il film esprime a mio avviso l'impossibilità di qualsiasi forma di progettazione razionale dell'esistenza da parte di ciascuno di noi, poiché la nostra vita è dominata dal caso, che si fa beffe delle nostre aspirazioni e dei nostri propositi, che non possono trovare attuazione mai, anche se sembrano vicinissimi a esserlo. Il paradiso non ci sarà per nessuno, né per chi ha creduto di costruirsi una vita tranquilla, né per chi ha sperato nella rivoluzione, né per chi ha creduto di aiutare un'amica. I pericoli non vengono dalle situazioni più banalmente ovvie, ma da fatti inaspettati, che colgono di sorpresa e del tutto indifesi i personaggi. Così moriranno la prostituta, quando credeva di essersi messa in salvo, o la giovinetta, uccisa da un bambino, crudele e inconsapevole strumento del caso. I desideri dei personaggi rimangono sogni senza futuro in un mondo dominato dall'incomunicabilità, di cui la diversità delle lingue e delle culture non è che una metafora. Tuttavia questi sogni sembrano sempre vicini allla realizzazione, ed è sempre un evento fortuito a renderli impossibili. il film, perciò, a mio avviso, non è un film politico, ma filosofico, è sul destino dell'uomo ( e sulle nostre illusioni di poter in qualche modo condizionarlo e dirigerlo ) e per certi aspetti rimanda a Kieslowski e ai suoi film metafisici.
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bianca
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venerdì 28 dicembre 2007
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in cerca della libertà
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sono d'accordo con te, laulilla, salvo che su questo: non credo che Akin voglia dire che i nostri propositi non sono attuabili mai. Il paradiso non ci sarà per nessuno, ma tutti nel film, chi vive e chi muore, cerca un'autenticità di relazioni umane, una libertà da schemi e luoghi comuni che alla fine esce rafforzata. Questo è anche un film sui rapporti fra genitori e figli, sempre imperfetti, sempre diversi da come uno li vorrebbe, ma da vivere il più possibile, nel rispetto della libertà - e dell'imperfezione appunto - che è condizione necessaria perché l'amore non sia soffocante.
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riccardo
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mercoledì 8 ottobre 2008
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nessuna sconfitta, ma rinnovamento.
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condivido parzialmente, la lettura di laulilla. Il caso come motore, sì, le peripezie dei personaggi spinti da sogn; come se quello che conti non sia la destinazione ma il viaggio (non a caso del viaggio di Nejat per incontrare il padre, si rappresenta il percorso lungo la via e non l'incontro). Quello che mi trova in disaccordo è la tua lettura di 'incomunicabilità': vedo tutt'altro. Pura comunicazione e incontro. Forse non secondo i canoni previsti, ma piuttosto attraverso vie inaspettate (mi viene in mente il dialogo tra Susanne e Nejat sulle tradizioni religiose e le relazioni genitore-figlio). Più in generale non trovo nel film questa sconfitta dei sogni senza futuro, ma piuttosto la nascita di percorsi inaspettati che svelano nuovi sogni e altri futuri.
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condivido parzialmente, la lettura di laulilla. Il caso come motore, sì, le peripezie dei personaggi spinti da sogn; come se quello che conti non sia la destinazione ma il viaggio (non a caso del viaggio di Nejat per incontrare il padre, si rappresenta il percorso lungo la via e non l'incontro). Quello che mi trova in disaccordo è la tua lettura di 'incomunicabilità': vedo tutt'altro. Pura comunicazione e incontro. Forse non secondo i canoni previsti, ma piuttosto attraverso vie inaspettate (mi viene in mente il dialogo tra Susanne e Nejat sulle tradizioni religiose e le relazioni genitore-figlio). Più in generale non trovo nel film questa sconfitta dei sogni senza futuro, ma piuttosto la nascita di percorsi inaspettati che svelano nuovi sogni e altri futuri. Ogni personaggio cerca qualcosa e trova dell'altro, scoprendosi diverso.
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foxlady
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domenica 22 marzo 2009
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la forza della casualità
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il film mi è piaciuto moltissimo e anche la recensione di laulilla,che condivido quasi totalmente.L'eccezione è per la nota di velato pessimismo e quasi di rassegnazione di fronte all'imprevedibilità che però non necessariamente è un male,ma a volte può anche condurre oltre i confini di qualsiasi paradiso....
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oscar15781
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venerdì 13 luglio 2012
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si è un film che tratta di caso e destino
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Infatti a me a fatto venire in mente i capolavori di Inarritu A. Addirittura un bambino turco in Babel spara casualmente a Kate Blanchett. Ne fa sottolineatura del caso con le bare all'areoporto, come avrebbe fatto Inarritu. Il film da' conto del desiderio e di una sua irresolutezza, ma focalizza sul destino, in maniera precisa. Qui c'è un concetto filosofico, ma anche analitico. Aitkin il regista sul destino è preciso, mostra il destino di Lotte nel solco di sua madre. I desideri non si realizzano è vero, ma c'è assunzione del proprio destino da parte di Lotte, di sua madre e del professore. Anzi il desiderio di Lotte è raccolto da sua madre, è un desiderio che sembra indistruttibile per la rivoluzionaria, figlia della prostituta.
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Infatti a me a fatto venire in mente i capolavori di Inarritu A. Addirittura un bambino turco in Babel spara casualmente a Kate Blanchett. Ne fa sottolineatura del caso con le bare all'areoporto, come avrebbe fatto Inarritu. Il film da' conto del desiderio e di una sua irresolutezza, ma focalizza sul destino, in maniera precisa. Qui c'è un concetto filosofico, ma anche analitico. Aitkin il regista sul destino è preciso, mostra il destino di Lotte nel solco di sua madre. I desideri non si realizzano è vero, ma c'è assunzione del proprio destino da parte di Lotte, di sua madre e del professore. Anzi il desiderio di Lotte è raccolto da sua madre, è un desiderio che sembra indistruttibile per la rivoluzionaria, figlia della prostituta. Diventera' per il personaggio interpretato dalla Shygulla, una tensione protettiva. La madre nella stanza allucina la presenza della figlia morta e troverà la pace nel assumere i suoi valori. C'è una specie di continua riparazione, che a qualcuno ha richiamato cattolicesimo. In realtà non siamo padroni del nostro desiderio, ci sovradetermina. Quindi allorchè i protagonisti sembrano fare qualcosa di riparatorio, in realtà vanno dietro al proprio desiderio
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