I diari della motocicletta

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Un film di Walter Salles. Con Gael García Bernal, Mercedes Morán, Jean Pierre Noher, Mia Maestro, Rodrigo De la Serna.
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Titolo originale Diarios de motocicleta. Avventura, Ratings: Kids+16, durata 126 min. - Argentina, Brasile, Cile, Perù, USA 2004. - Bim Distribuzione MYMONETRO I diari della motocicletta * * * - - valutazione media: 3,00 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Latinoamericana Valutazione 5 stelle su cinque

di Camilla


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venerdì 2 marzo 2007

Il viaggio sulla Poderosa II è il sogno ad occhi aperti di un ragazzo di ventitré anni. Alla guida dell’acciaccato bolide non c’è ancora il comandante Guevara, leader politico e guerrigliero carismatico di qualche anno più tardi, ma soltanto un ragazzo lieto di affacciarsi alla vita. Le immagini ci scorrono dinanzi voluttuose coinvolgendo tutti i nostri sensi. Percepiamo i colori forti dei luoghi con gli occhi, ma chiudendoli per un istante, udiamo i silenzi chiassosi della natura, e gli odori penetranti della fertile terra latina dopo la pioggia battente, e così, carichi di entusiasmo, saliamo anche noi volentieri sull’amato ronzinante a motore, vagando senza una meta definita, con l’euforia e la spensieratezza consueta dei vent’anni. Lo spirito iniziale dell’avventura per il giovane Che, ancora ignaro della vita che verrà, è quello della vacanza, del giro turistico e del divertimento a tutti i costi con l’inseparabile compagno e amico di sempre, il caro Mìal; in sella all’affannata motocicletta i due, inarrestabili, percorrono strade desolate inerpicandosi lungo i tortuosi sentieri andini, giungendo dinanzi a panorami mozzafiato di remote terre. Non senza motivo vengono rapiti dal formidabile splendore delle rovine del Machu Pichu, e ancor di più rimangono incantati dalla bellezza di Cuzco e da quella dei suoi abitanti. Confidando nella generosità altrui, come autentici viandanti vanno avanti decidendo di elemosinare i pasti e il riposo ed abbracciando in ogni occasione l’umanità che incontrano, convinti di far partecipe ognuno della propria sfrontata e contagiosa allegria, nonché del desiderio sprovveduto di sfidare la vita, certi e fieri della propria invincibilità, perché a vent’anni la morte non esiste. Ma ben presto altre emozioni prenderanno il sopravvento sulle intenzioni di gioia ed allora comincerà per i due girovaghi un tragitto nuovo, diretto a sondare l’umanità dei loro cuori e destinato a cambiare per sempre le loro vite. Disarcionati dalla Poderosa, i due sono costretti a continuare il viaggio a piedi, e mano a mano che si inoltrano nella quotidianità dei luoghi che visitano, vedono aprirsi davanti a se scenari sconosciuti e inattesi. Gli incontri con una popolazione rassegnata al proprio destino di sofferenza e iniquità svegliano e rivelano, soprattutto al giovane Ernesto, l’aspirazione nuova e forte di cambiare e vedere cambiato il mondo, attraverso la forza delle proprie idee. I volti segnati dalla fatica e gli occhi vitrei dei contadini si imprimono violentemente nelle menti dei due ragazzi, opprimendo in maniera insistente la loro coscienza col bisogno di sollevare dalla muta disperazione chiunque incrocino sul proprio cammino. Il disagio del Che per l’appartenenza ad un cerchio di privilegiati diviene così subito strumento inevitabile di analisi e di comprensione per il sofferente mondo dei diseredati latinoamericani, nonché stimolo energico per la realizzazione successiva di un progetto politico in grado di coinvolgere gli indios, nel tentativo, non del tutto riuscito, di renderli artefici di una società più egualitaria. Inevitabilmente dunque l’incontro con l’anziana donna malata a cui Ernesto regala tutte le sue medicine contro l’asma da principio ad un’esplorazione nuova, non più dei luoghi ma delle anime degli oppressi e degli sfruttati della martoriata terra sudamericana. L’avvenimento che segna però il vero e definitivo punto di rottura con le fanciullesche scorribande è però senza dubbio la conversazione con la coppia di operai comunisti, nel deserto di Atacama. La povertà ha portato loro via il bene più caro, l’amore del figlio, chiedendogli anche il sacrificio più grande, cioè la consegna ad altri dell’amato piccino nella speranza che possa essere sfamato, e questa inumana privazione non può che colpire in modo particolare il giovane Che. Lo scenario delle misere condizioni di lavoro dei lavoratori della cava di rame, cava gestita da una multinazionale straniera, offre poi un’occasione in più ad Ernesto di mettere alla prova il suo senso di umanità e giustizia, deviando gradatamente le proprie riflessioni dal piano filantropico a quello politico. La successiva tappa al lebbrosario di San Paolo suggella dunque le nuove intenzioni di un uomo già profondamente mutato nell’animo, e la cui dura esperienza a contatto con la sofferenza della malattia non fa che, ancora una volta, generare spontanea immedesimazione con un’altra categoria di deboli, quella dei malati di lebbra, perché anche l’aspirante medico Guevara, afflitto dalla nascita da un’insanabile asma, conosce bene il dolore del corpo. Il viaggio dei due esploratori della vita non termina con la partenza dei due da San Paolo, ma sicuramente, da questa tappa in poi, comincia per entrambi un percorso nuovo, influenzato innegabilmente da quanto i loro sensi dovettero cogliere nei 12 mila km percorsi lungo l’America latina, consegnando le loro vite a destini diversi da quelli programmati. Il film, stilisticamente perfetto, caratterizzato da una perfetta fotografia, nonché da una fedele quanto sintetica riproduzione degli episodi narrati nel diario, è interpretato magistralmente, da un intenso e partecipe Gael García Bernal nei panni del giovane Guevara, che ha scelto, pena la perdita di credibilità, di non risparmiarsi in nessun modo, proponendosi personalmente anche per le scene della nuotata notturna. L’ultima inquadratura sfuma sul volto anziano del vero Alberto Granado, che, con occhi ricolmi di nostalgia, ci rimanda a dolci e lontani ricordi di gioventù e di quella che fu certamente una straordinaria amicizia.

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miriam the best martedì 8 maggio 2007
davvero complimenti
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67%

complimenti x le tue idee. sono d'accordo mi sembra ke la tua descrizione sia piuttpsto sdolcinata e x niente critica.

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