I diari della motocicletta

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Un film di Walter Salles. Con Gael García Bernal, Mercedes Morán, Jean Pierre Noher, Mia Maestro, Rodrigo De la Serna.
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Titolo originale Diarios de motocicleta. Avventura, Ratings: Kids+16, durata 126 min. - Argentina, Brasile, Cile, Perù, USA 2004. - Bim Distribuzione MYMONETRO I diari della motocicletta * * * - - valutazione media: 3,00 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Qualcosa che vale Valutazione 4 stelle su cinque

di johngarfield


Feedback: 1350 | altri commenti e recensioni di johngarfield
venerdì 9 settembre 2011

Sarebbe probabilmente sbagliato, nel recensire questo film, dimenticare il futuro "Che", tanto quanto parlare di lui, ormai combattente rivoluzionario.

Nel primo caso si rischierebbe di parlare di una coppia di giovani della Buenos Aires “bene”, cui salta il capriccio di compiere un viaggio avventuroso per l’America Latina. Sarebbe una storia come tante altre, anche se ben raccontata ed interpretata. Nel secondo, si finirebbe fatalmente per schiacciare la figura del giovane Ernesto Guevara, caricandolo di gravosi contenuti sociali che non gli apparterrebbero, se non altro per motivi puramente anagrafici.

Limitiamoci quindi ad analizzare la storia così com’è e vederla, se proprio vogliamo, in una prospettiva che potrebbe realizzarsi, ma anche non.

In questa coppia di giovani che partono, si avverte il peso di tutta una letteratura e di storie che si intrecciano e si avviluppano attorno ad un asse centrale che non può essere altro che la conoscenza. Il viaggio come mezzo per la conoscenza. Nel caso specifico si tratta di una coppia. Il primo, Alberto Granado, è un ragazzo come lo siamo stati tutti noi, entusiasta, ardente, pieno di voglia di vivere. Il suo è il comportamento medio di un giovane che decide di viaggiare verso terre a lui sconosciute. Ma reca con sé i condizionamenti della persona media: la voglia di divertirsi, stare con le ragazze, fingere sentimenti per non ferire chi gli sta vicino, la bella vita ecc. In Ernesto, invece, c’è qualcosa di diverso, Man mano che la storia procede, capisci che questo ragazzo non è come gli altri. La sensibilità e il senso di solidarietà verso chi soffre e chi è vittima di soprusi, la sincerità anche se può costargli caro, la generosità autentica, l’idea di un’America fittiziamente separata ma idealmente unita sono elementi che sono già presenti in lui ancora prima del viaggio. Questi elementi, di fronte agli accadimenti che di volta in volta si susseguono, trovano il carburante adatto per cominciare a bruciare. Questo viaggio rappresenta un momento chiave per Ernesto. Sta formandosi qualcosa in lui, ma ancora non è chiaro. Ci deve pensare, come rivela all’amico Alberto.

Per trovare un riferimento letterario degno, non possiamo che pensare al Quijote di Cervantes. Due individui partono alla ventura. Lo scopo è difendere i deboli dai soprusi e combattere le ingiustizie. Sancho è l’uomo medio, legato alla “pancia”, concreto, realista; don Chisciotte è l’uomo guidato non dagli istinti di pancia, ma dall’ideale ed è pronto a battersi e morire per esso.

Per carità, non voglio certo paragonare Ernesto a don Chisciotte, ma, a ben guardare, l’ideale è lo stesso. In Ernesto non si è ancora delineato chiaramente l’atteggiamento di ribellione e di lotta contro le ingiustizie. Ci troviamo ad un gradino inferiore, ma il cammino è quello.

Ciò che colpisce in questo ottimo film è la semplicità e il profondo senso di umanità che lo pervade. Ma troviamo anche ben rappresentate le tipologie di personaggi che i due giovani, di volta in volta, affrontano e che li aiuteranno, un giorno, a capire meglio come adattare il loro tumultuoso desiderio di riscatto di un’intera nazione alle circostanze che via via si presenteranno.

C’è una poesia tutta speciale nel viaggio di questi due ragazzi, una specie di sinfonia fatta di momenti, ora drammatici ora allegri, che poco a poco prende corpo e diventa un irresistibile inno alla vita vera, quella spesa per gli altri, per chi soffre, per chi è malato e per chi è vittima delle prepotenze altrui. Vista con gli occhi ingenui di due giovani ancora “puri” dalle debolezze e miserie umane, diventa una riscoperta di ciò che veramente ha valore e per cui vale la pena credere e lottare.

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