
Anno | 2021 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 72 minuti |
Regia di | Federico Francioni |
Attori | Ines Hackel, Rafik Hackel . |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | 3,08 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 1 luglio 2022
Fratello e sorella di origini tunisine arrivano dalla Sicilia alla periferia di Parigi.
CONSIGLIATO SÌ
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Ines e Rafick Hackel sono fratello e sorella. Hanno lasciato la Sicilia, dove sono nati, per raggiungere (prima lei e poi lui) Parigi. Lì vivono in un appartamento in periferia e sperano in lavori che, soprattutto per lui, si rivelano deludenti.
Federico Francioni si conferma documentarista attento del disagio di questi nostri tempi. Pronto ad osservare con la sua presenza, discreta ma comunque partecipe, la vita di chi ha deciso di filmare.
Ci sono sogni che si realizzano, altri che vengono infranti ed altri ancora che restano in sospensione. Questo documentario, vincitore al festival di Torino, li ha al proprio centro iniziando dalla fine. Cioè da quel messaggio vocale che Ines manda a Francioni per iniziare a raccontarsi e che dà il via alla sua indagine. La quale si è realizzata grazie a una presenza per diverse settimane nel loro appartamento condividendo con loro gioie e dolori, attese e disillusioni.
La location di base è in questa via dal nome evocativo per un italiano e per chi viene, in particolare, dalla Sicilia. Evocativa ma comunque lontana da ogni possibile vita da ville Lumière. Gli stessi autoctoni che vivono in quartieri come il loro che fa parte comunque dell'amministrazione della città, quando vanno in centro dicono "vado a Parigi".
In questo luogo vicino ma ancora troppo distante dal sogno vediamo scorrere giornate in cui soprattutto Rafick vive un'altalena di sensazioni che vanno dalla gioia per un lavoro ottenuto alla profonda tristezza per la perdita, dal suo punto di vista del tutto immotivata, dello stesso. Ines manifesta una maggiore solidità di carattere. È lei che è partita per prima ed anche nei gesti della casalinga quotidianità mostra un'attenzione che il fratello non ha, incapace come tanti maschi di vedere una tazza che ha sotto il naso perché immerso nei suoi pensieri.
Francioni li osserva senza mai mettersi nella posizione di chi giudica ma offrendo loro lo spazio per manifestarsi con tutta sincerità, consapevoli, ovviamente, della presenza di qualcuno che riprende così come lo sarebbero se, invece di registrare quanto accade, stesse semplicemente guardandoli. Non si limita però solo a fare questo ma va oltre mostrandoci come le sirene del web che propongono facili arricchimenti possano far sentire il loro canto ammaliatore anche a chi sembrerebbe avere gli strumenti culturali per starne a distanza di sicurezza se non addirittura per non ascoltarle in toto.
Da quest'angolo di Francia si finisce per accarezzare l'idea di poter tornare a casa ma lo si potrà fare solo se si saranno acquisiti i mezzi per poter davvero ricominciare. Ecco allora che si avverte il disagio profondo che ha attraversato generazioni di emigranti.
Oggi come allora le speranze e le fatiche sono innumerevoli e non necessariamente destinate ad esiti positivi. Francioni ce lo ricorda per fare in modo che nel frastuono della comunicazione si trovi anche posto per ascoltare i silenzi o i sussurri di chi, dopo il disappunto e l'abbattimento, decide di ricominciare. Magari con a fianco un fratello o una sorella da sostenere e da cui cercare sostegno.
Il film di Federico Francioni ha vinto la sezione Italiana Doc all'ultima edizione del Festival del Cinema di Torino ed è stato presentato a Trieste nello ShorTS IFF nella sezione Nuove impronte. Rue Garibaldi è un pezzo di storia di Rafik e Ines, fratello e sorella siciliani, ma di origini tunisine che per aprire nuove prospettive alla propria vita si trasferiscono a Parigi, trovando in Rue Garibaldi [...] Vai alla recensione »
Da quest'ultimo Rue Garibaldi risalendo a The First Shot e su, a ritroso, fino a Tomba del tuffatore, il suo esordio del 2016 (diretto come il film successivo con Yan Cheng), si delinea una costante nei lavori di Federico Francioni, che è la condizione di spaesamento dei suoi personaggi. Quella che vivono Ines e Rafik, fratelli di origine tunisina, cresciuti in Sicilia, ora trasferitisi in Francia, [...] Vai alla recensione »
"È davvero un bel lavoro il tuo", dice un certo punto Rafik a Federico Francioni. Accompagnare le persone in un frammento di vita, per raccontarne le storie e scrivere, in qualche modo, il loro diario di bordo. Una definizione possibile del "mestiere" di documentarista. Ma tra le righe, emerge la questione del come. Da che posizione guardare? In che modo? Stare dentro o tenersi a distanza? Francioni [...] Vai alla recensione »
Rue Garibaldi non è da confondere con Boulevard Garibaldi, splendida via del VII arrondissement parigino, non lontano dalla torre Eiffel e dall'Hôtel des Invalides. Per trovare rue Garibaldi è necessario spostarsi molto fuori dal centro cittadino, in quelle zone che i parigini non sono neanche abituati a chiamare Parigi ma che sono abitati da centinaia di migliaia di persone che vivono la città, ci [...] Vai alla recensione »