Il giorno che Un eroe di guerra uscì nelle sale, nel lontano 1963, Burt Topper si consacrò definitivamente alla settima arte. Dotato di grande professionalità, nonché di un amore profondissimo per il mezzo audiovisivo, è stato uno degli sceneggiatori, attori, produttori e registi statunitensi che più attivamente hanno affascinato, con i loro film, il pubblico americano, anche se completamente fuori dal circuito hollywoodiano. Poco conosciuto in Italia, in America viene ricordato soprattutto perché, quando si parlava di guerra, riusciva a evocare aneddoti in maniera così affascinante da renderli vivi. Ed è proprio dai suoi ricordi di guerra, dalla violenza e dal sangue che fuoriescono le sue storie.
Dopo aver combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, servendo gli Stati Uniti d'America a bordo di una nave sulle coste delle Filippine, decide di darsi al cinema. Inizia così la carriera di attore interpretando No Placet o Land (1958) di Albert C. Gannaway, passando poi, per lo stesso regista, a Le dodici pistole del West (1959). Lo stesso anno, ha una folgorazione e comincia a scrivere sceneggiature, nel frattempo si sposa con Jennifer Topper (che gli rimarrà accanto fino alla sua morte).
Ultimata la sua prima sceneggiatura, non ha che da trovare una casa di produzione o un regista perché gliela comprino, ma ha un'idea migliore, sarà lui stesso il suo produttore e regista dirigendo il cult movie bellico Un eroe di guerra (1963). La pellicola incontrerà un grande successo e sarà considerato uno dei migliori film sulla guerra di Corea mai realizzati. La storia è vagamente autobiografica: un ufficiale americano lascia massacrare un plotone di compatrioti e, sebbene sia stato firmato l'armistizio, continua una sua guerra personale.
L'anno successivo, nel 1964, dirige l'horror Le bambole del desiderio, passando poi a produrre film di altri autori come Facce senza dio (1967) e Quattordici o guerra (1968). Intanto firma un altro thriller poliziesco The Devil's 8 (1969) e da quel momento in poi alternerà la direzione di pellicole con la produzione di una trentina di documentari per l'American International Pictures.
Muore, a 78 anni, nella sua casa di Beverly Hills, in seguito a dalle complicazioni polmonari.