunque limitata al punto di partenza, che non sarebbe cosa da poco, se non fosse che nella serie la bambola non è un elemento davvero così importante. Il finto bebè è infatti al centro solo del primo episodio, poi sostituito da un bambino vero e di ignota provenienza. Basgallup di fatto gioca con il depistare lo spettatore, evocando il tropo horror della bambola maledetta per poi toglierla di scena e introdurre altri elementi ben più inquietanti.

Su tutti il moralismo impietoso di Leanne che trascende quasi verso l'indignazione, una sorta di metafora del disprezzo della middle America cristiana per l'1%, che vive nelle grandi città e ha una spiritualità ben diversa. D'altra parte, proprio come la gran parte degli americani bianchi e cristiani, la stessa Leanne è affascinata dalla Tv, dal successo di Dorothy. Per questo vuole aiutarla tanto quanto sembra voler punire suo marito, afflitto da misteriose schegge. Ma la serie non si accontenta di un primo depistaggio e introduce una figura ancora più inquietante nello zio di Leanne, che si comporta in modo del tutto irragionevole mentre sfoggia fieramente il proprio miserabile aspetto.

L'indagine sul mistero di Leanne incontra diversi vicoli ciechi e alla fine forse non sta poi molto in piedi, ma non è un problema, considerato come Servant non sia ossessionata dal perché succede qualcosa, bensì dalla tensione costante verso quello che succederà. Calata in un atmosfera impenetrabile non cattura con la promessa di risposte, bensì con lo stile elegante e capace di evocare un senso di terribile incombenza. Già confermata per la seconda stagione, ha una prima annata comunque compiuta così com'è ed è possibilissimo che la prossima vada verso tutt'altra direzione.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 28 gennaio 2020
Rutilante

Servant è una serie horror degna di questo titolo. Non horror splatter, ma quell'horror che ti permea dentro man mano che vai avanti nella storia, capace di creare quello stato di disagio, che si trasforma in angoscia, che poi diventa rivelatore di esiti inaspettati, o a volte consolatori. D'altronde per chi conosce i lavori di M.N. Shyamalan questa non è una sorpresa, e tutta [...] Vai alla recensione »

giovedì 30 gennaio 2020
Isacco Curreli

Bellissima prova di M.N.S., attendo con impazienza la seconda stagione! 😉 

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RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 29 marzo 2022
Giulio Sangiorgio
Film TV

«La verità ti fa male, lo so». C'è una domanda semplice semplice, che lo spettatore di Servant, giunta alla stagione 3, non può che continuare a porsi. Una questione che è insofferente, e centrale. Perché? Perché nessuno rivela alla protagonista Dorothy che suo figlio, Jericho, è (stato) morto, e poi resuscitato (o sostituito?) dalla balia Leanne? Perché, anche quando l'effetto domino della bugia finisce [...] Vai alla recensione »

martedì 1 marzo 2022
Federico Gironi
La Rivista del Cinematografo

Servant - di cui è da poco uscita la terza stagione, disponibile in streaming su Apple TV+ come le due precedenti - è una di quelle serie che, mentre stai lì tranquillo sul divano o a letto che te la guardi, ogni tanto fai un gran sospiro e dici tra te e te, o alla persona che hai di fianco, se hai qualcuno di fianco: "Che ansia". E però se guardi Servant, allora significa che il thriller psicologico, [...] Vai alla recensione »

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giovedì 7 novembre 2019
 

Regia di M. Night Shyamalan, Lisa Brühlmann. Una serie TV con Lauren Ambrose, Nell Tiger Free, Rupert Grint. Dal 28 novembre su Apple TV +.  Guarda il trailer »

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